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Le forme dei sistemi di impresa: elementi preliminari

2. Lo spazio attraverso la ricerca di business

2.2. Le forme dei sistemi di impresa: elementi preliminari

Due delle più interessanti elaborazioni del concetto di spazio, negli studi economici sono da attribuirsi, rispettivamente a Castells (1996), che interpreta il

concetto di spazio alla luce del processo di globalizzazione sottolineando come lo "spazio" si sia "de-territorializzato" e si sia passati da uno "space of spazio" ad uno "space of flow". Allo stesso tempo Porter (1990) recupera il valore del territorio e del contesto "locale" affermando come la competizione locale tra imprese, ossia tra imprese co-locate in uno stesso territorio, stimoli le stesse imprese ad evolvere ed ad aprirsi ad un mercato più globale allo scopo di vincere la sfida competitiva: "place as a creator of advantages for the individual company". Dunque il rapporto tra impresa e spazio è una questione ancora aperta e controversa. Nonostante questo la questione è stata sviluppata specialmente in seno alla letteratura geografica economica e molti autori ormai riconoscono l'esistenza di movimenti di agglomerazione e di cluesterizzazione, di determinate imprese in determinati territori, o come afferma Dicken (1998): "...la concentrazione geografica dell'attività economica, a livello locale o territoriale nazionale, non è più un'eccezione ma la norma. C'è comunque ancora poca conoscenza riguardo il meccanismo di agglomerazione e come questo meccanismo influenzi l'attività economica".

Già da Marshall (1890) in poi si è affermata l'idea, sia negli studi di economia che di geografia economica, che l'agglomerazione spaziale faciliti la creazione di knowledge, sia in termini di un mercato del lavoro più competente e specializzato, sia in termini di maggiore know-how per la singola impresa. Dunque già dai lavori di Marshall la ricerca si è occupata di capire gli effetti dell'agglomerazione spaziale, analizzando diverse scale di grandezza geografica quali le città, le regioni, le nazioni, sull'organizzazione e sulla distribuzione dell'attività economica.

Due principali prospettive sono state adottate per analizzare il fenomeno. Una è quella relativa ai costi di produzione e l'altra è relativa all'area del mercato dell'impresa. Entrambe gli approcci sono stati utilizzati più allo scopo di inglobare una teoria sullo spazio all'interno della teoria economica classica, che per spiegare l'attuale localizzazione dell'attività economica. Grazie a Porter il tema dello spazio, e più precisamente del luogo (dunque della locazione), viene spostato ad un livello più meso e business e viene portato in primo piano sull'agenda di ricerca economica: "Economic geography must move from the periphery to the main stream". Gli studi sulla strategia di Porter si sono concentrati molto sulla comprensione del rapporto lo spazio e la performance dell'impresa; non solo ma sono stati i primi studi ad inserire il tema dello space in un'ottica di business e ad elevare l'importanza del tema

sull'agenda degli studiosi. Porter conclude che i vantaggi della co-locazione si possono riscontrare nella capacità del rapporto di prossimità di stimolare la creazione di un vantaggio competitivo unico per le imprese agglomerate: “Competitive advantage is created and sustained through a highly localized process” (Porter, 1990, p.19). In questo senso mentre si parla di "Urbanisation economies" per intendere il vantaggio in termini di knowledge derivante dall'agglomerazione di industrie senza badare al settore di origine, Porter sposta l'attenzione sul fattore competitivo, dunque, sul vantaggio derivante dall'agglomerazione di imprese dello stesso settore. Il meccanismo principale dietro gli agglomerati di imprese operanti nello stesso settore, che Porter chiama Cluster e che costituiscono il motore di prosperità le regioni dove questi cluster sono insediati, consisterebbe nell'intensa rivalità che tale prossimità innescherebbe tra le imprese. Dunque la questione dello spazio viene essenzialmente affrontata da Porter come elemento, o se vogliamo variabile, costituente e determinante parte del processo competitivo tra imprese.

Ad ogni modo sia che lo spazio sia visto in termini di luogo di urbanizzazione, che come risorsa competitiva, sia da economisti, geografi economici o dagli studiosi di strategia, rimane il fatto che il ruolo dello spazio (nel senso di prossimità) viene interpretato in senso positivo ossia come elemento capace di favorire lo sviluppo di fattori determinanti la prosperità dell'attività economica. Tuttavia all'interno degli studi di internazionalizzazione emerge un pensiero opposto. Secondo Dicken (1998) il ruolo dello spazio è stato oscurato fin troppo negli ultimi 10 anni dal discorso sulla globalizzazione.

All'interno dello scenario della globalizzazione il problema dello spazio viene ridotto ad una mera questione di distanza fisica, e si lega alle più basilari problematiche di natura logistica affrontate dalle imprese: la comunicazione e lo scambiare merci sulla lunga distanza. Molti studi interessanti si concentrano sul problema del superamento della distanza, dunque sul problema dello spazio e del tempo (qui intesi in senso fisico) e sullo studio delle "tecnologie per la contrazione delle spazio" (Dicken, 1998). In questi studi lo spazio raramente viene visto come "vantaggio", piuttosto viene interpretato come circostanza la cui importanza va ridotta.

L’analisi della letteratura economica sui concetti di cluster, di distretto e, come abbiamo visto, delle altre forme di aggregazione territoriale di imprese può essere effettuata per individuare a grandi linee le principali differenze tra i vari concetti, ma non può essere spinta fino a definire la precisa linea di demarcazione tra le diverse forme di aggregazione territoriale. Il tema infatti viene spesso declinato attraverso sfumature di significato che non sempre producono differenze evidenti tra i diversi approcci. La vasta produzione letteraria non è riuscita a sopperire ai limiti teorici insiti nella materia (semmai ha sortito l'effetto contrario) che soffre, ancora oggi, di problemi definitori e concettuali evidenti. Tuttavia raggiungere livelli di precisione tassonomica fino a sezionare ed esaminare nei minimi dettagli ogni tipologia di concettualizzazione teorica dello sviluppo locale, esula dagli scopi della presente indagine. Piuttosto l'operazione che ritengono molto più interessante è quella di far risultare dallo studio della letteratura una descrizione generale, olistica e qualitativa, del concetto di spazio; una descrizione che, allo stesso tempo, possa essere passata al vaglio del concetto di spazio relazionale e che possa produrre riflessioni critiche sui modelli politici di riferimento in tema di territorio, cultura e innovazione.

Per tale motivo, l’esame della letteratura economica qui effettuato non sarà finalizzato a distinguere e a separare nettamente un concetto dall’altro, ma bensì ad arricchire e ad aggiungere interpretazioni al concetto di spazio, in modo da approfondire meglio lo studio dei documenti politici di programmazione territoriale alla luce delle evidenze emerse. Il fine è strumentale: migliorare le policy di sviluppo locale cercando di migliorare la conoscenza dei contenuti e dei processi spaziali posseduti dalle varie forme di aggregazione di impresa in ottica relazionale e di network.