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QUINTO ELEMENTO

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 122-127)

L.A. 131-1240

Sempre più impressionante il legame tra Macro e Microcosmo. Se pensiamo alla materia come specie umana e all’energia come emozioni tutto sembra portare ad un unico imprinting dove il dualismo – cioè, il conflitto – è di rigore.

Per gli antichi filosofi greci, era quello che sosteneva la Luna e i pianeti impe-dendo loro di cadere al centro della sfera celeste. E che permeava l’universo allora conosciuto sotto il nome di etere, una sostanza quasi spirituale. Gli altri quattro erano: Fuoco, Terra, Aria, Acqua, che per noi sono la materia barionica o quella visi-bile.

Ora sappiamo, o almeno così dicono le recenti scoperte in astrofisica (Scientific American, The once and future Cosmos, vol.12, n° 29) - le quali si rifanno anche alle ricerche quantistiche del microcosmo - che questo elemento esiste ed impedisce davvero il collasso dell’Universo su se stesso. E che si è rivelato solo ora che la spe-cie umana è giunta ad un determinato livello di evoluzione. Coincidenza o sincro-nia? La sua esistenza non è stata ancora fisicamente comprovata ma si desume dai raggi-X, da varie tecniche radio, e da osservazioni ottiche con strumenti sofisticati. C’è, ma non si vede. Perciò, è anche chiamato energia oscura. La differenza con l’e-nergia chiara è data dal fatto che quest’ultima si basa sulla forza di gravità o di at-trazione, capace di aggregare materia per dare origine ai mondi - stelle, galassie, ecc. Mentre l’energia oscura si basa sulla forza di repulsione, che riesce a mantenere in equilibrio la materia impedendole di collassare. Infatti, se esistesse soltanto la forza gravitazionale la materia densa attratta collasserebbe su se stessa originando voragini - i buchi neri, - mostri che ingoiano energia attirando le stelle incaute che si avvicinano.

Pare che l’energia sia inerente allo spazio, quindi anche al cosiddetto vuoto, che vuoto non è in quanto contiene microonde infinitesimali in continuo seppure impercettibile movimento. A dire il vero, un tipo simile di energia era già stato ipo-tizzato da Einstein, che l’aveva chiamata costante cosmologica. Ma si trattava di

un’energia inerte che manteneva la stessa densità e lo stesso valore per controbi-lanciare la forza di attrazione della materia in un Universo immutabile. Quando, più tardi, gli astronomi si accorsero che l’Universo, contrariamente alla logica inflattiva del Big Bang (dopo il primo periodo di accelerazione si passa ad un progressivo pe-riodo di decelerazione), si stava invece espandendo in maniera accelerata, Einstein rinnegò la sua teoria riconoscendo di aver fatto un errore. Ora, però, l’idea è stata ripresa in versione aggiornata. L’energia oscura è dinamica, si adatta cioè alla mate-ria e si evolve nel tempo mutando il suo valore secondo l’espandersi dell’Universo. Riuscendo così a mantenerlo in equilibrio tra contrazione ed espansione. E permet-tendone eventuali cicli infiniti di nascite e rinascite, in un tempo eterno.

La cosa straordinaria è che, fatti i debiti calcoli - censimento della materia esi-stente, scenario (o pseudo vuoto da cui si origina la materia) delle microonde, e supernovae (stelle che, morendo, esplodono lanciando nello spazio enormi energie) -l’energia oscura, chiamata anche quintessenza, verrebbe a costituire il 70% del co-smo. Il che vorrebbe dire che è la forza di repulsione la più importante nel reggere il tutto, e non la forza di attrazione. In termini umani, non sarebbe più «l’amor che

move il mondo e l’altre stelle» ma il suo contrario, cioè l’odio.

Energie come emozioni

Avremmo così, per analogia:

Forza di attrazione o di gravità = Bene = Amore Forza di repulsione o antigravitazionale = Male = Odio

Insieme, perché l’una non può prescindere dall’altra, rappresentano gli elemen-ti coselemen-tituelemen-tivi della vita in genere e della relazione individuale in parelemen-ticolare. In que-sto modo, forse, riusciamo a spiegarci meglio perché l’uomo coltivi l’arte della guer-ra come qualcosa di fondamentale e perché in un guer-rapporto si passi facilmente dal-l’amore all’odio, e viceversa. Tutta la mitologia parla dell’eterna lotta tra il Male e il Bene con la vittoria finale di quest’ultimo. E ancora adesso, l’Immaginario collettivo è consapevole di questa polarità, come attestano persino i film popolari, tipo la se-rie del Signore degli Anelli, di Harry Potter, ecc.

D’altra parte, la guerra incombente richiama la pace nei suoi schieramenti laici e religiosi, la violenza gli aiuti umanitari, il terrorismo il desiderio di coesione per in-dividuare strategie politiche non aggressive, il disordine risveglia il desiderio di ordi-ne. A livello individuale, in qualsiasi tipo di rapporto – filiale, genitoriale, amoroso, ecc. – l’eccesso di attrazione rischierebbe di annullare una delle due personalità (collasso) a beneficio di quella più forte, mentre l’allontanamento (repulsione), sia pure temporaneo, ridimensionerebbe emozioni e sentimenti dando origine ad una crescita reciproca. Secondo le modalità di un processo dinamico, e pertanto neces-sariamente conflittuale.

Riferimento astrologico

In un quadro di riferimento astrologico, dove lo zodiaco rappresenta l’imprinting del macro sul microcosmo (anche l’astrofisica si è rivolta ai quanti del microcosmo per spiegarsi l’ universo o macrocosmo) potremmo ipotizzare una materia chiara ed una oscura nel bipolarismo planetario. Ed una energia chiara ed una oscura, le quali agiscono tramite i Segni zodiacali- attestati nei loro Elementi tradizionali di Fuoco, Terra, Aria, Acqua - secondo gli aspetti che si trovano a gestire, armonici o conflit-tuali. Andando a ritroso nel tempo, e non necessariamente in quest’ordine, potrem-mo mettere i pianeti in relazione con le fasi di sviluppo della materia:

Sole = energia indifferenziata che diventerà il cuore della materia Luna = gestazione della materia

Mercurio = rapporto tra gli elementi che formeranno la materia, e movimento all’interno di essa

Venere = forza di attrazione della materia Marte = differenziazione della materia

Giove = dilatazione ed espansione della materia Saturno = condensazione e strutturazione della materia Urano = punto di rottura ed apparizione della materia Nettuno = trasformazione lenta e progressiva della materia Plutone = distruzione e nascita/rinascita della materia

Dove per materia si potrebbe anche intendere il complesso di emozioni/funzio-ni che formano la psiche.

I pianeti si mettono in rapporto fra di loro nello spazio zodiacale creando delle geometrie che, come una rete elettromagnetica, trasmettono energie di natura si-mile o contraria, creando cioè campi energetici di sostegno ai pianeti stessi, di tipo aperto o chiuso come i possibili universi. Secondo Huber (Astro-psychologie, Ed. Randin, 1987) gli aspetti rappresentano le energie che giungono da tutte le direzio-ni per cui assumono un sigdirezio-nificato primordiale. Costituiscono, cioè, le forze vitali dell’individuo che serviranno a strutturare le sue reazioni fino a portarlo, si spera, alla consapevolezza. La partita si giocherà tra la forza di attrazione/ aspetti armoni-ci (se troppi con il pericolo di collasso e di stasi) e quella di repulsione/aspetti disar-monici (difficili da gestire ma più inclini a produrre materia, cioè più vitali)

Questa rete di aspetti che si configura in modi sempre diversi nel tempo (tran-siti, progressioni, direzioni, rivoluzioni solari) è così forte da spostare gli equilibri dei pianeti (materia) stimolandoli a far emergere la loro parte chiara oppure quella oscura di cui sono portatori. È bene qui ricordare che, sempre secondo gli studi e le scoperte più recenti, la materia visibile rappresenta appena lo 0,5% rispetto alla to-talità dell’universo, quella invisibile il 3,5% mentre quella esotica, cioè quella non

barionica formata da particelle ancora a noi sconosciute, costituisce il 26%. Nel bi-polarismo planetario, pare sia ancora il lato oscuro a condurre.

Conclusione

Allora, se l’energia oscura/repulsione prevale su quella chiara/attrazione come la materia invisibile su quella visibile, e se mettiamo in analogia l’oscuro con il male e il chiaro con il bene, sembrerebbe logico affermare che il Male tende a prevalere sul Bene. Ma è poi così? Dobbiamo ricordare che il quinto elemento è di natura dinami-ca, cioè si adegua nel tempo alla materia come se sapesse fino a qual punto giun-gere per non distruggiun-gere in maniera irreversibile, anzi, per tenere in vita il tutto. Quindi, la vittoria di una polarità sull’altra non è mai una conquista duratura. Ana-logamente, il Male sembra costituire il tessuto indispensabile da cui ricavare il Bene in forme sempre nuove. Crowley, un esoterista, affermava che il Male opera con forza ma finisce, suo malgrado, per produrre il Bene. E Rudhyar (L’Astrologia della

Personalità, Astrolabio, 1986) che lo stato di coscienza deriva dall’inconscio.

La polarità bene/male è dunque un imprinting su tutto il Cosmo e non soltan-to una caratteristica della specie umana. Solo che la specie umana ha la facoltà, forse unica nel macro e nel microcosmo, di rendersene conto. E di tendere al polo chiaro consapevolmente.

Il rapporto con l’altro

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 122-127)