• Non ci sono risultati.

Parco Archeominerario di San Silvestro (Campiglia Marittima)

II. Archeologia in contesti industriali: una selezione di esempi significat

2.1 Parco Archeominerario di San Silvestro (Campiglia Marittima)

Il parco, sorto nel Comune di Campiglia Marittima (Toscana), nasce da un'esperienza di ricerca svoltasi tra il 1984 e il 1995 presso il castello medievale di Rocca San Silvestro e sul territorio limitrofo, il quale viveva grazie alle risorse minerarie nel sottosuolo, e in seguito venuto a far parte del “Sistema dei Parchi della Val di Cornia” (Fig. 2.1).

Fig. 2.1: Parco Archeo-minerario San Silvestro – Veduta dall'alto. Immagine da Francovich, 1994, tav.

2.

2.1.1 La storia del territorio

La peculiarità del parco sta nell'avere caratteristiche sia archeologiche che minerarie, significative non solo a livello italiano ma anche, e soprattutto, a livello europeo, dato che i monti di Campiglia Marittima sono stati interessati da attività estrattive per un lunghissimo periodo di tempo, dall'eneolitico all'epoca contemporanea (XIX-XX secolo)57.

Proprio a partire dal XIX secolo, dopo circa duecento anni di abbandono, nel territorio vennero intraprese nuove attività di estrazione mineraria che diedero inizio a diverse concessioni minerarie assegnate a società estere, prima francesi e poi inglesi, come l'Etruscan Copper Estate Mines, nata a Londra nel 1900, responsabile della costruzione di un treno che collegò le valli dei Lanzi, dei Manienti e del

Temperino. Nonostante il fallimento, avvenuto nel 1907, la società lasciò tracce di edifici e infrastrutture minerarie (come forni di arrostimento e di riduzione), le quali rappresentano un importante esempio di archeologia industriale.

Le attività industriali restarono ferme fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, quando avvenne la riapertura della miniera Lanzi ad opera della Società F.lli Carlo ed Alessandro Parodi e la Miniera del Temperino dalla Ferromin58. Nel '55 la

concessione sul territorio fu esclusiva della Miniera di Campiglia S.p.A., società che mantenne tale concessione fino al '76, anno della sua chiusura.

2.1.2 Il recupero

Nel 1989 Riccardo Francovich e Jamie Bucahnan elaborarono un masterplan per la musealizzazione di questo patrimonio culturale, promosso dalla Regione Toscana e al quale partecipò anche l'architetto Lorenzo Greppi, incaricato di valutare le prospettive di riuso degli edifici preesistenti. Fin da subito fu chiara la necessità di considerare non solo la Rocca di San Silvestro, soggetta alla gran parte delle ricerche archeologiche, ma anche l'intero territorio ad essa limitrofo, in modo da valorizzare il potenziale del territorio campigliese, in quanto l'intero territorio presenta un assetto straordinariamente leggibile per quel che riguarda le interazioni uomo-ambiente (Fig. 2.2)59.

La Val di Cornia era stata inserita nelle aree dell'Obiettivo 2 dell'Unione Europea per cui fu possibile ottenere finanziamenti (4.300.000.000 lire) per la realizzazione di strutture museali, servizi culturali e di accoglienza turistica. Trattandosi però di finanziamenti europei, e quindi di cofinanziamenti, il Comune di Campiglia Marittima partecipò attivamente al finanziamento, acquistando i terreni ed immobili fino ad allora di proprietà di una società che si occupava di un'area di calcare all'interno del futuro parco. Grazie alla prima parte dei finanziamenti fu possibile iniziare i lavori nel '94, ristrutturando alcuni opifici minerari ed officine al Temperino, in modo da ospitare tre percorsi museali (uno archeologico, uno minerario ed uno mineralogico) oltre che gli uffici amministrativi ed un centro di ristoro, portando all'inaugurazione del Parco il 6 luglio 199660.

58 Casini, 2000. 59 Francovich, 1994. 60 Francovich, Casini, 2000.

Fig. 2.2: Parco Archeominerario San Silvestro – carta. Immagine da Guideri S., 2001, pag. 3.

2.1.3 La visita del parco

Il Parco copre un'area di 450 ettari, ed è situato nel sistema collinare nord di Campiglia Marittima.

Il percorso di visita inizia dalle miniere del Temperino, dove all'interno dell'edificio museale si trovano il centro di accoglienza e la biglietteria, con la miniera aperta al pubblico per un tratto lungo circa 360 metri. Il percorso è stato messo in sicurezza con chiodature e reti elettro-saldate. Si attraversa dunque una delle poche gallerie del XIX secolo ancora conservate, con soffitto a sezione ogivale, dove sono ancora visibili sulla volta e sulle pareti i segni dei carotaggi. Al suo interno la prima roccia visibile è il calcare rosso ammonitico, seguito poi dal porfido e dal marmo bianco, il quale risulta essere il materiale più abbondante del Campigliese61. Dopo circa

sessanta metri si comincia ad intravedere lo skarn, una roccia scura, con colori che vanno dal verde al marrone e al nero. Andando più avanti si nota come la galleria ottocentesca abbia intercettato e in parte tagliato lavorazioni ben più antiche, per poi

aprirsi in una grande zona di coltivazione con una volta sorretta da vari pilastri fatti di risparmio dei minerali (Fig. 2.3).

Superata anche la camera a pilastri, le gallerie si fanno più ampie e regolari, con ancora resti ben visibili di infrastrutture in ferro e tubi dell'acqua, e i cantieri di conservazione sono a camere senza pilastri; tutto questo dimostra che questa parte di galleria è frutto di lavorazioni di metà Novecento. Tracce di antiche lavorazioni scavate con metodo preindustriale (a seguire il filone, con abbattimento naturale) sono visibili fino a cento metri di profondità ed anzi sono visibili cunicoli che si riuniscono in un cantiere quasi completamente ripienato.

Una volta usciti dalla miniera i visitatori possono raggiungere l'area del Pozzo Earle, l'unico dei cinque pozzi per l'estrazione mineraria sopravvissuto fino ad oggi, dove i Musei delle Macchine Minerarie e dei Minatori trattano gli ultimi decenni della storia dell'attività estrattiva per mezzo di una serie di pannelli informativi che servono ad introduzione del sistema del Parco, e di una sezione mineralogica dove sono esposti in vetrine i principali minerali e le formazioni rocciose del territorio.

Fig. 2.3: Parco Archeo-minerario San Silvestro – Galleria mineraria antica. Foto da Francovich, 1994,

tav. 19.

I visitatori, mediante un treno, possono giungere alla Galleria Lanzi-Temperino, e così facendo ripercorrere il tragitto dei minerali estratti, che dalle miniere erano convogliati negli impianti di trattamento di Valle dei Lanzi (caratterizzata da giacimenti di zinco e piombo, e segni di attività mineraria che vanno dal periodo

etrusco fino al XX secolo)62. Una volta giunti, è possibile vedere gli impianti per la

flottazione dei minerali, poi riconvertiti in centri per la frantumazione del calcare. Nella valle è presente l'omonima villa, voluta da Cosimo I per ospitare i minatori esperti provenienti dalla Germania.

Domina il paesaggio il Castello di Rocca San Silvestro (Fig. 2.4-5), realizzato su una rupe, che occupa un'area di circa un ettaro d'estensione ed era utilizzato dai minatori tra X e XI secolo come presidio e controllo dei filoni metalliferi; qui è stato allestito un percorso didattico che si articola lungo gli accessi del castello, corredato di una serie di pannelli all'interno dell'area relativi alle varie parti di cui è composto l'edificio e alle attività economiche che vi si svolgevano. Grazie agli scavi è stato possibile comprendere la complessa stratificazione della struttura e la distribuzione interna degli spazi, compresi quelli per la lavorazione del metallo63.

Sono ancora visibili parti del villaggio novecentesco dell'Etruscan Mines, un monumento esemplare dell'archeologia industriale nato all'inizio del secolo scorso ad opera della Etruscan Copper Estate Mines ed usato come impianto di laveria e di trattamento di piombo e rame (Fig. 2.6).

All'inizio degli anni Duemila il Parco ha subito diverse modifiche: tra il 2000 e il 2003 sono stati realizzati un Centro di documentazione a Villa Lanzi e un ostello da sessanta posti a Palazzo Gowett, aperti al pubblico dal 2004. Dal 2008 infine la visita continua alla Rocca di Campiglia, dove si ripercorrono i fatti legati alla storia urbana della zona.

62 Cfr. nota precedente. 63 Guideri, 2001.

Fig. 2.4: Parco Archeo-minerario San Silvestro – Rocca omonima. Foto da Francovich, 1994, tav. 3.

Fig. 2.5: Parco Archeominerario San Silvestro – Pianta del castello. Immagine presa da Guideri S.,

Fig. 2.6: Parco Archeo-minerario San Silvestro – Parte degli edifici dell'Etruscan Copper Estate

Mines. Foto da Francovich, 1994, tav. 47.