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3. ANALISI EMPIRICA DEL PROCESSO DI RICAPITALIZZAZIONE SU UN CAMPIONE

3.2.1 ANALISI DELLE BANCHE “PEGGIORI”

3.2.1.3 Unicredit

Il Gruppo Unicredit ha risentito della grande crisi finanziaria del 2007-2011 e ha, perciò, provveduto nel corso degli anni a porre in essere una serie di interventi volti al rafforzamento patrimoniale che hanno allineato definitivamente i coefficienti patrimoniali di Unicredit ai migliori standard mondiali, permettendo alla banca di non ricorrere agli aiuti statali.

La quantificazione del fabbisogno di capitale per i cinque gruppi bancari italiani che hanno partecipato all’esercizio sul capitale svolto dall’EBA nel mese di ottobre del 2011 (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare e Unione di Banche Italiane) era di 15.366 milioni di euro. In particolare, per Unicredit l’ammontare era di 7.974 milioni di euro e quindi rappresentava più della metà del fabbisogno complessivo di tutti gruppi bancari italiani partecipanti.

Le banche italiane interessate dalla raccomandazione dell’EBA emessa subito dopo il Capital Exercise (l’8 dicembre 2011) avevano già avviato sin dai primi mesi del 2011 l’esecuzione di piani di rafforzamento del capitale al fine di rispettare i requisiti previsti dal nuovo Accordo di Basilea 3: Intesa San Paolo aveva effettuato un aumento di capitale per 5 miliardi di euro, il Banco Popolare per 2 miliardi, MPS per 2,1 miliardi (come già visto in precedenza) e UBI per 0,9 miliardi. Ha fatto eccezione Unicredit, che aveva rinviato all’approvazione del nuovo piano industriale la decisione di ricorrere al mercato del capitale di rischio, decisione poi effettivamente adottata a novembre del 2011.

Durante il primo trimestre del 2012, infatti, il Consiglio di Amministrazione di Unicredit ha proceduto ad un nuovo aumento di capitale per 7,5 miliardi di euro e, data la fase congiunturale negativa in cui si trovava l’intero settore bancario italiano oltre che europeo, al fine di attrarre gli investitori alla sottoscrizione il Gruppo ha fissato un prezzo di emissione delle nuove azioni a un livello largamente inferiore a quello di mercato. L’operazione è andata complessivamente a buon fine. Tuttavia, si è registrata una forte tensione ribassista sui diritti di opzione, fenomeno peraltro accentuato dal fatto che anche alcuni azionisti rilevanti si sono trovati nella condizione di non poter sottoscrivere l’aumento e sono stati costretti a cedere parte dei diritti di opzione loro assegnati a un prezzo fortemente scontato rispetto al valore teorico.

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Tra le misure di rafforzamento patrimoniale messe in atto nel 2012, vi sono stati anche:

₋ l’aumento di capitale a titolo gratuito di 2,983 miliardi di euro effettuato tramite l’inclusione delle azioni ordinarie sottostanti ai Cashes160 nel capitale sociale per

un totale di 2,373 miliardi di euro di euro e nella voce di patrimonio “Strumenti non innovativi di capitale” per un totale di 610 milioni di euro;

₋ L’emissione in data 27 marzo 2012 di azioni ordinarie promesse nell’ambito del Piano per le Risorse Strategiche del Gruppo, in seguito alla verifica del raggiungimento degli obiettivi di performance definiti nel Piano. A tal fine, il Consiglio ha deliberato un aumento di capitale gratuito di 276 mila euro.

Tutto ciò ha consentito di coprire lo shortfall di capitale emerso durante l’esercizio sul capitale e con un Core Tier 1 pari al 10,4% a fine giugno 2012 il Gruppo Unicredit si è posizionato ben al di sopra del requisito del 9% tenuto conto del sovereign buffer così come definito nella Raccomandazione EBA del dicembre 2011.

Durante l’esercizio 2013, inoltre, è stata messa in atto una nuova operazione di rafforzamento patrimoniale per un importo di 6,908 milioni di euro in seguito alla constatazione del raggiungimento degli obiettivi di performance definiti nel “Piano azionario per talenti e altre risorse

strategiche di Gruppo” e nel “Sistema di Incentivazione per gli Executive di Gruppo 2011” approvati dall’Assemblea dei Soci nel 2011.

Tuttavia, come si può notare dal prospetto di composizione del Patrimonio di Vigilanza (Tabella 3.11), nel 2013 quest’ultimo ha registrato un brusco calo di circa 4.4 milioni di euro (-7%), attestandosi su un valore di 57.652,2 milioni di euro contro i 62.018,4 milioni di euro di fine esercizio 2012. Il principale motivo di tale riduzione è da ricercare all’interno del Patrimonio di Base, il quale si è ridotto di 6 milioni rispetto al 2013 soprattutto a causa di una sostanziale diminuzione del sovrapprezzo di emissione (principalmente a causa del ripianamento per 6.349 milioni di euro della perdita d'esercizio risultante dal bilancio al 31.12.2011) e degli strumenti innovativi e non di capitale, oltre che per il fatto che l’esercizio ha chiuso in perdita rispetto all’anno precedente (-14.509 milioni di euro). Un contributo

160 I CASHES erano strumenti di tipo equity linked, emessi per un controvalore di euro 2.983.000.000 nel mese di febbraio 2009 da The Bank of New York (Luxembourg) S.A. con scadenza al 15 dicembre 2050 e convertibili, a determinate condizioni, in azioni ordinarie di UniCredit S.p.A.

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positivo, seppur piccolissimo, al Patrimonio di Vigilanza, invece, è pervenuto dal Patrimonio Supplementare che è aumentato di circa 571 mila euro rispetto al 2012.

Tabella 3.11 – Prospetto di composizione del Patrimonio di Vigilanza di UNICREDIT (in migliaia di €)

Patrimonio di Vigilanza Esercizio

2013

Esercizio 2012

Patrimonio di Base (Tier 1)

Elementi positivi 68.594.305 67.864.770

Capitale 19.386.178 19.381.894

Sovrapprezzo di emissione 25.130.293 34.625.414

Riserve 20.698.063 10.860.704

Strumenti innovativi e non innovativi di capitale con

scadenza 324.977 331.540

Strumenti non innovativi di capitale 609.085 609.085

Strumenti oggetto di disposizioni transitorie 1.120.130 1.613.252

Utile del periodo - 422.908

Filtri prudenziali: increm. del Patrimonio di Base 1.325.559 19.973

Elementi negativi - 23.437.745 - 16.017.772

Azioni o quote proprie - 3.959 -5.255

Avviamento - 4.146.113 - 12.599.831

Altre immobilizzazioni immateriali -1.853.038 - 3.251.496

Perdite del periodo -14.509.576 -

Altri elementi negativi - 1.414.756 -

Filtri prudenziali: decrem. del Patrimonio di Base - 1.510.303 - 161.190 Deduzioni (50% dal Patrim. di Base e 50% del Patrim.

Suppl. - 2.419.307 - 2.978.723

Totale del Patrimonio di Base 42.737.233 48.868.274

Patrimonio Supplementare (Tier 2)

Elementi positivi 19.561.560 18.350.866

Riserva da valutazione di titoli disponibili per la vendita 487.409 222.383 Strumenti ibridi di patrimonializzazione 1.768.431 2.031.977

Passività subordinate 15.138.596 14.573.454

Eccedenza rettifiche di valore complessive rispetto alle

perdite attese 1.889.559 1.245.189

Altri elementi positivi 277.565 277.863

Elementi negativi - 2.228.328 - 1.029.540

Minusvalenze nette su partecipazioni -24.165 -43.751

Altri elementi negativi - 1.960.458 -874.597

Filtri prudenziali: decrem. del Patrimonio Supplementare - 243.705 - 111.192 Deduzioni (50% dal Patrim. di Base e 50% del Patrim.

Suppl.) - 2.419.307 - 2.978.723

Totale del Patrimonio Supplementare 14.913.926 14.342.603 Deduzioni dal Patrimonio di Base e Supplementare - - 1.192.483 Totale del Patrimonio di Vigilanza 57.651.159 62.018.395

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Per quanto riguarda infine i requisiti patrimoniali di Unicredit, questi, come si può vedere dal Grafico 3.10, sono decisamente peggiorati nel biennio 2012-2013. In particolare, il Tier 1 capital ratio è passato dall’11,4% nel 2012 al 10,9% nel 2013 e il Total capital ratio, che nel 2012 era pari al 14,52%, è passato al 13,61% nel 2013. Questo perchè la riduzione delle attività ponderate per il rischio da 427.127 milioni di euro nel 2012 a 423.739 milioni di euro nel 2013, grazie all’utilizzo di metodologie avanzate basate sui rating interni, non è stata sufficiente a compensare la drastica riduzione registrata dal Patrimonio di Base e, di conseguenza, dal Patrimonio di Vigilanza.

Tuttavia, i coefficienti patrimoniali raggiunti nel 2013 non sono assolutamente da giudicare negativamente, in quanto, nonostante il loro peggioramento, si sono comunque mantenuti ben al di sopra dei livelli minimi richiesti dal nuovo Accordo di Basilea.

Grafico 3.10 – Andamento dei coefficienti patrimoniali di UNICREDIT

Fonte: Elaborazione propria.

Tenendo in considerazione il fatto che dal primo gennaio 2014 i fondi propri ed i coefficienti patrimoniali sono stati calcolati avendo a riferimento i principi regolamentari di “Basilea 3” contenuti nel CRDIV package, si vedono adesso quali sono state le strategie di rafforzamento patrimoniale messe in atto dal Gruppo Unicredit, quali componenti del Patrimonio di Vigilanza hanno interessato e come quest’ultimo si è evoluto nel triennio 2014-2016.

11,44% 10,09% 14,52% 13,61% 0,00% 2,00% 4,00% 6,00% 8,00% 10,00% 12,00% 14,00% 16,00% 2012 2013

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Nel corso dell’esercizio 2014 Unicredit ha emesso due tipologie di strumenti Additional Tier 1. In data 27 marzo 2014, ha lanciato un’emissione di titoli perpetui denominati in dollari statunitensi per un totale di 1,25 miliardi di dollari e in data 3 settembre 2014 ha effettuato un emissione di titoli perpetui denominati in euro per un totale di 1 miliardo di euro. Entrambe le emissioni hanno incontrato un fortissimo interesse da parte degli investitori, con ordini per quasi 8 miliardi di dollari da parte di circa 450 investitori per i titoli denominati in dollari e ordini per quasi 2 miliardi di euro da parte di circa 180 investitori per i titoli denominati in euro.

Le operazioni effettuate nel 2014 che, invece, hanno impattato sul Common Equity Tier 1 capital facendolo aumentare sono state due e qui di seguito ne riportiamo il dettaglio:

₋ In data 11 marzo 2014 il CdA di Unicredit, in forza di delega conferita dall’ Assemblea Straordinaria del 2011 e da quella del 2012, ha deliberato un aumento di capitale per euro 28 milioni di euro mediante emissione di azioni ordinarie che sono state assegnate al personale delle banche e delle società del Gruppo;

₋ In seguito all’operazione di scrip dividend deliberata dall’Assemblea Straordinaria del 13 maggio 2014 ed eseguita mediante l’assegnazione di azioni ordinarie e di risparmio di nuova emissione agli azionisti aventi diritto al dividendo 2013 che non avessero optato per il pagamento in denaro, l’aumento di capitale è stato pari a euro 223 milioni di euro.

Queste operazioni hanno inevitabilmente contribuito al rafforzamento del Patrimonio di Base di Unicredit, il quale, anche in virtù di un elevato utile registrato nell’esercizio (pari a 1.311 milioni di euro), è passato da un valore di 42.737 milioni di euro a fine 2013 a un valore di 45.499 milioni di euro a fine 2014 (Tabella 3.12). I risultati complessivi della valutazione approfondita condotta dalla BCE in cooperazione con l'EBA e la Banca d'Italia (pubblicati il 26 ottobre 2014) avevano già evidenziato la solida posizione di capitale di Unicredit, la quale aveva superato ampiamente tutti i requisiti fissati nell’esercizio. L'impatto dell'Asset Quality Review sul CET1 ratio era stato molto contenuto (19 punti base) e come risultato del Comprehensive Assessment nello scenario avverso ipotizzato dallo stress test, il CET1 ratio si sarebbe attestato al 6,8% nel 2016 e quindi ben al di sopra della soglia

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minima richiesta (5,5%). Questo indice sarebbe salito al 7,8% se fossero state considerate anche le misure patrimoniali intraprese nei primi sei mesi del 2014 e gli utili non distribuiti in tale periodo.

Durante il 2015 e il 2016, il Gruppo ha messo in atto ulteriori piani di rafforzamento patrimoniale, ma mentre quelli del 2015, così come quelli del 2014, sono andati a buon fine avendo contribuito efficacemente all’incremento del capitale sociale e del Patrimonio Supplementare del Gruppo161, quelli del 2016 non hanno avuto lo stesso

successo.

La consistente variazione negativa subita dal Common Equity Tier 1 capital, che da un valore di 41.375 milioni di euro nel 2015 è passato a un valore di 31.537 milioni di euro nel 2016, ha fatto riferimento principalmente all’ammontare totale degli aggiustamenti regolamentari operati allo stesso (con un peso rilevante della perdita d’esercizio pari a 11.790 milioni di euro) e alla riduzione della voce “Strumenti di capitale e relative riserve sovrapprezzo azioni” del prospetto di composizione del Patrimonio di Vigilanza (Tabella 3.12) rispetto agli anni precedenti. Relativamente al cambiamento subito da quest’ultima voce di patrimonio, bisogna precisare che durante l’anno sono state effettuate le due seguenti operazioni di ricapitalizzazione: - un aumento di capitale pari a 548 milioni di euro connesso all’operazione di

scrip dividend deliberata dall’Assemblea Straordinaria del 14 aprile 2016 ed eseguita mediante assegnazione di azioni ordinarie agli azionisti aventi diritto al dividendo del 2015 che non avessero optato per il pagamento in denaro;

- un aumento gratuito di capitale mediante emissione di azioni da assegnare ai dipendenti per piani incentivazione, per 41 milioni di euro.

Tuttavia, gli effetti positivi che tali operazioni avrebbero senz’altro apportato al capitale sociale sono stati più che compensati da una riduzione delle riserve sovrapprezzo per 1.592 milioni di euro ai fini della copertura perdita dell’esercizio 2015 della Capogruppo Unicredit SpA.

In definitiva, il crollo del Common Equity Tier 1 capital, e di conseguenza del Patrimonio di Base, ha costituito la principale causa del peggioramento dell’intero

161 In data 10 febbraio 2015 UniCredit S.p.A. ha iniziato il collocamento attraverso il proprio network Retail e Private di un’emissione di strumenti Tier 2, denominati in euro, ed è stato collocato l’ammontare massimo previsto, pari a 2,5 miliardi di euro. In data 9 aprile 2015 il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha deliberato un aumento di capitale per euro 54,744 milioni di euro mediante emissione di n.16.313.933 azioni ordinarie che sono state assegnate al personale di UniCredit, delle Banche e delle Società del Gruppo e a seguito dell’operazione di scrip dividend deliberata dall’Assemblea Straordinaria del 13 maggio 2015 l’aumento di capitale complessivo è stato pari a euro 297,149 milioni di euro corrispondenti a n. 87.534.728 azioni ordinarie e n. 31.364 azioni di risparmio.

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Patrimonio di Vigilanza, che da valori di 54.856 e 55.579 milioni di euro, rispettivamente nel 2014 e nel 2015, è passato a un valore di 45.150 milioni di euro. Anche l’ammontare dell’Additional Tier 1 capital e del Patrimonio supplementare hanno contribuito, anche se in minor misura rispetto al Common Equity Tier 1 capital, alla riduzione del Patrimonio di Vigilanza e ciò è stato dovuto principalmente al fatto che nel 2016 è aumentato l’ammontare delle rettifiche regolamentari operate sull’AT1, il che ha vanificato l’emissione di strumenti Additional Tier 1 denominati in euro effettuata in data 14 dicembre 2016 per un totale di 500 milioni, e al fatto che a compensazione dell’emissione di titoli Tier 2 denominati in euro effettuata in data 26 maggio 2016 per un totale di 750 milioni vi sono state la riduzione connessa all’offerta pubblica di acquisto dello strumento con codice ISIN XS0618847775 e la riduzione per effetto dell’ammortamento regolamentare per complessivi 633 milioni di euro.

Tutto ciò si è riflesso anche sui coefficienti patrimoniali del Gruppo (Grafico 3.11), i quali hanno beneficiato dell’effetto positivo di un denominatore (RWA) decrescente nel corso del triennio 2014-2016162 solo per l’anno 2015, con un

incremento di 0,33 punti percentuali per il CET1 ratio, di 0,38 punti percentuali per il T1 ratio e di 0,82 punti percentuali per il Total Capital ratio rispetto ai valori del 2014, mentre nel 2016 l’influenza negativa di componenti di patrimonio in netto ribasso rispetto a quelle del 2014 e del 2015 ha più che compensato l’impatto positivo di un’ulteriore riduzione dei RWA (pari a -3.464 milioni di euro) rispetto al 2015, portando a un CET1 ratio dell’8,15%, un T1 ratio del 9,4% e un Total Capital ratio dell’11,66%.

Questi valori sono risultati appena in linea con i requisiti minimi di capitale previsti da Basilea 3, ma non hanno consentito di rispettare il requisito patrimoniale su base consolidata pari al 9,75% del Capitale Primario di Classe 1 fissato dalla BCE a seguito dello SREP a partire dal 1° gennaio 2016. In aggiunta al requisito SREP, inoltre, sono state applicate a partire dall’1 gennaio 2016 la riserva per gli enti a rilevanza sistemica globale (G-SII buffer) pari allo 0,25% su base transitoria, il cui livello sarebbe stato incrementato di 0,25% per anno, raggiungendo l’1% su base “fully loaded” nel 2019, e la riserva di capitale anticiclica pari allo 0,005% del CET1.

160

A seguito del fatto che in data 22 gennaio 2016 la Banca d’Italia ha identificato il Gruppo Unicredit come istituzione a rilevanza sistemica nazionale (Other Systemically Important Institution, O-SII), essa ha altresì deciso di applicare al Gruppo una riserva di capitale aggiuntiva (O-SII buffer) pari allo 0% per il 2016. In definitiva possiamo dire che le numerose e cospicue strategie di rafforzamento patrimoniale messe in atto dal Gruppo (Tabella 3.13) si sono rivelate poco efficaci, dato che i capital ratios al 31 dicembre 2016 si sono mostrati appena in linea con quanto previsto dalla normativa.

Tabella 3.12 – Prospetto di composizione del Patrimonio di Vigilanza di UNICREDIT (in migliaia di €)

Esercizio 2016 Esercizio 2015 Esercizio 2014

Capitale primario di classe 1 (CET1)

Strumenti di capitale e relative

riserve sovrapprezzo azioni 34.584.702 35.551.968 35.222.805 Utili non distribuiti 12.149.020 8.832.404 6.761.164 Altre componenti di CE

complessivamente accumulate 1.365.457 1.445.584 2.854.356 Interessi di minoranza 2.392.084 2.306.733 2.640.565 Utili di periodo verificati da

persone indipendenti al netto di tutti gli oneri o dividendi prevedibili

- 988.058 1.311.828

Capitale primario di classe 1 prima degli aggiustamenti

regolamentari 50.491.263 49.124.747 48.790.718

Aggiustamenti regolamentari

totali dal CET1 -18.954.061 -7.749.589 -6.793.030

Totale del Capitale primario

di classe 1 31.537.202 41.375.158 41.997.688

Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1)

Strumenti di capitale e relative

riserve sovrapprezzo azioni 2.383.463 1.888.463 1.888.463 Importo degli elementi

ammissibili di cui all'articolo 484 e le relative riserve sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva dal capitale aggiuntivo di classe 1

1.348.890 1.713.073 1.847.115

Capitale di classe 1 ammissibile incluso nel capitale aggiuntivo di classe 1 consolidato

- - 171.313

Capitale aggiuntivo di classe 1 prima degli aggiustamenti

regolamentari 3.732.353 3.601.536 3.906.891

Aggiustamenti regolamentari

totali all’AT1 -264.705 -56.630 -405.280

Totale del Capitale

161

Totale del Patrimonio di

Base (T1=CET1+AT1) 35.004.850 44.920.064 45.499.299

Patrimonio supplementare (T2)

Strumenti di capitale e relative

riserve sovrapprezzo azioni 8.204.682 8.322.296 7.087.380 Importo degli elementi

ammissibili di cui all'articolo 484 e le relative riserve sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva dal capitale di classe 2

1.073.554 1.789.267 2.089.642

Strumenti di fondi propri ammissibili inclusi nel patrimonio supplementare consolidato emessi da filiazioni e detenuti da terzi

876.271 1.143.526 1.371.550

Rettifiche di valore su crediti 904.784 18.830 -

Patrimonio Supplementare prima degli aggiustamenti

regolamentari 11.059.291 11.273.919 10.548.572

Aggiustamenti regolamentari

totali al T2 -914.374 -615.303 -1.191.064

Totale del Patrimonio

Supplementare 10.144.917 10.658.616 9.357.508

Totale del Patrimonio di

Vigilanza 45.149.767 55.578.680 54.856.807

Grafico 3.11 – Andamento dei coefficienti patrimoniali di UNICREDIT

Fonte: Elaborazione propria.

10,26% 10,59% 8,15% 11,12% 11,50% 9,04% 13,41% 14,23% 11,66% 6,00% 7,00% 8,00% 9,00% 10,00% 11,00% 12,00% 13,00% 14,00% 15,00% 2014 2015 2016

162 Tabella 3.13 - Dettaglio operazioni di rafforzamento patrimoniale nel periodo 2012-

2016

Tipologia di

strumento Data Descrizione

Apporto al patrimonio di vigilanza (€/migliaia) Azioni ordinarie 14 Febbraio 2012

Aumento di capitale a pagamento con offerta in opzione di 3.859.602.938 azioni al prezzo di sottoscrizione 1,943 euro ciascuna. Rapporto di assegnazione: 2 azioni ordinarie ogni 1 azione ordinaria

e/o di risparmio posseduta.

7.499.209

Azioni ordinarie

28 Febbraio 2012

Aumento di capitale a titolo gratuito tramite capitalizzazione della riserva sovrapprezzo delle

azioni sottostanti ai Cashes.

2.373.915

Azioni

ordinarie 27 Marzo 2012

Aumento di capitale a titolo gratuito corrispondente a 84.023

azioni ordinarie.

277 Azioni

ordinarie 15 Marzo 2013

Aumento di capitale a titolo gratuito corrispondente a 2.097.587

azioni ordinarie.

6.907

Azioni

ordinarie 11 Marzo 2014

Aumento di capitale a pagamento corrispondente a 8.498.340 azioni ordinarie assegnate al personale delle Banche e delle Società del

Gruppo.

28.143

Titoli AT1 27 Marzo 2014

Emissione di strumenti Additional Tier 1 perpetui, denominati in USD, con cedola semestrale a tasso

fisso per i primi 10 anni pari all’8% annuo. 1.250.000 Azioni ordinarie e di risparmio 13 Maggio 2014

Aumento di capitale ai fini di un’operazione di scrip dividend mediante emissione di 65.621.091 azioni ordinarie e 25.415 azioni di

risparmio.

222.774

Titoli AT1 3 Settembre 2014

Emissione di strumenti Additional Tier 1 perpetui, denominati in EUR, con cedola semestrale a tasso

fisso per i primi 7 anni pari al 6,75% annuo.

1.000.000

Titoli T2 10 Febbraio 2015

Emissione di strumenti Tier 2, denominati in euro, con cedole a

tasso variabile pari a 3 mesi Euribor + 275 basis points.

2.500.000

Azioni

ordinarie 9 Aprile 2015

Aumento di capitale a pagamento corrispondente a 16.313.933 azioni

ordinarie assegnate al personale delle Banche e delle Società del

Gruppo.

54.744

Azioni

ordinarie e 13 Maggio 2015

Aumento di capitale ai fini di

163 di risparmio mediante emissione di 87.534.728

azioni ordinarie e 31.364 azioni di risparmio.

Azioni

ordinarie 9 Febbraio 2016

Aumento di capitale a pagamento corrispondente a 11.993.660 azioni

ordinarie assegnate al personale delle Banche e delle Società del

Gruppo. 40.674 Azioni ordinarie e di risparmio 14 Aprile 2016

Aumento di capitale ai fini di un’operazione di scrip dividend mediante emissione di 198.646.706

azioni ordinarie e 44.219 azioni di risparmio.

548.552

Titoli T2 26 Maggio 2016

Emissione di strumenti Tier 2, denominati in EUR, con cedola

annuale a tasso fisso pari al 4,375% annuo.

750.000

Titoli AT1 14 Dicembre 2016

Emissione di strumenti Additional Tier 1 perpetui, denominati in EUR, con cedola semestrale a tasso

fisso per i primi 5,5 anni pari al 9,25% annuo.

500.000

Analisi della correlazione tra CET1 ratio e indici di performance e di rischiosità di Unicredit

Dalla Tabella 3.14 e dal Grafico 3.12 si può notare una forte correlazione positiva tra CET1 ratio e gli indici di redditività ROE e ROA (rispettivamente, ρ=0,85 e ρ=0,77). Tuttavia, la pendenza più elevata della retta di regressione CET1-ROE (βᵢ=12,63), rispetto a quella CET1-ROA (βᵢ=0,67), suggerisce una maggiore sensibilità del ROE rispetto al ROA al variare del CET1 ratio.

Inoltre, dai valori assunti dall’ R² si deduce che circa il 70% della variazione del ROE e il 60% della variazione del ROA può essere spiegato dalla variazione del CET1 ratio.

Ciò è ben visibile soprattutto negli anni 2013 e 2016, in cui, a fronte di un’ingente perdita registrata in entrambi gli esercizi (13.965 milioni di euro nel 2013 e 11.790 milioni di euro nel 2016), la redditività è crollata provocando anche un peggioramento nella capitalizzazione della Banca.

Tali risultati sembrano essere in linea con quelli di Witowschi e Luca (2016), i quali hanno riscontrato che anche la redditività è una fonte di capitale e contribuisce al miglioramento dei rapporti patrimoniali.

164 Tabella 3.14 - Risultati regressione lineare CET1 – ROE e CET1-ROA

CET1 ratio (X, variabile indipendente) ROE (Y1, variabile dipendente) ROA (Y2, variabile dipendente) Risultati CET1- ROE: Risultati CET1- ROA: 2012 10,84% 1,51% 0,09% βᵢ=12,63 βᵢ=0,6739 2013 9,60% -25,76% -1,65% β₀=-1,334 β₀=-0,071 2014 10,26% 4,18% 0,28% R²=0,726 R²=0,6031 2015 10,59% 3,41% 0,24% ρ=0,85212 ρ=0,7765 2016 8,15% -26,36% -1,32%

Una forte correlazione positiva è stata riscontrata anche tra NPL ratio e CET1 ratio, infatti il coefficiente di correlazione è pari a 0,89 e circa l’80% della variazione del primo può essere spiegata dalla variazione del secondo. Di contro, la pendenza della retta di regressione si presenta piuttosto bassa (0,99), sinonimo di una scarsa sensibilità tra le due variabili.

Si nota come anche per la correlazione tra CET1 ratio e NPL ratio i dati più significativi siano quelli del 2013 e del 2016, anni in cui a fronte di una riduzione