Il 13 settembre 1842233, durante un’Adunanza pubblica dell’Accademia della Crusca, il Segretario Valeriani diede notizia dell’ormai avviata procedura di stampa della nuova impressione del Vocabolario: seppur cassato, questo primo tentativo di realizzare una quinta edizione del dizionario degli Accademici costituì un catalizzatore dell’attività lessicografica dell’istituzione, che di fatto non venne mai interrotta — se non per un breve periodo tra la fine del 1850 ed i primi mesi del 1851 — fino alla pubblicazione del primo volume della Quinta Crusca del 1863.
Nonostante il primo fascicolo dell’edizione poi soppressa del Vocabolario fosse stato presentato ufficialmente solo un anno dopo, il 26 Settembre 1843234, i lavori di compilazione del repertorio lessicografico si conclusero proprio nel 1842, mentre quelli riguardanti la Tavola dei Citati ebbero termine a Marzo del 1843235. Allo stesso modo, nel ’42 risultavano
già realizzati gli Avvertimenti al lettore, curati dal Niccolini236, e la Dedica a Leopoldo II Granduca di Toscana, presentata dall’Accademico Ciampolini e passata al vaglio dal Relatore della Deputazione preposta a tale compito237. Le imponenti dimensioni che la
233
Diari degli Accademici della Crusca II, p.616.
234
Diari II, pp. 665-66.
235
Diari II, pp. 635 - 637.
236
Diari II, Verbale del 12 Luglio 1842, pag. 609.
237 La grande mole di lavoro dovuta alla stesura del nuovo dizionario e l’accelerazione dell’attività
quinta impressione andava assumendo, tuttavia, portarono gli Accademici, già nell’anno di prima pubblicazione dell’opera, a modificare il metodo di compilazione delle voci in modo da accelerare tale operazione238, e ad approvare la formazione di un’ulteriore Deputazione giornaliera e permanente di tre membri che lavorasse alla stesura delle dichiarazioni assieme alle altre due regolari che si riunivano settimanalmente. I seguenti fascicoli del Vocabolario, quindi, vennero stampati con cadenza annuale fissa e presentati durante le Adunanze pubbliche almeno fino al 1851 quando, giunti al settimo fascicolo, le operazioni di stampa subirono un rallentamento tanto importante che l’Accademia ricevette, durante l’Adunanza straordinaria del 24 Settembre239, un Biglietto dell’ I. e R. Ministero di Pubblica istruzione e Beneficenza con il quale veniva ordinato di nominare una Commissione, composta di quattro Accademici e preceduta dall’Arciconsolo, la quale riferisse al Real Governo del Granducato di Toscana le cause di tale ritardo nella pubblicazione240. A partire dal 1851 il progetto del quinto Vocabolario della Crusca sembrò essere stato accantonato dall’ Accademia, ma dall’analisi dei suoi Diari è possibile cogliere come proprio in quell’anno vi fu una ripresa vigorosa delle discussioni e dei consulti sulle voci da inserire in un futuro volume del dizionario241: il 27 Maggio242, infatti, si registra un primo rapporto dell’ Accademico Arcangeli (facente parte della Seconda Deputazione quotidiana alla compilazione delle dichiarazioni) sul verbo affrappare non lontano, per ordine alfabetico, al termine affitto che viene ricordato come l’ultimo riportato nella “prima” quinta impressione. Nel 1852 vennero approvate le istanze presentate dalla Commissione presieduta dall’Arciconsolo Montalvi: si decise che due Deputazioni quotidiane, formate rispettivamente da due membri, avrebbero dovuto prendersi carico dell’intero lavoro sul
Deputazioni di Accademici, oltre alle due che si occupavano delle dichiarazioni delle voci: è del 1838 la prima proposta per la formazione di una Deputazione di Ultima Revisione, costituita da sei membri (che successivamente vennero ridotti a tre); e di un’altra per il controllo delle operazioni di stampa del Vocabolario, presentata nel 1843. Oltre a queste, fu costituita una “Deputazione per l’emenda degli Avvertimenti al lettore”, della quale fu relatore per il 1842 l’Accademico Francioni.
238
A questo proposito, il 5 Settembre 1843 venne approvata la proposta per la costituzione di una Deputazione per la modifica del metodo di compilazione del Vocabolario, formata dagli Accademici Ciampolini, Brucalassi e Francioni. Nell’Adunanza del 20 Settembre 1843 tale Deputazione presentò un progetto in 18 articoli che venne approvato dall’Accademia, di cui però non rimane testimonianza nei Diari.
239
Diari III, pp. 108-110.
240
Vennero nominati per adempiere a tale compito gli Accademici Del Furia, Salvi, Antinori e Bonaini, oltre all’Arcinconsolo Montalvi.
241
È bene precisare che il dibattito sui metodi di compilazione del Vocabolario per quanto riguarda le questioni ortografiche e linguistiche non si interruppe mai veramente, come testimoniano i Verbali del 1849 e del 1850, che verranno trattati nei paragrafi successivi.
242
repertorio lessicografico e che, dopo aver portato a termine la stampa del settimo fascicolo del dizionario ormai in corso, tali Accademici si sarebbero dovuti dare “immantinente alla compilazione, rimanendo sospesa la stampa di esso Vocabolario, fino a che non sia condotto ad un termine convenevole”243. Nell’Adunanza successiva l’Arcangeli presentò una Lezione
nella quale propose un ulteriore metodo per accelerare le operazioni di stesura di quella ristampa che si stava “ora facendo di ragion pubblica”244: egli, dunque, suggerì di assegnare
cinque lettere a ciascuno dei quattro compilatori, in modo che il carico di lavoro fosse spartito equamente e non risultasse eccessivo. L’Arcangeli aggiunse poi che per suddividere i compiti tra gli Accademici in maniera più precisa, si sarebbero potute distribuire “le quattromila pagine del Vocabolario Manuzziano, che è il più diffuso di tutti, fra i quattro rammentati Colleghi ciascuno dei quali, compilandone dugento pagine annualmente”245,
avrebbe potuto portarne a termine lo studio in cinque anni: così facendo, l’intero repertorio lessicografico sarebbe stato coperto in un lustro. Dopo ciò, si sarebbe passati alla revisione ed alla stampa del Vocabolario, per le quali l’Arcangeli prospettava tempistiche simili a quelle per la compilazione delle dichiarazioni. Inoltre, fu proposta la creazione di altre due Deputazioni, composte dal restante numero di membri dell’Accademia, che avevano il compito di aiutare i quattro compilatori nella loro attività: la prima, “di preparatoria”, avrebbe dovuto “suggerire i nuovi Vocaboli da registrarsi, accennare gli esempi che ne comprovano l’uso, scegliere le schede o veramente rigettarle”; la seconda, “di revisori”, ricevendo periodicamente il lavoro già svolto sulle singole voci, ne avrebbe dovuto fare “revisione attentissima, senza intralasciare però quelle avvertenze che meglio giovassero al Compilatore”246. L’Arcangeli concluse il suo discorso affermando che ogni ultimo Martedì
del mese, giorno dell’Adunanza collegiale, ciascun Deputato avrebbe dovuto consegnare all’Arciconsolo il numero esatto di dichiarazioni richiesto per quella data, e il Segretario “notare nel Processo verbale quanto occorresse per l’ordinaria informazione da inviarsi al Governo”247. Successivamente il Bonaini, in risposta all’intervento dell’Arcangeli,
sottolineò l’importanza del consulto tra Accademici per quanto riguarda un compito arduo come la stesura di una monumentale opera lessicografica quale sarebbe stata la Quinta Crusca, ma aggiunse che sarebbe stato più opportuno che il primo abbozzo di compilazione fosse prodotto da una sola persona “che vi adoperasse tutte le forze dell’intelletto, le quali
243 Diari III, pp. 120. 244 Diari III, pp. 109. 245 Diari III, pp.123- 131. 246 Ivi. 247 Ibid.
appunto per svolgersi quanto più si può si desideri hanno bisogno di tutta la quiete di solitaria meditazione”248. Allo stesso modo, in riferimento alle Deputazioni preparatoria e di
revisione proposte dall’Arcangeli, ribatté che nonostante il lavoro collegiale fosse necessario, se troppo pressante nei confronti dei compiti che i compilatori erano tenuti a svolgere, tuttavia, li avrebbe distratti o confusi: la concentrazione dei Deputati alla compilazione sarebbe stata messa a dura prova “dalle molteplici proposte, dai dubbi, dai contrari pareri che sempre si manifestano ove più persone si chiamino a trattare d’una cosa istessa”249. In conclusione, aggiunse che se l’intero corpo accademico avesse espresso il
proprio giudizio sul primo abbozzo di lavoro del singolo compilatore, questi avrebbe potuto riscontrare delle difficoltà durante le vere e proprie operazioni di stesura delle dichiarazioni, e in una fase così importante si sarebbe trovato mancante di quei suggerimenti e consigli che, invece, gli Accademici tutti erano soliti fornire durante i consulti sulle varie questioni lessicografiche nelle Adunanze. Le due digressioni dell’Arcangeli e del Bonaini, così integrate fra loro, costituirono una proposta che venne approvata nella successiva assemblea del 14 Aprile: ogni Accademico, dunque, avrebbe provveduto autonomamente alla compilazione di una singola lettera del dizionario.
Venne richiamata alle sue attività solo alla fine del 1853, invece, la Deputazione di ultima revisione250, sospesa dall’anno precedente, per cominciare ad esaminare le dichiarazioni sulla lettera A, dato che gran parte del lavoro di compilazione era già stato svolto. Oltre a questa ed alle due quotidiane251, in ragione della proposta dell’Arcangeli di ridurre in schede gli spogli di alcuni testi di lingua toscana pubblicati poco tempo prima, venne formata a questo proposito una Deputazione speciale, che avrebbe supportato in tale operazione il Commesso (allora Pietro Bigazzi): furono perciò nominati gli Accademici Tassi, Masselli e Bonaini. Dell’attività di questa Deputazione si hanno pochi riscontri all’interno dei Diari e nessuno dei testi di lingua proposti252 fu accolto nella Tavola dei
Citati. Nel Novembre del 1853, l’Accademico Arcangeli presentò ancora una volta il problema della lentezza nella compilazione del Vocabolario, che per quanto riguardava il proprio lavoro imputava agli oneri del suo nuovo incarico di Vicesegretario, che lo oberavano ed erano ragione di perdita di tempo anche per il Collega della Prima Deputazione
248
Diari III, pp.123- 131.
249
Ivi.
250
Cfr. Diari III (Verbale del 19 Novembre 1853), pp. 207- 211.
251 Costituite per l’anno 1853 dagli Accademici Salvi, Brucalassi, Casella e Arcangeli. 252
La maggior parte dei quali può essere ricavata dal Verbale del 31 Maggio 1853, Diari III, pp. 182- 86.
quotidiana Casella: egli chiese dunque aiuto all’intera Accademia domandando “schiarimento ed esempi alle varie voci che si van compilando nelle adunanze collegiali di ciascun mese”253 . Il Salvi allora ribatté affermando che non reputava questo provvedimento necessario in quanto i chiarimenti per queste dichiarazioni avrebbero dovuto essere forniti dalla Deputazione d’ultima revisione. L’Accademico Bonaini allora si inserì nella discussione ricordando come a quest’ultima Deputazione spettasse “rivedere il lavoro alla vigilia di essere stampato ma che intanto era bene che l’Accademia tutta fosse chiamata con interpellazioni continue a prestar l’opera sua”254 e, soprattutto, sottolineò come la Seconda
Deputazione quotidiana stesse sostenendo l’intero corpo accademico in questo suo compito “dando anche materia di discussione alle adunanze ordinarie le quali senza di ciò rimanevano più spesso senza importanza, e quasi dirsi senza scopo”255. Le parole del Bonaini vennero
approvate in Adunanza, ma il Salvi si impegnò a chiarire le proprie posizioni a distanza di qualche mese, come riportato nel verbale del 14 Febbraio 1854: ribadì come, nonostante considerasse di per sé lodevolissimo l’uso introdotto dalla Seconda Deputazione “di render conto del compilato alle adunanze collegiali”256, tuttavia esso risultava poco in accordo con le istituzioni dell’Accademia, in quanto tale compito era affidato ad un’altra specifica Deputazione, quella di ultima Revisione. Incaricata di esaminare e rettificare, qualora occorresse, il lavoro delle Commissioni compilatrici, la Deputazione di ultima revisione avrebbe perduto la sua ragion d’essere “ogni qualvolta sulle soggette materie avesse già sentenziato l’intero Collegio”257. Salvi, comunque, riconobbe anche i pregi del rendere
partecipe l’Accademia tutta dei dubbi e delle difficoltà che la Seconda Deputazione quotidiana avrebbe potuto incontrare nella sua attività lessicografica: tale costume, infatti, portò di frequente alla discussione e all’approvazione di nuove regole sul metodo di compilazione da utilizzare per la stesura della quinta impressione, così come alla conferma di alcune altre già stabilite e messe in pratica sui fascicoli dell’edizione ormai cassata ma già stampati e pubblicati. Ciò avrebbe contribuito a raggiungere un obiettivo imprescindibile per la stesura della Quinta Crusca, ovvero “a far si che il nuovo Vocabolario riuscisse [riesca] un lavoro perfettamente uniforme nelle sue parti, e apparisse [apparisca] dettato da una sola e medesima ispirazione”258. 253 Diari III, pp.123- 131. 254 Diari III, pp.123- 131. 255 Ivi. 256 Diari III, pp. 222- 229. 257 Ivi. 258 Diari III, pp. 222- 229.
Il 13 Giugno 1854259 lo stesso Salvi annunciò all’Accademia che il lavoro di compilazione sulla lettera A era stato portato a termine dalla prima Deputazione quotidiana e che perciò sarebbe stato opportuno consegnare i quaderni contenenti le dichiarazioni a quella di ultima Revisione, in modo da dare il via alle stampe del primo volume in tempi brevi. La necessità di riordinare la Deputazione di ultima Revisione per adempiere a tale compito, dunque, e il bisogno di lavorare in maniera più spedita al Vocabolario spinsero Bonaini e Guasti a chiedere all’Accademia che venissero formate tra i Colleghi Residenti altre Deputazioni compilatrici260: il 12 Settembre261 presentarono un progetto in sette punti nel quale si proponeva che ogni Accademico (se non legittimamente impedito o scusato) avrebbe potuto far parte di nuove Deputazioni, costituite da due o tre membri, che si sarebbero aggiunte nel lavoro di compilazione a quelle regolari e alle due non quotidiane. Vennero infine presentate alcune coppie per lo svolgimento di tale attività: Del Furia e Masselli, Gelli e Piccioli, Capponi e Vannucci, Tassi e Valeriani, Bonaini e Guasti. Nell’Adunanza del 28 Novembre262 il Salvi mostrò alcuni dubbi riguardo la nuova
suddivisione dei compiti tra gli Accademici: egli fece osservare come l’attuazione del progetto avrebbe intaccato le funzioni della Deputazione d’ultima Revisione, la quale pur restando formalmente attiva, dopo la formazione delle coppie designate si sarebbe trovata di frequente a sindacare sul suo stesso ruolo, dato che i suoi componenti facevano parte anche delle nuove Deputazioni compilatrici. Il Guasti rispose al Salvi che la proposta sua e del Bonaini non avrebbe turbato in alcun modo l’ordine delle cose, essendo antico costume dell’Accademia riportato anche nelle Costituzioni quello per il quale tutti i Residenti, riuniti in deputazioni, lavorassero alla compilazione del dizionario; inoltre, suggerì di escludere il Del Furia e di sostituirgli il Vannucci, così come di mantenere per le Deputazioni non quotidiane presentate nell’Adunanza precedente solamente le coppie Capponi e Piccioli e Bonaini e Guasti263. Infine, si stabilì che fosse richiamata alle sue funzioni la Deputazione
259
Diari III, pp. 264-67.
260 La necessità di nuove Deputazioni per la compilazione del primo volume della quinta impressione
del Vocabolario non era solo dovuta alle “esortazioni del Pubblico” o alla “obbligazione contratta col R. Governo” per la stampa del testo: nella stessa Adunanza dell’8 Agosto, infatti, gli Accademici Casella e Brucalassi fecero presenta al Collegio che non avrebbero più potuto ricoprire il ruolo di Deputati quotidiani a causa delle loro condizioni di salute.
261 Diari III, pp. 283-87. 262
Diari III, pp. 290-96.
263 A fine anno anche l’Accademico Masselli dovette rinunciare al ruolo di compilatore a causa di un
incarico ricevuto alle Belle Arti. Il suo Collega Vannucci, perciò, si unì alla prima Deputazione non quotidiana Capponi e Piccioli cfr. Verbale del 12 Dicembre 1854, Diari III, pp. 296-98.
della Tavola degli autori Citati, dato che i compilatori avevano sempre bisogno di controllare quelle carte.
Il biennio 1855-56 risulta cruciale per l’attività lessicografica della Crusca: come si evince dai verbali, infatti, le operazioni di compilazione subirono un rapido incremento nel numero delle dichiarazioni: a Maggio del 1855264 l’Arciconsolo fece osservare che mancava
solamente qualche voce per portare a termine la stampa della lettera A, ed il Salvi puntualizzò che rimanevano solamente il verbo Affrancare ed alcuni suoi derivati; ad Agosto265, il Casella richiese all’Accademia degli esempi per alcune forme e modi di dire
alla B, affermando che avrebbe concluso la compilazione di quella lettera a fine del mese; a Giugno del 1856266 la Deputazione non quotidiana Bonaini e Guasti giunse a domandare
chiarimenti per la prima parte della C fino alla parola Cambiamento, la seconda Deputazione quotidiana, invece, per la seconda fino alla voce Cretino. In questi anni, tuttavia, l’Accademia subì la perdita di molti membri di spicco, primo fra tutti il Del Furia267, seguito
dall’Arcangeli, dall’ex Arciconsolo Montalvi e da quello del 1856, Targioni.
Data la grande mole di dichiarazioni ormai compilate, risultò inderogabile una riforma dell’ordinamento della Deputazione di ultima Revisione: per questo, l’11 Marzo 1856268 gli Accademici Salvi e Guasti, come richiesto loro dall’Arciconsolo, presentarono
all’Accademia la proposta di aumentare il numero di membri di tale organo a quattro, da selezionare fra coloro che non appartengono a nessuna Deputazione compilatrice. Avrebbero inoltre dovuto unirsi alle loro attività anche l’Arciconsolo ed il Segretario dell’anno corrente, e almeno uno degli Accademici che avevano preso parte alla compilazione del lavoro da rivedere. L’introduzione di tale elemento di novità, secondo il Salvi ed il Guasti, sarebbe risultata di grande utilità non tanto per l’aggiunta di ulteriori Revisori, quanto soprattutto “per togliere alla Deputazione la briga di andar cercando le ragioni di ciò che è stato fatto piuttosto in un modo che in un altro dai Compilatori, ed evitare il caso che la Revisione, quantunque guidata da un buon criterio, venisse inopportunamente a distruggere quello che fosse stato fatto dalla Compilazione con un criterio diverso, ma buono del pari”269. La
264 Diari III, pp. 328- 331. 265 Diari III, pp. 347-49.
266 Diari III, pp. 385- 388 e pp. 388-390.
267 Gli scritti riguardanti l’attività lessicografica del Del Furia, come gli spogli di alcuni testi o delle
carte, contenenti osservazioni, correzioni ed aggiunte al Vocabolario ed alla Tavola degli Autori citati”, vennero donate dagli eredi all’Accademia cfr. Verbale del 18 Novembre 1856, Diari III, pp. 400-402.
268
Diari III, pp. 374-380.
269
Deputazione, così riformata, avrebbe dovuto riunirsi due volte alla settimana, e a questi appuntamenti avrebbe potuto partecipare anche il Commesso, nella misura in cui egli fosse riuscito ad adempiere il suo compito di fare riscontro degli esempi delle varie dichiarazioni prima di tali incontri, in modo da non ostacolare l’attività degli Accademici, che così avrebbero potuto “con più utilità impiegare il tempo, e progredire nell’opera loro”270.
Vennero inoltre proposti quattro nomi per il titolo di Revisore, tenendo anche conto di chi detenne tale ruolo in passato: Del Furia, Tassi, Gelli e Antinori. Concludendo l’intervento Salvi e Guasti avanzarono un ultimo suggerimento, non inerente alle questioni a loro affidate, ovvero quello di formare una Deputazione per le voci Greche e Latine presieduta dal Del Furia — studioso di grande competenza in quelle lingue — con il sostegno di un Accademico più giovane (nello specifico, il Casella). L’Accademia approvò a pieni voti entrambe le proposte, ma in seguito alla morte del Del Furia non si ebbe più testimonianza nei Diari di quest’ultima Deputazione.