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Il valore e il prezzo dell’opera d’arte

Capitolo 3 L’opera d’arte, il ruolo di collezionisti e artisti e le problematiche del

3.1. L‘opera d‘arte e il suo valore

3.1.2. Il valore e il prezzo dell’opera d’arte

Come si è visto, la definizione di prodotto artistico è estremamente complessa e dinamica, così come lo è la definizione del suo valore e del suo prezzo.

La difficoltà che sottende la valutazione di un‘opera d‘arte è strettamente legata al fatto che, a causa della complessità dell‘opera d‘arte, non è possibile stimarla oggettivamente.

Tuttavia le opere d‘arte, seppur eterogenee, uniche e indivisibili non impediscono del tutto una valutazione su base oggettiva (Benhamou, 2011). Il valore di un‘opera d‘arte viene, infatti, indicato da coloro che detengono il sapere e il potere di certificazione. Secondo Benhamou (2011) è l‘esperto che, oltre a valutare l‘opera rispetto a canoni estetici, ne definisce il valore, il quale è legato a molteplici aspetti di incertezza, come le mode, la variazione della storia dell‘arte, i cambiamenti nella gerarchia dei valori estetici, le riattribuzioni e l‘entrata di alcune correnti dell‘arte nelle grandi istituzioni. Anche se molto particolare, l‘arte, come abbiamo visto, è una merce, e per questo, essa, e quindi il suo valore, sono fortemente legati al denaro. Nonostante l‘opera d‘arte sia costituita da una miriade di valori non economici, a essa, come a ogni altra merce, viene attribuito un prezzo (Wagner, Westreich Wagner, 2013). Tuttavia, il prezzo non va confuso con l‘effettivo valore dell‘opera d‘arte.

Esiste, infatti, una distanza tra valore qualitativo e prezzo di un‘opera, ossia il suo valore commerciale. Come si vedrà, infatti, soprattutto nel caso delle opere d‘arte contemporanea il prezzo non riflette l‘effettiva qualità dell‘opera.

Se il prezzo di un‘opera d‘arte è il più semplice modo di determinare la qualità dell‘opera, esso non sembra, in realtà, il migliore. Infatti, il valore di un‘opera d‘arte dipende da diversi fattori, ossia dalla qualità (il suo valore estetico), dalla reputazione dell‘artista e dal prezzo dell‘opera. Il prezzo è, quindi, uno dei fattori determinanti del valore di un‘opera, ma non l‘unico.

A sostegno di questo, anche Ni (2010) sottolinea che l‘opera d‘arte è un prodotto generalmente dotato di tre tipi di valori. Il valore artistico, che riguarda le caratteristiche inerenti all‘arte stessa, quello storico, che fa riferimento a opere come i relitti culturali, e il valore economico, che si aggiunge agli altri solo nel momento in cui le opere d‘arte, come merci, entrano nel sistema di scambio.

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Oggi, tuttavia, non è difficile notare, anche per lo spettatore meno esperto, quanto il mondo dell‘arte sia legato al denaro e ai prezzi delle opere d‘arte, ossia al loro valore economico. Risulta per questo necessario indagare quelli che sono i criteri che concorrono alla definizione dei prezzi delle opere d‘arte.

Nel mercato dell‘arte esistono degli specifici fattori che vengono in presi in considerazione per la valutazione economica dell‘opera d‘arte, indipendentemente dal fatto che essa sia antica, moderna o contemporanea.

Tra i fattori più importanti per la determinazione, in positivo, di un prezzo, secondo alcuni studi condotti sulle vendite d‘asta, sarebbero la dimensione dell‘opera, la presenza della firma dell‘autore o di altri segni di riconoscimento, la provenienza prestigiosa dell‘opera, la rarità del medium utilizzato così come del soggetto rappresentato e dello stile, mentre per quanto riguarda i materiali utilizzati, in genere le opere più costose sono dipinti a olio.

L‘opera d‘arte viene anche valutata rispetto all‘artista che l‘ha prodotta, in particolare facendo riferimento all‘importanza storica dell‘artista, alla sua presenza in esposizioni di una certa importanza, all‘importanza della galleria d‘arte che rappresenta l‘artista, alla popolarità del soggetto in cui era specializzato l‘artista al tempo della vendita e se l‘opera è stata realizzata nel suo miglior periodo di produzione, ma anche alla sua nazionalità e al suo stile.

Il prezzo è inoltre legato alla situazione economica mondiale e alle variabili relative alla domanda, come il reddito dei potenziali acquirenti (Benhamou, 2011), nonché al luogo dove l‘opera viene venduta.

Come fa notare Robertson (2008), inoltre, il prezzo che viene raggiunto da un‘opera è anche soggetto alle forze della domanda, ossia alla maggiore o minore propensione all‘acquisto di determinati tipi di opere da parte dagli acquirenti, i quali, spesso, non danno troppa considerazione alle proprietà storico-artistiche dell‘opera d‘arte. Se l‘arte può essere bella, infatti, il suo prezzo è tuttavia legato a molti altri potenziali fattori, spesso connessi alla parte emotiva del soggetto (Robertson, 2008).

Il prezzo varia anche rispetto al fatto che l‘opera venga venduta all‘asta o in una galleria d‘arte. Mentre l‘asta incoraggia comportamenti irrazionali provocando, spesso, la crescita smisurata e talvolta ingiustificata dei prezzi, nella galleria d‘arte, in genere, i prezzi sono più contenuti e adattati, spesso, dal mercante d‘arte all‘acquirente con cui si trova a trattare. Infatti, mentre l‘asta pubblica crea una situazione di competizione che spesso porta gli offerenti a superare i propri limiti, in quanto esposti all‘interesse che

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anche altri offerenti hanno nei confronti dell‘opera in vendita, nella vendita presso galleria d‘arte il mercante si fa precursore e protettore del valore delle opere vendute, con prezzi più moderati.

Inoltre, se l‘opera è venduta all‘asta, il prezzo può dipendere dal prestigio della casa d‘aste, dalla location in cui viene condotta la seduta, dal periodo dell‘anno in cui viene organizzata4, dall‘ordine dei lotti e dal loro prezzo di stima (Bai et al., 2013).

Anche se esistono criteri per la definizione del prezzo applicabili generalmente a tutte le opere d‘arte, indipendentemente dal loro periodo di produzione, tuttavia, il mercato generatosi attorno alle opere d‘arte può essere diviso in due grandi categorie, quello dell‘arte antica e quello dell‘arte moderna e contemporanea.

Mentre il primo mercato ha regole abbastanza rigide e precise per la valutazione di un‘opera, tra cui la fama dell‘autore, la sua rarità o la rarità dell‘opera, il soggetto e molte altre, il mercato dell‘arte contemporanea è molto più fluttuante, e così i suoi prezzi. Ciò è dovuto al fatto che la passione per l‘arte contemporanea è molto più legata alle mode del momento, a suggestioni o a rischi tanto economici quanto ideali (Bernabei et al., 2006). È utile, per questo, fare una distinzione di questi due mercati, e quindi dei metodi e degli aspetti che vengono presi in considerazione per la valutazione e la definizione del prezzo di un‘opera d‘arte.

Due importanti metodi, rilevati dalla letteratura, per la definizione del prezzo di un‘opera d‘arte, applicabili a opere d‘arte antiche e moderne, sono il repeat sales model e l‘hedonic pricing model.

Il primo metodo, che si basa sulla considerazione che ogni opera d‘arte è unica, costruisce la valutazione dell‘opera e la definizione del suo prezzo facendo esclusivamente riferimento ai prezzi di vendita registrarti per la stessa opera nei diversi periodi in cui essa è stata scambiata.

Il secondo metodo, invece, ipotizza che la dinamica del prezzo di un‘opera sia composta dall‘andamento generale del mercato, aggiustato per l‘effetto che hanno le diverse caratteristiche (tra cui il soggetto, l‘artista, il materiale utilizzato, ecc.) che compongono e che rendono unica l‘opera. Questo metodo, quindi, stima l‘oggetto valutandolo attraverso la divisione delle sue caratteristiche e l‘analisi delle sue proprietà, tramite cui si giunge a una valutazione qualitativa complessiva dell‘opera.

4 Nel caso specifico della Cina, come viene riferito dal Rapporto di Artprice del 2018, attualmente le

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Questi due metodi possono essere applicati a opere d‘arte moderne o antiche (le quali devono in ogni caso essere valutate e autenticate da professionisti), ma non sono tuttavia applicabili all‘arte contemporanea d‘avanguardia. Opere d‘arte di questo tipo sono caratterizzate, infatti, da prezzi spesso troppo soggetti a fattori esterni, come le mode del momento, piuttosto che alle caratteristiche dell‘opera e alla sua qualità artistica.

Se si analizza il mercato dell‘arte contemporanea, il valore commerciale di opere di questo tipo è legato a fattori sia di ordine qualitativo che quantitativo, i quali, come rileva Poli (1999), sono tanto più precisi quanto l‘opera d‘arte rientra nella produzione tipica, ossia più conosciuta, apprezzata e richiesta dell‘artista.

Un fattore fondamentale per la quotazione di un‘opera d‘arte è, infatti, la sua data di esecuzione. Per l‘appunto, è molto più valutata un‘opera realizzata dall‘artista nella sua fase di maggior creatività, nel suo percorso individuale e in relazione all‘emergere di tendenze particolari. Tuttavia, è importante sottolineare che, nel momento in cui un artista diventa famoso, esso tende ad aumentare la propria produzione rispetto alle richieste del mercato, cosa che determina, non poche volte, la ripetizione dello stesso genere di opere, le quali, tuttavia, risultando qualitativamente minori rispetto alle altre, avranno un valore e quindi un prezzo più basso (Poli, 1999).

Le opere di maggior valore, inoltre, come sottolinea Poli (1999), sono quelle esposte in esposizioni di rilievo e pubblicate su riviste importanti, libri di storia dell‘arte e monografie.

I fattori qualitativi e quantitativi per la valutazione di un‘opera d‘arte contemporanea, variano, comunque, rispetto alla tipologia del prodotto artistico.

Per quanto riguarda la produzione pittorica, che vede la grandezza delle opere come una caratteristica fondamentale per l‘attribuzione di un prezzo, essa presenta una gerarchia chiara delle proprie tecniche. Quella per eccellenza rimane, appunto, l‘olio su tela, seguita dai lavori su carta a tempera, acquerello o pastelli colorati, considerati di minor impiego e quindi di minor valore. Seguono poi i disegni a penna o matita e infine le grafiche seriali (Poli, 1999).

La definizione dei parametri di riferimento di opere realizzate con materiali, tecniche e modalità di installazioni sperimentali, è molto più complessa perché sono necessari criteri di valutazione specifici per ogni tipo di lavoro o almeno per l‘area di ricerca delle varie tendenze. Per quanto riguarda le opere d‘arte minimal, processuale, concettuale e povera, le installazioni, in genere, sono concepite in relazione a uno specifico ambiente.

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Queste, se non vengono acquistate da un museo o un collezionista che le ha commissionate, vengono smantellate, lasciando solo il progetto. Tuttavia, esiste anche per gli artisti di queste tendenze una produzione di tipo più commerciale, come lavori più piccoli e trasportabili, oppure fotografie, disegni o progetti.

La commercializzazione avviene anche per opere d‘arte realizzate da artisti che utilizzano il proprio corpo come materiale artistico, vendendo video o fotografie. La fotografia ha in particolare riscontrato successo nel mercato, con la vendita di alcune foto a prezzi molto elevati, incorniciate, come fossero quadri, nonostante la tiratura multipla.

In generale, oggi tutte le opere d‘arte sperimentale, tra cui anche quelle nate in opposizione alla mercificazione artistica sono state assorbite dal mercato, che è, in fin dei conti, l‘unico modo per un artista di vedere le proprie opere apprezzate. Queste opere, seppur molto diverse da quelle pittoriche o scultoree, necessitano tuttavia, come queste, di essere ben distinguibili e riconoscibili. La tipicità delle opere è, infatti, in tutti questi casi, un fattore fondamentale per la loro valutazione.

Nel campo dell‘arte contemporanea è comunque necessario, come anticipato, fare una distinzione tra valore qualitativo e commerciale, infatti, se la qualità del prodotto è necessaria per il suo successo e affermazione, il rapporto tra la qualità e il livello delle quotazioni non è necessariamente automatico e consequenziale.

Come riferito dal Rapporto di Axa ―Evaluating Contemporary Art‖ del 2017, anche se il prezzo, in generale, dovrebbe definire il valore dell‘opera, tuttavia, nel caso dell‘arte contemporanea, non sempre esso lo riflette.

Ciò può dipendere dalla scarsità delle opere d‘arte sul mercato, ma anche dalla capacità e dal potere delle strutture museali e del mercato nella promozione e diffusione della produzione di un artista. In particolare, nonostante l‘arte contemporanea venga considerata e venduta come fosse senza frontiere, la componente nazionalistica è molto forte nella valutazione di tali opere. Così, le quotazioni di artisti americani sono quasi irraggiungibili dagli artisti italiani, a prescindere dalla componente qualitativa delle loro opere (Poli, 1999).

Il prezzo è fondamentale all‘interno del mercato, e lo è in particolar modo in quello dell‘arte contemporanea così fluttuante, potendo costituire un utile mezzo di orientamento, ma scambiarlo con il valore qualitativo dell‘opera sarebbe un errore. Nel campo dell‘arte contemporanea, il prezzo varia rispetto a moltissime variabili, e molto spesso in rapporto a fattori di natura soggettiva come il legame emotivo che un

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acquirente può avere con un‘opera o rispetto allo ―spirito del momento‖. In particolar modo, durante le aste per la vendita di arte contemporanea, talvolta le valutazioni, le stime, i prezzi e le vendite non rispecchiano le leggi della domanda e dell‘offerta, ma vengono influenzati da altre variabili (Bernabei et al., 2006), le quali condizionano non poco il prezzo di vendita finale.

La valutazione di un‘opera d‘arte e la definizione di un suo prezzo risultano in ultima analisi complesse e difficilmente definibili, soprattutto per quanto riguarda l‘arte contemporanea. Il prezzo può essere fissato in base alla qualità, alla rarità e unicità dell‘opera, ma anche in base a fattori specifici o dalla passione dei collezionisti. Molteplici e spesso mutevoli sono i fattori che lo definiscono, perciò è difficile valutare oggettivamente un‘opera d‘arte, anche se, come si è visto, alcune caratteristiche oggettive possono portare alla determinazione di un prezzo.