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Nel documento BASSO IMPERO D A ss&ima a a. (pagine 152-156)

po dopoquella dello stessoimperatore, resero inutili que’progetti.

Mutasem

aveva fatto fabbricare una città chiamata Sainura, sulTigri, alcune legheso

-pra Bagdad. Vi aveva fìssala la sua ordinaria residenza, e vi fecetrasportare iquarantadue

uffizioli,che aveva separatidagli altri per in-durlia farsimaomettani,ed impiegarli in se-guito nellesue armate.I due più riguardevoli erano il patrizioAezio, e quel Teodoro Crate-re, cheavea vinto nel circoilprosuntuaso sa-racino, di cui abbiamo parlato.Furono chiusi tutti insieme collecateneai piediin unoscuro carcere, dove, privi d’ogni consolazione, senza lume, senza letto,senza altronutrimento fuor quellodi pane e d’acqua, vedevano unica-mentei carcerieri e leguardie. Si permetteva soltanto qualche volta adunofraessid'andare, catenato e scortato dai soldati, a mendicareil

pane per lacittà. Furono tentati in tutte le

maniere;

ma

resisteronoalleminacce,alle pro-messe, ed alleseduzioni deidottori

musulma-ni.Badizete, che era fattomaomettano, fu impiegato per guadagnarli, erigettato con or-rore. Si sperò, che la lunghezza deipatimenti dovesse fiaccare finalmente il loro coraggio;

quindi restarono persetteannichiusi in quel-Torribile prigione, dove la

mano

di Dio li

conservòtutti, in mezzoai disagipiù proprii

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nonsolo ad indebolire,

ma

eziandio a distrug-gere la natura. Mutasem mori nel segnenle gennajo; suofiglio Ouatheq non regnòseianni intieri; ondeque’ generosi atleti non furono tratti daliaprigione persottostareall'estremo supplizio, cbe nel principio delregnodi

Mo-taukkel,fratelloesuccessored'Outheq.

Finalmente, nell’anno 848.nelquinto gior-nodi maggio,vigilia di quello destinato per

I'esecuzione,Badizete andò od avvertirli,che se non si arrendevanoal desideriodel califo, morrebbero nel giorno seguente. Gli esortò egli di nuovo aseguire ilsuoesempio, dicen-do: - « Cbed’altro nonsitrattava cbe di

U-« sciarsicirconcidere, ceremoniapersestessa

« indifFerente, e d’andare allamoschea, dove

« potrebbero senza scrupolo unire le loro pr«-c ghierea quelle deimusulmani,i quali

ado-«ravano,com’essi, il vero Dio: di maniera che

« sotto un sembiantemaomettano

conservereb-« bero un'anima cristiana. » - Licenziarono essi con isdegno quel miserabile raggirétore;

erendendo grazie aDio della loro prossima liberazione, consumarono la notte cantando inni.Nella mattina seguente, unministro

mu-sulmano si recòalla prigione, e lifece uscire per condurlialla sponda del fiume. Tentò pur questi di pervertire Cratere, persuaso, che il di lui esempio aiiebbe salotti gli altri;

m*

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conobbe,

che nuli» poteva sperare da

quell'a-nima

invincibile.Imusulmani, accorsi ingran

numero

al sanguinoso spettacolo,

contempla-vano

il tranquillo e sicuro contegno di quei guerrieri, ches’incamminavanoalla morte

co-me

ad un trionfo.Giàbrillava sopra la loro fronte un raggiodella gloriaceleste;ed il pal-lore e lo spavento eranopassatisopra il volto deglispettatori. Mentre i carnefici etiopi pre-paravano le loro spade, Cratere, il quale pa-reva dato dallaProvvidenza per capo ai suoi compagni in quella gloriosa giornata,temendo non forse il patrizio Aezios’intenerisse al ve-derescorrere il sangue dei suoi amici, gli si

avvicinòj e gli disse:.- « Signore, tu hai

« sempre camminato alla nostra testa; il tuo

« grado e !utua virtùtichiamano a

raccoglie-« »e, il primo, la palma del martirio. -

No,

« gli rispose Aezio: sehotuttaviaqualche

di-ti ritto di comandarvi,andate,e dateci

J’esern-« pio. » - Cratere, dopoessersi raccomandato a Dio,si presentò al colpo mortale, e lo ri-cevè con gioja. Eifu seguito da Aezio, e da tuttala truppa dei suoi compagni,i quali, inoltrandosi in fila incontro alla morte, cia-scunosecondoil suo gradomilitare, colla loro intrepida costanza fecero tremare il ministro, che soprantendeva all’esecuzione.I loro corpi furot)0gettatinel fiume.

A

quest'avvenimento

fOO T EOV t LO.

sempre memorando, econsacratonei fastidella Chiesa, ne susseguitounaltro.,quanto inaspet-tato, altrettanto degnodi ricordanza. All’udire

il raccontodi generosamorte, il califo, co-stretto ad ammirare que’valorosi guerrieri, sentì un vivo rammaricodi non aver rispar-miata la loro vita; evedendosi innanzi il rin-negato Badizete: - « Questo traditore, disse,

« senza dubbio tantocattivomusulmano,

quan-« to per I’addietro malvagiocristiano,

non

è

« degnodi sopravvivere adessi.» - Immediata-mente lofece arrestare,e condurre e deca-pitare nel medesimo luogo. Il corpodi lai fa gittafo nel Tigri fraquelli dei martiri.

Come

mai il tradimento osa ancora di manifestarsi dopo tanti esempi di traditori puniti da quei medesimi, a cui servono?

Costantinopoli, afflittaperla perditad’

Amo-rio, edei più valorosi uffiziali, si vedevasul puntodi perdere lostesso imperatore. Questo principe,consuntodalrammaricoe dall’infermi-tà, peggioravadigiorno ingiorno.Laprofonda malinconia, incui loimmergeval’aspettod’una morte vicina,lo rendeva piùchemaisuscettivo deipiùDeri sospetti.IninnicidiTeofobo profitta-ronodelladebolezzadelprincipeperinsinuargli, chequesto guerriero aspettava con impazienza la morte di lui per impadronirsi dell'impero,

« scapito del legittimo erede. Teofobo,

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