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Ogni tipo di riduzionismo macchinico porta ad una reazione uguale e contraria, a un tentativo da parte dell’uomo di recupero dell’animalità e della corporalità, o di approdo iperbolico alle medesime facoltà167. Questa tendenza, già osservata in Levi, è al centro dei due romanzi volponiani Corporale e Il pianeta irritabile. Nel primo (il cui titolo provvisorio era Liberare l’animale), c’è un ritorno all’animale-uomo, con tutto il suo carico di idiosincrasie, di contraddizioni intrinseche alla sua natura. Nel secondo, si assiste invece ad una mutazione antropologica fino alla trasformazione completa del nano Mamerte in un animale non umano.

Sperimentare le coppie di opposti che determinano la complessa natura umana è il risultato dell’operazione di riappropriazione del proprio corpo compiuta da Gerolamo Aspri168, protagonista di Corporale, ex dirigente cacciato per le sue idee comuniste, insegnante di materie scientifiche in un istituto religioso, contrabbandiere col nome di Murieta. Finalità cosciente e saggezza sistemica169, immersività finanche allucinata

167 Cfr. Longo, Il senso e la narrazione, cit., p. 29.

168 Cfr. M. Manganelli, Le dinamiche della contraddizione, in Paolo Volponi: Scrittura come

contraddizione, cit., pp. 34-35.

169 Non volevo essere un’altra volta un rivoluzionario e un comunista dietro, e nemmeno sopra o sotto, le cose, con ordine e sempre nell’atteggiamento di guidarle, di giustificarle o di condannarle. […] Mi tornava in mente che non volevo una rivoluzione che scendesse tutta insieme al posto di ciò che c’era prima”

nella natura e nell’ambiente170 e ricerca di una totale estraneità171, estetica soggettivistica e oggettivistica, dominio antropocentrico, persino crudeltà, sugli animali172, ed empatia per gli esseri viventi173: tutte le modalità della percezione e del rapporto etico-estetico con la natura sono vissute in prima persona da Aspri o dal suo doppio Murieta.

A percezioni diverse corrispondono idee politiche diverse, ed è proprio in queste idee che Aspri, rendendosi conto che una conciliazione di opposti è impossibile, si rassegna alla schisi:

Gli altri, qualsiasi altro, solo perché sono vivi sono nel compromesso; tale è la vita in tutte le sue forme, e nel revisionismo. Qui può esserci, tra i viventi, l’unica differenza: revisionismo borghese, corruttore e autoritario, o revisionismo scientifico, dei signori della luna174.

E ancora:

Non ho la risposta esatta, ma posso dire senza essere originale ma nemmeno lontano dal vero, che appena l’uomo ha costruito la società ha contemporaneamente pensato di

170 La spesso citata descrizione della tromba d’aria, RP, I, pp. 501-504.

171 “Sto guardando questo paesaggio anche troppo bello, che si consuma. Non debbo caderci dentro e smarrirmici come questo vento” (RP, I, p. 731),

172 Nel costruire la sua arcatana Gerolamo lascerà dei canarini a verificare la presenza di radiazioni e li ritroverà morti di denutrizione.

173 “– È vero, - disse Overath, - caro maestro a lei. Anch’io sento spesso la presenza contemporanea su questo pianeta, di rane, lepri, farfalle, leoni. Mi aiuta a vivere pensare che il pianeta non è soltanto mano. La vita precaria, smarginata degli animali mi dà l’unica idea appena sostenibile di libertà: lei li libererà nella corsa. / - Bel ragionamento da dittatore, - disse Murieta” (RP, I, pp. 632-633).

distruggerla tutta, tutt’insieme, anch’egli dentro, un poco dentro e un poco fuori175.

Attraverso il pensiero scisso e le percezioni multiformi e contraddittorie di Aspri, Volponi, in Corporale ci porta

ad esplorare il discrimine aperto della contraddizione e ce ne mostra l’insanabilità filosofica; da un lato la razionale adesione a un progetto in cui civiltà industriale e sviluppo tecnologico possano essere tradotti in reale civiltà dell’uomo e sviluppo delle sue materiali condizioni di vita, attraverso una sorta di democratizzazione dei processi gestionali e programmatici che guidano il capitale; dall’altro l’adesione irrazionale alle dinamiche della corporalità, pratica comune un po’ a tutta la generazione di scrittori di cui Volponi fa parte, e che ha avuto proprio negli anni ’70 funzione rigenerante, in chiave vitalistico-anarchica, delle deluse istanze rivoluzionarie di una parte degli intellettuali “schierati”176.

Queste due tendenze hanno una cosa in comune: sono scelte, progettate, ricercate: sono cioè guidate da una finalità cosciente. Se c’è un aspetto della sua esistenza alla quale Aspri non abdica mai, questo è – come si è visto nel primo capitolo – il suo piano per la costruzione dell’arcatana e, prima che il progetto prenda corpo, la necessità di avere un indirizzo, un obiettivo determinato. Se non è indirizzato a una meta

175 RP, I, p. 441.

176 M. Colonna, Il pianeta irritabile, o l’epica della mutazione, in Paolo Volponi: Scrittura

ideale, la finalità cosciente rischia di manifestarsi come assassinio, rapina, estinzione:

Oltre che pensare, camminare, mangiare, etc, etc., mi convinco di una necessità corporale, di una specie di lievitazione il cui stimolo e il cui appagamento posso definire con il verbo assassinare, assassinare come penetrare, rompere, esaurire consumare, assorbire. […] A me sembra che queste voci mi accompagnino sempre, anche se non acquisite, dialogate; che si svolgano sopra, parallelamente alla mia strada. Aiutami a trovare un progetto ancora sopra, per forza ideologica: se no sarà una specie di decapitazione177.

E ancora:

Gli occorreva quindi organizzarsi e concepire i suoi propositi come una meta provvisoria e non già sentirli come un appagamento, in modo da poter dominare via via la serie degli avvenimenti e indirizzarla verso il fine. […] Sappi che io ti sopporterò, appena che tu voglia riconoscere la mia forza e anche l’autonomia del mio disegno finale. Davanti all’ultima scena, pietra, tana, sarò da solo e compirò il mio fato178

E infine, rammaricandosi di non essere mai riuscito ad avere una finalità totalmente rivolta a uno scopo:

177 RP, I, p. 492.

La mia volontà di liberarmi d’ogni natura contraria è stata sempre coperta da uno strato di segatura, con l’oggetto possibile e prescelto quindi che aveva il tempo prima di essere raggiunto di camuffarsi e di mutare allo stesso modo e ad ogni mutazione del soggetto, io. Quindi mai sono riuscito a portare questa mia volontà in modo chiaro sull’oggetto identificato e giusto179.

Non è un caso che, nel Pianeta irritabile, l’ultimo scoglio che il nano Mamerte deve superare per realizzare appieno la sua animalità non umana sia l’impulso all’intenzionalità, alla finalità cosciente:

Doveva arrivare a confermare in ciascuna cosa, gesto e fenomeno la mancanza vera, pulita, di qualsiasi intenzione, e anche di ogni ragione che non si esaurisse liberamente in se stessa, cioè nell’esistere. L’intenzione ha sempre prodotto ordine e quindi sovranità. L’intenzione non poteva essere rivoluzione, e così nemmeno la guida e la sostanza del loro prossimo percorso. Occorreva invece affermare e servire la totalità, integra, e presente, dell’esistenza: di tutto e di ciascuno. Anche il nano cercava di non cercare e per non essere catturato dai suoi stessi occhi che si impuntavano in giro su tante cose, si nascondeva tra le foglie più tenere e ignote180.

Anche prima che l’apocalisse atomica provvedesse quasi ad annullare l’umano consorzio, il nano Mamerte, per via della sua deformità fisica e per il lavoro di spalatore di escrementi nel circo, ne era già escluso.

179 RP, I, p. 723.

Come in un grottesco ribaltamento di un poema cavalleresco in cui si susseguono l’una dopo l’altra le imprese degli eroi in cerca di onori e gloria, nel viaggio a tappe con gli animali suoi compagni, deve conseguire una serie di mutazioni per liberarsi del tutto dall’antropocentrismo, in modo da non essere egli stesso coinvolto in quelle dinamiche di potere che hanno portato alla distruzione del mondo e a cui il gruppo composto dall’elefante Roboamo, dalla scimmia Epistola, dall’oca Plan Calcule e dallo stesso Mamerte è destinato a porre fine.

La via alla mutazione animale passa anche attraverso il riconoscimento che anche le proprie funzioni superiori, come il pensiero e il linguaggio, sono legate senza soluzione di continuità allo stesso fondo biologico181. Per questo motivo, Mamerte si interroga sulla

similitudine tra il modo in cui la sua testa continuava a emettere e triturare pensieri e quello in cui il culo dell’oca continuava a emettere sterco. Erano uguali, entrambi misteriosi, incontentabili. E così vide cadere una delle ultime differenze tra sé e quegli altri animali182.