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Le performance d’investimento nel mercato dell’arte in Cina

Capitolo 3 L’opera d’arte, il ruolo di collezionisti e artisti e le problematiche del

3.1. L‘opera d‘arte e il suo valore

3.1.6. Le performance d’investimento nel mercato dell’arte in Cina

Il mercato dell‘arte cinese, che sin dai primi anni è stato percepito come una nuova manna finanziaria, e che si avvale non solo d‘incentivi statali e di marketing ben strutturati, ma anche del sostegno di società d‘investimento e di banche, dopo una fase di forte speculazione, ha vissuto una prima tensione tra 2012 e 2013, quando gli acquirenti hanno iniziato a correggere le proprie strategie (Artprice, ―Il mercato dell‘arte nel 2013‖).

Per approfondire la natura di questa attività che ha influenzato e continua a influenzare questo mercato dell‘arte e i suoi esiti, numerosi studi sono stati condotti sull‘investimento in opere d‘arte in Cina, alcuni dei quali (Ju et al., 2017; Wang, 2017; Conroy et al, 2017; Conroy et al., 2018) vengono di seguito riportati per mettere in luce i tratti fondamentali di questa attività e le sue peculiarità.

Come riferiscono Ju, Liang, Park e Tu (2017), l‘arte è tradizionalmente considerata un investimento a lungo termine, e in generale gli investitori in arte tendono a rivendere le opere d‘arte possedute dopo almeno sette anni dalla loro acquisizione. Tuttavia, le recenti tendenze hanno mostrato un tempo di attesa molto ridotto tra l‘acquisto e la rivendita. Per questo motivo questi studiosi hanno analizzato gli investimenti d‘arte di diversi orizzonti temporali basandosi sulle transazioni di vendita ripetute nel mercato delle case d‘aste in Cina per opere di pittura e calligrafia cinese nel periodo 1994-2012. Dal loro studio sono emersi diversi aspetti di notevole interesse. Essi si sono concentrati su un importante fattore per l‘analisi degli investimenti, ossia l‘orizzonte di detenzione delle opere (che dimostra di differenziare gli investimenti d‘arte in diverse categorie di beni con distinte caratteristiche) classificando il campione analizzato nei sottocampioni corto, medio e lungo rispetto alla lunghezza del periodo di detenzione.

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Attraverso il loro studio essi hanno evidenziato il fatto che gli investitori orientati all‘investimento a breve termine si concentrano soprattutto sull‘arbitraggio6

. I loro rendimenti aumentano con l‘arbitraggio attraverso case d‘aste e luoghi differenti, ma diminuiscono con la scelta di capolavori, mentre non sembrano essere legati alle caratteristiche dell‘opera acquistata e venduta. Al contrario, gli investitori orientati all‘investimento a lungo termine si concentrano sul valore dell‘opera, scegliendo capolavori così come opere d‘arte antiche, e astenendosi, invece, dall‘arbitraggio. Questi studiosi hanno inoltre rilevato che il masterpiece effect, ossia l‘effetto per cui le opere d‘arte costose tendono ad avere una miglior performance di mercato e rendimenti più elevati rispetto a opere meno costose, dipende dagli orizzonti d‘investimento. Mentre gli investitori a lungo termine seguono il giudizio dell‘industria artistica nell‘apprezzare opere d‘arte costose, gli investitori orientati all‘investimento a breve termine, attuando maggiori scambi, sarebbero danneggiati nell‘acquisto di opere d‘arte molto costose.

Lo studio ha inoltre rivelato il fatto che tanto gli investimenti a breve quanto a lungo termine dimostrano una certa violazione dell‘effetto law-of-one price, effetto per cui la stessa opera d‘arte mantiene un prezzo simile indifferentemente da quale casa d‘aste e in quale luogo venga venduta.

Sembra, infatti, che mentre i rendimenti a lungo termine abbiano iniziato a seguire questo effetto, non lo abbiano fatto, al contrario, quelli a breve termine. Dallo studio è emerso che l‘arbitraggio tra case d‘aste diverse generi rendimenti positivi per investimenti a breve termine, mentre l‘effetto delle case d‘aste non sembra avere influenza sui rendimenti d‘investimenti a lungo termine. Per quanto concerne, invece, l‘effetto del luogo, dallo studio sembra che l‘esportazione di opere d‘arte da Pechino possa produrre rendimenti positivi per investimenti a breve termine, avendo Pechino uno status più prestigioso nella cultura dell‘arte cinese rispetto ad altre città.

Gli studiosi hanno inoltre confrontato l‘investimento in arte con quello in azioni e obbligazioni, riscontrando una maggior remunerabilità e volatilità7 dell‘investimento artistico rispetto agli altri due, e la sua non correlazione con asset finanziari di questo tipo, cosa che lo rende anche in Cina un ottimo investimento alternativo.

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Con il termine arbitraggio si indica un‘operazione che consiste nell‘acquistare un bene su un mercato dove il prezzo è più basso, per rivenderlo su un mercato dove il prezzo è più alto, traendo profitto dalla differenza di prezzo tra i due mercati.

7 Con il termine volatilità, in economia, si sindica la caratteristica di determinate variabili economiche di

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Infine, essi hanno rilevato che gli investimenti a breve termine risultano in un minore rendimento rispetto a quelli a lungo o medio termine, mentre le volatilità degli investimenti in tutti e tre gli orizzonti appaiono simili.

Altri studi condotti hanno dedotto, come questo, che gli investimenti in opere d‘arte in Cina, e come sottolinea Wang (2012), soprattutto in opere d‘arte cinese antica, sono particolarmente proficui sul lungo termine, ma non è detto che lo siano nel breve termine. Questo risultato è avvalorato anche dagli studi riportati in alcuni dei Rapporti stilati da Artprice, dove, per portare un esempio, viene riferito che nel 2014 gli investimenti a lungo termine hanno ottenuto rendimenti eccezionali con basso rischio, a differenza dei rendimenti da investimenti a breve termine che, pur essendo molto alti, hanno presentato un rischio elevato.

Tuttavia, se quell‘anno il Rapporto riferiva la propensione degli investitori cinesi all‘investimento ad alto rischio, sembra che negli anni questa tendenza sia andata modificandosi, considerando che nell‘ultimo Rapporto completo stilato, Artprice riporta la graduale accettazione da parte del mercato cinese delle opere d‘arte e d‘antiquariato come investimenti a lungo termine.

Un altro studio, condotto da Wang (2017), ha invece rilevato non solo che esistono differenze significative nel modo in cui il prezzo di un‘opera risponde alle sue caratteristiche e nel tasso di rendimento dell‘investimento in dipinti a olio cinesi tra opere di prezzi diversi, ma anche che i dipinti a olio cinesi molto costosi hanno sia un maggiore rendimento atteso, sia minor rischio, a differenza dei dipinti a prezzo più basso, dimostrando di essere un miglior mezzo d‘investimento.

Uno studio condotto da Conroy, Xu, Shi e Wang (2017) ha invece evidenziato la predisposizione degli investitori cinesi ad acquistare maggiormente le opere d‘arte di artisti locali. Gli investitori provenienti dalla stessa area sono più familiari e sentono maggior attaccamento agli artisti di quell‘area geografica e ai loro lavori.

Lo studio da loro condotto attraverso l‘analisi dei dati delle aste cinesi tenutesi nella Cina continentale tra 2000 e 2015, ha rilevato come opere d‘arte vendute all‘asta nella loro città di produzione abbiano un prezzo più alto rispetto alla loro vendita in altre città. Tale ricerca ha permesso di rilevare che, anche se non sussistono esplicite barriere per lo scambio di opere d‘arte come tariffe o restrizioni ai flussi di capitale, barriere spesso esistenti nello scambio tra paesi, tuttavia gli investitori in Cina mostrano una preferenza per le opere locali all‘interno del proprio mercato nazionale.

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Un ultimo studio, condotto da Conroy, Dang, Shi e Wang (2018), ha confermato alcuni aspetti dell‘investimento in opere d‘arte in Cina, oltre ad aver dato luce ad altri importanti fattori. Tale ricerca, che ha analizzato le determinanti di prezzo e le performance d‘investimento in opere pittoriche cinesi nella Cina continentale, ha mostrato come tra 2000 e 2015 le opere d‘arte cinese abbiano visto il loro prezzo incrementato dell‘8.42% ogni anno, e ha mostrato inoltre che l‘arte cinese, se confrontata con quella americana o quella del resto del mondo, oltre che confrontata con i tradizionali asset finanziari (azioni, obbligazioni, oro e beni immobiliari), possiede un miglior profilo di rendimento e rischio.

Lo studio ha inoltre rilevato, facendo riferimento al masterpiece effect, che le opere d‘arte cinese molto costose non sottoperformano il mercato. In Cina, infatti, le performance di un‘opera d‘arte risultano migliorare con l‘aumento del suo prezzo d‘acquisto.

Infine, come rilevato anche da altri studi sopracitati, la ricerca ha confermato una bassa correlazione dell‘arte agli altri asset, caratteristica, questa, che mette in luce il relativo isolamento e disequilibrio tra il mercato cinese e quello internazionale.

Emerge, infatti, il fatto che, mentre gli investitori internazionali hanno fallito nello sfruttare il potenziale valore del mercato cinese dell‘arte, allo stesso tempo gli investitori cinesi non partecipano molto al mercato dell‘arte internazionale. Vari possono essere i motivi per cui si verifica questo, ossia la continua esistenza di barriere tra la Cina e il mercato internazionale, il fatto che il denaro non possa circolare liberamente in Cina, dovendo gli investitori richiedere il permesso al governo per acquistare asset cinesi, e venendo controllati e limitati gli investimenti, oltre che per via della sostanziale differenza tra la cultura, la filosofia e la storia degli investitori cinesi e non cinesi, i quali, questi ultimi, trovano molta difficoltà nel valutare l‘arte cinese e verificarne l‘autenticità.

In Cina, in ogni caso, il rapporto tra l‘opera d‘arte e il suo valore finanziario è particolarmente complesso, in particolar modo per via della presenza di falsi e della non sufficiente autorevolezza e indipendenza di questo mercato. Il valore delle opere d‘arte, così come il loro prezzo, in Cina, non hanno riconoscimento pubblico, ed è inoltre difficile ottenere una stima delle opere di cui fidarsi totalmente. Tuttavia, come riferisce il Rapporto di Artprice del 2012, l‘approccio di questo mercato e del governo cinese verso il rapporto tra arte e finanza ha iniziato a cambiare verso una sempre maggior consapevolezza delle possibilità finanziare di beni culturali come le opere d‘arte.

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