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In quanto al contempo logici, simbolici, pratici e neuronali, il linguaggio e le sue mutazioni ed evoluzioni vanno posti al centro dello schema proposto da Jouxtel83. E in effetti non vi è ambito della memetica che non possa aver a che fare con la letteratura: appare evidente la sua connessione col meme simbolico, perché non soltanto, in un’ottica sincronica, temi, generi e forme in grado di coinvolgere gruppi omogenei di persone sono all’origine di altrettanti associazioni di scrittori e comunità di lettori, ma perché la narrazione, come si è visto, ha contribuito a dar vita allo stesso consorzio umano.

Ma la letteratura implica anche strumenti, contesti e luoghi di trasmissione e si associa così al meme pratico sia nell’evoluzione del supporto tecnologico attraverso il quale si perpetua (le epigrafi, le tavolette cerate, il papiro, il manoscritto, il libro a stampa, il lettore di

83 Cfr. Jouxtel, Op. cit., p. 164.

book), sia nell’aspetto concreto dei luoghi e istituzioni atte a trasmetterla. Nell’ambito del meme pratico si situano anche le convenzioni dei generi letterari, le figure retoriche, gli schemi metrici della poesia e ogni genere di istruzione per la produzione di un testo che possa essere codificata.

Il meme logico, in ambito letterario, riguarda invece le scelte individuali del singolo narratore o ascoltatore, scrittore o lettore. Se esso è anche il meme delle regole di vita e delle convinzioni personali che producono un determinato comportamento84, sarà responsabile della decisione di scrivere o leggere un determinato testo, nonché del modo di porsi di un autore rispetto ai propri principi etici e quindi ai propri scopi, quando realizza un’opera.

I memi neuronali, quali schemi elettrici che si replicano in diverse zone del cervello85, afferiscono all’ambito strettamente fisiologico e sono competenza delle neuroscienze e delle recenti discipline cui si è già accennato. Nel rilievo dato al rapporto tra empatia e neuroni specchio, esse potrebbero aver svolto un ottimo servigio alla memetica, individuando uno dei catalizzatori dei processi di diffusione del suo replicatore.

La difficoltà riscontrata nell’incasellare l’uno o l’altro aspetto dei fenomeni letterari nella pertinenza di un tipo specifico di memi deriva dalla sostanziale impossibilità di scorporare l’individuale dal collettivo, il concreto dall’astratto, in un ambito che per sua natura è di transizione tra entrambe le coppie di estremi. Uno studio di tipo memetico dovrà quindi anche definire un approccio che consenta di mettere in primo piano ciò su cui ci si vuole soffermare. Tra i vari proposti da Jouxtel, quello che sembra

84 Ivi, pp. 164-165.

più adatto per analizzare il fenomeno letterario è l’approccio connessionista che

costruisce incessantemente migliaia di ponti tra i fatti, tra le teorie e i fatti, tra le teorie e le teorie. Il principio è quello di osservare il mondo, di raccontare ciò che si vede, di cogliere tendenze e forme a partire da un complesso di osservazioni, cercando di guardare le cose con la necessaria obiettività. Questo approccio cumulativo, che produce senso a partire da un puzzle di frammenti, funziona ancor meglio se implica un insieme, una rete di cervelli. Permette anche, attraverso il dialogo, un intreccio euristico tra le discipline. Per questo è straordinariamente fecondo mettere in contatto in maniera regolare filosofi, informatici, fisici, giornalisti, consulenti, medici, artisti, sociologi e così via86.

Se definito in termini di critica letteraria già noti, questo approccio è molto vicino agli studi culturali, all’attenzione che questi prestano agli aspetti tematici e interdisciplinari dell’opera. Vi si aggiunge un’attenzione ulteriore alla mutazione di un’idea o di un tema attraverso le loro concrete manifestazioni scritte: sia, diacronicamente, nello stesso autore sia nelle loro occorrenze in autori diversi.

Un altro metodo potenzialmente adeguato è l’approccio introspettivo, che

si basa sull’analisi delle manifestazioni del nostro pensiero al fine di metaforizzare i fenomeni mentali ispirandosi al vivente: dentro di noi, come si scontrano le diverse possibilità? come lottano tra loro le differenti opzioni per

86 Ivi, p. 139.

ottenere la nostra attenzione? ecc. Questo approccio si iscrive nel filone della tradizione filosofica secondo il principio «Osservo quel che accade dentro di me prendendo le distanze dalla mia interiorità»87.

In questo senso, la memetica può anche considerare i caratteri formali e stilistici ponendoli sullo stesso piano di quelli contenutistici: in che modo e in virtù di quale loro qualità i testi letterari si diffondono ed entrano in competizione per un pubblico, per venire ricordati, citati, imitati?

Un genere letterario, ad esempio, può avere una serie di caratteristiche tematiche, strutturali, linguistiche e anche di cultura materiale legate alla sua produzione e ricezione, che ne determinano la sopravvivenza e l’evoluzione. Lo studio di queste proprietà pertiene già – in alcuni casi da sempre, in altri da tempi più recenti – alla storia e alla critica letteraria, ma il valore aggiunto di una prospettiva che equipari le modalità di sviluppo di un genere letterario alla filogenesi di un organismo vivente risiede nell’attenzione rivolta alla coevoluzione dei diversi aspetti presi in esame (nel senso in cui costituiscono reciproco ambiente), nella capacità di riconoscere la sopravvivenza di elementi fondanti il genere in un contesto transmediale (un film poliziesco è più vicino a un romanzo poliziesco di quanto non sia un romanzo d’avventura) e nella distanza critica con cui è possibile guardare alla letteratura: alla nascita, alla mutazione, alla desuetudine e alla morte dei suoi veicoli di sopravvivenza88.

87 Ibid.

88 Si veda a tal proposito F. Moretti, La letteratura vista da lontano, Einaudi, Torino 2005. Cfr. in particolare il capitolo Alberi, nel quale Moretti analizza in termini filogenetici ed evoluzionistici i fenomeni macroscopici (i generi) e quelli microscopici (le variazioni stilistiche) del campo letterario. La sua è una “concezione materialistica della forma