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Organizzazione e gestione del patrimonio culturale immateriale

I.3 Strumenti per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale

I.3.4 Organizzazione e gestione del patrimonio culturale immateriale

Le basi delle politiche di organizzazione e management del patrimonio culturale immateriale provengono dalle attività di gestione attuate nei confronti del patrimonio culturale materiale; questo perché l’Intangible Heritage viene riconosciuto se incarnato in manifestazioni tangibili e segni visibili.

Per la gestione e l’organizzazione del patrimonio culturale immateriale, un aiuto importante ai territori può essere dato dai governi dei vari paesi, ma rimane comunque di primaria necessità pensare, individuare ed attuare dei meccanismi di facilitazione al management del Intangible

Heritage, a livello internazionale, nazionale, ma anche locale. L’operazione di sviluppo di questi

sistemi di gestione non si è rivelata semplice, soprattutto se affrontiamo la questione sul piano internazionale; infatti, l’UNESCO nel 1989, con l’attuazione del provvedimento a tutela del patrimonio culturale intangibile, tentava di dare delle linee guida sulle modalità di management del

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Art 117, comma 3 della Costituzione: “Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.”

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ICH in tutte le sue sfaccettature. Il provvedimento suggeriva la salvaguardia del folklore attraverso

l’identificazione (iscrizione in registri e database), la conservazione (raccolta in documenti cartacei e archiviazione), la tutela (educazione, salvaguardia, creazione di supporti per la pratica del folklore e promozione delle attività collegate) e la diffusione (pubblicazioni, video, codici etici, ecc.). La maggior parte di queste pratiche suggerite per la gestione del patrimonio culturale immateriale appartenevano alla tutela e all’organizzazione del patrimonio tangibile ed erano linee guida precedentemente promosse dalla WHC34.

Il management del patrimonio culturale immateriale è sempre stato e continua ad essere una priorità delle comunità indigene; infatti nel 1995 venne redatto un documento che offriva alle popolazioni indigene delle linee di gestione per il loro ricco patrimonio intangibile. Il documento Principles and

guidelines for the Protection of the Heritage of Indigenous People venne considerate e seguito

soprattutto in distretti del Northern Territory australiano, dove i siti sacri ed i rituali aborigeni sono la ricchezza più importante.

Tra gli strumenti di gestione del patrimonio culturale immateriale si possono individuare:  Creazione di registri a raccolta degli elementi di patrimonio culturale immateriale;  Coinvolgimento e protezione delle pratiche e i diritti comunitari;

 Protezione delle tracce materiali e dei luoghi connessi al patrimonio culturale immateriale;  Trasformazione delle forme intangibili in forme tangibili;

 Rivisitazione e rivalorizzazione del patrimonio culturale immateriale.

Come già riportato in precedenza, il compito nella definizione e tenuta delle liste di beni culturali spetta all’UNESCO che, già opera a livello internazionale nella redazione di liste Rappresentative sia per i beni materiali che per quelli immateriali; è l’UNESCO quindi a dare una prima importante impronta in termini di gestione ed organizzazione del patrimonio ed in particolare per quello immateriale ribadisco l’esistenza della lista Rappresentativa denominata Materpieces of the Oral and

Intangible Heritage, compilata con lo scopo di tutela e gestione del ICH.

L’idea di protezione delle pratiche comunitarie nasce dal concetto di tradizione radicata in un determinato territorio per la quale la popolazione locale detiene l’esclusività, una sorta di copyright. Per questo è essenziale attuare politiche di management nei confronti di una pratica, una manifestazione o una tradizione orale, cosicché sia tutelata non solo la pratica in sé, ma anche

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The World Heritage Committee, Comitato del Patrimonio Mondiale stabilisce i siti che devono apparire nella lista del Patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO. E 'responsabile per l'attuazione della Convenzione del Patrimonio

Mondiale, definisce l'utilizzo del Fondo del Patrimonio Mondiale e assegna un contributo finanziario su richieste

provenienti da Stati parti. Si compone di 21 parti statali , che sono elette dall'Assemblea Generale degli Stati parte per un periodo di quattro anni.

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l’individuo che l’ha ideata, il suo lavoro ed i valori che sono stati impegnati nella realizzazione, la diffusione e la promozione di questo bene culturale immateriale. Nella protezione della pratiche e dei diritti di una comunità è indubbia l’importanza di identificare l’entità comunitaria e valorizzarla; sarà la comunità stessa ad individuare gli aspetti della sua storia e cultura che ritiene importante trasmettere.

Unitamente agli elementi di patrimonio culturale immateriale molte legislazioni proteggono e tutelano i luoghi e le tracce materiali ad essi connesse; tuttavia non risulta semplice la trasmissione e la promozione dei due elementi come un unicum culturale. Ad esempio la visita di una tempio Giapponese è a tutti gli effetti un esperienza culturale “mista”, in quanto unisce un importante elemento di patrimonio culturale tangibile (il tempio) e un intrinseco elemento di patrimonio immateriale (l’antica cultura e la religione del paese); i due elementi assumono un valore culturale nel loro insieme e se analizzati separatamente perdono di importanza e significato per l’identità culturale del paese. Risulta pertanto fondamentale nella gestione e tutela del Intangible Heritage, considerare anche le tracce materiali e i luoghi fisici che ospitano elementi di intangibilità o che ne aumentano il valore. Per la loro tutela e salvaguardia, come già più volte ribadito dalle legislazioni, i beni culturali immateriali vengono riconosciuti e salvaguardati se raccolti in supporti che ne registrino e ne attestino l’esistenza (video, audio, foto, mappe, annotazioni e disegni); ogni elemento del patrimonio culturale immateriale possiede quindi un corrispettivo tangibile che lo identifica e ne ufficializza l’esistenza.

Per finire, uno strumento di management fondamentale attuato dalla maggior parte dei paesi è quello di rivalorizzazione degli elementi culturali immateriali; questa operazione di gestione permette di ravvivare nel tempo e nello spazio il valore e l’importanza dell’identità culturale e degli elementi che la costituiscono. La maggior parte delle pratiche di gestione del patrimonio culturale immateriale sono state progettate per mantenere e proteggere il significato intrinseco dell’elemento ed il suo rapporto con il contesto che lo circonda, oltre ad attuare pratiche di conoscenza e promozione culturale. La sfida più importante nella gestione del Intangible Heritage riguarda il bisogno di capire e rispettare la fluidità delle pratiche culturali e il valore ad esse connesso, nonché definirle e documentarle di modo da favorirne la trasmissione alle generazioni future.