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Pratiche e quotidiano a partire dalla critica postcoloniale

PARTE 1 | LA CITTÀ IN DIVENIRE METODI E QUADRI TEORICI PER LO STUDIO DEI PROCESSI DI URBANIZZAZIONE CONTEMPORANEA

2. COSTRUZIONE DEL QUADRO TEORICO | Esplorando il terreno teorico del “Sud”

2.2. Ri-politicizzare le politiche Riflessioni a partire dalle pratiche urbane

2.2.1. Pratiche e quotidiano a partire dalla critica postcoloniale

All'interno del filone emergente dell'urbanistica meridionale, l’approccio al quotidiano ha di recente riscontrato un crescente successo. La motivazione che si cela nel rinnovato interesse verso il quotidiano e le pratiche risiede, come detto in altre occasioni all’interno della tesi, nella preoccupazione che il modello consolidato di teorie urbane non sia in grado di dare un senso a ciò che accade nei contesti postcoloniali, in rapida urbanizzazione e spesso informali. Questa preoccupazione ontologica ed epistemica ha affiancato spesso studi che hanno optato per una lettura del quotidiano (Amin 2014; De Boeck 2015; Robinson 2008; Simone 2011) al fine di valorizzare i racconti ordinari, costruire narrazioni multiple e dal basso (Peck 2015:165) e avvicinarsi al contesto reale tentando di scardinare i modelli teorici precostruiti.

Esiste una letteratura in crescita incentrata in gran parte sul Sud del mondo che esamina la formazione della vita quotidiana in contesti urbani economicamente marginali (Banks, Lombard, e Mitlin 2019; Bayat 2010; Black 2016; De Boeck 2015; Carolini et al. 2014; McFarlane e Silver 2017; Silver 2014; Simone 2008). La dimensione quotidiana è solo una delle modalità attraverso cui viene prodotta la scrittura urbana del Sud o dell'Africa, così come un modo in cui l'informalità viene affrontata all'interno della letteratura urbana meridionale (Roy 2005; Watson 2009). Un vasto corpo di lavori multidisciplinari guarda alle pratiche quotidiane informali senza l'intenzione di definire un senso univoco delle città (per esempi sudafricani nel campo dell'antropologia si veda Bank 2011). Ho ritenuto interessante andare a rintracciare i collegamenti all’interno della letteratura che si posiziona nel Sud del mondo, per svelare connessioni e disconnessioni e contribuire al dibattito attraverso la ricerca di dottorato. Gli studi sulle pratiche quotidiane si sono concentrati su come queste abbiano significativi riverberi sul piano teorico. Questi studi hanno acceso dibattiti sulla teoria urbana africana, fornendo intuizioni che si muovono tra il particolare e il generalizzabile. Seppur non esista una teorizzazione univoca sulle pratiche quotidiane che venga dal Sud, esistono molteplici sforzi che tentano la costruzione di quadri teorici attenti alla specificità delle pratiche spaziali come mezzo per cogliere le sfumature inafferrabili della città (Pieterse 2011a).

Gli sforzi per mettere in primo piano la quotidianità spesso si presentano come posizioni politiche radicali, allineandosi con il pensiero corrente sulle cittadinanze insorgenti21 (Holston 2009; P. Meth 2010). Le forme plurali di appropriazione dei contesti territoriali, lette come forme di insorgenza da una parte di letteratura (Holston 2009; Sandercock 2000a, 2000b), hanno l’ambizioso obiettivo di sovvertire le agende dello Stato per rispondere alla necessità di una razionalità nuova, che non si fonda sulla tecnica, ma che si ancora nelle pratiche. Le azioni dei cittadini assumono un ruolo centrale nel plasmare la realtà urbana, sfidando le esistenti relazioni di potere e formulando nuove strategie di azione. Watson (2013) amplia la

21 il lavoro di Benjamin (2008) sulle città indiane e di Caldeira e Holston (2015) sulle città brasiliane spesso funge da ispirazione per studiosi di tutto il mondo riguardo al tema dell’insurgent cityzenship

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categorizzazione di pianificatori insorgenti oltre i confini disciplinari, verso tutte le azioni e pratiche insorgenti promosse da scrittori, ricercatori, abitanti e comunità, che collettivamente organizzano l’azione. Questa categorizzazione è stata ampiamente utilizzata e analizzata criticamente da alcuni ricercatori che hanno mostrato i limiti delle azioni, acclamate come emancipatorie e inclusive, in luoghi fortemente marginalizzati e con alti livelli di violenza (si vedano ad esempio i lavori localizzati in Sudafrica di Meth 2010 sulle pratiche insorgenti quotidiane di donne e gli effetti sulla loro emancipazione). Decostruendo il binario analitico delle pratiche insorgenti, si aggiungono elementi che rendono maggiormente complessa la catalogazione di queste pratiche, non solo trasformative, ma anche repressive, argomentando come possa diventare limitante e rischioso la suddivisione tra marginalizzati e oppressori, perché esiste la possibilità che i due aspetti convivano allo stesso tempo (Meth 2010). In questa riformulazione politica, sono state riprese una serie di terminologie come “incrementalismo radicale” (Pieterse 2013) e la “politica del possibile” (Simone 2008), che si riferiscono non solo al quotidiano, ma anche a questioni di informalità (Cirolia e Scheba 2018).

Altri contributi che leggono in maniera critica le pratiche quotidiane sono quelli di Bénit- Gbaffou e Oldfield (2011), che studiano l’accesso alla città nei contesti sudafricani nella mobilitazione dei cittadini. Oldfield22 (2014) nei suoi lavori di intersezione tra l’attivismo e la ricerca evidenzia il lavoro quotidiano che plasma la resistenza e la sua politica. Silver (2014) scrive delle pratiche incrementali delle connessioni delle infrastrutture energetiche in una città del Ghana, evidenziando la micro-politica evidente negli atti di configurazioni materiali. McFarlane e Silver (2016) fanno lo stesso indagando le pratiche quotidiane degli abitanti di Kampala, in Uganda, che vivono in condizioni emarginate e si adoperano in assenza di sistemi infrastrutturali formali. Buire (2014) scrive sulle aspirazioni quotidiane alla periferia di Luanda (Angola). Simone (2008, 2010) studia i movimenti all’interno delle città inquadrandolo come uno studio della cittadinanza quotidiana messa in pratica dagli abitanti.Millstein (2014, 2017) riflette sulla cittadinanza urbana esplorando gli spazi del quotidiano a Delft (Cape Town). Sempre a Delft, Cirolia e Scheba (2018) riflettono su come il quotidiano permette letture multi- scalari sull’urbano. Vivier e Sanchez-Betancourt in un loro recente lavoro (2020) studiano come le pratiche quotidiane creano e sostengono forme di leadership in insediamenti informali a Cape Town.

Come fanno notare Cirolia e Scheba (2018), il taglio teorico e pratico del quotidiano permette di leggere sia temporalmente che spazialmente la città. In generale, gli studiosi della quotidianità hanno lavorato per incorporare l'agire nella sua dimensione spazio-temporale e la materialità nella loro analisi23 (Pieterse 2011b; Pieterse e Simone 2013). Seguendo la

22 esplora la produzione di narrazioni della politica urbana da parte di attivisti per riflettere su come rendiamo conto della conoscenza e della pratica nel teorizzare l'urbano come terreno politico.

23 Cirolia evidenzia che nell'introduzione a Rogue Urbanisms, Pieterse (2011b) sottolinea le importanti connessioni che devono essere scavate tra estetica / affetto urbano e materialità.

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dimensione temporale, ricerche che apportano questo sguardo si occupano dell’ordinario e del banale (Barac 2011; Lombard 2009). A livello spaziale, attraverso le lenti della quotidianità emergono le diverse modalità in cui è esperito spazialmente l’urbano a seconda della razza, della religione, del sesso e dell'età (Bénit-Gbaffou e Oldfield 2011a; Brenner, Madden, e Wachsmuth 2011; Caldeira e Holston 2015). Questi studi si concentrano sulle esperienze della micro-scala, esplorando gli urbanismi vissuti (Pieterse 2011b) e punti di vista ravvicinati a livello di strada (Peck 2015: 165).

La svolta alla dimensione micro delle pratiche quotidiane è la manifestazione di un dibattito epistemologico di lunga data e ancora in evoluzione. È possibile identificare elementi di ciò che consideriamo pratica negli scritti di diversi filosofi, sociologi, antropologi e teorici del XX secolo.

2.2.2. Un passo indietro. Situare le pratiche e il quotidiano nei precedenti

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