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il lavoro alle dipendenze dell’amministrazione: turnazioni e retribuzioni reali

Nel documento Carcere e diritti sociali (pagine 106-114)

il lavoro nei penitenziari italiani

3. il lavoro alle dipendenze dell’amministrazione: turnazioni e retribuzioni reali

Nel 2008 il numero complessivo di detenuti lavoranti è stato di 13.990, corrispondenti al 24,1% dei detenuti presenti (grafico 1). Solo un detenuto su quattro lavora, con la precisazione che nella

195 Fonte: Amministrazione Penitenziaria, Relazione sull’attuazione delle disposizioni di legge relative al lavoro dei detenuti, anni 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007. Per gli anni 2006 e 2007 l’Amministrazione non ha fornito nelle relazioni parlamentari un numero definitivo limitandosi ad affermare genericamente che sono “oltre 900 detenuti (il dato non è ancora definitivo)”.

13.990 detenuti hanno avuto un rapporto di lavoro nel corso dell’anno 24%

76%

44.137 detenuti non hanno mai lavorato

Detenuti occupati in attività lavorative nel 2008.

Grafico 1 - Detenuti occupati ed inoccupati al 31.12.08. Elaborazione dati dell’amministrazione peninteziaria

gran parte dei casi si tratta di lavori saltuari sottoposti alla regola della turnazione. Di questi solo 1.825 (il 13%) è impiegato presso un datore di lavoro diverso dall’amministrazione, all’interno del carcere o all’esterno in regime di semilibertà o ex articolo 21 Op (grafico 2). Dei detenuti lavoranti in carcere solo 740 (il 6%) lavorano per privati, mentre 12.165 (il 94%) sono impiegati dall’ammini-strazione in mansioni domestiche necessarie all’andamento degli istituti (grafico 3).

Nel corso degli ultimi venti anni la percentuale dei detenuti occupati si è modificata a se-guito delle variazioni del numero dei detenuti, ma il numero degli occupati è rimasto sostan-zialmente costante, come si evince dal grafico 4. Si tenga presente che il numero dei detenuti lavoranti non corrisponde al numero di posti di lavoro a tempo pieno disponibili, dal momen-to che un medesimo posmomen-to di lavoro nel corso dell’anno può essere occupamomen-to a rotazione da un numero indefinito di detenuti, che vengono assegnati al lavoro con contratti part-time e a tempo determinato (così dette turnazioni).

Per avere una visione della reale portata del lavoro in carcere, nella tabella 1 abbiamo indi-cato, per gli anni 2001-2008, la presenza di detenuti in carcere, quello dei detenuti lavoranti alle dipendenze dell’Amministrazione e quello del bilancio destinato al pagamento delle

mer-87% 13%

12.165 detenuti lavoranti per l’amministrazione 1.825 detenuti lavoranti non per l’amministrazione Detenuti lavoranti per datore di lavoro nel 2008

(compresi detenuti ammessi al lavoro extramurario)

94% 6% 12.165 lavoranti in carcere per l’amministrazione 740 lavoranti in carcere per privati

Detenuti lavoranti in carcere per datore di lavoro nel 2008 Grafico 2 - Detenuti laoranti per datore di lavoro al 31.12.08.

Sono compresi i detenuti ammessi al lavoro e extramurario (ex articolo 21 e semilibertà). Elaborazione dati dell’amministrazione penitenziaria.

Grafico 3 - Detenuti lavoranti in crcere per datore di lavoro al 31.12.08. Elaborazione dati dell’amministrazione penintenziaria.

60.000 0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 31/12/ 90 31/12/ 91 31/12/ 92 31/12/ 93 31/12/ 94 31/12/ 95 31/12/ 96 31/12/ 97 31/12/ 98 31/12/ 99 30/06/ 00 31/12/ 01 31/12/ 02 31/12/ 03 31/12/ 04 31/12/ 05 31/12/ 06 31/12/ 07 31/12/ 08

Detenuti presenti e lavoranti 1990-2008

Detenuti presenti Detenuti lavoranti

Grafico 4 - Andamento della presenza di detenuti e numero lavoranti, 1990-2008. Elaborazione dati dell’Amministrazione Penitenziarai

detenuti presenti, detenuti lavoranti e spesa per pagamento delle mercedi presenti numero lavoranti per l’amm. penit. bilancio (fondi per mercedi) varizione rispetto ad

anno precendente annua lorda per spesa media lavorante

Bilancio lavorantiNumero

31/12/01 55.261 11.784 63.675.000e 5403,513e 31/12/02 55.670 11.213 57.944.000e -9% -4,8% 5167,573e 31/12/03 56.403 11.198 57.944.000e = -0,10% 5174,495e 31/12/04 56.532 10.986 57.944.000e = -1,80% 5274,349e 31/12/05 59.523 11.526 70.000.000e +20% +5% 6073,226e 31/12/06 39.005 9.796 71.400.000e +2% -15% 7288,689e 31/12/07 48.693 10.870 71.400.000e = +10,96% 6568,537e 31/12/08 58.127 12.165 72.400.000e +1,40% +11,90% 5951,5e 30/06/09 63.460 11.610 48.198.827e -33% -4,5% 4151,5e

tabella 1 - Detenuti presenti, detenuti lavoranti alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria, fondi destinati al pagamento delle mercedi (capitolo di Bilancio dell’Amm. Pen. n. 1766), anni 2001-2009. Elaborazione dati forniti dall’Amministrazione Penitenziaria e dalla Ragioneria dello Stato.

cedi dei detenuti (capitolo 1766 del bilancio dell’amministrazione penitenziaria)196. Dall’elabo-razione grafica di questi dati si evince con chiarezza che il numero dei detenuti lavoranti alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria è rimasto praticamente costante, nonostante le varizioni della popolazione detenuta (grafico 5). L’unica oscillazione in negativo si è regi-strata tra il 2005 ed 2006, quando il numero dei lavoranti è calato del 15%, ed è spiegabile con l’improvviso calo della popolazione detenuta determinato dal provvedimento di indulto.

Il dato interessante che emerge dalla nostra elaborazione è rappresentato dal fatto che il numero dei detenuti messi al lavoro è completamente indipendente dai fondi di bilancio destinati al pagamento delle retribuzioni. Il numero dei lavoranti resta costante mentre il bilancio varia sensibilmente: tra il 2001 ed il 2002, i fondi destinati alle mercedi scendono del 9%, mentre in numero dei lavoranti decresce solo del 4,8%; dal 2002 al 2004 i fondi restano gli stessi, mentre il numero dei lavoranti diminuisce dello 0,1% dal 2002 al 2003 e dell’1,8% dal 2003 al 2004; tra il 2004 ed il 2005 i fondi crescono del 20%, ma il numero dei lavoranti cresce solo del 5%; tra il 2005 ed il 2006 i fondi crescono di altri 2 punti percentuale ma il

196 Le variabili presenza detenuti e detenuti lavoranti sono elaborazioni di dati del Dipartimento dell’amministra-zione penitenziaria. La variabile bilancio è un’elaboradell’amministra-zione di dati forniti dal Cnel (www.cnel.it) per gli anni 2001, 2002, 2003, 2004 e 2005, dalla Ragioneria Generale dello Stato per gli anni 2006, 2007, 2008 e 2009 (www.rgs.mef.gov.it). 80.000 70.000 60.000 50.000 40.000 30.000 20.000 10.000 0

Detenuti presenti, lavoranti e spesa per lavoro

Numero detenuti Detenuti lavoranti

Fondi per le mercedi dei lavoratori

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Grafico 5 - Andamento della presenza di detenuti, numero lavoranti e del fondi destinati alle retri-buzioni dei detenuti lavoranti all’interno dei penitenziari 2001-2009. Elaborazione dati dell’Ammini-strazione Penitenziaria, del Cnel e della Ragioneria dello Stato.

lavoro penitenziario decresce del 15%; tra il 2006 ed il 2007 i fondi restano uguali mentre il lavoro cresce del 10,96%; tra il 2007 ed il 2008 i fondi crescono appena dell’1,8% ma i lavoranti crescono ancora dell’11,9%. Sorprendente è il dato del 2009: i fondi diminuiscono del 33% ma il numero dei lavoranti diminuisce appena del 4,5%.197

Dal momento che il numero dei detenuti lavoranti resta costante mentre i fondi variano sensibilmente (come negli anni tra il 2001 ed il 2005), oppure sono i fondi ad essere gli stessi mentre il numero dei lavoranti cresce (come tra il 2006 ed il 2008), e considerato che la re-tribuzione oraria è sempre la stessa dal 1993 ad oggi, si può facilmente dedurre che la retri-buzione media di un detenuto lavoratore varia continuamente. La mercede annua media di un lavorante (al lordo dei contributi previdenziali e dei prelievi di cui al capitolo 2 paragrafo 8) è passata, infatti, dai 5403e del 2001, ai 5167e del 2002, 5174e del 2003, 5274e del 2004, 6.073e del 2005, 7288e del 2006, 6568e del 2007, 5951e del 2008 e 4151e del 2009.

Da quanto detto sinora si può facilmente dedurre che gli istituti penitenziari mettono a lavoro un numero costante di detenuti, il cui impiego orario varia, però, in relazione ai fondi messi annualmente a disposizione dall’Amministrazione. Questo dato si spiega facilmente se si ha presente la natura e l’organizzazione del lavoro svolto alle dipendenze dell’amministra-zione. Esso consiste prevalentemente in lavori domestici (pulizia dell’istituto, preparazione dei pasti, manutenzione dei fabbricati, ecc.) necessari all’andamento degli istituti. Non ha nes-sun valore rieducativo e non crea nesnes-suna competenza professionale specifica, ma in molti casi costituisce l’unica occasione per i detenuti di rompere la monotonia della detenzione e di procurarsi un reddito per provvedere ai bisogni primari.

Il lavoro può essere distribuito tra i detenuti in maniera flessibile grazie al metodo delle turnazioni che consente agli istituti di diminuire, nel caso di tagli ai fondi destinati alle mer-cedi, il numero di ore lavorate e la retribuzioni media per ciascun posto di lavoro. A tali tagli non consegue alcun calo di produttività o di efficienza, poiché il lavoro domestico è poco più che un’occasione ricreativa per i detenuti ed uno strumento di distribuzione di privilegi (supra capitolo 2 paragrafo 3).

Abbiamo sinora analizzato il lavoro alle dipendenze dell’amministrazione usando macro-variabili come la presenza dei detenuti ed il bilancio dell’amministrazione. Il lavoro alle di-pendenze dell’Amministrazione è, però, un fenomeno complesso all’interno del quale vanno distinte diverse tipologie di lavoro alle quali corrispondono mansioni e retribuzioni differenti. Nel 2008, ad esempio, lavoravano alle dipendenze dell’amministrazione 12.165 detenuti dei quali 10.067 (l’83%) svolgeva lavori domestici funzionali all’andamento dell’istituto, 900 (il 7%) lavorava al servizio di manutenzione ordinaria del fabbricato (Mof), 535 (il 4%) era impiegato in lavorazioni, 350 (il 3%) in lavori agricoli finalizzati alla produzione di beni che solitamente sono consumati all’interno dell’istituto, 313 (il 3%) in lavoro extramurario ex articolo 21 Op (Grafico 6).

197 Una conferma definitiva di questo dato si potrà avere solo a fine anno, quando l’amministrazione renderà noto il numero effettivo dei lavoranti nell’anno 2009. Il dato che abbiamo utilizzato si riferisce al 30 giugno del 2009.

La quota più rilevante dei lavoranti svolge, dunque, mansioni domestiche. I lavori più prati-cati sono: lo “scopino” che è l’addetto alle pulizie, il “portavitto” che consegna cella per cella il vitto, lo “spesino” che raccoglie le ordinazioni del “sopravvitto”198 e consegna la spesa, l’addetto alla cucina (cuoco, aiuto cuoco, inserviente, ecc), lo “scrivano” che ha la funzione di aiutare i de-tenuti nel compilare le istanze o nello scrivere le lettere, il “lavandaio” addetto alle lavanderie, il “piantone” che è assegnato ad un compagno detenuto che ha problemi di deambulazione, il “barbiere”. Altri detenuti sono impiegati nella manutenzione ordinaria del fabbricato (Mof) e svolgono mansioni di elettricista, imbianchino, manovale o carpentiere. Dai dati più recenti dell’amministrazione penitenziaria che abbiamo a disposizione, risulta che nel 2003 il 39% dei detenuti, era impiegato come “scopino”, il 10% come portavitto al 10%, l’8% come spesino all’8%, mentre gli altri si dividevano i restanti lavori (grafico 7).

Nel 2003 la gran parte dei detenuti erano impiegati a part-time, 6.279 su 10.673, con un impegno medio settimanale di circa 21 ore199 (tabella 2 e grafico 8). Il numero di posti di lavoro massimi disponibili era di 13.105,5e il fabbisogno economico necessario a coprirlo sarebbe sta-to di 98.082.034,96e (Fonte: Dipartimensta-to dell’amministrazione penitenziaria). La finanziaria del 2002, però, ha stanziato per il 2003 solo 57.944.000e (fonte: Cnel) e, di conseguenza, il numero di lavoranti è stato solo di 10.673.

Nel 2003 l’amministrazione penitenziaria ha speso in media per ciascun detenuto 452,4e lor-de al mese. L’importo non corrisponlor-de alla retribuzione realmente percepita: una volta effettuati i versamenti contributivi dovuti ed i prelievi analizzati al paragrafo 8 del capitolo 2 la retribuzione media può aggirarsi intorno ai 250-300e200. Inoltre, la retribuzione dipende dalla categoria con-198 Sulla distinzione tra vitto e sopravvitto si rimanda a quanto detto nel capitolo 2 paragrafo 6.

199 Si tenga presente che si tratta di contratti a tempo determinato, che non durano necessariamente per tutto l’anno.

200 Secondo i dati forniti dallo Sportello Documenti e Tutele dell’Altro Diritto la mercede si aggirerebbe intorno ai 3,39 € l’ora al netto dei prelievi. Questa cifra è stata ricavata dividendo le retribuzioni effettivamente per-cepite dai detenuti lavoranti nel Ncp di Sollicciano (Firenze) per il numero di ore di lavoro svolto nel 2008.

7% 3% 4% 3% 535 (4%) impiegati in lavorazioni

penitenziarie

350 (3%) impiegati in colonie agricole 10.067 (83%) addetti ai servizi istituto 900 (7%) addetti alla M.O.F.

313 (3%) ammessi al lavoro extramurario (art. 21 O.P.)

Distribuzione lavoranti alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria nel 2008

83%

Grafico 6 - Distribuzione lavoranti alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria al 31.12.08. Elaborazione dati dell’Amministrazione Penitenziaria.

trattuale in cui è inserito il lavoratore. La gran parte dei lavoranti, 6.759 (oltre i 2/3), sono impiega-ti in lavori di “Categoria C” per la quale spetta un trattamento economico modesto (tabella 2).

Vale la pena di notare che vi è una certa libertà degli Istituti Penitenziari nell’assegnare le mansioni alle categorie retributive. Dalla tabella 2, risulta infatti che alcune mansioni sono assegnate contemporaneamente a più categorie. Per esempio, in 299 casi la mansione di scri-vano è considerata di categoria A, meglio retribuita, in 2 di categoria B, più bassa; quella di bibliotecario in 2 di categoria A, in altri 2 di B; quella di addetto infermeria 14 di categoria B e 1 di A; giardiniere 156 di categoria B, 15 di C. Questo dato è un’ulteriore conferma della grande discrezionalità con cui gli Istituti possono organizzare il lavoro dei detenuti.

I lavori meno qualificati (spesino, scopino e portavitto) sono quelli più diffusi e sono quelli per cui si fa un uso più intensivo del meccanismo delle turnazioni. Come mostrato nella tabel-la 2 tabel-la mansione di scopino, portavitto e spesino sono quelle in cui c’è tabel-la maggiore

spropor-Lavoro domestico a part-time e full-time (2003) Part-time e full-time (2003) (mansioni più diffuse: scopino, portavitto e spesino) 4.394 a full-time41%

6.279 a part-time

59% 69% 31%

1.828 a full-time 4.122 a part-time

Lavoro domestico a part-time e full-time (2003) Part-time e full-time (2003) (mansioni più diffuse: scopino, portavitto e spesino) 4.394 a full-time41%

6.279 a part-time

59% 69% 31%

1.828 a full-time 4.122 a part-time

Grafico 8 - Lavoro domestico a part-time e full time nel 2003: A sinistra ripartizione per tutte le cate-gorie di lavoro, a destra per quelle più diffuse.

Scopino 39% Lavoro domestico nel 2003

Portavitto 10% Spesino 8% Barbiere 3% Manovale 3% Scrivano 2% Piantone 2% Altri 13% Imbianchino 2% Inserviente di cucina 5% Cuoco 3% Lavandaio 4% Aiuto cuoco 5%

Grafico 7 - Distribuzione lavoranti alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria per tipologia di lavoro al 31.12.03. Elaborazione dati dell’Amministrazione Penitenziaria.

Lavori domestici nel 2003 cat. mansione totale lavoranti

di cui

full time part time

nr det. media ore

C scopino 4051 1234 2817 19,3 C portavitto 1055 276 779 18,1 B spesino 844 318 526 20,3 C inserviente di cucina 586 382 204 24,4 B aiuto cuoco 569 386 183 26,3 B lavandaio 377 176 201 19,2 A cuoco 365 268 97 27,5 A barbiere 333 89 244 15,1 C manovale 307 182 125 24 A scrivano 299 130 169 19,9 B pianto 263 85 178 17,4 C imbianchino 258 136 122 22,5 B magazziniera 218 119 99 21,9 B muratore 206 123 83 24 B giardiniere 156 75 81 21,5 C facchino 123 52 71 23,2 C portapranzi 99 65 34 15,8 C aiutomagazziniere 71 21 50 22,1 C casermiere 70 23 47 18,9 B idraulico 69 45 24 22,3 B elettricista 60 39 21 22,4 A muratore spec. 54 36 18 26,1 C piantone 33 5 28 14,5 C portapacchi 32 15 17 21,2 D apprendista 20 11 9 23,5 B fabbro 18 13 5 22,7 C giardiniere 15 14 1 18 B addetto infermeria 14 3 11 20,5 B carpentiere 13 11 2 24 C stiratore 11 9 2 18 C rattoppino 11 2 9 15 B aiuto sarto 8 4 4 21 B falegname 7 5 2 22 C aiutofalegname 7 6 1 30 C aiuto meccanico 6 6 C portapane 5 5

C add. Lavaggio auto 5 3 2 18

B allestitore 4 4 C aiuto carpentiere 4 4 A riparatore radio-tv 3 2 1 18 A bibliotecario 2 2 23 B meccanico 2 2 B bibliotecario 2 2 20 B scrivano 2 2 20

tabella 2 - Lavori domestici alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria, anno 2003. Elabo-razione dati forniti dall’AmministElabo-razione Penitenziaria.

zione tra lavoranti assunti a part-time e lavoranti assunti a full time. Nel caso dello scopino, infatti, il 70% dei detenuti sono assunti a part-time, così come il 73% dei portavitto ed il 62% degli spesini, mentre la media complessiva dei lavoranti a part-time è solo del 59% (grafico 8). I lavoro più qualificati, di categoria A, rappresentano solo il 10% del totale dei lavori domestici, mentre quelli di fascia B, circa il 25%.

Nel documento Carcere e diritti sociali (pagine 106-114)