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Menkaikōryū e il diritto di visita non riconosciuto

CAPITOLO 3: LA FIGURA DEL GENITORE SENZA CUSTODIA E IL “DIRITTO DI VISITA”

3.1 La perdita del contatto con i figli minor

3.1.1 Menkaikōryū e il diritto di visita non riconosciuto

In Giappone esiste un concetto di “visita”, anche se non è paragonabile a quello che generalmente viene conosciuto come “diritto di visita”6. Il diritto di visita può essere definito come il diritto del genitore che non ottenesse la custodia del figlio a mantenere un rapporto continuo con il minore a seguito del divorzio7. Come descritto nel capitolo uno, l’articolo 766 del Codice Civile, è stato modificato solo recentemente al fine di consentire la visita dei figli minori8: indicato con il termine Menkaikōryū9, esso fa riferimento all’insieme di attività quali

incontri, pernottamenti presso la casa del genitore, chiamate e corrispondenze telematiche tra il genitore senza custodia e i figli, al fine di mantenere e conservare il rapporto genitore- figlio, anche dopo la fine della relazione matrimoniale10. Il Menkaikōryū compare tra le disposizioni da decidersi durante le pratiche di divorzio, ma non vi sono presenti altre indicazioni più specifiche che ne regolino lo svolgimento11. In altre parole, significa che è possibile per il genitore non affidatario richiedere delle visite per incontrare i figli, ma ciò non significa che queste debbano essere concesse; infatti non è obbligatorio al fine del completamento delle pratiche di divorzio, sottoscrivere degli accordi in merito alle visite. La corte giapponese ha nominato per la prima volta il principio del Menkaikōryū nel 1969, ma da allora questo non è mai stato indicato come un diritto12. Tra le diverse decisioni della corte suprema che rinforzano questa visione, si possono indicare una sentenza del 198413,

6 Vi sono diverse teorie e spiegazioni, a sostegno di come questo diritto dovrebbe essere riconosciuto anche se

non specificatamente espresso nel diritto di famiglia; ad esempio, si può sostenere come il diritto alle visite, possa essere classificato come diritto naturale del genitore (quindi intrinseco nella figura genitoriale) o anche come questo possa appartenente anche all’insieme dei diritti del minore, il quale ha il diritto di continuare a ricevere cure e attenzioni da parte dei genitori, indipendentemente dalla relazione tra questi. Per approfondimento si veda HIRATA, Shinkenhō no Sōten …, 2007, pp. 176-183

7 HIRATA, Shinkenhō no Sōten …, 2007, pp.176

8 Per Articolo 766 del Codice Civile giapponese, si rimanda a nota 2 capitolo uno pagina 2. 9 Indicato anche come Mensetsukoshō, si veda HIRATA, Shinkenhō no Sōten …, 2007, pp. 176-177 10 MOTOYAMA, Kazokuhō (Diritto di Famiglia), 2015, pp. 122

11 JONES, In the Best Interests of the Court …, 2007 pp. 228

12 MCCAULEY, Divorce and the Welfare of the Child …, 2011, pp. 591

13 TANI Hideki, Rikon ni tomonau Shinken – Kangoken ni tsuite no Hōseido to Funsō no Jitsujyō (Il sistema legale

52 nella quale la corte ha rigettato le argomentazioni di un padre senza custodia che sosteneva come il concetto di visita fosse protetto sotto l’articolo 13 della costituzione come “il diritto di ogni individuo a ricercare la propria felicità”14. Un’altra decisione risale al 2000, nel quale la corte ha espresso come l’articolo 766 del codice civile, consenta l’assegnazione delle visite, ma ha rigettato l’argomento che vede il concetto di visita descritto come un diritto del genitore senza custodia15.

Per quanto sia largamente accettato dagli psicologi, che l’attività delle visite risulti benefica per lo sviluppo del bambino16, e che queste andrebbero limitate solo quando si rivelino essere contro il miglior interesse del minore17 o arrechino direttamente danno a questo18, la mancanza del riconoscimento del diritto di visita nella normativa giapponese è un elemento abbastanza peculiare, cosi come la mancanza di un sistema di affidamento condiviso. Inoltre sono presenti particolari sfaccettature nella normativa giapponese, che la differenziano da quella di altri Paesi: nello specifico, si possono citare il rispetto e l’importanza data al pensiero del genitore affidatario, e la tendenza all’arginare i casi con litigi e conflitti19.

Fukushi to Kyōdōshinken – Bekkyo Riko ni tomonau Shinken-Kangohōseido no Hikakuhōkenkyū (Il benessere dei

bambini e lo Shinken condiviso. Studio comparato in merito al sistema dello Shinken e del Kangoken a seguito di una separazione o di un divorzio), A cura di Nichibenren hōmu kenkyū zaidan, Tōkyō, Nihonkajyushuppan, 2007. ⾕英樹、『離婚に伴う親権・監護権についての法制度と紛争の実情』、⼦どもの福祉と共同親権–別居・離婚 に伴う親権・監護法制の⽐較法研究 (⽇弁連法務研究財団)、東京、⽇本加除出版、2007, pp. 24

14 Articolo 13 della Costituzione del Giappone: 『すべての国⺠は、個人して尊重される。⽣命、⾃由及び幸福追求

に対する国⺠の権利については、公共の福祉に反しない限り、⽴法その他の国政の上で、最⼤の尊重を必要とする』

Tutti i cittadini saranno rispettati come individui. Il loro diritto alla vita, alla libertà ed al raggiungimento della felicità, fino al punto in cui esso non interferisce con il pubblico benessere, è il supremo obiettivo della legislazione ed delle altre attività pubbliche.

15 MCCAULEY, Divorce and the Welfare of the Child …, 2011, pp. 592 16 TANASE, Divorce and the Best Interest of the Child …, 2011, pp. 578

17 Come scritto sopra, il concetto di “miglior interesse del minore” è vago ed astratto, e quello che

nell’ambiente internazionale è per la maggior parte dei Paesi considerato la soluzione migliore per la salvaguardia del benessere del bambino, in Giappone può presentarsi diversamente. TANASE, Divorce and the

Best Interest of the Child …, 2011, pp. 568.

18 Si fa riferimento ai casi di maltrattamento di minore o ai casi di violenza domestica; Si veda HIRATA, Shinken to Kodomo no Fukushi …, 2010, pp. 389-392 e YAMAGUCHI, Joint Custody and Child Visitation after Divorce …,

2016, pp. 177-208

19 Ci si riferisce alla particolare pratica di conciliazione obbligatoria che i coniugi devono affrontare qualora non

si riescano a concludere le pratiche del divorzio consensuale; si cerca quindi di evitare che il conflitto arrivi al tribunale e si tenta di risolverlo tramite un processo di mediazione con l’assistenza di figure “esperte”. Per approfondimento si veda MINAMIKATA, Resolution of disputes over parental rights and duties …, 2005, pp.489- 506

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