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Tracciare il percorso di ricerca per pass

PARTE 1 | LA CITTÀ IN DIVENIRE METODI E QUADRI TEORICI PER LO STUDIO DEI PROCESSI DI URBANIZZAZIONE CONTEMPORANEA

1.3. Tracciare il percorso di ricerca per pass

L’osservazione diretta delle azioni e del contesto è stata la prima esperienza di campo, mediata inizialmente dal workshop CbD, successivamente accompagnata da leader di comunità o attivisti, poi con l’intermediazione di abitanti che durante la ricerca ho conosciuto. In secondo luogo, interviste semi-strutturate o conversazioni informali con gli abitanti, i lavoratori di ONG e i ricercatori conosciuti sul campo. Questo è servito per stimolare riflessioni sulle abitudini interiorizzate, interrogare azioni e il loro significato e validare le emersioni sul campo. Di seguito sono riportati gli step che hanno costituito il processo di tesi in figura sintetizzato (Figura 1). Il disegno di ricerca si può considerare formato da una prima fase di esplorazione, “Esplorare per Orientarsi”, nella quale è stato sviluppato il saggio bibliografico sulle pratiche quotidiane e le politiche urbane – e dal quale nasce la domanda di ricerca embrionale – per poi partecipare al workshop e fare esperienza della prima esplorazione sul campo. Una successiva

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fase di sviluppo della tesi, “Interagire per Costruire”, che comprende il primo lavoro sul campo, a seguito degli apprendimenti del workshop, e il secondo lavoro di campo ad un anno di distanza. Durante questo periodo è stata fondamentale la costruzione delle relazioni e il ritorno ricorsivo alla domanda di ricerca. Un’ultima fase, “Consolidare”, consiste nel consolidamento dell’apparato teorico e l’analisi dei risultati.

Figura 2 - Schema percorso temporale ricerca Un workshop come primo approccio al campo

Il lavoro sul campo nasce dall’occasione di prendere parte ad un workshop di due settimane a Cape Town, promosso da ASF-UK con sede nel Regno Unito, in collaborazione con la ONG locale DAG. Il focus principale del workshop era sviluppare un metodo per supportare la ONG, i micro-sviluppatori locali e gli autocostruttori per la co-progettazione di alloggi da immettere nel mercato degli affitti a prezzi accessibili, mantenendo una direzione di contrasto alle disuguaglianze in un’ottica di giustizia socio-spaziale.

Una prima visita della città e delle township oggetto del workshop (Masiphumelele, Dunoon, Delft e Khayelitsha) è stata guidata da un componente di DAG, nonché abitante di Delft. Questa mi ha offerto una prima visione dell’organizzazione della città e dei vari progetti nazionali guidati dal governo per l’edilizia abitativa incrementale e temporanea. Un successivo simposio con attori della società civile, del governo, del mondo accademico, delle organizzazioni comunitarie, ha permesso di conoscere il processo di urbanizzazione della città, i progetti di sviluppo nazionali e internazionali, i quadri politici e normativi che regolano la produzione degli alloggi e lo sviluppo urbano. La panoramica delle attuali sfide urbane delle macrostrutture politiche ed economiche presentata dai relatori ha aiutato a situarmi all’interno dei correnti dibattiti sull’edilizia abitativa in Sudafrica.

È stata adottata una prospettiva “a livello di città” (citymaking), al fine di leggere i fenomeni in relazione al loro contributo ed influenza in termini di giustizia spaziale. Il tema dell’abitare è

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stato esplorato a diverse scale: quella della dimora, comunità, città e pianificazione. Sono stati messi alla prova diversi metodi, tra cui passeggiate partecipate in varie township di Cape Town e interviste semi-strutturate a soggetti chiave alle diverse scale analizzate. Si è indagato sulle dinamiche sociali nel processo per ottenere una casa e ampliarla, e sul diffuso fenomeno del backyarding – ampliamento delle unità con baracche nel cortile – usato spesso per ricavare un reddito dall’affitto. Durante questa intensa immersione, sono stati identificati gli agenti chiave tra i residenti, le organizzazioni locali e della società civile che operano sul tema, che hanno rappresentato successivamente la base di relazioni che mi ha accompagnato per il resto del lavoro sul campo.

L’esperienza del workshop ha facilitato sia l’accesso fisico ai luoghi e alle persone, ma anche alla lettura e alla comprensione dei significati e dei luoghi, fornendo alcune chiavi di lettura delle dinamiche socioeconomiche altrimenti difficili da interpretare. Grazie all’opportunità offertami da ASF-UK di restare come volontaria sul campo a Cape Town per tre mesi, al fine di sintetizzare i risultati del workshop, ho collaborato a stretto contatto con DAG. La ONG collabora con organizzazioni di comunità per trovare strategie atte a sbloccare opportunità di accesso ai servizi di base, alla terra, ai diritti di possesso e ad alloggi a prezzi accessibili. Lo scopo principale dell’organizzazione è quello di affrontare le cause che stanno alla base della disuguaglianza e della povertà delle aree urbane del Sudafrica. Il lavoro per il workshop e la vicinanza a DAG sono state la base indispensabile per lo sviluppo di questa tesi, perché mi ha permesso di entrare in relazione con persone con una maturata consapevolezza, seppur soggettiva, dei fenomeni urbani e sociali.

La raccolta dati in questa prima fase consiste in sopralluoghi insieme ad abitanti del luogo, la maggior parte residenti nelle township visitate e/o facente parte di DAG. Le note giornaliere di conversazioni informali e schizzi personali, collezionati nel diario di campo, sono le fonti principali per l’emersione delle prime riflessioni. Successivamente è stato costruito un foglio di lavoro per accompagnare le interviste semi-strutturate.

Perdersi per poi ritrovarsi. Letteratura per ricucire le questioni emerse

Il lavoro preliminare sul campo è stato accompagnato da un lavoro di revisione della letteratura sulle prime tematiche emerse, per cucire insieme i particolari empirici con percorsi più ampi e strutturati.

Un primo tema oggetto di approfondimento riguarda la riproduzione dell’informalità urbana, che occuperà parte di questo lavoro. Questo studio si collega a un corpus più ampio di lavoro teorico ed empirico che esamina le dimensioni urbane della giustizia, della democrazia, della cittadinanza e delle lotte della comunità. In particolare, studi sulle idee di giustizia spaziale (Soja 2010, 2016), la città giusta (Fainstein 2014, 2016), il diritto alla città (Harvey 2014; Lefebvre 1977; Lefebvre e Nicholson-Smith 1991), giustizia ambientale urbana (Agyeman e Evans 2003; Martinez-Alier 2009), informalità e studi dal Sud (de Sousa Santos 2015; Lemanski 2012; Roy e AlSayyad 2004; Watson,2016), sono presi in considerazione congiuntamente con le riflessioni sulla conoscenza e l'apprendimento (Dewey 1916; Freire [2018]). Questa letteratura ha nel

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tempo subito un taglio trasversale, con la scelta, sempre più consapevole, di quello che poi avrebbe costituito il frame teorico.

Immersione nel tema dell’abitare. Dal primo al secondo lavoro sul campo

Nei mesi successivi al workshop, ho focalizzato il mio lavoro sulle disuguaglianze urbane, raccogliendo esperienze di storie abitative informali o vulnerabili, nonché progetti community- led di successo. Attraverso interviste non strutturate, ho mappato una costellazione di esperienze da cui ho tracciato la mia mappa per navigare i temi del lavoro sul campo. Il secondo lavoro sul campo è iniziato un anno dopo il primo ed è durato due mesi. Questo è stato preceduto dalla costruzione di relazioni di fiducia con le persone conosciute nella precedente esperienza e la ricerca di altri attori chiave, nonché la preparazione teorica e una revisione del progetto di ricerca. La prima fase del lavoro sul campo è stata caratterizzata dal quotidiano lavoro di recupero delle relazioni. La mia presenza in diverse zone della township di Khayelitsha ha previsto lo spostamento spesso con i mezzi locali, utilizzati prevalentemente dagli abitanti delle township. Il viaggio dalla città, dove risiedevo, alla mia area di studio, è stato esperito come parte del lavoro di campo ed è stato utile per il fiorire di riflessioni sulla materialità dei luoghi, fatta di distanze, lamiera, fango, e sui suoi significati.

Sintesi delle operazioni di ricerca e tipologia di dati prodotti. Fonte autrice

Operazioni di ricerca …per guardare a… Tipo di dati prodotti/Fonti Camminate partecipate

all’interno di contesti di vita, arricchite da conversazioni informali e schizzi

alla dimensione quotidiana di quella parte della città che è di fatto esclusa dalle dinamiche sociopolitiche formali

note di campo con osservazioni personali e annotazioni dei racconti degli abitanti

Interviste semi-strutturate e

non strutturate alla rete relazionale che costituisce il sistema urbano interviste approfondite, e mappatura degli attori

interviste semi-strutturate a operatori sociali, membri di ONG e associazioni che lavorano sul campo

quali valori, motivazioni e le difficoltà sono alla base di coloro che lavorano in e per l'informale

interviste approfondite, e mappatura degli attori

Osservazioni partecipate Materialità dei luoghi e dinamiche

relazionali Note di campo

informazioni disponibili a livello politico e accademico della vita informale su scala urbana a Città del Capo.

quali informazioni sono accessibili e quali conoscenze sono state finora prodotte

Fonti: uffici / portale comunali, articoli accademici, materiale prodotto da associazioni e ONG rese pubbliche

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2. COSTRUZIONE DEL QUADRO TEORICO |

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