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Pro Loco fenomeno prettamente italiano, esistono realtà simili all’estero?

II. Pro Loco, UNPLI e patrimonio culturale immateriale

II.4 Pro Loco fenomeno prettamente italiano, esistono realtà simili all’estero?

Realtà di associazionismo e volontariato come le Pro Loco non sono presenti, nella loro stessa forma, in altri paesi esteri; anche se guardando alla nascita di queste associazioni possiamo individuare delle realtà simili, con origini nello stesso periodo storico, diffusesi in Francia ed in Svizzera, ma anche in Germania ed Austria. Mi riferisco a strutture a carattere promozionale e gestionale che avevano come oggetto principale del loro operato il turismo e soprattutto l’accoglienza: le “Societè de

developement” e le “Societè d’initiative”. Nate in concomitanza con la prima Pro Loco italiana,

hanno poi avuto un iter di sviluppo e diffusione diverso; esse infatti si sono trasformate in enti di promozione turistica statale, con mansioni e responsabilità simili alle italiane associazioni di volontariato, ma impegnate direttamente nel sociale e nel settore turistico statale, detengono poteri decisionali e influenza importante nel turismo statale e nella promozione dello stesso all’estero. Oggi sono delle realtà impegnate a livello internazionale per lo sviluppo turistico sostenibile dei territori del centro Europa, lontane dalla concezione di Pro Loco italiana che, al contrario, non ha abbandonato la sua forma originaria di realtà di volontariato con importanza marginale.

Ma perché un fenomeno come quello delle Pro Loco nasce e perdura proprio in territorio italiano? Il turismo italiano è stato e continua ad essere un turismo non generico, alla continua ricerca delle radici storiche e della salvaguardia dell’ambiente in tutti i suoi valori. Il carattere di estrema dispersione territoriale del patrimonio culturale italiano, comporta una necessaria capillarità dell’azione di salvaguardia che lo Stato, da solo, non potrebbe mai garantire totalmente.

Le Pro Loco intervengono proprio in questa situazione che risulta unica a livello europeo; esse devono rispondere alla trasformazione della domanda turistica che diviene, con il passare degli anni, sempre più specifica e diversificata. Il ruolo volontaristico e associazionistico delle Pro Loco si consolida soprattutto in questa situazione di continuo sviluppo turistico soprattutto dei borghi minori disseminati nel territorio nazionale.

In un territorio come quello italiano, non sono necessarie azioni di ideazione di attrattive turistiche in quanto queste vengono sempre fornite dal territorio stesso: paesaggi naturalistici, spazi di interesse culturale, luoghi storici, feste e tradizioni tramandate di generazione in generazione. Il ruolo delle

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associazioni si è quindi focalizzato nella sensibilizzazione e la conoscenza per gli abitanti del luogo stesso. Agli enti turistici statali è rimasto l’onere su beni culturali conosciuti e “maturi”, mentre a queste realtà associazionistiche spetta la tutela e la conservazione di beni minori soprattutto se di carattere immateriale.

L’esempio per eccellenza, che può spiegare il motivo dell’esclusività italiana di questo fenomeno, è proprio la prima Pro Loco di cui si ha traccia in Italia: perché il volontariato e l’associazionismo hanno riattivato l’economia turistica di Pieve Tesino?

L’associazione tirolese, in realtà, nasce come conseguenza di un più vasto fenomeno diffuso in gran parte dell’Europa centrale che vede la nascita di numerosissime “Società di abbellimento”, pioniere nella promozione turistica locale, a carattere di volontariato. La realtà trentina si sviluppa, quindi, molti anni prima dell’intervento dello stato in materia turistica, per rispondere alla necessità di risollevare l’economia di una terra che poteva puntare allo sviluppo del fenomeno turistico, viste le sue numerose risorse.

Lo scorso gennaio una delegazione di UNPLI Veneto si è recata in Romania con l’intento di esportare importanti valori: la cultura ed il volontariato della regione. Con l’occasione è stato aperto a Botosani, cittadina romena, un centro culturale italiano/romeno voluto dalla comunità romena presente in Italia. Il modello delle Pro Loco è stato scelto anche dai cittadini romeni come punto di riferimento per la promozione della cultura e del turismo locale basato sul lavoro del volontariato. Il centro culturale è stato aperto in occasione delle Giornata della Cultura Nazionale, che si celebra in Romania ogni 15 gennaio.

Ma rimane a questo punto un ulteriore quesito che scaturisce dall’unicità attuale di queste associazioni di volontariato: le Pro Loco hanno competenze e mezzi per preservare e valorizzare le caratteristiche del territorio italiano?

A tale proposito faccio riferimento all’interessante articolo di J.B. Tourtellot, giornalista di National Geographic, dal titolo: “Pro Loco, a sane tourism tactic, travel sage says”.

Il giornalista scrive questo articolo nel 2004, dopo la sua visita ad un piccolo borgo in Umbria: Bevagna; rimane in questa piccola realtà di borgata per qualche giorno, con minimi spostamenti scopre una regione dalle mille risorse storiche ed artistiche; partecipa ad eventi, concerti, manifestazioni e decide di avvicinarsi al turismo itinerante promosso dalla località.

Con stupore, Tourtellot, scopre l’esistenza di un’associazione locale che sta a capo di tutte le iniziative attuate in quel territorio: la Pro Loco di Bevagna. È comprensibile che uno statunitense manifesti tanto stupore di fronte ad una realtà organizzativa così piccola, ma caratteristica e impegnata in una missione territoriale, soprattutto perché concettualmente lontana da ogni forma turistica istituzionale europea e non.

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Quello che stupisce il giornalista è il grado di coinvolgimento delle comunità, nei confronti dell’operato delle Pro Loco; esse richiedono, la continua partecipazione attiva delle persone che abitano e conoscono da sempre il territorio. Un’organizzazione di questo tipo, secondo l’autore dell’articolo, è una carta da giocare e consigliare ad ogni realtà che voglia attuare una politica di promozione turistica vincente, questo perché asseconda le caratteristiche del luogo coinvolgendo i residenti ed accontentando i turisti.

La positività delle parole contenute nell’articolo del giornalista sono dettate dall’approccio prettamente turistico e di breve durata che Tourtellot ha avuto con la realtà umbra; egli riconosce la particolarità del territorio collinare della regione e la presenza di numerose tradizioni storiche che dalla Pro Loco del paese vengono valorizzate e ravvivate.

Il giornalista afferma che:

In Italia non ci sono solo monumenti, musei e giardini; ci sono realtà ed identità locali, modi di vivere e di fare comunità che possono, da soli, costituire patrimonio culturale immateriale e attirare flussi turistici di ogni genere47.

Diffonde con queste parole, a livello mondiale, la peculiarità delle associazioni italiane esaltandone i punti di forza e le opportunità.

UNPLI, il comitato nazionale che le rappresenta, viene riconosciuto dall’UNESCO come Consulente del Comitato Intergovernativo previsto dalla Convenzione 2003. L’unione Italiana Pro Loco va fiera di questo riconoscimento, per l’impegno e la dedizione impiegata nella sensibilizzazione delle comunità locali su temi legati alle potenzialità del Intangible Heritage, ma anche e soprattutto alla sua fragilità.

Il riconoscimento ottenuto dà sicuramente alle Pro Loco motivo di orgoglio e importanza nel territorio, anche se rimangono realtà a competenza parziale e responsabilità marginale nel territorio dovendo sempre agire subordinatamente alle azioni intraprese dagli enti turisti istituzionali.

Coloro che si avvicinano all’operato delle Pro Loco, e ne beneficiano dei risultati, in qualità di turisti, sono ignari delle numerose difficoltà che queste realtà affrontano quotidianamente, gli ostacoli che molto spesso non riescono a superare; il turista non conosce appieno il carattere volontario di tali associazioni e tantomeno l’improvvisazione messa in opera dai suoi soci nell’organizzare eventi e nella tutela di beni materiali ed immateriali. Sono particolari che probabilmente si preferiscono non far trasparire, per dare un’immagine di professionalità ed

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Jonathan B. Tourtellot, Pro Loco, a sane tourism tactic, travel sage says, National Geographic Traveler, Updated January 12, 2004 (traduzione dell’autrice)

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esperienza maggiore a queste associazioni che, nella maggior parte dei casi, sono gli unici “enti turistici” con cui uno straniero entra in contatto durante la sua visita.