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Luoghi mitici e geografici delle sirene

Capitolo I. Aspetto, origine, genealogia delle sirene

4. Luoghi mitici e geografici delle sirene

E’ opportuno soffermarsi anche su un rapido excursus riguardante i luoghi che vedono protagoniste le sirene omeriche, da un lato per completezza del quadro generale, dall’altro perché l’importanza della localizzazione geografica avrà un ruolo centrale nel capitolo III. Va ovviamente tenuto presente il fatto che

qualsiasi ricostruzione concernente i luoghi visitati da Odisseo durante il viaggio di ritorno si basa solo in parte su effettive notazioni presenti nel testo, e che il tentativo di tracciare un itinerario geograficamente preciso cozza in buona parte con l’adesione dei libri XI-XII al genere fantastico: ne consegue che buona parte dei teatri della narrazione siano ispirati a luoghi effettivamente esistenti nel Mediterraneo, ma anche che la storia di Omero esuli per larghi tratti dalla realtà, tralasciando il realismo storico.

Conosciamo il punto di partenza del nostos, Troia, in Asia minore, e il punto di arrivo, Itaca, nel mar Ionio; le altre località toccate dall’eroe sono a volte

indicate, in altri casi invece rimangono celate, e solamente in seguito vengono identificate in parte con luoghi geografici specifici. Tra le prime tappe c’è la visita al paese dei Lotofagi, presso i quali due compagni di Odisseo dimenticano il ritorno mangiando il loto; questa terra viene identificata sia da Scilace che da Erodoto con la Libia,40 la cui popolazione era usa al consumo di un frutto dolce e

appiccicoso, confuso nella tradizione con una mela da cui era ricavabile un sidro molto aspro che, se bevuto in grande quantità, poteva provocare un’ubriachezza simile all’amnesia.41 L’isola Eea, in cui abita la maga Circe, è stata localizzata

nell’Adriatico settentrionale, ed è probabilmente Lussino, presso Pola; così anche

40 Scil. Perip. 10; Her. IV 77 41 Graves, p. 679

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la visita di Odisseo alla casa dell’Ade, vicino al bosco di neri pioppi sacro a Persefone, sarebbe da identificarsi con un viaggio verso l’estremo occidente, dato che spesso viene ricordato nel racconto che a sospingerlo verso questa località e verso Ogigia è stato il vento dell’est.42

Arrivando al passaggio presso le sirene, dobbiamo immaginare una rotta che faccia tappa presso la Sicilia (la Trinacria più volte menzionata nel testo omerico) per poi terminare con l’arrivo ad Itaca. Manca ovviamente sapere dove sia

localizzata l’isola che ospiti le incantatrici, e in che modo la rotta tracciata da Circe spinga la nave proprio in quella direzione. Sappiamo dal testo della

vicinanza delle ultime tre tappe del viaggio (isola delle Sirene, stretto di Scilla e Cariddi, isola del Sole), così come dell’identificazione della Trinacria con la Sicilia, mentre si è dibattuto sulla posizione dello stretto di Scilla e Cariddi;43 per

la prossimità con le altre due mete parte della tradizione identifica la loro presenza nello stretto di Messina, con i mostri situati uno di fronte all’altro sui due capi del braccio di mare. Questa indicazione cozza ovviamente con la già citata ubicazione dell’isola Eea nell’Adriatico, vista anche la rotta che devia da un normale indirizzamento Adriatico-Ionio per sfociare nel mar Tirreno dopo l’attraversamento: è d’uopo, come già citato, non soffermarsi su particolari discordanti, ma concentrarsi invece sulla posizione che vuole le sirene ospiti di una località da identificarsi con qualche isola del sud Italia, probabilmente situata nel mar Ionio o nel Tirreno.

Gli scoli riportano la notizia per cui le sirene, avendo ali, ἀπέπτεσαν εἰς τὸ Τυρρηνικὸν κλίμα, e in seguito ribadisce che αἱ δὲ ἀπέπτεσαν εἰς τὴν

Τυρρηνίαν,44 confermando in entrambi i passi che le sirene vennero ad abitare in

un’isola del mar Tirreno, identificata con il nome di Ἀνθεμοῦσσα45 (prova che il

nome dell’isola delle sirene sia entrato stabilmente nella tradizione letteraria è

42 Ivi, p. 680 43 Vedi cap. I, p. 21 44 Schol. ad Od. XII 39

45 Riguardo il nome dell’isola, va ricordato che viene coniato solo successivamente alla stesura

del testo omerico, riprendendo la caratteristica del prato fiorito su cui stanno sdraiate le sirene, λειμῶν' ἀνθεμόεντα, ed elevandola ad antonomasia per l’identificazione; il nome già appariva in Hes. fr. 27 Merkelbach- West (vedi anche Pizzoccaro, p. 215).

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anche il suo utilizzo da parte di Apollonio Rodio nelle Argonautiche, IV 892). Sulla localizzazione nel Tirreno concordano anche Igino e Strabone, il primo dicendo che a quibus locus Sirenides cognominatur, qui est inter Siciliam et

Italiam,46 mentre il secondo le pone sulle isole Sirenuse (Σειρηνοῦσσαι), che da

loro prendono il nome, al largo di Paestum o di Capri.47 Ad oggi le isole a cui

fanno riferimento sia Igino che Strabone sono identificate con degli isolotti a nord della Sicilia, chiamati Li Galli, precisamente situati nel braccio di mare ad ovest dello stretto di Messina, di fronte all’Etna e a Catania.48

Pur non riuscendo a ricostruire del tutto l’ambientazione relativa all’episodio delle sirene, ed essendo tutti i tentativi di trovare una localizzazione dei luoghi posteriori alla stesura del poema omerico, è comunque credibile ambientare la vicenda nell’area che comprende la Sicilia e zone limitrofe (quest’area geografica sarà richiamata anche in altri testi che verranno citati più avanti nel corso della trattazione).

Quel che preme sottolineare in questo frangente è come il mito delle sirene, pur debitore di influenze che vanno ricercate nel vicino mondo orientale, riesca con il tempo a radicare una branca della sua tradizione, direttamente dipendente dall’episodio dell’Odissea, in una zona precisa, quella del Mediterraneo, e di come autori successivi ad Omero sentano il bisogno di citare nei loro scritti una connessione del racconto con un’area circoscritta.49 In più, la necessità da parte

di Omero di ambientare l’apparizione di presenze mostruose quali le sirene e

46 Hyg. Fab. CXLI; si fa qui riferimento al suicidio delle sirene, che una volta visto che il loro

canto era stato vinto da Odisseo si gettano in mare.

47 Strab. I 2, 12; come riportato da Musti, p. 38-42, Strabone cerca di mettere in correlazione la

pronuncia di Sorrento con Sirene e Sirenuse, implicando la derivazione di diversi toponimi della zona dal mito delle sirene, e forzando la corrispondenza, dato che Sorrento deve invece derivare da una perduta forma *srsnto.

48 Pizzoccaro, p. 217.

E’ comunque dibattuta la localizzazione delle sirene nel Tirreno; West ribadisce che la mancata menzione della loro presenza nella zona della Magna Grecia è dettata dall’ubicazione dell’isola «Eea là dove sorge il Sole», così come la loro presenza in una saga precedente all’Odissea presupporrebbe che Omero abbia preso come modello l’itinerario degli Argonauti e lo abbia spostato in luoghi che, cambiando le loro coordinate geografiche, non sono immediatamente identificabili nel sud Italia; vedi M.L. West, The making of the Odyssey, Oxford, Oxford University Press, 2014, pp. 119-122

49 Sempre Strabone, I 2, 12 ci parla della localizzazione di un tempio delle sirene nella penisola

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Scilla e Cariddi in un’area relativamente distante dalla Grecia richiama anche, come fatto notare da Musti, l’idea che la colonizzazione greca verso occidente del periodo VIII-VI secolo, figlia di una ritrovata spinta espansionistica verso l’ignoto, abbia prodotto il bisogno di trasformare il timore reverenziale verso un mondo sconosciuto in topoi letterari atti a scatenare la meraviglia; le sirene non si troverebbero dunque localizzate nel sud Italia per puro caso, ma anzi

entrerebbero a far parte del novero di creature fantastiche appartenenti a luoghi esotici, verso cui l’uomo greco prova al contempo meraviglia e terrore.

5. Parentela tra sirene e altre creature mitologiche: evoluzione delle