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Meccanismi di regolazione sociale e fiducia

PARTE 1 | LA CITTÀ IN DIVENIRE METODI E QUADRI TEORICI PER LO STUDIO DEI PROCESSI DI URBANIZZAZIONE CONTEMPORANEA

3. URBANIZZAZIONE E PLANNING NEL CONTESTO SUDAFRICANO

3.3. Contraddizioni nelle politiche abitative e di sviluppo urbano

4.1.3. Meccanismi di regolazione sociale e fiducia

Gli sforzi del governo per migliorare gli standard di vita e i tentativi di fornire servizi di base non sono stati sufficienti per molti degli abitanti di questi luoghi. Meccanismi di regolazione sociale e reti di sostegno informale sono gli strumenti utilizzati per poter far fronte alle esigenze non sostenibili delle comunità più povere. Un meccanismo economico tipico dei sistemi africani sono i gruppi di risparmio informale (ISG), stokvel nel caso del Sudafrica. Utilizzati in vari continenti e paesi del mondo61, gli ISG si configurano come un mezzo dall’elevato potenziale per consolidare le risorse finanziarie, permettendo, data la diversa natura dei gruppi di risparmio, di ottenere un fondo utile a vari scopi, come ad esempio previdenza sociale o sistemi di mutua assicurazione.

Gli stokvel sono tra le principali strategie di riduzione della povertà praticate per molti anni dalla maggioranza dei neri sudafricani. Attraverso questo schema di risparmio di gruppo informale, i membri concordano volontariamente di contribuire con un importo fisso a un pool comune su base regolare, che può essere mensile, settimanale o di altro tipo (Maluku e Kaseke 2014). Nonostante in Sudafrica quella degli stokvel sia una pratica comune, questo meccanismo di risparmio non gode di un riconoscimento ufficiale. Matuku e Kasete riportano nel loro studio (2014) che l’assenza di un riconoscimento contribuisce a sottovalutare l'importanza di queste organizzazioni sia come istituti di risparmio sia come meccanismi di riduzione della povertà e di promozione sociale (ibid.).

La fiducia, come investimento a fondo perduto, rappresenta uno dei fattori fondamentali per il successo del fondo di risparmio (Matuku e Kasete 2014), ma al contempo i rischi sociali associati possono essere alti e non distribuiti all’interno della comunità. In particolare, non esiste garanzia alla partecipazione ad un gruppo di risparmio e casi di frodi sono piuttosto comuni, come evidenzia una delle storie che seguono (si fa riferimento a Ruo Emoh).

Un’altra questione cardine che influenza i meccanismi di regolazione e le opportunità economiche delle comunità è la proprietà. Le politiche atte a fornire alle famiglie a basso reddito titoli di proprietà sono sempre più implementate come soluzione alla povertà (Lemanski 2011). La proprietà sovvenzionata dallo Stato integra le famiglie povere all’interno dell'economia capitalista, con lo scopo di fornire ai poveri una risorsa che può essere utilizzata in modo produttivo. Il sistema di sussidi per l'abitazione fornisce riparo a lungo termine e sicurezza del possesso a famiglie a basso reddito, ma i valori delle transazioni sono troppo bassi per i venditori a basso reddito per raggiungere il gradino successivo sulla scala immobiliare (ibid.).

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Una parentesi che mi pare opportuno aprire in questo capitolo è quella che riguarda la sicurezza. Questo è un tema molto sentito in Sudafrica, soprattutto nelle township dove i livelli di violenza e criminalità sono elevati62. Seppur non è possibile definire un insieme di pratiche atte a rispondere all’insicurezza urbana, sono presenti dei meccanismi attivati dagli abitanti per il controllo dell’area in termini di sicurezza.

Nella storia che segue, emergono i temi della proprietà e dello sviluppo, non sempre formale, del lotto. Sul titolo di proprietà vengono investite aspirazioni di mobilità sociale e di supporto alla collettività con la creazione di spazi collettivi (si faccia riferimento alla precedente storia di Luleka, ad esempio). Allo stesso tempo, allo sviluppo della proprietà del singolo si associa la prospettiva per la dimora di più componenti familiari (come nel caso di Jenny).

Adnaan – guida tra racconti sparsi di un progetto lungo due decenni (Agosto, 2018)

Durante il mio primo soggiorno in Sudafrica conosco Ayesha, una studentessa in International Affairs che si trova a Cape Town ospite della ONG con la quale collaboravo per sviluppare la sua tesi di laurea. Il nostro percorso si è in parte intrecciato per la convergenza di interessi riguardo al tema della questione abitativa. Mi chiede di accompagnarla per condurre delle interviste in giro per diverse township. Così una mattina ci rechiamo insieme a Mitchells Plan per vedere il progetto Ruo Emoh63 (Our Home, al contrario), un progetto di edilizia abitativa portato avanti dalla comunità e, oggi, considerato di successo.

Ayesha ha preso accordi con un autista per accompagnarci tutta la mattina, così ci incontriamo ad Obs e partiamo da lì. Una volta arrivate ci accoglie Adnaan, abitante e coordinatore del progetto, che ci accompagna per le strade del quartiere. Camminando nelle strade del quartiere, ci racconta la difficoltà di tenere libera l’area dalle costruzioni abusive durante gli anni di sviluppo del progetto. Infatti, per assicurarsi adeguate opere di urbanizzazione, alcuni dei futuri abitanti hanno presidiato i luoghi per lunghi periodi.

Il progetto inizia da due donne che, illuse da un progetto che in realtà non viene mai iniziato e insoddisfatte dall'attesa di alloggi sovvenzionati dal governo, si incontrano e iniziano la creazione di un piano di risparmio, convinte di poter costruire case più appropriate rispetto all’approccio del programma RDP. Il piano di risparmio è istituito sotto la South African Homeless People’s Federation, in seguito nota come Federation of the Urban and Rural Poor (FEDUP).

62 Il Capitolo 6 approfondirà in parte il tema della violenza urbana.

63La pianificazione del progetto è iniziata nel 1997, quando due donne hanno attivato un piano di risparmio. Per il successo del progetto si deve aspettare fino al 2017. La tesi non si concentra sulla storia di Ruo Emoh, ma in questo luogo hanno inizio delle riflessioni che influenzeranno alcune delle scelte di ricerca. Per un approfondimento si rimanda al lavoro di ricerca condotto dall’ACC all’interno del programma di Master dell’Università di Basel, riassunto nell’opuscolo RUO EMOH From housing struggles

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Sono state identificate anche altre strategie per accedere alla terra e, successivamente, alle abitazioni. Una di queste che ha contraddistinto il progetto è il People's Housing Process (PHP), un programma avviato dal dipartimento nazionale Department of Housing.

Camminando, Adnaan, Ayesha ed io, incrociamo diversi abitanti. Tra questi, una donna – che ha richiesto di restare anonima e che indicherò con S. – timidamente ci invita ad entrare a casa sua. Ci racconta di come ha provato a trovare i fondi per finanziare la costruzione di una casa, ma i risparmi che aveva ceduto a collettivi di risparmio sono stati ogni volta rubati, accrescendo l’insicurezza e la sfiducia nell’altro. Questo pare essere un fenomeno non così raro, ma per me è difficile scoprire cos’ha fatto la differenza per la scelta di partecipare al progetto Ruo Emoh. Quello che ci viene detto è che questa donna conosceva Adnaan. Una catena di fiducia che è capiamo essere Stato difficile costruire.

La comunità che si è creata intorno al progetto Ruo Emoh è fatta da persone che hanno dovuto affrontare difficoltà simili. Il gruppo condivide responsabilità, ciò consente ai risparmiatori di creare fiducia, identificare le priorità collettive e costruire solidarietà. I tesorieri sono responsabili della gestione di depositi e prelievi in un conto bancario congiunto e della supervisione delle finanze generali del gruppo. Per diventare un membro della Federazione, viene chiesto a un risparmiatore di contribuire con una somma una tantum di R750 al Fondo della Federazione. Nel 1999, per provare e mostrare che era un progetto fattibile e un’alternativa concreta, costruiscono in tre giorni una show house64. Nello stesso anno, grazie ai soldi raccolti dal fondo, sono riusciti ad acquistare i terreni idonei alla costruzione.

Proprio sulla soglia della casa, il vicino di casa incuriosito ci chiede cosa facciamo lì. Ci racconta di come si sente fortunato ad essere subentrato alla madre nella casa nella quale ci invita ad entrare. Ha un bambino appena nato, l’ingresso della sua casa lo dimostra per la presenza di accessori per neonati. Nel suo racconto emergono quali sono state per lui le sfide più complesse durante tutto il processo, iniziato quando lui era solo un bambino. Tra queste, la più difficile era partecipare agli incontri e recuperare le informazioni necessarie.

“Part of the struggle was going in the meeting, getting information, organizing (…) if you work. Get information and putting the family involved to make it done even if I work, be known of the progress. Things that have to be sign; you are not there choosing a home... there is always something you have to find out. Everyone who was in the project to go found out and getting a way to get information.” (dalle note prese durante la conversazione)

Riguardo il processo di raccolta delle informazioni, ci svela che una parte rilevante l’ha svolta Melanie, una ragazza attivamente coinvolta nello sviluppo del progetto e che oggi vive nel complesso, la quale lavorava per una ONG impegnata nel supporto a processi di comunità.

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Nonostante sia tutto facilmente accessibile tramite il portale internet del CoCT, risulta difficile per chi non è nel settore o non conosce la legislazione trovare informazioni utili a questioni particolari, ad esempio sulle norme per costruire, i permessi e l’accesso alla proprietà. Solitamente ci si rivolge a ONG o ad associazioni, ma è comune agire fuori dalle norme del piano. Emergere un gap tra l'informazione fornita a livello di policy e l’effettiva possibilità di accesso e di utilizzo delle informazioni65.

Ci confida anche la sua idea generale sullo Stato, specificando che per lui, nonostante sia uno Stato libero, non è libertà quella che viene esperita nella quotidianità, che invece è vista come una continua lotta alla sopravvivenza, alla ricerca di un lavoro, di una casa e di un futuro più sicuro. La dimensione della precarietà e instabilità è molto forte anche se si tratta di un progetto ad oggi ritenuto di successo, ma che ha visto durante il suo percorso una moltitudine di ostacoli che ciascun singolo ha dovuto affrontare, spesso in solitudine.

“At the end of the day, this is for our children. They grow up in a house we can move with our life, we don’t have to pay for the house. So, you are giving the opportunity to your child putting life aside, because this is done.” (dalle note prese durante la conversazione)

All’incertezza si sovrappone però la speranza di cambiamento in un’ottica multigenerazionale. Il neo-padre, infatti, ci tiene ad affermare che la sicurezza di avere oggi una casa, per la quale non deve più pagare, gli conferisce la tranquillità di pensare al futuro di suo figlio.

65 Questo gap è confermato dal workshop di ASF-UK attraverso un’intervista semi-strutturata ai membri del planning district.

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4.2. Verso le emersioni. Paradosso abitativo tra agency territoriali e politiche

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