PRASSI INTERNAZIONALE
4. Il metodo ordinario per la determinazione della perdita durevole
In una prospettiva operativa la società contabilizza una perdita in conto economico se il valore recuperabile è minore del valore contabile dell’immobilizzazione.
Nel caso di impossibilità di stima del valore recuperabile dell’immobilizzazione si procede, quindi, alla determinazione del valore recuperabile della UGC cui l’immobilizzazione stessa appartiene.
L’esistenza di una perdita durevole di valore può presupporsi nel caso in cui si verifichino dei sintomi, ovvero vi siano indicatori potenziali di perdite di valore, come di seguito sintetizzati:
a. il valore di mercato di un’attività è diminuito significativamente
durante l’esercizio, più di quanto si prevedeva sarebbe accaduto con il passare del tempo o con l’uso normale dell’attività in oggetto;
b. durante l’esercizio si sono verificate, o si verificheranno nel futuro
prossimo, variazioni significative con effetto negativo per la società nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o normativo in cui la società opera o nel mercato cui un’attività è rivolta;
c. nel corso dell’esercizio sono aumentati i tassi di interesse di mercato
o altri tassi di rendimento degli investimenti, ed è probabile che tali incrementi condizionino il tasso di attualizzazione utilizzato nel calcolo del valore d’uso di un’attività e riducano il valore equo;
d. il valore contabile delle attività nette della società è superiore al loro
valore equo stimato della società (una tale stima sarà effettuata, per esempio, in relazione alla vendita potenziale di tutta la società o parte di essa);
e. l’obsolescenza o il deterioramento fisico di un’attività risulta evidente; f. nel corso dell’esercizio si sono verificati significativi cambiamenti con
effetto negativo sulla società, oppure si suppone che si verificheranno nel prossimo futuro, nella misura o nel modo in cui un’attività viene
utilizzata o ci si attende sarà utilizzata. Tali cambiamenti includono casi quali:
x piani di dismissione o ristrutturazione del settore operativo al quale l’attività appartiene,
x piani di dismissione dell’attività prima della data prima prevista, x la ridefinizione della vita utile dell’immobilizzazione;
g. dall’informativa interna risulta evidente che l’andamento economico
di un’attività è, o sarà, peggiore di quanto previsto.
Nel caso esista l’indicazione che un’attività possa aver subito una perdita durevole di valore, ciò potrebbe rendere opportuno rivederne la vita utile residua, il criterio di ammortamento o il valore residuo e rettificarli conformemente, a prescindere dal fatto che la vendita venga poi effettivamente rilevata.
4.1 La determinazione del valore recuperabile
Il valore recuperabile di un’attività è inteso come il maggiore tra il valore d’uso e il valore equo della stessa. Se non è possibile effettuare una stima del valore recuperabile, non producendo flussi di cassa autonomi rispetto alle altre immobilizzazioni, si deve far riferimento all’UGC cui l’attività appartiene.
Determinare il valore d’uso e/o il valore equo di un’immobilizzazione non è sempre un’operazione necessaria. Difatti, se uno dei due valori è superiore al valore contabile, si può affermare che l’attività non ha subito una riduzione di valore e quindi non vi è il bisogno di stimare un ulteriore importo. Ancora, non è necessario stimare il valore d’uso nel caso in cui si ritiene che il valore equo lo approssimi in maniera attendibile.
4.2 Determinazione del valore equo
Per valore equo si intende la somma che è possibile ricavare a seguito della vendita di un’attività. La miglior stima del valore equo è ottenibile in due modi: o prendendo a riferimento il prezzo che si è disposti a pagare per quell’attività in una transazione non vincolata oppure il prezzo di mercato in cui l’immobilizzazione goda di un mercato attivo. Per ottenere la miglior somma, definibile come valore recuperabile, vengono eliminati i costi di vendita dal valore equo.
4.3 Determinazione del valore d’uso
Il valore d’uso viene determinato sulla base del valore attuale dei flussi finanziari futuri attesi generati da un’attività. È calcolabile procedendo attraverso due fasi principali:
x nella prima si provvede a stimare i flussi finanziari, sia in entrata che in uscita, che deriveranno dalla sua utilizzazione continuativa e dalla sua dismissione;
x nella seconda verrà applicato il tasso di attualizzazione ai flussi finanziari futuri attesi.
Le stime dei flussi finanziari futuri non includono i flussi finanziari in entrata o in uscita derivanti da attività di finanziamento, i pagamenti o i rimborsi fiscali e gli investimenti futuri per cui la società non si è già obbligata. Si presuppone, di contro, che i flussi finanziari futuri vengano stimati facendo riferimento alle loro condizioni correnti. I tassi di sconto utilizzati per valutare il valore d’uso non riflettono i rischi per i quali le stime sono state rettificate, al fine di evitare duplicazioni; bensì riflettono il rendimento che gli investitori richiederebbero se si dovessero trovare in situazione di dover scegliere un investimento che generasse flussi, tempi e rischi equivalenti a quelli che la società attende dall’immobilizzazione. Tale tasso viene stimato mediante il tasso implicito utilizzato per immobilizzazioni simili oppure attraverso il costo medio ponderato del capitale della società.
4.4 Rilevazione della perdita durevole di valore per una UGC e per l’avviamento
La perdita durevole di valore rilevata su una UGC va imputata a riduzione del valore contabile delle attività che fanno parte dell’unità come segue: dapprima al valore dell’avviamento allocato sulla UGC; in seguito in maniera proporzionale rispetto alle altre attività sulla base del valore contabile di ciascuna attività che fa parte dell’UGC. L’allocazione dell’avviamento, in sede di iscrizione in bilancio, è relativa a una o più UGC. L’ammortamento dell’avviamento non è in alcun modo sostitutivo del test di verifica della sua recuperabilità.
4.5 Ripristino del costo
L’eventuale svalutazione per perdite durevoli di valore è ripristinata qualora siano venuti meno i motivi che l’avevano giustificata. Il ripristino va effettuato nei limiti del valore che l’attività avrebbe avuto nel caso in cui non fosse avvenuta la rettifica di valore. Non è possibile ripristinare la svalutazione rilevata sull’avviamento e sugli oneri pluriennali.
5. Il metodo semplificato per la determinazione della perdita