PARTE 1 | LA CITTÀ IN DIVENIRE METODI E QUADRI TEORICI PER LO STUDIO DEI PROCESSI DI URBANIZZAZIONE CONTEMPORANEA
6. SPAZI D’AZIONE ATTORNO UN EDIFICIO SCOLASTICO | Coltivare territori fertili
6.3. Verso le emersioni Nodi di una infrastruttura sociale fertile
L’implementazione della politica di upgrading in situ, nel caso di Mowambisi Park, ha incontrato sul campo la presenza di un’infrastruttura sociale fragile, ma altamente urbanizzata (Abdoumaliq Simone 2004). Il territorio di Mowambisi Park presenta una povertà estrema con abitanti apparentemente emarginati e immiseriti, ma che introducono nel territorio modalità di approvvigionamento e articolazione delle risorse. Lo sforzo fatto con il progetto scolastico potenzia la capacità del singolo rafforzando la sua rete e aumentando la possibilità di circolare e acquisire familiarità con una vasta gamma di posizioni spaziali, residenziali, economiche e transazionali. Il rafforzamento delle reti sociali presenti rende disponibili agli abitanti spazi per operare economicamente e culturalmente, seppur con mezzi limitati. L’intervento lavora proprio sull’attivazione dei fattori di base per l’azione trasformativa, quei fattori che nell’introduzione del capitolo sono stati definiti indice di fertilità.
Donne e città
Una questione che emerge dal racconto è quella del genere. Il genere negli studi urbani e nella pianificazione risulta una lente privilegiata per leggere le dinamiche di questi territori. Questo discorso sollecita gli studi urbani ad accogliere una prospettiva attenta a come le donne contribuiscono al processo di creazione e sviluppo della città. La questione sulla costruzione di città più inclusive e socio-spazialmente sostenibili è di interesse globale, oltre una visione Nord/Sud. Per queste ragioni si richiede uno sforzo culturale per investigare le pratiche, i bisogni e le aspirazioni delle donne attraverso un approccio orientato al genere nella pianificazione urbana.
Le donne nel progetto rappresentano agenti della scena urbana e attori chiave per agganciare le risorse degli abitanti al territorio. Che ciò sia consapevolmente eseguito o meno dalle donne, queste contribuiscono in maniera determinante al dinamismo e alla trasformazione della città. Nel caso dell’esempio, la formazione delle donne locali offre numerosi vantaggi in termini di sostenibilità e scalabilità del progetto e sono allineate a un modello di sviluppo basato sulle risorse sociali e territoriali per supportare e sviluppare l’agency della comunità. Approcci che promuovono la collaborazione intersettoriale generano conoscenza e migliorano l'allocazione delle risorse (Ebersöhn e Eloff 2006). Le famiglie in particolare generano le conoscenze, le competenze e le capacità per influenzare attivamente lo spazio di azione. L’esperienza raccontata permette di leggere lo sforzo di integrare il nucleo famiglia – che è incoraggiata a partecipare attivamente attraverso le donne della comunità – nella collaborazione tra la ONG e la rete sociale che si costruisce attorno alla struttura Active Box.
Oltre lo spazio costruito: la fiducia come veicolo di trasformazione socioeconomica
L’esperienza empirica conferma quanto evidenziato negli studi locali, per i quali i miglioramenti fisici e la fornitura di servizi di base hanno un’inequivocabile importanza per migliorare le condizioni di vita, ma risultano limitati senza programmi statali mirati a lungo termine per affrontare alla radice le cause di violenza e criminalità (Brown-Luthango et al. 2017). La parte fisica dell’intervento – in questo caso l’edificio che contiene l’Active Box e la scuola – tenta di
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essere catalizzatore di dinamiche socioeconomiche. Questo si configura come luogo nel quale avviene il rinforzamento delle potenzialità del singolo attore e al supporto della rete territoriale. L’infrastruttura fisica è un elemento essenziale per territori fragili. La parte fisica è necessaria per garantire la sicurezza, ma è dimostrato come il lavoro sulla coesione sociale riesca ad avere maggiori effetti (ibid.). Il miglioramento e la fornitura di alloggi dovrebbero essere una componente di una strategia molto più ampia, per sradicare la povertà e la disuguaglianza a partire dalle condizioni strutturali che le compongono, come la disoccupazione, l'abuso di sostanze e la violenza interpersonale e di comunità. Va inoltre considerato che la riqualificazione urbana, se accompagnata da strategie di sviluppo economico e sociale, si traduce in programmi molto più complessi, che necessitano di un piano a lungo termine per la loro attuazione e per osservarne i risultati e gli impatti.
Secondo questa direzione vanno i principi di progettazione urbana di VPUU, che mirano a fornire un senso di forte territorialità agli interventi. Ciò avviene accompagnando e affidando alla comunità la responsabilità sulla gestione delle strutture. Dalla partecipazione della comunità si arriva alla nascita delle strutture fisiche, che concorre ad aumentare il senso di appartenenza e affezione ai luoghi. Anche i nomi delle Active Box sono scelti dalla comunità, conferendo ulteriormente sentimenti di identità, proprietà e territorialità. La partecipazione della comunità e il coinvolgimento attivo nel progetto di riqualificazione sono essenziali, ma come mostra il racconto di Monwabisi Park sono condizioni difficili da mantenere.
A questo si connette un’altra questione che la storia solleva, quella della costruzione di fiducia. La fiducia – come valore per l’azione sociale – si costruisce in modi poco formali e richiede tempo per lo sviluppo di legami sociali (Sennett 2018). Questa rappresenta un tassello indispensabile ed estremamente fragile. Una catena di fiducia che parte dalla sede dell’ECD si dirama nell’insediamento e mantiene vivo il progetto. La trama relazionale che si costituisce è fragile e si sostiene sul rafforzamento della fiducia, fattore che si ripropone in esperienze simili (Sekulova et al. 2017; Wong 2017) e che rientra nel concetto di fertilità con il quale si è aperto il capitolo.
Costo emotivo e affettivo per comprendere la governance urbana
L’infrastruttura sociale che il programma VPUU si sforza di mantenere ha portato a importanti traguardi all’interno delle aree maggiormente colpite da violenza, ma allo stesso tempo nodi importanti di questa maglia sociale come Fathima, sembrano ricevere un carico emotivo probabilmente sottostimato negli studi che riguardano i progetti di upgrading. Un aspetto che non viene spesso considerato negli studi sulle valutazioni di questi progetti è l’aspetto emotivo e l’onere energetico che esula dal lavoro, ma che è essenziale per la buona riuscita dei progetti. La posizione di Fathima (e di tutti i lavoratori sul campo) all’interno del progetto è cruciale per consentire il link con il livello di città e delle politiche, per attivare strategie che partano dalle reali condizioni del territorio. Chi lavora sul campo ha un impatto non indifferente sull’attivazione della comunità per stimolare l’engagement e convogliare l’agency che via via si genera. A rendere Fathima un nodo cruciale è proprio la sua posizione dal campo, che le fornisce un chiaro quadro generale e pratico di collegamento tra la comunità, i leader di comunità, operatori del centro Active Box e la struttura organizzativa all’interno di VPUU.
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Questa posizione privilegiata le consente di avere un punto di vista utile per pianificare e programmare l’accesso ai finanziamenti, anche nel caso di riuscire ad aggirare l’ostacolo dei criteri per accedere ai fondi, attraverso l’attivazione di strategie alternative per intercettarne altri attraverso VPUU.
Il tentativo di fare rete in questi processi mette in evidenza relazioni di alleanza e di conflitto inedite che sono intimamente politiche. La dimensione affettiva della città è una forza che incide sull’azione. Questa può essere una dimensione immateriale che possiede un potenziale di lettura innovativo delle pratiche urbane e delle politiche di upgrading.
Strumenti di sostenibilità per le reti territoriali
L’attivazione degli spazi attraverso partnership tra attori chiave a diversi livelli di governance ha come out-come la co-creazione di quartieri più sicuri. Anche quando gli attori fanno cose diverse tra loro in luoghi diversi, ognuno porta tracce della collaborazione passata e una volontà implicita di interagire tra loro in modi che attingono a molteplici posizioni sociali (Abdoumaliq Simone 2004). Le collaborazioni, come il caso dell’associazione per monitorare i disturbi dell’udito, sono una componente fondamentale per interrompere il ciclo di servizi frammentati e non coordinati e migliorare i risultati di bambini e famiglie, in quanto le problematiche dei territori più vulnerabili sono sfaccettate e complesse. Per il contesto sudafricano, in cui la frammentazione dei servizi è diffusa soprattutto per i bambini con disabilità (Orelove e Sobsey 1996), il tentativo portato avanti da progetti come quello del Neighbourhood Resouse Centre di Monwabisi Park concorre a colmare il divario sociale sui servizi di base.
La stabilità dei progetti è sfidata dagli elevati livelli di disoccupazione e insicurezza, che aumentano le tensioni interne tra gli abitanti. Le condizioni estreme a cui sono soggetti gli abitanti del luogo rendono le azioni e i progressi fatti fragili e instabili. La sostenibilità temporale degli interventi è correlata anche alla capacità di adattamento ad eventi esterni che mettono a rischio la credibilità e la sicurezza. Sebbene il progetto riesca a innescare un processo di assunzione presso la struttura, la pressione esterna dovuta alla forte disoccupazione è un elemento che destabilizza l’infrastruttura sociale nel complesso, creando difficoltà nel mantenimento dello stesso.
Un aspetto che emerge come possibile spunto futuro riguarda la connessione degli interventi di questo tipo con l’economia informale. Oltre alle reti sociali e alla coesione della comunità, i programmi di miglioramento potrebbero tenere debitamente conto delle dinamiche economiche di sostentamento presenti e lavorare sulle modalità per sostenerle e migliorarle. Si ritiene necessario lavorare ad approcci che tentano di non interrompere le reti di supporto sociale e le misure informali che svolgono una funzione vitale negli insediamenti informali.