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SPAZIO DI VITA

4. STUDIO 1: LA LIPODISTROFIA MINACCIA L’IDENTITA’?

4.5 Metodo di analisi dei dati

Tutte le interviste sono state audio-registrate (durata dell’intervista variabile, M = circa 20 minuti, max 50 minuti – min. 20 minuti) e trascritte letteralmente, così da poter eseguire su di esse un’analisi qualitativa seguendo il modello dell’Interpretative Phenomenological Analysis (IPA) descritto da Smith e Osborn (2003).

Le persone percepiscono e rappresentano il mondo in modi diversificati in relazione a fattori quali la personalità, le esperienze passate e le motivazioni personali. Attraverso questo modello di analisi qualitativa (IPA) si cerca di comprendere il significato che le persone attribuiscono agli eventi:

l’attenzione è rivolta agli aspetti cognitivi ed emotivi e si cerca di indagare che cosa sentono e pensano le persone rispetto a ciò di cui stanno parlando. Il metodo di analisi è definito

“fenomenologico” perchè l’obiettivo è di indagare la percezione dell’individuo relativamente ad un evento/tema/argomento di interesse, in contrasto con il tentativo di proporre un’affermazione obiettiva dell’argomento o dell’evento in esame. D’altra parte, però, non è possibile trascurare il fatto che nel corso dell’intervista si verifica un processo di interazione dinamica tra il ricercatore e il partecipante: nel corso dell’intervista entra in gioco non solo il mondo soggettivo della persona intervistata, ma anche le premesse, i valori, le opinioni del ricercatore. Questi ultimi elementi entreranno necessariamente nella ricostruzione di ciò che l’altra persona dice, attraverso un processo interpretativo. L’etichetta “Analisi Interpretativo-Fenomenologica” infatti è utilizzata proprio per sottolineare la compresenza di questi due aspetti.

Questo modello di analisi, secondo Smith e Osborn (2003), è applicabile ad un vasto numero di ricerche, di differente tipologia: spesso utilizzato per indagare temi nuovi o poco indagati, argomenti molto complessi o ambigui, o quando un ricercatore si sta occupando di esplorare dei processi e dei cambiamenti. Date queste caratteristiche, nella nostra ricerca e, nello specifico l’analisi delle interviste condotte, ci è sembrato utile usare l’IPA poiché la tematica in questione è nuova e alquanto complessa: l’indagine infatti è focalizzata sui processi identitari a seguito di importanti cambiamenti del corpo di una persona.

L’assunzione alla base di questa metodologia di analisi è che il ricercatore è interessato al mondo psicologico del soggetto costituito da credenze e costrutti manifesti e suggeriti dalle parole dell’intervistato. In ogni caso, l’aspetto centrale dell’Interpretative Phenomenological Analysis è quello di comprendere il significato, nella sua complessità, che ciascun soggetto attribuisce all’evento in esame, piuttosto che misurare la frequenza con cui un certo aspetto viene menzionato.

In questo senso, il ricercatore è coinvolto in una relazione interpretativa con la trascrizione

dell’intervista: solo con un coinvolgimento nel testo e un’attività interpretativa è possibile scoprire i significati più profondi che il soggetto attribuisce agli eventi.

Come suggeriscono Smith e Osborn (2003), la modalità di analisi utilizzata suggerisce di seguire

“specifiche” fasi.

Il ricercatore deve leggere attentamente e numerose volte la trascrizione di ciascuna intervista, utilizzando il margine di sinistra per annotare aspetti che ritiene di particolare interesse rispetto a ciò che è stato detto: la lettura ripetuta rende il testo più familiare e potrebbe fare emergere nuovi aspetti non considerati alla lettura precedente. In questa prima fase, non ci sono regole rispetto a cosa commentare e non c’è nemmeno la necessità di dividere il testo in unità di significato.

Successivamente il ricercatore, durante un’ulteriore lettura, annota, sul margine destro, i “titoli” dei temi emergenti: le note iniziali vengono trasformate in frasi e parole chiave che cercano di catturare il significato/il senso/l’essenza di ciò che è stato trovato nel testo. Questo passaggio porta ad un livello maggiore di astrazione e può richiamare un maggior numero di termini “psicologici”.

Tuttavia questi temi emergenti sono ancora strettamente ancorati alla specificità degli argomenti affrontati nel corso dell’intervista e delle parole usate dagli intervistati.

Nella fase successiva il ricercatore deve trascrivere su un foglio bianco tutti i temi emergenti in ciascuna intervista e cercare le possibili connessioni tra essi. In questa prima lista l’ordine è quello cronologico, basandosi sulla sequenzialità della trascrizione dell’intervista. Successivamente, il ricercatore deve definire un ordine maggiormente analitico e stabilire eventuali connessioni tra i temi emersi: da questa operazione potranno quindi emergere temi sovraordinati. In questo modo il ricercatore da una parte compie un lavoro di interpretazione, dando un senso a ciò che viene detto;

d’altra parte deve sempre confrontare il senso da lui costruito/la sua interpretazione con ciò che il soggetto intervistato ha realmente detto.

A questo punto dell’analisi, viene creata una tabella in cui sono riportati i temi sovraordinati emersi nella fase precedente, avendo cura di ordinarli in modo coerente: è possibile così individuare dei cluster di temi che fanno emergere ciò che un individuo ha detto rispetto ad uno specifico argomento. Questi stessi cluster vengono nominati e rappresentano anch’essi dei temi sopraordinati.

In questa fase è possibile che certi temi individuati precedentemente vengano eliminati, in quanto non rientrano nelle strutture emergenti e allo stesso tempo non costituiscono un’evidenza nella trascrizione.

Le stesse fasi dell’analisi descritte sopra devono essere ripetute per ciascuna trascrizione di intervista al fine di costruire una tabella riassuntiva comprendente tutti i temi sovraordinati.

Nella fase finale dell’analisi, il ricercatore deve decidere su quali temi porre la sua attenzione, escludendone alcuni che non necessariamente sono meno importanti. Un aspetto rilevante dei temi,

infatti, non è solo la frequenza con cui compaiono all’interno del campione di interviste, ma è molto importante anche la ricchezza dei passaggi in cui questi temi emergono.

La parte conclusiva dell’analisi è costituita dal passaggio dalla costruzione della tabella in cui sono raccolti i temi, all’individuazione di una relazione tra questi in cui emergano i significati relativi all’esperienza dei partecipanti. È necessario pertanto tradurre i temi in un racconto narrativo; in questo momento l’analisi si amplia nuovamente e i temi vengono spiegati ed illustrati ampiamente, utilizzando anche brani direttamente estratti dalle interviste.

Seguendo questo procedimento (Smith e Osborn, 2003), si è proceduto alla lettura ripetuta delle interviste al fine di individuare i temi che poi sarebbero stati oggetto della nostra analisi. In seguito, per ciascuna trascrizione, si sono confrontati i temi individuati e si sono cercate possibili correlazioni tra di essi, così da individuare dei temi sopraordinati. Si sono inoltre confrontate le diverse trascrizioni così da individuare, se possibile, delle correlazioni tra di esse. Infine si è proceduto alla costruzione di una tabella riassuntiva.

In relazione al nostro obiettivo di ricerca, sono stati individuati sei temi sovraordinati, identificati come presenti all’interno di ogni intervista. È stato utile, inoltre, articolare maggiormente queste tematiche, dove possibile e significativo, in relazione all’interrogativo di ricerca.

È stato eseguito il confronto tra due giudici indipendenti, dal quale è emerso un accordo del 78%

rispetto alle tematiche individuate; in seguito sono state riprese le classificazioni in cui non vi era accordo, fino ad un accordo conclusivo del 90%.

A questo punto ci siamo focalizzati sui principi identitari che apparivano minacciati, rispetto a ciascuna tematica.

Nella tabella 3 vengono illustrate le tematiche individuate con le relative articolazioni, il n. di soggetti che ne hanno fatto riferimento e il numero di citazioni riscontrate.