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Linee evolutive del settore delle public utility in Europa »

Attualmente in Europa molteplici fattori impattano sul mercato dei servizi di pubblica utilità modificando radicalmente la struttura del settore e i percorsi evolutivi delle imprese che vi operano. Alcuni di questi fattori si configurano come precisi vincoli normativi o come regolazione dei settori liberalizzati; altri, invece, si concretizzano in nuove oppor- tunità di business per le public utility, che, non essendo più al riparo dai meccanismi della competizione di mercato, possono giocare un ruolo di primo piano divenendo addirittu- ra promotrici di nuove iniziative imprenditoriali.

Il fattore più rilevante è il processo di liberalizzazione dei servizi di pubblica utilità at- tivato nei paesi aderenti alla Comunità Europea. È bene precisare che, nonostante le li- nee guida del processo di liberalizzazione siano state fissate in sede comunitaria, i paesi eu- ropei hanno goduto di un notevole grado di libertà nella fase di recepimento delle norme previste e, conseguentemente, nella definizione della struttura di regolazione del mercato, date le profonde differenze tra paese e paese nella struttura del mercato, nella composizione produttiva e nella storia dello sviluppo dei servizi di pubblica utilità.

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Come necessaria conseguenza del processo di liberalizzazione, i legislatori nazionali hanno proceduto ad individuare ed attivare nuove modalità e strumenti di regolazione di settori che, per loro natura, devono comunque rispondere ai criteri di universalità e di servi- zio pubblico. Quindi, sulla scorta della liberalizzazione, sono state introdotte nuove forme e nuovi meccanismi di regolazione in grado di garantire l’universalità del servizio da parte sia degli incumbent sia dei new comer. Tuttavia, il vero motore della liberalizzazione dei servizi di pubblica utilità è stato lo sviluppo di una European regulation for competition nei servizi pub- blici a rete. Il passaggio da un orizzonte nazionale ad uno comunitario ha mutato la natura dei processi di regolazione economica: da una tradizionale regolazione sui comportamenti, la cosiddetta conduct regulation, finalizzata a regolare il comportamento di un ben identificato soggetto (il monopolista integrato), ad una riferita alle strutture generali delle relazioni che intercorrono fra più soggetti della medesima industria, la cosiddetta structural regulation, che ha l’obiettivo di definire un quadro minimo di norme essenziali per consentire la realizza- zione di una piena ed efficiente accessibilità alle reti infrastrutturali attraverso le quali eroga- re i servizi in modo competitivo fra più soggetti ed efficace per le molteplici sfaccettature della domanda38.

Inoltre la liberalizzazione è stata anticipata (soprattutto in Gran Bretagna e in altri pae- si dell’Europa del Nord), o accompagnata, dalla privatizzazione formale e sostanziale di molti operatori. Tale fenomeno è molto importante perché ha accresciuto la cultura di mer- cato e l’intensità competitiva dei vari operatori coinvolti nei processi di privatizzazione.

Sempre a livello europeo, si è aggiunta anche la riforma dei servizi pubblici locali. Infatti le politiche economiche miranti alla liberalizzazione e privatizzazione nei settori dei servizi di pubblica utilità, dopo aver interessato i settori di rilievo nazionale (energia elettrica, tele- comunicazioni, gas naturale), si sono rivolte ai servizi pubblici locali e più in generale all’intero spettro delle attività tradizionalmente svolte dai soggetti pubblici.

Anche la variabile ambientale riveste un ruolo di primo piano nell’evoluzione dei ser- vizi di pubblica utilità. Essa sta progressivamente modificando la base produttiva e distri- butiva nel settore dell’energia; inoltre, si sta configurando come elemento di peso cre- scente anche nei processi decisionali delle altre utility. È da sottolineare, del resto, che, mentre alcune categorie di utility (i produttori di energia elettrica) vivono la variabile am- bientale come un vincolo, altre categorie di operatori (l’intera filiera del gas naturale) con- siderano l’introduzione di criteri di rispetto ambientale più rigidi come un’enorme oppor- tunità di sviluppo della domanda.

Rivestono un ruolo importante anche le politiche tariffarie e finanziarie, che sono sem- pre meno caratterizzate dall’intervento della finanza pubblica e sempre più condizionate da una regolazione orientata al raggiungimento dell’efficienza produttiva, quando non dal gio- co della concorrenza fra operatori.

La variabile tecnologica, invece, costituisce contemporaneamente una minaccia per i player operanti nell’energia elettrica, i quali scorgono nelle nuove e più flessibili tecnolo- gie offerte dalla ricerca il rischio di un più facile accesso di potenziali concorrenti, e

38 Per un’analisi approfondita della problematica si rimanda aKAHN A.E. (1971), The Economics of Regula-

tion, J. Wiley and Sons, New York; si veda, inoltre, HENRY C. (1993), “Public Service and Competition in the European Community Approachs to Communications Networks”, Oxford Review of Economics Policy, vol. 9, n.1.

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un’opportunità per altre imprese, e soprattutto per altre utility, per integrarsi a monte nella filiera dell’energia elettrica o diversificare il proprio business39.

Un ultimo fenomeno, che sta suscitando un forte interesse, è l’evoluzione dei merca- ti di sbocco, infatti il consolidamento e l’omogeneizzazione economica dell’Unione Europea fanno sì che le public utility, e soprattutto i grandi player ex monopolisti delle va- rie nazioni, considerino ormai come proprio mercato di riferimento l’Europa, e non più il solo mercato nazionale. Infine, bisogna tener presente la trasformazione del rapporto con la domanda: il tradizionale approccio supply-side, che ha guidato le public utility per lungo tempo, è definitivamente tramontato. Al suo posto è nata una nuova “cultura gestionale” che ha spostato l’enfasi dall’infrastruttura di offerta verso la gestione della domanda, infatti il cliente è diventato un asset cruciale per il successo competitivo delle imprese di pubblica utilità40. Il passaggio ad un approccio demand-side costituisce, quindi, un radicale cambio di

prospettiva ed implica un vero salto evolutivo, in quanto impone di considerare il consu- matore non come un semplice destinatario del processo di erogazione del servizio, ma co- me un elemento integrante del sistema di offerta.