5 VIDEOARTISTI ITALIANI
5.10 Nanof
Nanof è una società di produzione indipendente fondata nel 2001 da Lorenzo Garzella e Filippo Marcelloni.484
Il primo nato a Pisa nel 1972 e laureato nel 1997 in Storia e Critica del Cinema alla Facoltà di Lettere e Filosofia della medesima città, è attualmente docente esterno di montaggio video presso l'Università .485
Mentre il secondo, nato a Firenze nel 1965, dopo la laurea in architettura ha lavorato per canali televisivi, gruppi editoriali italiani e ha collaborato, come assistente e aiuto regia, con R. Faenza, M. Sciarra e D. Argento.486
Entrambi gli artisti hanno alle spalle una vasta produzione di documentari, video-clip, videoinstallazioni e cortometraggi che con la costituzione della società sono stati esposti in mostre ed eventi come la Biennale d'Architettura di Venezia.
Nel 2004 la società ha realizzato la sua più grande videoinstallazione Forma- La città
moderna e il suo passato, costituita da uno schermo curvo di 150 metri di lunghezza e
posizionato all'interno del Colosseo a Roma. Il progetto, promosso dalla Soprintendenza Archeologica di Roma e curato da Adriano La Regina, Massimiliano Fuksas e Doriana O. Mandrelli, riprendeva le complesse questioni storiche urbanistiche relative all'assetto dell'area archeologica centrale.487
484 Vedi “Home” Nanof, accesso 2 agosto 2012, http://www.nanof.it/
485 E' possibile visionare l'intero curriculum di Lorenzo Garzella collegandosi alla pagina web
http://www.nanof.it/bio-film/lorenzo-garzella/ (accesso 2 agosto, 2012).
486 E' possibile visionare l'intero curriculum di Filippo Marcelloni collegandosi alla pagina web
http://www.nanof.it/bio-film/filippo-marcelloni/ (accesso 2 agosto, 2012).
487 Per degli approfondimenti sull'esposizione rimando a Adriano La Regina, Massimiliano Fuksas, Doriana O. Mandrelli (a cura di), Catalogo Forma – La città moderna e il suo passato (Roma: Mondadori Electa, 2004).
Dall'osservazione dell'opera emerge fin da subito l'elemento caratterizzante dei lavori della società, ossia, la sincronizzazione degli schermi.
In proposito ricordiamo le altre videoinstallazioni in cui è utilizzata la stessa tecnica:
Peace walking (presentata a Pisa per la Biennale del Cinema della Pace), Fluid ( per
Trussardi a Milano nel 2005), MeM ( per la metropolitana di Milano nel 2005), 1/60 di
secondo (per la mostra dei progetti dell'architetto Massimiliano Fuksas al Maxxi di
Roma nel 2007), Bombe sulla testa (realizzata per il Museo Lanfranchi di Pisa nel 2008).488
488 Vedi “Installazioni e progetti multimediali” Nanof, accesso 2 agosto 2012,
http://www.nanof.it/curriculum-garz/
Forma - La città moderna e il suo passato , 2004.
Videoinstallazione: uno "schermo curvo" 150 metri di lunghezza / 20 schermi
sincronizzati + 6 schermi da 50. Prima presentazione al Colosseo di Roma.
Peace walking, 2003.
Videoinstallazione: 3 schermi sincronizzati. Presentata come dimostrazione per la pace a Roma nell'aprile 2003; e alla Biennale del Cinema per la Pace di Pisa nel novembre 2003.
Fluid, 2005. Videoinstallazione: 9 monitor sincronizzati.
Realizzata per Trussardi, P.za della Scala – Milano.
MeM, 2005. Videoinstallazione sui mezzi di trasporto della metropolitana e la città di Milano: 3 grandi schermi sincronizzati. Presentazione al Nuovo Polo Fiera - Milano / Galleria Umberto I – Milano.
Nell'anno appena trascorso i due artisti hanno tralasciato la produzione di videoinstallazioni per dedicarsi alla realizzazione del film il Mundial dimenticato presentato alla 68° Mostra del Cinema di Venezia (settembre 2011).
1/60 di secondo, 2007. Videoinstallazione: 4 schermi sincronizzati e una stanza di proiezione. Realizzata per la mostra dei progetti dell'architetto M. Fuksas, MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo – Roma.
Bombe sulla testa, 2008. Videoinstallazione sui
bombardamenti della seconda guerra mondiale: 3 schermi sincronizzati e 1 sala di proiezione. Realizzata per il Museo della Grafica - Palazzo Lanfranchi - Pisa
5.11 WPS
Come abbiamo già affermato, da alcuni anni la videoarte non è più soltanto “oggetto da esposizione” all'interno di mostre e festival, ma ha trovato una nuova strada nel settore dell'allestimento per eventi e musei. A proposito, torna alla mente la prima videoinstallazione di Studio Azzurro, Luci d'inganni, anch'essa pensata per presentare gli oggetti del gruppo Memphis. Studio Azzurro, però, ha da sempre indirizzato la propria ricerca nella realizzazione di opere “contemplative” e nell'interazione tra corpo e mezzo elettronico.
Per il settore dell'allestimento e della creazione di ambienti visivi realizzati con l'utilizzo del video si è applicata, invece, la società WPS, nata nel 1992 a Roma. Questa è stata fondata da Paolo Savini e da alcuni professionisti provenienti dal mondo dell'immagine, dalla comunicazione audiovisiva e dallo spettacolo: Ernani Paterra, Gioia Riccioni, Antonino Mancuso, Marco Bersani, Luca della Grotta .489
WPS fin dall'inizio ha privilegiando le proiezioni di grande formato e adattando le immagini a superfici-schermo in grado di esaltare le caratteristiche architettoniche di spazi espositivi o urbani.
In seguito negli anni ha allargato la propria ricerca alla modellazione e animazione in 3D, alla grafica editoriale e alla post-produzione video in modo da controllare ogni fase dei progetti che realizza.490
Ad oggi, WPS ha una profonda esperienza nel settore degli allestimenti museali, in cui vanta numerose collaborazioni con prestigiose istituzioni pubbliche e private. 491
489 Vedi “About” WPS Multimedia, accesso 23 luglio 2012, http://www.wpsmultimedia.com/
490 Ibidem.
Le creazioni del gruppo sono generalmente enormi multiproiezioni che “animano” in modo chimerico le facciate architettoniche dei palazzi. Come esempi si possono ricordare: le proiezioni di Piazza del Popolo a Roma per il capodanno del 1996,
Multivisione presentata per il Festival internazionale “Arte multi visione” a Rieti nel
1994, e le videoproiezioni sulle facciate del Castel dell'Ovo per la notte bianca di Napoli 2006.
Capodanno in piazza, 1996. 8 mega proiezioni sulle superfici degli edifici, le chiese e la porta per un totale di circa 8.000 mq. Realizzata in Piazza de Popolo per il comune di Roma.
Particolare è la video proiezione Schermi d'acqua, realizzata per il parco Leonardo di Roma, in cui immagini di girasoli hanno come schermo una fontana d'acqua.
Come abbiamo già accennato WPS si occupa anche dell'allestimento di percorsi museali con lo scopo di “immergere” profondamente lo spettatore nel tema della mostra. Alcuni
Multivisione, 1994. Videoproiezione su palazzo, realizzata per il Festival internazionale arte multi visione, Comune di Rieti.
Il silenzio delle sirene, 2006.
Videoproiezione sulle facciate del Castel dell'Ovo per la notte bianca di Napoli.
Schermi ad acqua, 2005. Proiezioni su schermi ad acqua per l'inaugurazione del parco Leonardo di Roma.
esempi sono le videoinstallazioni realizzate per le esposizioni: “I disegni di Richard Hellis” al museo Galata di Genova, “Velazquez, Bernini, Luca Giordano. Le corti del barocco” alla scuderia del quirinale, “Etruschi le antiche metropoli del Lazio” al Palazzo delle Esposizioni di Roma, “Le dee del bosco di Angizia” per la Sovrintendenza d'Abruzzo.
Le dee del bosco di Angizia, 2004. Videoinstallazione realizzata per la Sovrintendenza d'Abruzzo, Comune di Loco dei Marsi (AQ)
La tomba Francois,2008.
Videoproiezione realizzata per la mostra Etruschi le antiche
metropoli del Lazio, Palazzo delle Esposizioni, Roma.
I disegni di Richard Hellis, 2005. Videinstallazione realizzata per il Festival della scienza al Museo del mare“Galata” di Genova.
Velazquez, Bernini, Luca Giordano.Le corti del barocco,2004.
Videoinstallazione realizzata per la Scuderia del Quirinale/azienda speciale palaexspò, Roma.
Wps non ha ricevuto attenzioni da parte dei critici italiani, poiché rimane al di fuori dei normali circuiti dell'arte, ma ho ritenuto importante includerla nella mia ricerca per mostrarne il costante lavoro nel territorio nazionale e per far prendere visione di come la videoarte stia uscendo dai consueti confini e assumendo differenti funzioni per “intrufolarsi” in castelli, musei, piazze, come è stato in passato per la pittura.
6- Conclusioni
Da questa ricerca emergono i principali movimenti della videoarte dalla sua prima apparizione in Italia ad oggi. Innanzitutto, notiamo come quest'arte sta lentamente diffondendosi nelle varie realtà cittadine uscendo piano piano dai maggiori centri come possono esser Venezia, Milano, Torino, Bologna, Firenze e Roma per influenzare altri contesti provinciali, fino ad arrivare nei piccoli borghi rurali.
L'arte del video continua ad espandersi, come precedentemente ha fatto passando dalla documentazione di performance e modifica delle immagini a formare delle strutture e degli ambienti sensibili, ora cerca di mimetizzarsi in svariati luoghi. Un esempio sono le videoinstallazioni di Plessi inserite nei negozi di Louis Vuitton che prendono il posto dei cartelloni pubblicitari, o addirittura la borsa con applicazione di video, che ruba il posto ai bottoni.
Alcuni artisti hanno utilizzato gli apparecchi e i linguaggi video per indagare la dualità corpo-mente, il passare del tempo, la relazione tra elementi artificiali e naturali, per inviare messaggi sociali o per ricavarne della poetica, ma la videoarte non si è fermata solo a questo.
Da anni mantiene uno stretto rapporto con il cinema, un esempio è la videoinstallazione
La Stanza di Vertov di Mario Sasso composta da spezzoni del film del regista, e con il
teatro di cui si rammenta le scenografie composte da schermi video nello spettacolo La
camera astratta di Giorgio Barberio Corsetti e Studio Azzurro o il Teleracconto di
Giacomo Verde. Inoltre, è riuscita a convivere con i libri, memorabile è stata la sua promozione all'interno delle biblioteche della regione Calabria, e ha aperto un dialogo
con l'archeologia. In proposito abbiamo visto la rassegna internazionale d'arte “Agorazein” allestita nelle antiche cisterne romane scavate sotto la piazza centrale di Todi e la mostra “Monumenta” realizzata da Plessi nella Valle dei Templi di Agrigento. La videoarte è sempre più utilizzata come materiale di allestimento per mostre e musei o per diffondere “aria di festa” con proiezioni su palazzi, castelli e piazze. Alcuni artisti europei e statunitensi l'hanno adoperata anche come oggetto d'arredamento, ma questa tendenza pare non essere ancora arrivata nelle case degli italiani.
L'arte del video, però in Italia, è andata in tour con i festival dedicato alla cultura contemporanea “Transart” e ha trovato “casa” in archivi riconosciuti dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali come il DOCVA, l'ASAC, l'archivio GAM e altri.
Inoltre, oggi ha un suo contenitore on-line “Visualcontainer” 492
e persino un canale dedicato “VideoArtGallery”di 242 Movie Tv. 493
Varie Università italiane ne hanno riconosciuto l'importanza e sono stati istituiti corsi di studio e laboratori di realizzazione e restauro.
Tra i vari riconoscimenti, le va attribuito il merito d'aver permesso l'interazione tra opera e spettatore e la lode per aver attivato i cinque sensi dello stesso.
Questo viaggio mi ha permesso di capirne l'essenza, mi ha trasmesso la sua dinamicità, poiché, la videoarte, è un'arte mobile che lentamente si insedia in tutti i luoghi come ha fatto la sua progenitrice Tv, che come diceva Calvesi, ha preso il posto di dipinti e stampe.494 Non vi è più concerto senza un maxi schermo che altera la
492 Vedi “Visualcointainer” Visualcointainer, accesso 10 luglio 2012,
http://www.visualcontainer.org/index.php?lang=ita
493 Vedi “VideoArtGalleri” 242 MovieTv, accesso 10 luglio 2012,
http://www.242movietv.com/canali/video-clip/video-arte
494 Vedi Mario Calvesi , “Shermi T.V. Al posto dei quadri” in <<L'espresso>>, 15 marzo 1970, ora in Mario Calvesi, Avanguardia di Massa (Milano: Garzanti, 1978), 226.