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2. IMPLEMENTAZIONE ED EFFETTI DEL NUOVO QUADRO REGOLAMENTARE: LA

2.3 FOCUS SUGLI STRESS TEST DELL’EBA: CARATTERISTICHE E RISULTATI

2.3.1 STRESS TEST 2011

All’inizio del 2010, con l’emergere delle prime tensioni sul mercato dei titoli di alcuni paesi dell’area euro con gravi squilibri di finanza pubblica (in particolare, Grecia, Irlanda e Portogallo), le Autorità di vigilanza sulla stabilità del sistema bancario hanno effettuato degli stress test per valutare l’adeguatezza del patrimonio di vigilanza, utilizzando esplicite previsioni di deterioramento della qualità delle esposizioni verso il settore pubblico.

Nel primo stress test sul settore bancario europeo, condotto nel luglio del 2010 dal CEBS, si simulava l’effetto di un aumento del rischio sovrano, prendendo in considerazione solo le esposizioni da titoli detenuti per finalità di negoziazione (cosiddetto trading book). I risultati indicavano una necessità di ricapitalizzazione per circa 3,5 miliardi di euro.

L’effettiva portata e le dimensioni sistemiche della crisi del debito sovrano si sono tuttavia manifestate in tutta la loro gravità solo a metà del 2011, quando i crescenti dubbi sulla possibilità di addivenire ad una soluzione ordinata di ristrutturazione del debito della Grecia hanno determinato un effetto di contagio e di propagazione delle turbolenze ad altri grandi paesi dell’Unione.

In tale contesto si è inscritto il secondo esercizio di stress test sul settore bancario europeo, condotto dall’EBA nel luglio del 2011, ipotizzando haircut più rilevanti sulle esposizioni verso il debito sovrano per tenere conto del progressivo aggravamento della crisi. Esso tuttavia, come il precedente, includeva solo le esposizioni verso il debito sovrano iscritte nel trading book, pur considerando maggiori accantonamenti per quelle esposizioni iscritte nel banking book.

La prova di stress del 2011 è stata condotta su un campione di 91107 banche di 21 paesi dell’UE, che coprivano oltre il 65 % delle attività complessive del sistema bancario dell’UE e almeno il 50% dei settori bancari nazionali di ciascuno Stato membro dell’Unione, con l’obiettivo di valutare la resilienza del sistema bancario e la solvibilità dei singoli istituti. La solvibilità delle banche è stata valutata in relazione ad un parametro definito con riferimento al capitale di base di classe 1 (Core Tier 1 capital), fissato al 5% delle attività ponderate per il rischio, che a

107 I risultati pubblicati riguardavano solamente 90 banche. A causa di un disaccordo sulla definizione di capitale di base di classe 1 (core Tier 1 capital), una banca non ha autorizzato l’ABE a pubblicare i risultati calcolati da quest’ultima.

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differenza del Tier 1, utilizzato nello stress test del 2010, escludeva alcuni tipi di attività consentite. L’utilizzo di una soglia più elevata rispetto al minimo previsto da Basilea 3 (4,5% di CET1) è stato considerato necessario al fine di ripristinare la credibilità e la fiducia nel settore bancario.

In termini di metodologie e approcci, invece, il test di stress dell’EBA del 2011 è molto simile a quello del CEBS del 2010, in quanto entrambi hanno effettuato un test discendente, di tipo top-down. Inoltre, il focus dell'esercizio 2011, come nel 2010, è stato principalmente sui rischi di credito e di mercato per comprendere specifiche debolezze nella solvibilità delle banche.

Sia il trading book che il banking book (incluse le esposizioni fuori bilancio), sono stati assoggettati all’esercizio di stress considerando il più alto livello di consolidamento del gruppo bancario. Particolare attenzione è stata posta anche sull’evoluzione dei costi di funding connessi alla specifica struttura finanziaria delle banche analizzate, valutando l’impatto che lo stress sulle esposizioni sovrane avrebbe potuto avere sugli stessi, mentre un’attenzione quasi nulla è stata rivolta al rischio operativo e a quello di liquidità.

Per quanto riguarda l’orizzonte temporale della prova di stress, essa si è basata sui dati alla chiusura del bilancio consolidato del 2010 e le proiezioni degli scenari ipotizzati hanno riguardato il biennio 2011-2012108. A tal proposito, la Commissione Europea e l'ESRB hanno provveduto a elaborare rispettivamente gli scenari macroeconomici di base e avverso.

Lo scenario di base si basava principalmente sulla Previsione della Commissione Europea per l'autunno 2010109. Lo scenario avverso sviluppato dall’ESRB, invece, si fondava su tre elementi:

- una serie di shock europei - soprattutto legati alla persistenza della crisi del debito sovrano in corso;

- uno shock mondiale negativo della domanda proveniente dagli Stati Uniti; e - una svalutazione del dollaro nei confronti di tutte le valute110.

Considerando le ipotesi alla base degli scenari del test di stress 2011:

108 European Banking Authority, 2011 EU-Wide Stress Test: Methodological Note, 18 Marzo 2011. 109 European Commission, European Economic Forecast - Autumn 2010 n°7/2010, Bruxelles, Settembre 2010.

110 European Central Bank, Macroeconomic adverse scenario for the 2011 EU-wide stress-test: specification and results, 18 Marzo 2011.

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- La crescita del PIL per lo scenario base era prevista pari all’1,5% nel 2011 e all’1,8% nel 2012 nell’UE e all’1,7% nel 2011 e al 2% nel 2012 nell’area euro; per lo scenario avverso, invece, si sarebbe registrato un calo del PIL reale nell'UE di 0,4 punti percentuali nel 2011, con una crescita zero nel 2012 nell’UE e una crescita negativa pari a -0,5% nel 2011 e a -0,2% nel 2012 nell’area euro; - Il tasso di disoccupazione nello scenario base si sarebbe ridotto nel periodo

2011-2012 passando da 9,5 a 9,1 punti percentuali per l’UE e da 10 a 9,6 punti percentuali per l’area euro; nello scenario avverso, esso avrebbe raggiunto valori pari al 10% nel 2011 e al 10,5% nel 2012 nell’UE e al 10,3% e 10,8% nell’area euro;

- L'inflazione nello scenario base avrebbe raggiunto un valore del 2,1% nel 2011 e dell’1,8% nel 2012 per l’UE e dell’1,8% nel 2011 e dell’1,7% nel 2012 per l’area euro; nello scenario avverso, invece, per Unione europea si sarebbe attestata all'1,5% nel 2011 e allo 0,5% nel 2012, contro l'1,3% e lo 0,6% nell'area dell'euro nei due anni111.

Combinando gli effetti degli shock e dei risultati specifici dell'UE con l'ambiente esterno, l'effetto complessivo previsto dallo scenario avverso è stato quello di una riduzione della crescita del PIL reale dell'UE e dell'area dell'euro, per circa due punti percentuali, sia nel 2011 che nel 2012, mentre il tasso di inflazione e quello di disoccupazione avrebbero sì registrato uno sviluppo negativo nello scenario avverso (il primo in riduzione e il secondo in aumento), ma la deviazione complessiva rispetto allo scenario base sarebbe stata inferiore rispetto a quella del PIL (Tabella 2.4).

Ulteriori assunzioni alla base della prova di stress sono state quelle di: - bilancio statico;

- crescita zero;

- business mix costante.

Tuttavia, è stato previsto che piani di ristrutturazione concordati con la Commissione Europea o altri accordi o piani giuridicamente vincolanti pubblicamente divulgati prima del 30 aprile 2011 e che fossero stati svolti nell'orizzonte temporale dell'esercizio (2011-2012), sarebbero stati incorporati nella valutazione. Inoltre, l'esercizio avrebbe tenuto in considerazione le misure di

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sostegno pubblico del capitale e le garanzie sugli assets ricevute dalle istituzioni nel campione realizzate entro il 30 aprile 2011.

Tabella 2.4 – Scenari macroeconomici (valori percentuali)

Scenario di base Deviazione Scenario avvero

2011 2012 2011 2012 2011 2012

Tasso di crescita del PIL reale Unione Europea 1,7 2,0 -2,1 -2,0 -0,4 0,0 Area euro 1,5 1,8 -2,0 -2,0 -0,5 -0,2 Tasso di inflazione Unione Europea 2,1 1,8 -0,6 -1,3 1,5 0,5 Area euro 1,8 1,7 -0,5 -1,1 1,3 0,6 Tasso di disoccupazione Unione Europea 9,5 9,1 0,5 1,4 10,0 10,5 Area euro 10,0 9,6 0,3 1,2 10,3 10,8

Fonte: Elaborazione propria su dati European Banking Authority, 2011 EU-Wide Stress Test: Methodological Note, Marzo 2011.

Il 15 luglio 2011 l'EBA ha pubblicato i risultati dello stress test. Il campione di 90 banche ha iniziato l'esercizio con posizioni di capitale rafforzate. Nel complesso, il campione delle banche presentava un rapporto patrimoniale medio (Core Tier 1 ratio) dell'8,9% alla fine del 2010, che rappresentava circa il 95% del Tier 1 Capital. Tale cifra comprendeva circa 160 miliardi di euro di supporti governativi, di cui 103 miliardi di euro erano costituiti da capitale di qualità primaria e il resto da altri strumenti di capitale sottoscritti dai governi o da altri enti pubblici durante la crisi. Inoltre, a fine del 2010 sono stati aggiunti circa 50 miliardi di euro al capitale Core Tier 1 derivanti da utili non distribuiti dal 2010.

C’è da dire però che, nonostante i rafforzati coefficienti patrimoniali alla fine del 2010, tre banche hanno partecipato all’esercizio di stress con un CT1 ratio inferiore alla soglia del 5%. Se non si fosse tenuto conto delle misure di sostegno pubblico, l'immagine del 2010 sarebbe stata peggiore: diciotto banche avrebbero trovato il

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loro CT1 ratio al di sotto del 5%, con uno shortfall di capitale di circa 50 miliardi di euro112.

Sulla base delle sole informazioni di fine 2010, la prova di stress ha mostrato che 20 banche nello scenario avverso sarebbero scese al di sotto della soglia CT1 del 5% nell'orizzonte biennale dell'esercizio. Lo shortfall complessivo sarebbe stato di 26,8 miliardi di euro. Tuttavia, l'EBA ha consentito di considerare nei risultati le azioni sul capitale specifiche messe in atto nei primi quattro mesi del 2011 (entro la fine di Aprile). Le banche sono state quindi incentivate a rafforzare le proprie posizioni di capitale prima del test di stress: tra gennaio e aprile 2011 è stata aumentata una quota di circa 50 miliardi di euro di capitale e ciò è avvenuto attraverso:

- emissione di nuovo capitale sul mercato privato; - iniezioni governative di capitale;

- conversione di strumenti ibridi in Core Tier 1 capital; - piani di ristrutturazione approvati dalle autorità competenti.

Dopo la considerazione dei notevoli aumenti di capitale effettuati nel 2011, il test di stress ha mostrato che solo 8 banche (5 spagnole, 2 greche e 1 austriaca) hanno mostrato un CT1 ratio al di sotto della soglia del 5% nell'orizzonte dei due anni, con uno shortfall complessivo di CT1 capital di 2,5 miliardi di EUR. 16 banche, invece, hanno evidenziato un CT1 ratio tra il 5% e il 6%.

Lo scenario avverso ha avuto un impatto significativo sulle cifre di perdita (Grafico 2.10). Rispetto alla posizione iniziale del 2010, Il CT1 ratio medio è diminuito di 1,2 punti percentuali nello scenario avverso equivalente a circa 163 miliardi di euro di Core Tier 1 capital. Il più grande driver della diminuzione sono state le svalutazioni che da sole avrebbero portato a una riduzione del CT1 ratio di 3,6 punti percentuali se non fossero state compensate da altri elementi che invece hanno impattato positivamente sul CT1 ratio, tra cui il reddito pre-impairment. Rispetto allo scenario di base, inoltre, il CT1 avverso ha registrato una deviazione di 210 punti base (9,8% per baseline, 7,7% per adverse)113.

112 European Banking Authority, 2011 EU-wide stress test. Aggregate Report, 15 Luglio 2011. 113 European Banking Authority, 2011 EU-wide stress test. Aggregate Report, 15 Luglio 2011.

97 Grafico 2.10 – Evoluzione del Core Tier 1 ratio negli scenari macroeconomici

Fonte: European Banking Authority, 2011 EU-wide stress test. Aggregate Report, Luglio 2011.

Sulla base dei risultati del test di stress, l'EBA ha pubblicato la sua prima raccomandazione formale rivolta alle autorità nazionali di vigilanza, in base alla quale queste ultime avrebbero dovuto richiedere alle banche il cui Core Tier 1 ratio fosse stato al di sotto della soglia del 5% nello scenario avverso (8 in totale) di rimediare tempestivamente a questa mancanza di capitale, presentando loro entro tre mesi (entro il 15 ottobre 2011) un piano per ripristinare la posizione patrimoniale ad un livello almeno uguale al benchmark del 5%. Le misure correttive concordate con l'autorità competente dovevano essere pienamente attuate entro la fine del 2011. L'EBA in generale è stata soddisfatta dei progressi compiuti nell'adempimento della Raccomandazione del luglio 2011 tenendo presente che le azioni intraprese dalle banche hanno incluso il rafforzamento del capitale e un adeguato riassorbimento delle perdite, ma prendendo atto della futura introduzione dei nuovi requisiti patrimoniali ai sensi della direttiva CRDIV e della necessità futura di ripagare gli aiuti di Stato ricevuti, ha sottolineato la probabile esigenza di ulteriori rafforzamenti patrimoniali oltre l’orizzonte temporale della prova di stress.

Quest’ultima alla fine si è rivelata come più di un esercizio "pass-fail", in quanto anche alle banche al di sopra della soglia del 5% di CT1 ratio nello scenario avverso, ma con notevoli esposizioni ai debiti sovrani sarebbe stato richiesto di

8,9% 9,8% 8,9% 7,7% 0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0% 12,0% 2010 2011 2012

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intraprendere azioni correttive entro metà aprile del 2012, ma queste sarebbero state seguite nell’ambito della seconda Raccomandazione dell’8 Dicembre 2011114. Difatti, una critica cui sono stati sottoposti gli stress test del 2011 è stata quella di essere stati troppo lievi e non aver sufficientemente preso in considerazione importanti fattori di rischio, come il rischio sovrano, in quanto si sono concentrati principalmente sul trading book anziché sul banking book in cui esisteva la maggior parte delle esposizioni sovrane. È per questo che con l’acuirsi della crisi del debito sovrano, il 26 Ottobre 2011 l’EBA ha condotto un esercizio di capitalizzazione (Capital Exercise) su 71 banche, che non si è presentato come un’ulteriore stress test, ma è stato finalizzato alla valutazione delle esigenze di ricapitalizzazione delle banche dopo la rivalutazione prudenziale delle esposizioni al debito sovrano applicando una soglia di capitale superiore fissata al 9% del CT1.

L’esercizio di ricapitalizzazione insieme alla Raccomandazione dell’8 dicembre 2011 hanno aumentato efficacemente i risultati degli stress test del 2011115.