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Vantaggi e svantaggi dell’investimento in arte

Capitolo 3 L’opera d’arte, il ruolo di collezionisti e artisti e le problematiche del

3.1. L‘opera d‘arte e il suo valore

3.1.7. Vantaggi e svantaggi dell’investimento in arte

L‘acquisto di opere d‘arte come investimento è caratterizzato da molteplici pro e contro. L‘arte, per il suo non essere collegata ad alcuna altra classe di beni, come azioni o obbligazioni, offre diversificazione. L‘arte, inoltre, fornisce una serie di sottomercati orientati verso particolari periodi o particolari aree geografiche. I prezzi di singole opere possono crescere considerevolmente, ma se anche ciò non dovesse avvenire, il possessore trarrebbe comunque un profitto, seppur non economico, dal loro possesso. Le opere d‘arte, infatti, possiedono già di per sé diversi tipi di ricompensa non economica, che può essere fruita con o senza un aumento del loro valore monetario (Wagner, Westreich Wagner, 2013).

Inoltre, come sottolinea Eckestein (2008), l‘arte ha molteplici caratteristiche fiscali che la rendono un ottimo investimento. Non solo i profitti a lungo termine ottenibili, ma anche la commerciabilità a livello internazionale e il suo attraente profilo di rischio e ricompensa.

Il profilo d‘investimento delle opere di belle arti, e in particolare la loro propensione a fornire un profitto contro l‘inflazione, la rendono un ideale oggetto d‘investimento. La congiuntura degli interessanti rendimenti dell‘arte rispetto ad altre classi di beni più convenzionali, assieme al relativo basso rischio dell‘arte, bene tangibile, e allo sviluppo di strategie di allocazione in un contesto d‘investimento più ampio, hanno condotto l‘arte a essere fortemente attrattiva come parte di una strategia di allocazione di beni diversificata.

Le belle arti hanno, infatti, riportato un record durevole di conservazione del prezzo, caratteristica che, unita alla loro non correlazione ad altre classi di beni, le rende un‘aggiunta di grande interesse all‘interno di un portafoglio d‘investimenti, aiutando a ridurne la volatilità e dando vita, potenzialmente, a un apprezzamento sul lungo termine (Eckestein, 2008).

Nonostante questi molteplici vantaggi, l‘investimento in opere d‘arte presenta anche degli svantaggi, così come può causare l‘insorgere di determinati problemi. Tra gli svantaggi, Wagner e Westreich Wagner (2013) citano gli alti costi di transazione, l‘illiquidità dell‘arte rispetto ad altri beni, il fatto che sia molto dispendiosa da imballare, trasportare, installare, conservare e assicurare, la sua inabilità a generare un flusso di entrate, e il fatto che sia scambiata in un mercato non ben regolamentato. L‘acquisto di opere d‘arte, a differenza dell‘investimento in azioni e obbligazioni, è, inoltre,

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sottoposto a rischi che non caratterizzano il mercato azionario e obbligazionario, come la possibilità della presenza di falsi, di deterioramenti e furti.

Nell‘investimento in opere d‘arte è inoltre fondamentale lo stato dell‘opera, infatti, la sua conservazione, lo scolorimento e le crepe superficiali possono influenzare non poco il suo valore nel momento di una posteriore vendita. Oltre a ciò, il valore finanziario di un‘opera è sempre influenzato da variabili di vario tipo, tra cui la sua accettazione estetica e critica (Wagner, Westreich Wagner, 2013).

Come fa notare Wang (2012), l‘arte è inoltre un investimento generalmente a lungo termine, per cui non è in grado di generare profitto in tempi brevi.

In aggiunta, nel caso del mercato dell‘arte, oltre a non esserci una standardizzazione dei prezzi, esso manca anche di trasparenza. Il prezzo di equilibrio8 è sconosciuto, per cui una valutazione oggettiva dell‘opera è spesso impossibile.

Il mercato non è ben regolato e non solo i prezzi sono opachi, essendo questi basati sulle reti e lo scambio d‘informazioni tra clienti e venditori, ma anche i costi dell‘arte sono celati (Day et al., 2008).

Il mercato dell‘arte può, inoltre, essere influenzato negativamente dall‘acquisto opportunistico volto esclusivamente all‘investimento, fenomeno che causa diversi tipi di problemi.

Tra i vari problemi causati dall‘acquisto d‘arte per investimento, può esserci l‘attuazione di frodi fiscali, formalmente legali, che, come riporta Poli (1999), vengono attuate attraverso un‘abile strategia di sopravvalutazione. Queste frodi sono possibili specialmente nel campo dell‘arte contemporanea delle ultime tendenze, dove attraverso varie strategie speculative organizzate dall‘alto è possibile causare l‘impennata delle quotazioni di determinati artisti.

Un altro problema può essere l‘insorgere della diffidenza degli acquirenti del mercato a causa di periodi caratterizzati da iper-speculazione. Come è accaduto in Cina nel 2012, la diffidenza causata dall‘eccessiva speculazione, che aveva caratterizzato il mercato cinese dell‘arte negli anni precedenti, lo ha condotto quell‘anno a riscontrare un aumento dell‘invenduto, prodotto, tra le altre cose, proprio dalla diminuzione della fiducia dei collezionisti nel mercato (Artprice, ―Il mercato dell‘arte nel 2013‖).

8 Con prezzo di equilibrio si indica il prezzo in corrispondenza del quale la domanda di un bene

economico eguaglia l‘offerta di tale bene sul mercato. Questo è l‘unico prezzo al quale vengano soddisfatti sia i desideri dei produttori che dei consumatori.

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L‘investimento in campo artistico può inoltre generare, come nel caso di altri tipi di investimenti, la formazione di bolle speculative. Come spiega Benhamou (2011), possedere un titolo finanziario genera due tipologie di entrate, ossia un reddito durante la vita dell‘azione e la possibilità di incassare un plusvalore nel momento della vendita di tale azione. Nel mercato dell‘arte il reddito coincide con l‘utilità dell‘opera posseduta, come il piacere che se ne trae e il riconoscimento simbolico, mentre la possibilità di incassare un plusvalore corrisponde alla capacità dell‘arte di far guadagnare in ambito prettamente speculativo.

Una bolla speculativa si crea nel momento in cui aumenta la differenza tra il prezzo delle azioni e il loro valore nominale, ossia l‘ammontare dei valori attualizzati9

di un investimento (Benhamou, 2011). Negli ultimi anni, in Occidente come in Cina, sul mercato dell‘arte le speranze di guadagno si sono talmente incrementate da essersi avviata una spirale speculativa caratterizzata da vendite considerevoli e disordinate. A causa della risonanza data dai media ai record raggiunti e alla possibilità di cospicue plusvalenze, spesso vengono nascosti i rischi connessi all‘acquisto effettuato al prezzo più alto (Benhamou, 2011).

I collezionisti orientati all‘investimento spesso sono quelli che si cimentano nell‘acquisto di opere d‘arte emergente, e che tendono a misurare il proprio successo rispetto alle performance di mercato degli artisti da loro collezionati, ossia in base all‘aumento dei prezzi delle loro opere. Tuttavia, come sottolineano Wagner e Westreich Wagner (2013), tale disposizione sembra fuori luogo, in quanto spesso l‘arte innovativa non riceve immediato sostegno dal mercato, ma necessita di molti anni per essere apprezzata, così come l‘arte che viene approvata velocemente è spesso di valore mediocre. L‘arte, inoltre, anche se non dovesse riscontrare il successo di mercato, dovrebbe essere gratificante di per sé, nel momento in cui riesce a emozionare il suo proprietario. Per questo, un aumento graduale del prezzo dovrebbe essere maggiormente preferibile, permettendo ai collezionisti di acquistare opere d‘arte di valore a prezzi finanziariamente trattabili.

Come viene sottolineato da Xiong (2012), la formazione di bolle speculative è causata, invece, da feedback positivi e dall‘effetto gregge10 che generano prezzi fuori controllo fino a una deviazione dall‘equilibrio talmente grande da causare l‘instabilità

9 Con valore attuale si indica la somma che si dovrebbe investire oggi per ottenere, in futuro, un

determinato capitale a scadenza, una volta fissato il tasso di interesse.

10 Con effetto gregge si intende una situazione in cui una moltitudine di individui fa scelte simili non per

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del mercato e il suo crollo. Ciò è successo anche nel mercato dell‘arte cinese, dove tra gli investitori cinesi si è creato un effetto gregge e di feedback positivi che ha causato tra 2000 e 2011 l‘aumento del 700% del mercato di opere d‘arte e calligrafie cinesi. Il boom economico vissuto dalla Cina ha portato a maggiore ricchezza nel Paese, fattore che ha reso possibile la crescita della domanda di opere d‘arte in quella categoria, facendone aumentare esponenzialmente i prezzi. Questa crescita dei prezzi ha a sua volta attratto molti più collezionisti e investitori, desiderosi di vedere in futuro l‘aumento del valore delle opere acquistate. Ciò ha però condotto alla formazione di una bolla speculativa, la quale è andata inevitabilmente verso il proprio scoppio nel 2012, quando, come già visto, il mercato cinese ha iniziato a correggersi.

Come sottolineano Kraeussl e Logher (2010), l‘investimento in opere d‘arte, per la sua peculiarità, non può essere un puro investimento finanziario. L‘opera d‘arte, a differenza di beni immobiliari, azioni e obbligazioni, dev‘essere acquistata anche per trarne piacere estetico, o per soddisfare il proprio desiderio di apprendere, che, come sottolineano Wagner e Westreich Wagner (2013), non è costoso e che può sempre ripagare i collezionisti con questa disposizione.