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II. Archeologia in contesti industriali: una selezione di esempi significat

2.3 Museo Marìtim di Barcellona

Questo museo è situato all'interno dei Drassanes Reials de Barcelona, uno spazio dedicato alla cantieristica navale, attivo tra XIII e XVIII secolo. Il museo, in quanto focalizzato su mostre a carattere storico, non è propriamente definibile come “archeologico”; è stato comunque considerato in questa sede per alcuni elementi che possono includerlo in questo secondo capitolo.

2.3.1 La storia dell'edificio

Originariamente i Drassanes (“cantieri navali”) erano impianti destinati alla costruzione di galee della flotta aragonese e la loro costruzione risale al regno di Pietro III di Aragona detto il Grande, tra il 1280 e il 1300.

Sotto Giovanni I d'Aragona i cantieri subirono un notevole ampliamento, a causa delle necessità navali dei commercianti catalani e della corona catalano-aragonese72.

L'edificio assunse un aspetto gotico a partire dall'anno 1381, con otto navate e diciotto sezioni separate da colonne alte sei metri e a pianta quadrata, dalle quali partono gli archi che sostengono le travi del tetto. Alla fine del XV secolo le navate divennero sedici.

La Generalitat de Catalunya, ossia il sistema amministrativo-regionale della regione spagnola, si fece carico dell'amministrazione dell'edificio dal 1578, facendo costruire nel 1618 tre nuove navate di forma e materiale identici a quelle medievali. Nel XVIII secolo la navata centrale subì un ampliamento e una fila di colonne venne distrutta per fare spazio a modelli di nave.

Il periodo di massima attività si verificò sotto il regno di Alfonso V d'Aragona detto Alfonso il Magnanimo nella prima metà del XV secolo. Nel XVIII secolo l'attività cantieristica viene spostata a Cartagena. Dopo la sconfitta contro i Borbone, durante la guerra di successione spagnola, nell'edificio fu installata una caserma dell'Esercito spagnolo. Nel 1935 l'edificio venne ceduto al Comune, che vi installò il museo. 2.3.2 Il recupero

Il museo nacque ufficialmente il 20 ottobre 1936, su decreto della Generalitat de Catalunya, per la necessità di trovare un luogo dove conservare i numerosi reperti del patrimonio industriale marittimo della città, e venne inaugurato ufficialmente il 18 gennaio del 194173.

Nell'ottobre 2010 il museo fu temporaneamente chiuso al pubblico per permettere ricerche archeologiche al fine di eseguire una serie di interventi di ristrutturazione e di ricerche, grazie alle quali vennero alla luce interessanti elementi dell'edificio e della storia della città: una necropoli romana (che ha avuto una vita di oltre cinquecento anni collocabile tra I e VI secolo d.C. Nell'area sono stati identificati un migliaio di frammenti in avorio combusti appartenenti a letti di lusso per nobili dell'impero e diversi individui inumati74; inoltre gli scavi hanno permesso di

individuare gli elementi pertinenti alle fasi di costruzione della struttura, che nonostante sia stata realizzata nel XIII secolo, risale in gran parte al XVI secolo. Il Museo è stato riaperto al pubblico dal 16 febbraio 2013.

aperta al mare, su modello di Piazza San Marco, ma questo non fu mai completato. 73 Martìnez-Hidalgo, 1985.

2.3.3 L'allestimento museale

Il museo, composto da una successione di sale, è principalmente noto per la sua esposizione permanente di navi (Fig. 2.14)75, tre delle quali poste all'ingresso, e

legate ai nomi di Ruggiero di Lauria (ammiraglio italiano al servizio dei sovrani aragonesi), Giacomo I d'Aragona e Luis de Requesens y Zùniga. Vi è anche esposta, in scala uno a uno, la riproduzione della galea appartenente a don Giovanni d'Austria (Fig. 2.15), nave ammiraglia nella battaglia di Lepanto, costruita proprio in questi cantieri nel '67 in occasione del quarto centenario della battaglia76. Vengono inoltre

esposti i reperti archeologici risalenti alla prima era cristiana, tra le quali è possibile vedere anfore romane, ceppi d'ancora e macine, nonché pezzi d'artiglieria.

Fig. 2.14: Museu Marìtim di Barcellona – Alcune navi in esposizione. Foto da Mata i Enrich E., 2011,

pag. 9.

75 Mata i Enrich, 2011. 76 Cfr. nota precedente.

Fig. 2.15: Museu Marìtim di Barcellona – Riproduzione della galea di don Giovanni d'Austria.

Immagine dal web https://it.wikipedia.org/wiki/Museu_Mar

%C3%ADtim_de_Barcelona#/media/File:Museu_Maritim_fg01.jpg (Foto di Fritz Gellert-Grimm)

Superato l'ingresso vi è la sala Capmany, dedicata allo storico, filologo e militare Antonio de Capmany y de Montpalau, vissuto a cavallo tra il XVIII e XIX secolo. La sala è suddivisa in tre grandi navate, costruite con l'ampliamento del XVII secolo, ed è dedicata alla navigazione a vela, con modelli di tutte le classi e un'abbondante documentazione. È presente inoltre un modello del XVIII secolo di una nave a due ponti e settantaquattro cannoni, la fregata Barcelona, acquerelli e dipinti ad olio di velieri e ritratti di armatori, nonché la documentazione di bordo raccolta in vetrine, tra cui diari di navigazione e polizze di carico77.

Segue la sala dedicata a Pietro IV d'Aragona detto il Cerimonioso, dal quale prende il nome, dove è presente una sua statua realizzata nel 1955. All'entrata sono presenti modelli navali che vanno dalle origini fino all'epoca dei modelli di velieri per la navigazione in alto mare, come ad esempio navi d'altura dell'epoca del faraone Sahure (III millennio a.C.), e una nave mercantile romana del II secolo. Nelle vetrine della sala sono esposte navi in bottiglia, modelli in vetro e figure in piombo con le

uniformi della marina, spille e ciondoli a tema marinaresco, e collezioni di ceramica catalana, valenzana, inglese e olandese, oltre a vetrine che espongono strumenti tipici della vita marinaresca quali astrolabi, barometri, ottanti, sestanti, sonar meccanici e bussole.

Alla sala dedicata a Pietro il Cerimonioso segue quella dedicata a Raimondo Lullo che ospita in primo luogo carte nautiche e strumenti nautici-astronomici, quali mappamondi e portolani (manuali per la navigazione basati sull'esperienza e sull'osservazione) che vanno dal XV fino al secolo scorso; tra i vari documenti è presente anche una pergamena di Amerigo Vespucci. Questa sala nel corso degli anni si è notevolmente arricchita, passando da circa trecento carte nautiche nel '36 a oltre 2.800 oggi, conservando non solo carte nautiche e portolani provenienti dalla Spagna, ma anche da paesi esteri, come la Francia (soprattutto per quelli risalenti al XVIII secolo).

Nel museo trova posto anche l'arte popolare, con una saletta dedicata di dimensioni più contenute rispetto alle altre, contenente dipinti ed ex-voto di antichi santuari marinari situati nel litorale catalano.

Le due sale che seguono sono dedicate ai lavoratori: una è dedicata ai Bastaixos, ossia ai “facchini” del porto della città (motivo per cui le è stato dato il nome di “Sala Del Gremio de Faquines de Ribera”), con riproduzioni di capitelli della porta principale della basilica di Santa Maria del Mare di Barcellona, in cui sono ritratti i Bastaix durante il lavoro, l'altra riguarda costruzioni navali in legno e i carpentieri, e porta il nome di “Galerìa de Constructores Vieta y Monjo”, riferito a ingegneri e costruttori navali.

La “Sala Marqués de Comillas”, intitolata al fondatore della Companyia Transatlàntica Espanyola Antonio Lòpez y Lòpez, è dedicata all'epoca della propulsione meccanica, a partire dal motore a vapore, e sono presenti sia modelli di navi di imprese navali sia navi da guerra, oltre a due diorami dello scenografo José Mestres Cabanes, di cui uno rappresenta la marina mercantile nel porto di Cadice, l'altro la marina militare78.

Infine, passando attraverso un vestibolo dove sono esposti modelli e dipinti di navi usati nelle guerre spagnole, si giunge alla sala degli sport nautici e della pesca (“Sala de Marina, Recreo y Pesca”), con modelli di varie attività sportive e peschiere in vetrine.