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2. IMPLEMENTAZIONE ED EFFETTI DEL NUOVO QUADRO REGOLAMENTARE: LA

2.3 FOCUS SUGLI STRESS TEST DELL’EBA: CARATTERISTICHE E RISULTATI

2.3.3 STRESS TEST 2016

L’obiettivo di uno stress test è sempre quello di valutare in modo coerente la robustezza del sistema bancario e delle maggiori banche europee a uno scenario ipotetico avverso, ma negli anni passati la ragione principale della conduzione dello stesso è stata quella di individuare i deficit di capitale ed è stato utilizzato come uno strumento per spingere le banche a rafforzare la propria situazione patrimoniale nella consapevolezza che il sistema bancario europeo si trovasse in una situazione di fragilità e dovesse ricapitalizzarsi. Nello stress test del 2016, invece, si è trattato principalmente di individuare le vulnerabilità rimaste e di trovare delle soluzioni sostenibili, dando un input alle valutazioni di vigilanza sui piani patrimoniali a medio termine delle banche. Questo cambiamento si è riflesso nell’eliminazione della soglia al di sotto della quale le banche falliscono e al di sopra della quale sono considerate promosse. Difatti, diversamente dalle prove di stress del 2011 e del 2014, lo stress test del 2016 non è stato di tipo “pass/fail”, in quanto non ha stabilito una soglia minima di capitale da rispettare attraverso immediate misure di rafforzamento patrimoniale. I risultati hanno rappresentato solamente uno degli elementi per la quantificazione del capitale di Secondo Pilastro (Pillar 2) in esito al Processo di revisione e controllo prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP123), in cui le autorità di vigilanza esaminano i profili di rischio individuali e i livelli di capitalizzazione delle banche. Analogamente agli esercizi condotti in passato, invece, l’EBA ha adottato il principio del bilancio statico e quindi al fine di valutare la solidità delle banche sottoposte all’esercizio secondo un quadro analitico comune e in base a informazioni comparabili, l’approccio ha trascurato volutamente le azioni che le banche avrebbero potuto mettere in atto nel corso del triennio per attenuare gli effetti negativi degli shock. In particolare, non è stata presa in considerazione alcuna misura del capitale adottata dopo la data di riferimento del 31 dicembre 2015 e non ci sono state esenzioni dall'assunto di bilancio statico.

L'esercizio di stress test si è basato su una metodologia e scenari comuni ed è stato accompagnato da modelli armonizzati che hanno catturato i dati di partenza e i risultati del test di stress al fine di consentire una valutazione rigorosa e un

123 Lo SREP, in Italiano Processo di revisione e valutazione prudenziale, è un momento fondamentale dell’attività di vigilanza che consiste nel sintetizzare i risultati emersi dall’analisi per un dato anno e nell’indicare alla banca le azioni da intraprendere.

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confronto tra le banche coinvolte. L'EBA è stata responsabile del coordinamento dell'esercizio e della diffusione finale dei risultati in linea con il suo impegno a rafforzare la trasparenza del settore bancario dell'UE. Le autorità di vigilanza nazionali, invece, sono state responsabili dell’assicurazione della qualità dei risultati e di tutte le misure di sorveglianza necessarie nell'ambito dello SREP.

Per essere incluse nel campione, le banche dovevano avere un minimo di 30 miliardi di euro di attività e questo ha comportato che il numero delle banche coinvolte nella valutazione risultasse inferiore rispetto al 2014 (all’epoca hanno partecipato al test 123 banche) e pari a 51 banche che coprivano circa il 70% delle attività bancarie nell’area dell’euro, domiciliate in 15 paesi dello Spazio Economico Europeo, 37 nell’area dell’euro e 14 in Danimarca, Ungheria, Norvegia, Polonia, Svezia e Regno Unito. Le novità sono state anche di natura operativa e hanno fatto riferimento a tre nuove tipologie di rischio prese in considerazione, oltre al rischio di mercato, di credito e al costo del funding: il cosiddetto conduct risk (il rischio che comportamenti fraudolenti determinino sanzioni o costi per l’istituto), il rischio valutario, cioè l’impatto dell’oscillazione delle valute sulla qualità del credito in valuta estera, e il rischio tassi d’interesse, che valuta l’influenza di tassi d’interesse nulli o negativi sulla redditività della banca.

L'approccio è stato quello di uno stress test vincolato di tipo bottom-up, vale a dire che le banche sono state tenute a proiettare l'impatto degli scenari definiti, ma questi sono stati assoggettati a rigorosi vincoli, nonché a un esame approfondito da parte delle autorità competenti124.

Inoltre, la simulazione è stata condotta a partire dai dati di bilancio delle banche di fine 2015 e gli scenari macroeconomici comuni sono stati applicati in un arco temporale di 3 anni, dalla fine del 2015 alla fine del 2018. Lo scenario di base (baseline) è stato ripreso dalle previsioni della Commissione europea formulate nell’autunno 2015125, mentre lo scenario avverso (adverse) è stato definito dall’ESRB126.

Le ipotesi alla base degli scenari dello stress test del 2016 (Tabella 2.5) sono state quelle di:

124 European Banking Authority, 2016 EU‐Wide Stress Test. Methodological Note, 24 Febbraio 2016. 125 European Commission, European Economic Forecast - Autumn 2015 n°11/2015, Bruxelles, Novembre 2015.

126 European Systemic Risk Board, Adverse macro-financial scenario for the EBA 2016 EU-wide bank stress testing exercise, 29 Gennaio 2016.

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- crescita del PIL per lo scenario di base ad un livello del 2,0% nel 2016, al 2,1% nel 2017 e all'1,7% nel 2018 nell’UE e all’1,8% nel 2016, 1,9% nel 2017 e 1,7% nel 2018 nell’area euro; nello scenario avverso, il PIL dell’UE si sarebbe ridotto dell’1,2% nel 2016, dell’1,3% nel 2017 e dello 0,7% nel 2018, mentre nell’area euro la riduzione sarebbe stata dell’1% nel 2016, dell’1,3% nel 2017 e dello 0,6% nel 2018;

- tasso di disoccupazione per lo scenario base del 9,2% nel 2016, 8,9% nel 2017 e 8,9% nel 2018 nell’UE e del 10,6% nel 2016, del 10,3% nel 2017 e del 10,1% nel 2018 nell’area euro; nello scenario avverso, il tasso di disoccupazione dell’UE sarebbe stato del 9,9% nel 2016, del 10,8% nel 2017 e l'11,6% nel 2018, mentre nell’area euro sarebbe stato pari all’11% nel 2016, all’11,7% nel 2017 e al 12,4% nel 2018;

- inflazione per lo scenario base pari all'1,1% nel 2016, all'1,6% nel 2017 e al 2,0% nel 2018 nell’UE e all’1% nel 2016, all’1,6% nel 2017 e all’1,9% nel 2018 nell’area euro; nello scenario avverso, il tasso di inflazione dell’UE si sarebbe ridotto dello 0,9% nel 2016 e dello 0,2% nel 2017 e nel 2018, mentre nell’area euro la riduzione sarebbe stata pari allo 0,9% nel 2016 e allo 0,1% nel 2017 e nel 2018;

In termini cumulati, dunque, lo shock avrebbe portato ad una deviazione complessiva rispetto allo scenario base di 6,8 punti percentuali di Pil per l’intera area euro e di 7,1 punti percentuali per l’UE.

107 Tabella 2.5 – Scenari macroeconomici (valori percentuali)

Scenario di base Deviazione Scenario avvero

2016 2017 2018 2016 2017 2018 2016 2017 2018 Tasso di crescita

del PIL reale

Unione Europea 2,0 2,1 1,7 -3,2 -3,3 -1,0 -1,2 -1,3 0,7 Area euro 1,8 1,9 1,7 -2,8 -3,2 -1,1 -1,0 -1,3 0,6 Tasso di inflazione Unione Europea 1,1 1,6 2,0 -2,0 -1,9 -2,1 -0,9 -0,2 -0,2 Area euro 1,0 1,6 1,9 -1,9 -1,7 -1,9 -0,9 -0,1 0,1 Tasso di disoccupazione Unione Europea 9,2 8,9 8,9 0,7 1,9 2,8 9,9 10,8 11,6 Area euro 10,6 10,3 10,1 0,4 1,4 2,3 11,0 11,7 12,4

Fonte: Elaborazione propria dei dati European Systemic Risk Board, Adverse macro- financial scenario for the EBA 2016 EU-wide bank stress testing exercise, Gennaio 2016.

Dopo aver presentato le principali caratteristiche dell’esercizio 2016, ne analizziamo adesso i risultati cogliendo in particolare l’impatto che ha avuto sui rapporti di capitale sia nell’ambito delle disposizioni transitorie, sia sotto l’assunzione della piena implementazione del CRDIV package.

A seguito degli innumerevoli sforzi compiuti dal 2011 per rafforzare la base patrimoniale del sistema bancario dell'UE, il punto di partenza per il test di stress del 2016 è stato un rapporto medio ponderato del CET1 del 13,2% a fine 2015 (12.6% fully loaded) - più di 200 punti base al di sopra del punto di partenza del 2014 e più di 400 punti base al di sopra del livello dello stress test 2011. Si è partiti quindi da una situazione patrimoniale decisamente più solida. Dal Dicembre 2013 al Dicembre 2015, infatti, il CET1 capital su base transitoria è aumentato di circa 180 miliardi di euro per le banche del campione e di oltre 260 miliardi di euro da Dicembre 2010.

L'impatto dello scenario avverso sul rapporto CET1 è stato di -380 punti base, e questo ha portato il rapporto CET1 del campione dal 13,2% al 9,4% alla fine del 2018. Tale calo è stato principalmente determinato da una riduzione del capitale di 269 miliardi di euro, anche se, d’altro canto, i RWA sono cresciuti del 10% con un

ulteriore impatto negativo sul CET1 ratio di 120 punti percentuali di questa diminuzione è

CRDIV/CRR durante il periodo di proiezione, l'impatto su base pienamente implementata è stato inferiore e pari a

quindi è diminuita dal

Grafico 2.14 – Evoluzione del CET1

Fonte: European Banking Authority,

Il principale driver state le perdite su crediti il CET1 ratio di 370 operativo che ha avuto

miliardi di euro), principalmente guidat miliardi di euro), e

controparte (€ -98 miliardi

negativo, sul decremento del capitale sono derivati inoltre da una combinazione di altri fattori quali gli interessi attivi netti, i proventi da provvigioni e commissio costi amministrativi127

Nello scenario avverso, dunque,

percentuali, con una variazione superiore rispetto a quella registrata nella prova di stress del 2014, pari a

alla metodologia più rigorosa adottata per la prova di stress e alla maggiore gravità dello scenario avverso, che anche questa volta

127 European Banking Authority, 0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 2015 2016 12,6%13,0% 9,8% Scenario base

ulteriore impatto negativo sul CET1 ratio di 120 punti percentuali

di questa diminuzione è stata guidata dalle disposizioni transitorie dei requisiti durante il periodo di proiezione, l'impatto su base pienamente è stato inferiore e pari a 340 punti base. Il rapporto CET1

dal 12,6% nel 2015 al 9,2% nel 2018 (Grafico 2.1

Evoluzione del CET1 fully loaded e transitional macroeconomici

European Banking Authority, 2016 EU-wide stress test results,

dell’impatto dello scenario avverso sul CET1

state le perdite su crediti pari a -349 miliardi di euro, che hanno contribuito 370 punti base. Le perdite residue sono state

avuto un impatto di -110 punti base sul CET1 ratio (pari a principalmente guidato dal conduct risk (-80

e al rischio di mercato in tutti i portafogli, incluso

98 miliardi di euro o -100 punti base). Effetti, di segno positivo o negativo, sul decremento del capitale sono derivati inoltre da una combinazione di altri fattori quali gli interessi attivi netti, i proventi da provvigioni e commissio

127.

Nello scenario avverso, dunque, il capitale si è ridotto in m

una variazione superiore rispetto a quella registrata nella prova di , pari a 2,6 punti percentuali. La differenza è in parte riconducibile alla metodologia più rigorosa adottata per la prova di stress e alla maggiore gravità dello scenario avverso, che anche questa volta ha previsto un orizzonte temporale di

European Banking Authority, 2016 EU-wide stress test results, 29 Luglio 2016. 0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 2015 2016 13,2%13,4% 10,6% Scenario base 2016 2017 2018 13,0% 13,5% 13,8% 9,8% 9,3% 9,2% Scenario avverso 108

ulteriore impatto negativo sul CET1 ratio di 120 punti percentuali. Poiché una parte guidata dalle disposizioni transitorie dei requisiti del durante il periodo di proiezione, l'impatto su base pienamente . Il rapporto CET1 fully loaded

Grafico 2.14).

fully loaded e transitional negli scenari

wide stress test results, Luglio 2016.

sul CET1 transitional sono che hanno contribuito a ridurre state dovute al rischio punti base sul CET1 ratio (pari a -105 80 punti base, - 71 rischio di mercato in tutti i portafogli, incluso il rischio di Effetti, di segno positivo o negativo, sul decremento del capitale sono derivati inoltre da una combinazione di altri fattori quali gli interessi attivi netti, i proventi da provvigioni e commissioni e i il capitale si è ridotto in media di 3,8 punti una variazione superiore rispetto a quella registrata nella prova di è in parte riconducibile alla metodologia più rigorosa adottata per la prova di stress e alla maggiore gravità un orizzonte temporale di Luglio 2016. 2017 2018 13,8% 13,9% 10,6% 9,9% 9,4% Scenario avverso

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tre anni e ipotesi di bilancio statico. Grazie a un maggiore livello di capitale e ad altri miglioramenti realizzati dal 2014 in poi, il coefficiente finale di CET1 nello scenario avverso ha comunque raggiunto in media il 9,4%, superando l’8,5% del 2014.

Salvo un’eccezione (Monte dei Paschi di Siena), tutte le banche hanno mostrato livelli di CET1 ben al di sopra del parametro di riferimento del 5,5% utilizzato nel 2014 per l’ipotesi di scenario avverso e ciò ha denotato la solidità dei livelli complessivi di capitalizzazione raggiunti dalle banche esaminate nelle prove di stress coordinate dall’EBA.

Tuttavia, tale stress test non è stato esente da critiche.

Innanzitutto, molti hanno ritenuto che le maggiori carenze dello stress test erano legate alla mancanza di requisiti patrimoniali vincolanti e di azioni obbligatorie da adottare nei casi in cui i requisiti non fossero stati soddisfatti.

In secondo luogo, è stata messa in discussione la drastica riduzione della quantità di banche esaminate rispetto al 2014 (da 123 a 51), in quanto le banche minori presentavano risultati peggiori rispetto a quelle più grandi. Inoltre, la prova non ha incluso le banche greche, cipriote e portoghesi che da molti erano considerate le banche più deboli dell’UE e delle 25 banche che hanno fallito il test nel 2014, solo una è stata sottoposta nuovamente alla prova nel 2016128.

Infine, è stato criticato il fatto che il test di stress non ha incluso l’impatto di alcuni regolamenti che probabilmente porteranno a richiedere ulteriori requisiti patrimoniali in futuro. Per esempio, Basilea 4 avrebbe portato a ulteriori 350 miliardi di euro di requisiti patrimoniali per 100 delle banche più grandi del mondo129.

Un ultimo aspetto cui bisogna far cenno riguarda l’analisi condotta in sede di stress test dell’impatto dello stesso sulla redditività delle banche del campione. Tali banche hanno riportato un rendimento medio ponderato sul patrimonio di vigilanza (Return on Regulatory Capital, RoRC) del 6,5% a dicembre 2015. Questa cifra è risultata inferiore al costo del capitale stimato dalle banche e al return on equity che

128 Financial Times, Stress test do little to restore faith in European banks, 30 Luglio 2016.

129 L. Noonan, M. Arnold, Stress test find Europe’s bank sector would survive fresh crisis, Financial Times, 29 Luglio 2016.

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le banche consideravano sostenibili a lungo termine, rispettivamente dell'8% e del 10%.

Le proiezioni dello scenario avverso, inoltre, pregiudicavano la redditività delle banche, mostrando il più grande impatto nel 2016, anno in cui le banche riportavano una perdita netta di 84 miliardi e quindi un RoRC negativo. La redditività migliorava leggermente nel corso del 2017 e del 2018, portando a livelli che in ogni caso restavano severamente bassi alla fine del 2018, con banche che riportavano un RoRC medio ponderato vicino allo zero130.

Questi dati hanno dimostrato che la redditività rimane un'importante fonte di preoccupazione e una sfida per il sistema bancario europeo, in un contesto di bassi tassi di interesse, un elevato livello di svalutazioni legato a grandi volumi di non- performing loans in alcune giurisdizioni, i quali assorbono capitale e riducono la disponibilità di nuovi crediti, e di svalutazioni derivanti da perdite correlate al rischio di condotta e agli altri rischi operativi.

Per questo motivo non bisogna sovraccaricare lo stress test di eccessive aspettative. Non è l’unico strumento di vigilanza e non può risolvere tutti i problemi. L’azione di pulizia dei bilanci bancari, essenziale per restaurare la capacità creditizia e la redditività delle banche, deve procedere anche con altri strumenti.

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2.4 IL PROBABILE IMPATTO DELLA RICAPITALIZZAZIONE SULLA