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I musei finora esaminati sono inseriti in contesti di un certo spessore, posti in città importanti e in strutture di grande pregio storico. Ma la musealizzazione in quanto tale può avvenire ovviamente anche in realtà più piccole, e tuttavia da non sottovalutare, dato che possono presentare elementi di indubbio fascino dato dalla loro ubicazione, dalla struttura stessa, oltre a rappresentare spesso una parte importante dell'offerta turistica. Gli esempi presi in esame sono l'Arkad di Seravezza e il MAGMA di Follonica (rispettivamente in provincia di Lucca e Grosseto): il primo è scelto perché si tratta non solo della musealizzazione di una piccola realtà industriale, ma a anche di un esempio perfettamente riuscito di equilibrio tra contenuto e contenitore, inserito in un luogo affascinante ed immerso nel verde della Versilia, il secondo invece resta saldamente ancorato alle sue radici industriali.

Arkad è una fondazione senza fini di lucro nata nel 2002 con l'obiettivo di creare un centro interculturale destinato a favorire progetti artistici e promuovere la diffusione della cultura. Lo spazio della fondazione è allestito all'interno dello Studio ARTCO, a sua volta inserito in una segheria di marmo adiacente al Palazzo Mediceo della città di Seravezza, con il quale costituisce il polo museale, assieme alle scuderie granducali, situata tra le Alpi Apuane e la pianura della Versilia. L'edificio ha un passato estremamente ricco (Fig. 1.10): nasce come peschiera per l'allevamento delle trote per la famiglia Medici nel 1561, fatta costruire per Cosimo I dall'architetto Buontalenti, per poi diventare la sede di una ferriera della Magona44 nel 1788,

periodo in cui il Palazzo Mediceo era la sede legale della società. Nel secondo

43 Naturalmente il 1914 non è un limite tassativo ed invalicabile, visto che sono anche presenti alcune opere di Renoir e Monet degli anni Venti e Trenta. Cfr. Laclotte, 1987.

44 Istituzione di origini genovesi che altro non era che una sorta di azienda commerciale, in questo caso di minerale ferroso.

decennio del XIX secolo l'imprenditore inglese Beresford trasformò questa ferriera in una segheria di marmi, tuttavia fin dagli inizi la società attraversò una crisi, tanto che già nel 1847 un altro imprenditore inglese, Walton, ne prese possesso, per poi passare nelle mani di Christian Augustus Dalgas, console di Danimarca, mentre parte del Palazzo si trasforma in un carcere (funzione che ricoprirà fino al 1913)45. La famiglia

Dalgas si occupò dell'impianto fino agli anni Venti dello scorso secolo, per poi cederla una volta che l'interesse per l'attività di famiglia andò scemando. Nel XX secolo l'edificio passò dunque alla ditta Pellerano, che si occupa tutt'oggi della lavorazione del marmo, per poi essere messo in vendita dopo la terribile alluvione del '96; l'impianto fu acquistato poco dopo dalla scultrice Cynthia Sah e dall'architetto francese Nicolas Bertoux, ora scultore a tempo pieno, fondatori di ARTCO, società italiana creata nel '98 per produrre sculture monumentali d'arte contemporanea o da loro stessi progettate o servendosi di collaborazioni con laboratori esterni.

L'edificio è stato recentemente riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio mondiale dell'umanità e si sviluppa in diversi gruppi di costruzioni con due spazi aperti alle estremità: da lato monte un giardino e dall'altro lato un piazzale in cui è possibile vedere una grande gru usata un tempo per lo spostamento dei marmi.

Sono stati necessari diversi lavori di ristrutturazione per far sì che l'edificio potesse essere agibile nella sua interezza, non solo a causa della sua vetustà, ma anche, e soprattutto, a causa della violenta alluvione che ha colpito l'intero territorio nell'estate di oltre vent'anni fa, e tuttavia né le ristrutturazioni né l'alluvione hanno intaccato il valore storico e l'aspetto industriale dell'edificio, che tutt'ora mostra perfettamente il suo passato industriale con i resti dei macchinari delle ditte che vi hanno operato, quali gru, turbine e montacarichi (Fig. 1.11-12-13), che si fondono con facilità con le molte opere di grande pregio artistico esposte e porta il visitatore in una vera e propria full immersion nell'esposizione46.

45 Azzari, 1990. 46 Cfr. nota precedente.

Fig. 1.10: Fondazione Arkad (Seravezza) – Planimetria dell'edificio, che evidenzia le varie fasi d'uso.

Realizzata dallo Studio ARTCO e cortesemente concessa da Nicolas Bertoux.

Fig. 1.12: (Seravezza) Fondazione Arkad – Interno del grande laboratorio. Foto dell'Autore.

Un'altra piccola realtà è quella del Museo delle Arti in Ghisa della Maremma (MAGMA), situato a Follonica nell'area dell'ex-comprensorio Ilva ed aperto dal 2013. La zona si trova all'interno del centro abitato di Follonica (Grosseto) e racchiude gli stabilimenti dell'Ilva, ormai dismessi, posti in posizione strategica tra le miniere di ferro elbane e i boschi necessari per la produzione del carbone di legna. Il nucleo originario del Forno San Ferdinando, sede del MAGMA, risale probabilmente al XV secolo e aveva la funzione di mulino; nel 1546 fu ampliato con la costruzione di una ferriera, smantellata nel XIX secolo per la costruzione del forno fusorio: si trattava di un piccolo forno dedicato a San Ferdinando, tra i più moderni in Italia e il primo in Toscana. Lo stabilimento fu poi ampliato con alloggi per gli operai e magazzini.

Esso rimase in funzione fino al 1888, smantellato nel 1907 per poi essere successivamente restaurato alla fine del secolo scorso, divenendo nel '98 sede del Museo del ferro e della ghisa, ed infine rinnovato e modernizzato con l'allestimento MAGMA, inaugurato il 29 giugno 2013 e aperto al pubblico il 9 luglio dello stesso anno47.

L'allestimento è suddiviso su tre piani, divisi a loro volta in più sale, oltre al centro di documentazione compreso nella struttura. Il percorso espositivo inizia al primo piano, dedicato all'arte della lavorazione del ferro e della ghisa, mentre al secondo viene trattata la storia del luogo, in modo da far capire ai visitatori le potenzialità minerarie del territorio; nel seminterrato viene mostrato il sistema utilizzato dallo stabilimento per la lavorazione della ghisa. Le sale che compongono i tre piani hanno il compito di approfondire, mediante testimonianze, documenti, filmati e ricostruzioni, tutti gli argomenti legati alla produzione della ghisa (Fig. 1.14)48.

A differenza dell'Arkad, il MAGMA resta ancorato alle proprie origini.

47 Catalani, 2017.

Fig. 1.14: MAGMA Follonica – Riproduzione dell'altoforno. Immagine da Catalani, 2017, pag. 124.