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Il ruolo dei collezionisti

Capitolo 3 L’opera d’arte, il ruolo di collezionisti e artisti e le problematiche del

3.2. Il collezionismo in Cina

3.2.4. Il ruolo dei collezionisti

I collezionisti ricoprono un ruolo centrale all‘interno del mondo dell‘arte. Essi sono degli attori fondamentali del mercato artistico, che è alimentato dalla loro domanda. È perciò di fondamentale importanza spiegare quello che è il ruolo dei diversi tipi di collezionisti che compongono questo mercato.

Nel sistema dell‘arte contemporanea, i collezionisti si dividono in piccoli, medi e grandi collezionisti. Tra i piccoli e medi collezionisti si trovano soprattutto membri dei

12 Volendo preservare anche l‘identità di questo artista, all‘interno di questo elaborato ci si riferirà a lui

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ceti medio o medio-alto della società, ma anche di condizioni economiche più modeste. Come sottolinea Poli (1999) questi collezionisti si dividono, quanto a scelte, in conservatori e tradizionalisti da una parte, e dall‘altra collezionisti più all‘avanguardia, anche se possono esserci collezionisti che si pongono a metà strada tra queste due tendenze, mostrando interessi più variegati.

I collezionisti tradizionalisti e moderatamente innovatori sono generalmente collezionisti prudenti e all‘antica, più inclini ad acquistare opere di artisti dalla quotazione accertata, mentre i collezionisti più all‘avanguardia, che sono spesso persone abbastanza giovani, tendono a rischiare anche sulle ultime tendenze del mercato. Molti di questi sono spesso neofiti, che vengono danneggiati da acquisti poco consapevoli. Negli ultimi anni, infatti, il fenomeno del nuovo collezionismo è notevolmente aumentato (Poli, 1999), e ciò è evidente anche in Cina, dove, come testimoniano i Rapporti di Artprice analizzati, negli ultimi anni sono entrati molti nuovi e giovani collezionisti.

Dopo il periodo di ―gavetta‖, come sottolinea Poli (1999), se il neo collezionista non ha perso l‘interesse e l‘entusiasmo, esso inizierà a essere più accorto e consapevole. Spesso i collezionisti oltre ad acquistare all‘asta, praticano anche una notevole quantità di scambi o compravendite con altri collezionisti o mercanti, cercando di allargare il più possibile il giro dei propri compratori.

Come fa notare Poli (1999), se generalmente i collezionisti tendono a voler esprimere la propria identità attraverso la propria collezione, tuttavia spesso essi fanno scelte abbastanza scontate, acquistando opere d‘arte semplicemente adattandosi alle mode e ai segnali del mercato.

In ogni caso, in genere la categoria più generica dei collezionisti comprende quelli che, spinti dal puro piacere di collezionare, acquistano varie tra le firme più commercializzate in diversi settori. Altri collezionisti, invece, danno un‘impronta storico-critica alle proprie collezioni, mentre altri vedono una collezione caratterizzata da un interesse monotematico. Ancora, altri collezionisti, attratti dalla produzione di un determinato artista, possono acquistare una notevole quantità di sue opere tralasciando quelle di altri artisti.

I grandi collezionisti, a differenza dei piccoli e medi collezionisti che, pur essendo importanti protagonisti del mercato dell‘arte, non vi incidono sul piano strategico, sono invece protagonisti sempre più attivi nel processo di gestione e valorizzazione del prodotto artistico. Quelli che si muovono ai livelli più alti svolgono differenti funzioni,

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come quella di valorizzatore e promotore degli artisti, di mercante d‘arte quando vende le proprie opere, di leader d‘opinione nelle scelte degli altri collezionisti, di mecenate, o di consigliere dei responsabili dei musei (Poli, 1999).

I collezionisti preminenti hanno, infatti, non solo la capacità di influenzare le scelte collezionistiche di altri collezionisti, ma anche di dare impulso al mercato di determinati artisti (Wagner, Westreich Wagner, 2013).

Il grande collezionista può senza dubbio decretare la fama di alcuni artisti, contribuendo, inoltre, direttamente alla loro valorizzazione istituzionale con l‘esposizione delle loro opere in mostre e musei.

Come riferisce Poli (1999), in passato la gran parte dei ricchi collezionisti hanno dato vita a importanti collezioni per puro piacere personale o per incrementare la propria reputazione, e non tanto, come accade oggi, per motivi speculativi. Essi hanno voluto costruirsi un‘immagine di mecenati, spesso coadiuvando l‘arricchimento culturale del proprio Paese o città con donazioni a musei, finanziando la costruzione di musei o istituendo fondazioni, attività, queste, ancora molto praticate, tanto in Occidente quanto in Cina. Come testimoniano, infatti, i rapporti stilati da Artprice degli ultimi anni, in Asia, e in particolar modo in Cina, nell‘ultimo periodo è andata costituendosi in modo sempre più accentuato un‘industria museale che sembra essere il punto chiave dello sviluppo di questi mercati.

Nel mercato cinese, come in quelli occidentali, i collezionisti hanno un peso molto consistente, potendo, infatti, addirittura condurre le case d‘aste a modificare le categorie proposte, o le modalità d‘asta per andare incontro ai loro gusti e alle loro esigenze (Artprice, ―Il mercato dell‘arte nel 2014‖). Ne sono un esempio l‘organizzazione di aste di opere autenticate e aste speciali, l‘introduzione di nuovi modelli d‘asta come le aste offline, le vendite private, le offerte online o le aste basate su WeChat13.

L‘influenza che hanno avuto i collezionisti sul mercato cinese è stata evidente già dall‘emergere di questo mercato, quando sempre più acquirenti cinesi hanno iniziato ad acquistare opere d‘arte. La loro entrata nel mercato e il loro dominio sulle aste domestiche di opere d‘arte cinese hanno, infatti, condotto alla crescita esponenziale dei prezzi delle opere pittoriche e calligrafiche, una categoria lasciata in secondo piano dagli acquirenti occidentali, ed hanno anche fatto crescere, di conseguenza, il volume

13 WeChat è una piattaforma cinese di comunicazione attraverso chiamate e messaggi di testo e vocali per

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delle opere offerte sul mercato, il quale ha cercato di soddisfare la crescente domanda di opere in questo settore (Wang, 2012).

L‘aumento della professionalità e la diversificazione della domanda dei collezionisti, che ha interessato il mercato cinese dell‘arte degli ultimi anni, hanno senza dubbio influenzato quest‘ultimo, che muta e si adatta alle esigenze dei collezionisti.

Per fare un altro esempio, negli ultimi anni i collezionisti hanno condotto le case d‘aste a proporre più opere occidentali a seguito della sempre maggior domanda di questo tipo di opere, che venivano spesso acquistate all‘estero per via della loro quasi totale assenza sul mercato cinese.

Oggi, il mercato cinese si sta sempre più arricchendo di nuovi collezionisti, e proprio come riferisce la rassegna della fiera d‘arte Art Beijing ―Art Beijing 2014 Review‖, sono proprio questi nuovi collezionisti a ridefinire la nuova estetica in Cina, così come la direzione del suo sviluppo culturale e artistico. L‘importanza di questi nuovi e giovani collezionisti è sottolineata anche nel Rapporto di Artprice del 2016. Si parla, infatti, di neoconsumatori che si distinguono dai collezionisti tradizionali, in quanto più giovani e con una visione più internazionale e globale del mercato, avendo molti di questi vissuto e studiato all‘estero, i quali vengono indicati come i possibili fautori del futuro cambiamento del mercato.

Il mercato cinese si sta quindi evolvendo ed espandendo, accogliendo nuovi e sempre più giovani collezionisti al proprio interno, i quali possono, nel tempo, far sviluppare in diversi modi questo mercato.

Esso è però costituito anche da grandi figure del collezionismo, le quali incidono fortemente sul mercato attraverso le loro scelte e le loro acquisizioni. Tra queste si possono citare tre tra i maggiori collezionisti della Cina continentale di oggi, Liu Yiqian 刘益谦, Ma Weidu 马未都 e Guan Yi 管艺, i quali, non solo hanno costruito ampie e importanti collezioni, ma anche fondato alcuni musei, promuovendo in questo modo l‘arricchimento artistico-culturale del Paese.

Liu Yiqian, la cui collezione comprende opere d‘arte tradizionale cinese, arte cinese rivoluzionaria, moderna e contemporanea, ma, da qualche tempo, anche capolavori d‘arte occidentale, ha fondato due musei privati a Shanghai e uno a Chongqing, i Long Museums (in cinese Youmei shu guan 龙美术馆).

Questo importante collezionista, che come riporta Chen (2016), è definito da molti giornalisti di economia e finanza un ―ziben liebao‖ ―资本猎豹‖, ossia un ghepardo del

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capitale, sembra fare della sua collezione un gioco, il suo gioco di investimento, un ―passatempo‖ che, grazie ai propri musei, gli permette di accumulare ricchezza e di lottare contro la svalutazione.

Mentre Guan Yi, grande collezionista d‘arte contemporanea cinese e fondatore del Guan Yi Contemporary Art Museum (in cinese Guan Yi dangdai yishu wenxian guan 管 艺当代艺术文献馆), è conosciuto come ―il più grande collezionista cinese di arte contemporanea‖ (Luo, 2008), Ma Weidu è invece un grandissimo collezionista e mercante d‘arte di opere d‘arte cinese antica.

Questo collezionista, fortemente convinto che l‘educazione data dai musei possa avere un futuro effetto benefico di lungo termine sulla nazione, nel 1997 ha inaugurato a Pechino il suo museo privato Guanfu Museum of Classical Art (in cinese Guan fu gudian yishu bowuguan 观复古典艺术博物馆), il primo museo privato di arte classica della Cina, che unisce in se stesso cultura e ricchezza (He, 2014).

Importanti collezionisti come questi hanno quindi un ruolo fondamentale all‘interno del sistema artistico. Essi, infatti, non solo influenzano il mercato cinese attraverso le loro scelte, ma promuovono anche una maggior diffusione e un maggiore arricchimento culturale del Paese, il quale non può che giovarne.