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2. IMPLEMENTAZIONE ED EFFETTI DEL NUOVO QUADRO REGOLAMENTARE: LA

2.1 IL MONITORAGGIO DELL’ATTUAZIONE DI BASILEA 3 DA PARTE DELL’EBA

2.2.2 IL COMPREHENSIVE ASSESSMENT DELLA BCE

2.2.2.2 Lo Stress Test

Lo stress test è uno strumento utilizzato solitamente dalle autorità di vigilanza per valutare la resilienza degli intermediari al manifestarsi di particolari scenari. Tali scenari possono essere anche estremi e difficilmente probabili ma rimangono pur sempre plausibili. L’obiettivo è quello di stimare la necessità di capitali aggiuntivi che permetterebbero alla banca di sopravvivere alla crisi ipotizzata qualora dovesse effettivamente concretizzarsi.

La BCE ha deciso dunque di effettuare tale prova per valutare come il sistema bancario europeo avrebbe risposto in particolari situazioni di dissesto, come il default di uno Stato o una severa recessione, così da poter proporre le azioni correttive per riportare il comparto in una situazione di equilibro.

All'interno del Comprehensive Assessment (CA) la prova di stress ha fornito un’analisi prospettica della tenuta della solvibilità delle banche in due ipotesi di scenario, di base e avverso, sfruttando e integrando anche le nuove informazioni emerse dall’Asset Quality Review (AQR). Il grado di precisione dei risultati sarebbe dipeso molto dalla qualità delle informazioni disponibili sui singoli istituti finanziari e sulle loro interconnessioni ed è stato proprio grazie alla revisione della qualità degli attivi che, rispondendo efficacemente a tale esigenza, si è riusciti a migliorare il potere informativo dello stress test rispetto al passato, ampliando, tra l’altro, la gamma dei rischi valutati96.

A differenza dell’AQR, però, unitamente alla BCE e alle ANC, nell’ambito della prova di stress è intervenuta anche l'Autorità Bancaria Europea (ABE) che, insieme al CERS e alla Commissione Europea, ha definito la metodologia comune anche per le banche dei paesi dell’Unione europea che non partecipano all’MVU. La scelta dell'intervento dell'ABE non è stata casuale, in quanto l'Autorità aveva condotto ulteriori stress test negli anni precedenti, fornendo così un'ulteriore garanzia sull'affidabilità dei risultati conseguiti. L'utilizzo di una metodologia unica elaborata dall'ABE ha assicurato ipotesi, definizioni e approcci comuni rendendo i risultati comparabili per tutti i paesi dell'Unione e facilitando il lavoro dei supervisori.

96 Tradizionalmente gli stress test si sono concentrati sull’evoluzione del rischio di credito, mentre il rischio di liquidità, di mercato, operativo, nonché il rischio di controparte sono stati catturati solo in misura limitata.

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Il punto di riferimento per l'analisi è stato anche qui il coefficiente CET1 che nello scenario di base doveva mantenersi al di sopra della soglia dell'8%, mentre per quanto riguarda lo scenario avverso tale soglia si riduceva ad un livello pari al 5,5%. L’orizzonte temporale considerato è stato di tre anni, dal 2014 al 2016, determinando una rottura con il passato in cui si prendeva come riferimento un arco temporale di due anni: questo ha comportato una maggiore durezza e severità rispetto ad altri stress test effettuati in precedenza, in quanto le perdite si sarebbero cumulate nell’arco del triennio, risultando, perciò, più elevate.

La robustezza dei bilanci bancari, inoltre, è stata valutata con riferimento a un vasto insieme di perdite derivanti dai rischi degli investimenti (credito, sovrano, mercato) e da quelli di rifinanziamento97.

Un’ipotesi che deve essere sottolineata e tenuta a mente, soprattutto durante l’analisi dei risultati, è quella di bilancio statico (static balance sheet)98: sono stati considerati, infatti, i valori iscritti in bilancio al 31 dicembre 2013, senza tener conto delle eventuali misure di rafforzamento patrimoniale intraprese dalle banche durante tutto il 2014. Difatti, l’eventuale shortfall di una banca derivante dall’esercizio è stato identificato nel valore massimo che emergeva dall’AQR, dallo ST di base o da quello avverso, ma questo valore non stava ad indicare le effettive esigenze patrimoniali della banca, in quanto andavano quantificate tenendo conto degli aumenti di capitale e delle altre intraprese dopo il 31 dicembre 2013.

L’ipotesi di bilancio statico, inoltre, ha accresciuto la severità dell’esercizio in quanto non è stato consentito alle banche di intraprendere azioni di mitigazione del rischio (come quella di ricomposizione del bilancio verso attività meno rischiose, che assorbono meno capitale).

Vediamo ora più nel dettaglio quali sono state le ipotesi su cui si sono basati gli scenari dello stress test considerando la situazione dell'area euro in generale.

Lo scenario di base (baseline) è stato creato utilizzando le informazioni contenute nelle Previsioni invernali della Commissione Europea99 sulla base dei seguenti indicatori macroeconomici: tasso di crescita del PIL, tasso di inflazione e tasso di

97 Banca d’Italia, Nota tecnica sulle modalità di conduzione dell’esercizio di valutazione approfondita, Roma, 26 Ottobre 2014.

98 European Central Bank, Aggregate Report on Comprehensive Assessment, Francoforte, Ottobre 2014. 99 European Commission, European Economic Forecast. Winter 2014, n° 2/2014, Bruxselles, 25 Febbraio 2014.

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disoccupazione. Per quanto riguarda le previsioni per il 2014 sulla crescita del PIL in termini reali, questa avrebbe segnato l'1,5% nell'UE e l'1 ,2% nella zona euro, per poi accelerare nel 2015 fino a raggiungere il 2,0% nell'UE e l'1,8% nella zona euro, il che ha rappresentato, per ogni tasso, una revisione al rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto alle previsioni di autunno 2013. Per il 2016, invece, si sarebbe registrata una riduzione della crescita con tassi pari all’1,8% per l’UE e all’1,7% per l’area euro.

Se consideriamo invece l'inflazione per l'UE e per l'area euro sono stati previsti rispettivamente degli incrementi contenuti di 1,2% e 1% durante il 2014 e un aumento dello 0,25% durante il 2015 per entrambe le aree. Una stabilizzazione lenta dell'occupazione caratterizzava il mercato del lavoro; il tasso di disoccupazione restava comunque elevato, perché solitamente ci vogliono oltre sei mesi, se non più, prima che l'evoluzione del PIL si ripercuota sul mercato del lavoro. In quest'ottica, si prevedeva un lieve incremento dell'occupazione a partire dal 2014, con una diminuzione del tasso di disoccupazione che passava dal 10,7% al 10,4% circa nell'UE e dal 12% al 11,7% circa nella zona euro per il 2015, seppur sempre con differenze notevoli da paese a paese. Nel 2016 si prevedeva un ulteriore riduzione del tasso di disoccupazione fino al 10,1% nell’UE e all’11,3% nell’area euro.

Lo scenario avverso (adverse) è stato redatto dall'EBA con la collaborazione del CERS sulla base delle più importanti minacce alla stabilità del settore bancario, che possono essere riassunte in quattro punti100:

- l'aumento dei rendimenti obbligazionari globali amplificato specialmente dall’accresciuta volatilità dei mercati emergenti;

- l'ulteriore deterioramento della qualità del credito in Paesi che soffrivano di un contesto macroeconomico caratterizzato da una bassa domanda interna, fondamentali deboli e settori bancari ancora vulnerabili;

- Il possibile stallo nell’implementazione delle riforme politiche strutturali che mettevano a repentaglio la fiducia circa la sostenibilità delle finanze pubbliche; - La mancata “pulizia” dei bilanci bancari, necessaria per rimettere in moto il

normale meccanismo dei mercati interbancari e mantenere condizioni accettabili per la raccolta.

100 European Systemic Risk Board, EBA/SSM stress test: the macroeconomic adverse scenario, Francoforte, 17 Aprile 2014.

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Lo scenario avverso comprendeva un punto di partenza dato dall’aumento dell’avversione al rischio degli investitori nel detenere titoli a reddito fisso a lungo termine degli Stati Uniti che si sarebbe tradotto in un aumento globale dei rendimenti dei titoli di Stato dell’UE. Questi disturbi finanziari avrebbero avuto ripercussioni sull’economia reale di molti Paesi che sarebbero stati esclusi dai mercati internazionali dei capitali in quanto percepiti come troppo rischiosi. Ciò avrebbero portato a un netto peggioramento della domanda estera per le esportazioni dell'UE, mettendo significativa pressione al ribasso sulla crescita del PIL come risultato. Lo scenario avverso prevedeva, infatti, una deviazione del PIL dell'UE dal suo livello base di -2,2% nel 2014, di -3,4% nel 2015 e -1,7% nel 2016. Per l’area euro tali deviazioni ammontavano a: -1,9% nel 2014, -3,2% nel 2015 e -1,8% nel 2016. In termini cumulati lo shock avrebbe portato ad una perdita complessiva di 6,6 punti percentuali di Pil per l’intera area euro e di 7 punti percentuali per l’UE. Per quanto riguarda l'inflazione nell'UE e nella zona euro, lo scenario peggiore avrebbe condotto i tassi di inflazione ad essere inferiori al tasso di base, rispettivamente di 0,1 e 0,1 punti percentuali nel 2014, di 1,0 e 0,6 punti percentuali nel 2015 e di 1,7 e 1,3 punti percentuali nel 2016.

La pesante recessione, infine, avrebbe portato ad un tasso di disoccupazione nell'UE e nell’area euro superiore al suo livello di base, rispettivamente di 0,6 e 0,3 punti percentuali nel 2014, di 1,9 e 1,2 punti percentuali nel 2015 e di 2,9 e 2,2 punti percentuali nel 2016 e questo si sarebbe tradotto in un tasso di disoccupazione dell'UE addirittura del 13% nel 2016 e del 13,5% nell’intera zona euro101.

Al fine di consentire al lettore di avere un quadro sintetico e una percezione visiva immediata di quanto appena detto, i dati sono stati riportati in forma tabellare (Tabella 2.2).

101 European Systemic Risk Board, EBA/SSM stress test: the macroeconomic adverse scenario, Francoforte, 17 Aprile 2014.

83 Tabella 2.2 – Scenari macroeconomici (valori percentuali)

Scenario di base Deviazione Scenario avvero

2014 2015 2016 2014 2015 2016 2014 2015 2016 Tasso di crescita

del PIL reale

Unione Europea 1,5 2,0 1,8 -2,2 -3,4 -1,7 -0,7 -1,5 0,1 Area euro 1,2 1,8 1,7 -1,9 -3,2 -1,8 -0,7 -1,4 0,0 Tasso di inflazione Unione Europea 1,2 1,5 1,7 -0,1 -1,0 -1,7 1,1 0,6 0,0 Area euro 1,0 1,3 1,5 -0,1 -0,6 -1,3 1,0 0,6 0,3 Tasso di disoccupazione Unione Europea 10,7 10,4 10,1 0,6 1,9 2,9 11,3 12,3 13,0 Area euro 12,0 11,7 11,3 0,3 1,2 2,2 12,3 12,9 13,5

Fonte: Elaborazione propria su dati European Systemic Risk Board, EBA/SSM stress test: the macroeconomic adverse scenario, Francoforte, 17 Aprile 2014.

Ricordiamo nuovamente, poi, prima di passare all’analisi dei risultati del comprehensive assessment, che negli stress test sono stati integrati gli esiti derivanti dall'AQR; le principali integrazioni hanno riguardato l’ammontare dello stock iniziale di esposizioni performing e non performing, i parametri di rischio, il patrimonio a disposizione della banca per far fronte alle ulteriori perdite attese nell’orizzonte temporale dell’esercizio di stress. Ciò ha assunto particolare rilievo nei casi in cui la revisione della qualità degli attivi ha evidenziato esigenze di accantonamenti aggiuntivi, poiché questi andavano a decurtare il valore di partenza del patrimonio utilizzato nello stress test e accrescevano le stime di perdita lungo l’orizzonte temporale dell’esercizio (2014-2016). Infine, come per l’AQR, la robustezza dei risultati dello stress test è stata valutata mediante un severo processo di quality assurance. Questo aveva l'obiettivo di verificare sia la corretta applicazione della metodologia prevista dall’EBA e delle ulteriori indicazioni fornite dalla BCE, sia il grado di coerenza tra i risultati presentati dalle banche e gli shocks ipotizzati. Con le banche che hanno mostrato disallineamenti rispetto alle

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metodologie EBA o ai benchmark fissati dalla BCE è stato avviato un confronto, che in più casi ha portato ad accrescere la severità dei risultati102.