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LONDRA: IL SEGRETO DI WILLIAM LILLY

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 89-96)

l’immagine e nessuno aveva tentato di interpretarla. Ora il codice è decifrato ed i geroglifici si rivelano come l’oroscopo mimetizzato del grande incendio avvenuto la domenica del 2 settembre 1666.

L’incendio rappresentava la peggiore calamità che si fosse verificata nella sto-ria cittadina. Aveva distrutto 13.200 case, 87 chiese parrocchiali, 6 cappelle, 44 sedi commerciali, la Borsa, la sede della Dogana, la cattedrale di St. Paul, la Casa delle Corporazioni, la Bridewell ed altre prigioni cittadine, il Tribunale, 4 ponti sui fiumi Tamigi e Fleet, tre Porte di accesso alla città ed aveva prodotto 100.000 senza tetto, un sesto degli abitanti.

Nel giro di qualche giorno, i cittadini infuriati volevano qualcuno da accusare per la distruzione: forse gli olandesi contro i quali gli inglesi erano in guerra?

Agitatori cattolici o qualcun altro? Prima che le autorità si accordassero su un capro espiatorio, rappresentato poi dal fabbro francese di 26 anni, Robert Hubert, che fu giustiziato a Tyburn, molte persone sospette furono portate davanti ad una speciale commissione.

C’erano già state numerose profezie sull’Incendio di Londra. Samuel Peppys, nel suo diario, annotava che il Principe Rupert, quando gli era stato riferito l’acca-duto, aveva ricordato la profezia di Madre Shipton del 1641. Si credeva che anche Nostradamus avesse scritto sull’evento.

Qualcuno richiamò l’attenzione sul processo del colonnello John Rathone nel-l’aprile dello stesso anno. Rathone ed un gruppo di ufficiali del precedente Parla-mento erano stati arrestati e giudicati per cospirazione contro il Re ed il Governo nel tentativo di reintrodurre il Commonwealth. La Gazzetta di Londra, commen-tando il processo, aveva rivelato che il piano includeva l’incendio della città, orga-nizzato per il 3 settembre. La data propizia era stata scelta dai cospiratori dopo la consultazione dell’almanacco di Lilly. Si affermava che l’oroscopo fosse da inter-pretare come presagio della caduta della monarchia. La data era molto vicina al cuore dei repubblicani inglesi, in quanto anniversario delle due vittorie di Cromwell a Dunbar e Worcester. Rathone ed altri otto ufficiali furono trovati col-pevoli e giustiziati.

Adesso la gente ricordava il complotto, la data e l’oroscopo di William Lilly. I sospetti caddero su di lui. Era stato coinvolto nell’incendio semplicemente per au-mentare la sua reputazione di astrologo? Lilly non aveva molto bisogno di sostegno alla sua reputazione. La sua era un’epoca in cui l’astrologia era una scienza rispetta-ta e Lilly era un uomo ricco e politicamente influente. Il suo ritratto, impresso sugli almanacchi, era quello che circolava maggiormente in Inghilterra, subito dopo l’im-magine dello stesso Carlo.

Lilly era nato a Diseworth nell’anno 1602, figlio di un povero fattore e proprie-tario terriero. Quando ebbe 11 anni, suo padre lo iscrisse alla scuola superiore di Ashby-de-la-Zouch, il cui Preside era tra i migliori insegnanti del tempo. Così im-parò il latino, che si dimostrò in seguito essenziale per lo studio dell’astrologia poi-ché quasi tutti i testi erano in latino.

Giunto a Londra, dopo aver viaggiato per una settimana da Leicestershire, la-vorò come domestico al servizio di Gilbert Wright che viveva nello Strand. Sposò la vedova di Wright nel 1627 e divenne il padrone della casa del suo signore, quando, sei anni dopo il matrimonio, ereditò la proprietà alla morte della moglie.

All’età di 30 anni, incominciò i suoi studi astrologici prendendo lezioni dal gallese John Evans e nell’arco di tre anni incominciò ad insegnare ed esercitare la professione. Il suo primo almanacco apparve nel 1644 ed ebbe un gran successo. Ben presto i suoi almanacchi incominciarono ad essere tradotti in Svezia e Germa-nia.

Egli godette di parecchia influenza politica ed annoverò tra i suoi clienti alcu-ne figure di spicco in Inghilterra, come Lady Jaalcu-ne Whorewood, un’amica d’infanzia di Carlo I che aveva consultato Lilly sulla tentata fuga del Re dal Parlamento. Anche Bulstrode Whitelock, cui dedicò il suo volume “Grammatica astrologica” e che fu nominato ambasciatore in Svezia per merito dell’appoggio di Lilly. Altri furono Ri-chard Overton, Sir Thomas Myddleton di Chirk e James, Lord Galloway ed il Conte di Macclesfield. Tra i suoi sostenitori c’erano Denzil Holles, Sir Arthur Hazelrig, Walter Strickland, Richard Salway, Hugh Peter e Oliver Cromwell.

Sebbene membro fedele del Parlamento, veniva consultato da persone di varie tendenze politiche e poteva giustamente proclamare di avere uno o due amici reali-sti, il più famoso dei quali era Elia Ashmole. Ashmole era astrologo e fondatore del Museo ashmoliano di Oxford. In seguito, Lilly studiò medicina ed Ashmole usò la sua influenza presso l’arcivescovo di Canterbury per ottenergli una licenza profes-sionale. I due rimasero fedeli amici fino alla morte di Lilly, avvenuta nel 1861.

Consapevole dei sospetti a suo carico, Lilly ammise, nella sua autobiografia, di essere molto preoccupato per la Commissione: “avevo paura della Commissione perché era sempre possibile essere calunniato, accusato, disprezzato, deriso da qual-cuno dei membri.” Egli chiese ed ottenne l’aiuto di Ashmole, in quanto aveva sapu-to che molti della commissione avevano rapporti con il suo amico. E sperava che questi usasse la sua influenza per favorirlo.

Il presidente, Sir Robert Brook, lo interrogò sulle immagini geroglifiche di “Mo-narchia o non Mo“Mo-narchia.” L’astrologo fu attento a non offendere in alcun modo la commissione e fece notare che in seguito alla decapitazione del Re, aveva usato la sua arte per ottenere qualche illuminazione sul futuro dell’Inghilterra. “Avendo sco-perto, Signore, che la città di Londra sarebbe stata tristemente afflitta da una gran-de pestilenza e non molto tempo dopo da un terribile incendio, ho disegnato i due geroglifici come sono rappresentati nel libro, i quali, in effetti, si sono dimostrati molto veritieri.” Quando gli fu richiesto se avesse previsto l’anno, Lilly rispose: “No, anche se ne avevo il desiderio. Su quello non ho effettuato alcuna ricerca.” La com-missione apparve soddisfatta della spiegazione e, con suo gran sollievo, fu ringra-ziato per la testimonianza e rilasciato.

Ma era stato completamente onesto Lilly con loro? Un’attenta analisi del gero-glifico in questione rivela che non lo fu. La data esatta del peggiore disastro che

fosse mai accaduto a Londra ed in quell’epoca, era nascosta con una differenza di poche ore nel disegno… e lui lo sapeva!

Sapeva anche che non avrebbe potuto pubblicare diciannove disegni senza una qualche forma di spiegazione, né avrebbe potuto resistere nello stuzzicare il pubblico, specialmente i colleghi astrologi, con la sua conoscenza segreta.

“Poiché la benevolenza del tempo mi ha concesso di averlo reso possibile, tu hai visto una spiegazione delle sedici pagine che seguono, le quali con modelli, sog-getti, immagini e forme enigmatiche, rappresentano perfettamente le future condi-zioni dell’Inghilterra e del Commonwealth per molti anni a venire. Ho preso in pre-stito così tanto tempo dai miei sonni mattutini da produrre questi concetti. Tu che leggi queste righe, devi però sapere che non faccio niente di nuovo, qui non faccio altro se non imitare gli Antichi, che così spesso decidevano di celare le loro inten-zioni agli occhi dei profani usando geroglifici, immagini, ecc. I sacerdoti egiziani ec-cellevano in questo e il loro giudizio era lodevole; anche il nostro Salvatore ordina-va: NON DATE IL SACRO IN PASTO AI CANI. Se la Provvidenza mi concederà d’ora in avanti una vita tranquilla e prolungherà i miei anni, io forse potrò allora lasciare ai Figli dell’Arte la conoscenza dei cambiamenti evolutivi di ogni regno e federazione europea, attraverso le stampe che ora seguono.”

Il termine “Figli dell’Arte” si riferiva agli astrologi, dato che l’astrologia era spesso chiamata “arte” dai praticanti del 17° secolo. All’epoca, quei Figli dell’arte fu-rono incapaci di decifrare le misteriose illustrazioni di Lilly. Ma ora il segreto è svela-to e la sua predizione è diventata chiara.

Il primo indizio dell’enigma è il quadrato sulla parte sinistra del disegno, il quale contiene un quadrato più piccolo al centro, con diversi triangoli attorno. Si tratta di un oroscopo vuoto in uso nel 17° secolo ma ora fuori moda. Lilly lo aveva posizionato in quella maniera per avvertire i suoi lettori che tale particolare gerogli-fico nascondeva un oroscopo.

Sull’immagine sono raffigurate sette persone, una per ognuno dei pianeti allo-ra conosciuti: il Sole, la Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. I due bam-bini sospesi a testa in giù sul fuoco rappresentano il segno dei Gemelli, che si crede-va fosse il segno reggente tradizionale di Londra. Sul fondo della pagina, opposti ad essi, ci sono cinque ceppi che bruciano, i quali, se visti di lato, fanno apparire le let-tere romane IXV. Poiché non si tratta di un numerale romano nella forma corretta, bisogna reinterpretarlo. Potrebbe significare o IX. V, vale a dire 9 e 5, cioè il 9° mese e il 5° giorno, la data predetta da Lilly per l’incendio, o più verosimilmente, un ana-gramma di XIV, cioè il 14 latino, in quanto, secondo Lilly, Londra era governata dal 14° grado dei Gemelli. Infine, sospendendo i due gemelli a testa in giù, Lilly mostra-va che il disegno, anzi l’oroscopo, dovemostra-va essere invertito. In tal modo, il tempo sa-rebbe stato riferibile alle prime ore del mattino. Oltre i bambini, l’immagine che cat-tura maggiormente l’occhio dell’astrologo si trova all’estrema parte sinistra del di-segno. Qui un uomo sta versando una brocca d’acqua sopra le fiamme. Sul fianco destro indossa un pugnale, arma di guerra e simbolo del pianeta Marte, dio della

guerra. Ancora, viene da pensare che stia versando acqua sul fuoco, ma la mano si-nistra, che sembra tenere la brocca, potrebbe invece reggere il pene mentre sta ori-nando. Questo indicherebbe senza dubbio il segno dello Scorpione, che ha la signo-ria sugli organi sessuali. Perciò, questi due indizi portano a concludere che Lilly vo-lesse rappresentare Marte nel segno dello Scorpione.

Vicino a Marte c’è un uomo che può essere soltanto il simbolo del Sole, sebbe-ne non vi siano ovvie implicaziosebbe-ne in grado di darsebbe-ne conferma agli astrologi. Le gambe dei due uomini sono intrecciate ed appaiono simili ai simboli astrologici ab-breviati della Vergine e dello Scorpione. Nel tema dell’incendio di Londra, il Sole si trovava a 21° della Vergine in sestile con Marte a 22° dello Scorpione, in aspetto esatto entro un grado. Forse l’altezza e la posa dei due uomini sono volutamente si-mili per sottolineare il sestile quasi perfetto. Sei bottoni sulla tunica di Marte pote-vano essere un modo per dire che si trattava di un sestile in separazione. Lilly aveva

un numero limitato di stratagemmi per descrivere i termini tecnici di un oroscopo, eppure i risultati sono impressionanti. Dall’altra parte del fuoco, opposto alla figura che rappresenta il Sole, si erge un uomo alto che indossa un berretto con una coro-na ricurva. È l’unico a voltarsi indietro. Forse si allude qui alla retrogradazione del pianeta, o al suo apparente muoversi a ritroso nei cieli. L’acqua del suo contenitore e quella del contenitore dell’uomo solare s’incontrano nel mezzo delle fiamme. Vie-ne qui descritto molto beVie-ne l’aspetto d’opposizioVie-ne, un angolo di 180° che li mette in relazione. Infatti, nell’oroscopo dell’incendio, Giove si trovava in Pesci, il segno opposto della Vergine.

Subito dopo Giove vi è la figura allungata di un uomo ancora più alto che ver-sa acqua sulla sua testa. È la Luna che si trovava allora in Pesci e quindi vicina a Giove. Un altro indizio sulla posizione della Luna si può desumere guardando i suoi piedi che sono stati disegnati mentre puntano in direzioni opposte. I Pesci, per lun-ga tradizione, governano i piedi, ed il motivo per cui l’uomo è alto o al massimo della sua altezza, potrebbe essere un modo astrologico di dirci che si trattava di una Luna piena.

L’uomo brutto e curvo piegato al di sotto di Giove dev’essere Saturno. Indossa un turbante, il che sembra un modo grafico di esprimere l’antipatia degli inglesi per gli stranieri. Questa figura, inoltre, richiama alla mente la descrizione non lusinghie-ra di Saturno apparsa nella Glusinghie-rammatica astrologica di Lilly: “Egli è magro, curvo, con sopracciglia cespugliose, con una barba sottile e rada, grosse labbra come i mo-ri; guarda per terra, è lento nei movimenti, o con le gambe arcuate o con le ginoc-chia che si sfregano l’una contro l’altra.”

In posizione dominante ci sono i due bambini sospesi precariamente a testa in giù sul fuoco. Possono designare gli altri due pianeti, Mercurio e Venere, che nell’o-roscopo si trovano in Bilancia. Quello sulla sinistra è ovviamente maschio e poiché Venere è un pianeta femminile, dev’essere sicuramente quella sulla destra. Come governatore dei Gemelli, il segno del dualismo, Mercurio è raffigurato con due oc-chi e due braccia, mentre di Venere si vedono soltanto un ococ-chio ed un braccio.

Oroscopo dell’incendio di Londra

Il bambino di sesso maschile ha la mano sinistra sul collo di Venere, l’area del corpo associata al Toro, che è governato da Venere. Infine, collocando i due bambini in quella posizione, Lilly ha indicato che il disegno o giustamente l’oroscopo, doveva essere invertito, il che avrebbe fissato il tempo per le prime ore del mattino. Inver-tendo l’oroscopo, il 14° dei Gemelli viene a trovarsi sull’importante Mediocielo. Pos-siamo pertanto dedurre che Lilly avesse previsto l’inizio dell’incendio alle 5.26 circa del 2 settembre 1666.

Pertanto, nell’interpretazione del geroglifico di Lilly, la predizione oroscopica dell’evento era corretta per data e tempo. Com’era giunto a questo metodo dedut-tivo?

Il dr. Bernard, astrologo e medico di Giacomo II, aveva scritto una volta a Lilly dichiarando che aveva scoperto un metodo per predire gli incendi delle grandi città. Fortunatamente, non aveva pubblicato le sue idee evitando così di dover affrontare la Commissione d’inchiesta. Aveva raccolto tutti i dati disponibili all’epoca sugli in-cendi di varie città e credeva che, esaminando l’oroscopo di ognuno di essi, avrebbe trovato delle corrispondenze in grado di aiutarlo a predire gli incendi futuri con un ragionevole margine d’accuratezza. La sola grande difficoltà, egli disse, sarebbe sta-ta quella di scoprire l’ora e la dasta-ta corrette per redigere l’oroscopo. Forse Lilly usò il metodo del dr. Bernard, o in effetti, aveva trovato un metodo simile che lo aveva aiutato a predire con una certa sicurezza l’incendio del 1666.

Lilly fu uno dei più enigmatici e influenti astrologi, ma la sua previsione del Grande Incendio di Londra lo portò quasi ad una morte prematura. Soltanto il fatto che essa fosse redatta in codice, rimasto indecifrabile per trecento anni, gli aveva impedito di terminare la sua carriera sull’albero dell’impiccagione a Tyburn, come il giovane Robert Hubert, vittima delle isteriche istanze di vendetta per ciò che era stato, con ogni evidenza, un tragico incidente. Diventato poi una catastrofe d’in-genti proporzioni.

Letture consigliate

■ BELL WALTER G., The Great Fire of London, London: John Lane, The Bodley Head. New York: John Lane Company, 1920.

■ ELLISP. B. GREAT, Fire of london, New English Library, London, 1976

■ HEARSEYJOHNE. N., London and the Great Fire, London, John Murray, 1969 ■ LILLYWILLIAM, History of his Life and Times, London, 1752

■ LILLYWILLIAM, Monarchy or no Monarchy in England, London, 1652.

Maurice McCann è astrologo da 25 anni, gli ultimi 20 dei quali, spesi come professionista. Ha un diploma di cultura superiore sulla storia dell’astrologia duran-te il periodo della Guerra civile in Inghilduran-terra ed una laurea ad honorem come Ba-chelor of Arts sullo stesso soggetto. Nominato diverse volte presidente e tesoriere dell’Astrological Lodge of London, è stato per molti anni condirettore della Meonen School of Horary Astrology ed è attualmente editore di Réalta, il giornale dell’Asso-ciazione astrologica irlandese. Fu co-autore di Eclipses (Aquarian Press 1989) con Derek Appleby ed autore del The Void of Course Moon (Tara Astrological Publica-tions 1997). È anche il creatore del Tara - horary astrology, a computer software program for horary astrology. Ha fatto anche ricerche e scritto diffusamente sull’a-strologia e collabora, inoltre, ad un gran numero di giornali astrologici. Ha tenuto conferenze in molti Paesi; il suo sito web è:

http://ourworld.compuserve.com/homepages/mcmcann (da Astrology Quarterly, Vol.72, N° 4, Autunno 2002)

L.A. 131-483

Se ai pianeti conosciuti aggiungiamo Chirone e l’ipotetico pianeta frantumatosi nella fascia degli asteroidi otteniamo finalmente il numero 12, abbinabile ai 12 se-gni. Ipotesi interessante che spiega le cose con “quel che passa il convento” senza il ricorso a pianeti supplementari extra sistema solare (che fra l’altro risultano sco-perti a frotte ogni anno e poi non se ne ha più notizia…)

Premessa

Quanto qui esposto non ha nessuna intenzione di entrare nel merito dei Domicili planetari né delle loro Esaltazioni, tanto meno ha la pretesa di sconvolgere i con-cetti, vecchi o nuovi, che stanno alla base delle signorie planetarie sui Segni. Tutta-via tratta degli abbinamenti Segno/Pianeta, tema peraltro già sviluppato con argo-mentazioni molto interessanti da altri autori.1 Tali abbinamenti non sono ovvia-mente casuali ma seguono un ordine che possiamo definire ‘naturale’. In più per-mettono di apprezzare il rapporto, l’analogia, la somiglianza, intercorrente fra i pia-neti che si situano, sulla fascia zodiacale, uno di fronte all’altro. Potremmo vederlo come un gioco, un divertissement e come tale, usarlo. Proprio per questo non ha presunzione di verità granitica, potendo, quindi, se altre argomentazioni verranno fuori, essere ben accettate variazioni sul tema.

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Nel corso dei secoli, la sequenza planetaria adottata dagli astronomi e dagli astrologi per i loro studi e per le loro carte ha subito numerose variazioni, com’è ben visibile dalla tabella sottostante. Oggi quello comunemente adottato e che ri-calca in larga misura la sequenza planetaria egizia, è: Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, più i pianeti moderni Urano, Nettuno, Plutone. In pratica non facciamo altro che porre i luminari in prima fila e poi svolgiamo i pianeti se-condo la distanza che hanno dal Sole; la Terra, ovviamente, non è presente essendo essa luogo di osservazione di tutto questo. (Tabella 1)

Renzo Baldini

L’ABBINAMENTO SEGNI-PIANETI

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 89-96)