• Non ci sono risultati.

Memoria individuale

Nel documento … O RIENTE ,O CCIDENTEEDINTORNI (pagine 180-183)

66 Yang, in Merolla, 2005

M EMORIA , S CRITTURA , M USICA “I MPURA ”

4. Memoria individuale

La memoria individuale, possiamo anticiparlo, verrà utilizzata come citazione, in senso musicale, nella poesia.

Il primo livello di lettura da cui partiamo è quello più evidente, il più frequentato. La riscrittura di un incontro. La nostra prima fonte sono le memorie di Henze.16

Sie traf ein an einem Sonntag, am Tage des großen forianischen Festes vom heiligen Veit, San Vito. Ich holte sie am Hafen ab und brachte sie zu dem kleinen Sarazenenhaus, das ich ihr bei mir nebenan gemietet hatte.

Henze descrive la prima serata a Ischia, la sera di San Vito, agosto 1953. Ricorda tutti i particolari ancora riscontrabili nei Lieder di Bachmann: la vista sul mare e sulle gole del monte Epomeo, i canti e le processioni, i fuochi d’artificio. Nelle pagine dell’autobiografia Henze ricorda esattamente la frase della padrona di casa, la signora Antonia Capuano, che reagisce alle preoccupazioni di Bachmann sulla spesa eccessiva che i fuochi della festa di San Vito comportavano per la comunità ischitana:

“Aber nein! Einmal muss das Fest ja doch kommen!” Dieser Satz ist später zur Anfangszeile eines Tanz- und Prozessionslieds in Ingeborgs

Liedern von einer Insel geworden, die ich Anfang der sechziger Jahre für

kleinen Chor und eine kleine Anzahl Instrumente (unter ihnen ein Orgelpositiv) gesetzt habe.

Ricorda poi le loro giornate lente e scandite, intense e giocate sul margine tra distanza e unione, nell’ora del meriggio, nel canto delle cicale, il lavoro intenso e regolare, gli scambi affettuosi di idee, di reciproca conoscenza, e infine la teatrale partenza con la nave, sotto la pioggia che annunciava l’autunno.

Il secondo livello di referenza biografica si può ricostruire elaborando la vicenda dal punto di vista di Ingeborg Bachmann. Ischia, agosto-settembre 1953: la

14 Ead., Frankfurter Vorlesungen, I: Fragen und Scheinfragen, Werke, IV, p. 196.

15 Ead., Wozu Gedichte, in Werke, IV, p. 303.

16 Henze, 1996. Su questo testo autobiografico e sull’intreccio tra la memoria di Henze e la memoria di Bachmann, cfr. Zanasi, 1995.

Memoria, Scrittura, Musica “Impura” 1673 poetessa fa visita a Hans Werner Henze. Il viaggio segna di fatto il suo trasferimento in Italia. In quella occasione si avvia anche una svolta nella sua poetica. Da quel momento in poi Bachmann comincerà a riflettere sul rapporto tra composizione musicale e scrittura: per esempio, nel saggio Die Wunderliche Musik, (1956), poi in Musik und Dichtung (1964); o ancora, nella sperimentazione di moduli musicali in diversi generi letterari nel corso degli anni Sessanta (poesia, libretto, romanzo, radiodramma). I Lieder von einer Insel appaiono per la prima volta nella rivista “Jahresring. Ein Schnitt durch Literatur und Kunst der Gegenwart” (1954). Lo stesso volume accoglie, e non è di secondaria importanza, una serie di componimenti in cui si trovano temi e motivi affini: di Paul Celan Ich hörte sagen,

Nachts, in Gestalt eines Ebers; di Marie Luise Kaschnitz poesie da un’altra isola, la

Sicilia, con il ciclo Inselreise (Karte von Sizilien, In Palermo, Selinunt), inframmezzato dai disegni ad acquarello di Werner Gilles, Ischia-Fischer, e di Ursula Rusche-Wolters, Orpheus. Esiste dunque un clima, un’attenzione culturale, proprio nel 1954, a un certo complesso tematico, che ci consente di andare oltre l’orizzonte biografico ristretto della vicenda Bachmann-Henze.

La situazione in cui il ciclo nasce è però altra rispetto a quella di cui resta traccia biografica nelle memorie di Henze. Il ciclo viene scritto dopo, ed è molto distante, come Stimmung dell’Io lirico e dell’io che scrive, rispetto a quella, felice, vissuta nell’occasione cui il testo allude. La situazione psicologica dell’io biografico di Ingeborg Bachmann è di profonda separazione e dolore. L’amicizia, questa “Merkwürdigkeit”, questa “cosa strana e particolare” (così Bachmann chiama il loro rapporto) tra la scrittrice e il “maestro” – è messa a dura prova. Separati da una impossibile congiunzione dei corpi, eppure in continua ricerca l’uno dell’altro. Tra i fatti narrati da Henze e la riscrittura di Bachmann sono successi eventi che vale la pena ricordare, proprio per misurare i rischi di una lettura che non tenga conto del fatto che, anche la referenzialità biografica più evidente e apparentemente mimetica, è sempre “fiktiv”.

Il più eclatante dei “fatti” accaduti è la proposta di matrimonio fatta a Bachmann da Henze, seguita dal suo subitaneo ritrarsi spaventato, autoflagellandosi, autocondannandosi all’“Inferno”.17

Rilevante è la risposta di lei, peraltro non inviata, del 1 maggio 1954:

bitte glaub nicht, dass ich so verletzt war, weil Du es Dir anders überlegt hast. Ich war viel trauriger und krank, weil ich Dein Benehmen, Schweigen und Kälte, nicht verstand.18

[…] ich glaube nicht an Gerechtigkeit im Leben und an schöne Prinzen. Es gibt viele und verschiedene Wege, in die Hölle zu fahren.19

17 Cfr., nel carteggio tra Bachmann e Henze, Briefe einer Freundschaft, a cura di Hans Höller, prefazione di Hans Werner Henze, Piper, München – Zürich, 2004, lettera n. 14, p. 32.

18 Ivi, lettera n. 15, p. 33.

La segnatura dell’esistenza nella scrittura è evidente:

Nimm die “Lieder”, die ich Dir schuldig bin und die für Dich geschrieben sind. […]

Bitte f ü hl Dich frei, und wenn wir uns wieder sehen, können wir neuen Wein trinken auf scheue und witztige Zeiten ohne Harm.

Ingeborg

I Lieder sono “scritti per” Henze, ma sono anche un superamento di una impasse biografica. Traducono l’esperienza individuale, che non perde nulla della sua singolarità esistenziale, storicamente riconoscibile, su un piano mitico e rituale, sul piano della forma, che ne disinnesca le immediate conseguenze nel concreto rapporto a due.

Henze lo sa, e anche se non riceverà mai questa lettera, riceve il testo dei Lieder. Lo sa, e capisce che non sono una risposta personale,20 ma una svolta nella stessa scrittura di Bachmann. Una scrittura che il musicista non esita a paragonare a quello che egli riteneva il vertice poetico dell’amica Ingeborg, ovvero le ultime parole del principe Myshkin nella Ballettpantomime Der Idiot.21 Riconosce anzi ai

Lieder una qualità in più, “eine eigene Feuchtigkeit und Wildheit“. Umidità,

selvaticità: caratteristiche quasi naturali che hanno a che fare con strati profondi, avvertiti forse come troppo profondi per l’estetica degli anni Cinquanta, e per questo “scandalosi” e “allarmanti”. Attraverso la contaminazione con musica e tradizione antica l’elemento selvaggio lega la ricerca poetica di Bachmann con la ricerca musicale di Henze (appena contestato in quegli stessi giorni dal pubblico romano proprio per le trasgressioni al severo diktat della scuola di Darmstadt).

in diesen neuen Gedichten gibt es etwas alarmierendes, skandalöses, befremdliches, erschreckendes. Wenn Du so weitermachst, wirst Du auch die wunderbarsten Skandale kriegen, ob Du willst oder nicht. […] ist Das dein “volles”? wenn ja, dann nur weiter so, und Du wirst Dinge tun, die schmerzen und beißen und Deine Leser sehr aufregen.22

Dagli stessi protagonisti della vicenda, dunque, il piano della memoria individuale e biografica viene trasferito su quello simbolico della esperienza estetica e creativa nella quale entrambi, in modo speculare, si riconoscono.23

20 “[…] ich bin dankbar und froh, daß aus der ganzen Angelegenheit Kunst entstanden ist.”, Henze a Bachmann, lettera n. 17, ivi, p. 35.

21 “[…] sie könnten nicht besser sein, obwohl es ja eigentlich nichts besseres gibt als die letzten Worte des Idioten. Einige Stellen in den neuen Gedichten haben auch diese Atmosphäre”, ivi, p. 35.

Le ultime parole del Myschkin: “In den Strängen der Stille hängen die Glocken/ und läuten den Schlaf ein,/ so schlafe, sie läuten den Schlaf ein./ In den Strängen der Stille kommen die Glocken/ zur Ruhe, es könnte der Tod sein,/ sie kommt, es muß Ruhe sein” (Bachmann, Werke, I, p. 79).

22 Ibidem.

23 La specularità di riflessione tra Henze e Bachmann, dove la fonte primaria sembrerebbe nella maggior parte dei casi essere Bachmann, si può osservare sin nella redazione dei testi di teoria musicale di Henze, che riprende testualmente passaggi del pensiero bachmanniano; per esempio, su musica e

Memoria, Scrittura, Musica “Impura” 1675

Nel documento … O RIENTE ,O CCIDENTEEDINTORNI (pagine 180-183)