7.3.1 Il PPTR, il paesaggio, il territorio
Come già accennato, la Regione Puglia ha introdotto una serie di innovazioni nel proprio sistema della pianificazione finalizzate ad un governo integrato per la promozione di modelli di sviluppo
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Parco Punta Perotti (Bari), Ex Ospedale di Turi (Turi BA), Centro Polisportivo “Il Castiglio” (Faeto FG), Centro Canali.
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Parco urbano (San Severo FG), Impianto di fitodepurazione (Alliste LE), Garden faber IACP Via B. Buozzi (Bari), Lab città (Barletta BAT).
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sostenibile. Modelli che vedono nell’interpretazione strutturale del territorio e del paesaggio e nei loro valori patrimoniali gli elementi costituenti la qualità dello sviluppo stesso.
In questo scenario il nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale13 rappresenta lo strumento che ambisce a costituire il quadro di riferimento entro il quale le politiche fin qui descritte - ma più in generale l’intero complesso delle politiche territoriali - devono trovare coerenza e reciproca integrazione. La sua natura territoriale, oltre che paesaggistica in applicazione del Codice dei Beni culturali e del paesaggio, ha consentito di caratterizzarne fortemente la connotazione strategica e progettuale, fino alla predisposizione di veri e propri progetti di territorio per il paesaggio regionale.
Il nuovo Piano paesaggistico si candida ad essere strumento per riconoscere, denotare e rappresentare i principali valori identitari del territorio, percepibili nella rappresentazione dei paesaggi della Puglia; per definirne le regole d’uso e di trasformazione da parte degli attori socioeconomici; per porre le condizioni normative e progettuali per la costruzione di valore aggiunto territoriale come base fondativa di uno sviluppo endogeno, autosostenibile e durevole. Il principio generale del Piano secondo cui, ad ogni riconoscimento di valore patrimoniale, corrispondono non solo vincoli, regole e norme, ma anche progetti, incentivi, processi di mobilitazione di attori sociali, economici culturali, operando il passaggio del valore dei beni patrimoniali da vincoli a opportunità e risorse, conferisce al Piano una connotazione fortemente identitaria e statuaria del quadro conoscitivo e una connotazione strategica e progettuale, fino alla predisposizione di veri e propri progetti di territorio per il paesaggio regionale (progetti di trasformazione che utilizzano i beni patrimoniali come risorse, mettendoli in valore nel presente). Il Piano si è inoltre posto l’obiettivo di dialogare con i principali produttori di paesaggio, con i quali il PPTR stesso ha avviato il processo di costruzione di un “Manifesto” per formulare un patto di azioni finalizzate alla valorizzazione del bene comune paesaggio. In questo modo è stato possibile affiancare al sistema delle tutele del Piano un insieme di progetti socialmente prodotti; ne risulta una struttura del Piano nella quale si accompagna ogni singola azione normativa di tutela e valorizzazione del paesaggio e del territorio e ogni obiettivo generale con politiche (azioni e progetti) volti a favorire le trasformazioni dei campi di azione dei produttori del paesaggio.
7.3.2 Lo scenario strategico
Tra i tre grandi capitoli costitutivi il PPTR - l’Atlante del Patrimonio Ambientale, Territoriale e Paesaggistico (approccio identitario e statutario), lo Scenario Strategico (visione progettuale), il Sistema normativo- lo Scenario strategico rappresenta il documento nel quale è maggiormente evidente l’approccio progettuale, anche in riferimento ai temi di questa trattazione.
Lo Scenario Strategico assume i valori patrimoniali del paesaggio pugliese e li traduce in obiettivi di trasformazione per contrastare le tendenze in atto al degrado paesaggistico e costruire le
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precondizioni di un diverso sviluppo socioeconomico e territoriale fondato sulla produzione di valore aggiunto territoriale e paesaggistico. Lo scenario non ha dunque valore direttamente regolativo, ma articola obiettivi, visioni e progetti che orientano un complesso sistema di azioni e di norme verso la realizzazione degli orizzonti strategici.
I progetti e i processi della parte strategica del piano non possono che essere multisettoriali e integrati. Un processo che produce l’autoriproduzione e la valorizzazione delle risorse patrimoniali del territorio, non può svilupparne una a scapito di altre: diventano dunque fondamentali le sinergie fra i diversi interventi settoriali. In questo quadro, essendo il piano paesaggistico cogente per i piani urbanistici e di settore, esso si configura anche come strumento di valutazione polivalente di questi piani.
Questa impostazione culturale del piano pugliese indirizza il PPTR ad assumere alcune strategie territoriali di fondo (che ruotano intorno allo scenario di uno sviluppo locale autosostenibile) in cui si inquadrano gli obiettivi generali del piano stesso.
7.3.3 Il Patto Città-Campagna
Gli obiettivi generali e le loro declinazioni specifiche hanno costituito il riferimento per l’elaborazione dei cinque progetti territoriali per il paesaggio regionale, dei progetti integrati sperimentali, delle linee guida e, infine, degli obiettivi di qualità paesaggistica e territoriali degli ambiti di paesaggio.
Con i cinque progetti territoriali si entra nel cuore del carattere progettuale, di costruzione dei paesaggi al futuro, essi rappresentano le proposte attive di tutela e sviluppo del paesaggio pugliese.
Il progetto del Patto Città-Campagna, a partire dalle analisi sulle forti criticità delle urbanizzazioni contemporanee e dai processi di degrado dei paesaggi rurali dovuti ai processi di urbanizzazione della campagna e industrializzazione dell’agricoltura, risponde all’esigenza di elevare la qualità dell’abitare sia urbana che rurale con un progetto integrato fra politiche insediative e agrosilvopastorali, relativo alla riqualificazione dei paesaggi degradati delle periferie e delle urbanizzazioni diffuse, alla ricostruzione dei margini urbani; alla progettazione di cinture verdi periurbane e di parchi agricoli multifunzionali; a interventi di riforestazione urbana. Il Patto Città- Campagna, il cui nome patto allude ad una profonda integrazione fra le politiche urbanistiche e le politiche agricole ridefinite nella loro valenza multifunzionale, disegna un territorio regionale in cui si percepisce con chiarezza il reticolo urbano, i suoi confini verdi le sue relazioni di reciprocità con il territorio rurale. Gli elementi costitutivi del patto sono la riformulazione, al margine dei nuovi confini dell’edificato degli antichi ristretti che qualificavano di orti, frutteti e giardini i margini urbani delle città storiche; i parchi agricoli multifunzionali sia di valorizzazione di morfotipi rurali di pregio che possono riqualificare il rapporto fra città e campagna, sia di riqualificazione di aree metropolitane degradate; i parchi CO2, di riforestazione periurbana a fini di compensazione di zone
industriali ad elevato degrado ambientale.
Il PPTR ha attribuito allo spazio di confine tra città e campagna un significato progettuale, chiamato la campagna del ristretto. Tale termine è stato preso in prestito dalla tradizione dei paesaggi agricoli che circondavano in passato alcune città di Puglia ed è stato trasformato in una sorta di standard di nuova generazione.
La campagna del ristretto è una fascia di territorio agricolo intorno alla città che ne inviluppa le sue frange periferiche. La campagna del ristretto rievoca la ricostruzione degli antichi “ristretti”, un paesaggio agricolo che nel passato era ricco di relazioni con la città. Pur essendo ormai scomparsi perché su quei terreni si sono costruite le successive espansioni urbane, essi vengono pensati dal Patto Città Campagna come nuovi spazi agricoli posti ai limiti delle attuali periferie che ne ripropongono le originarie intenzionalità. Il significato di questa campagna periurbana si trasforma rispetto alle diverse relazioni che intrattiene con il contesto. Essa può essere infatti contigua ad aree produttive, alle maglie larghe e al tessuto compatto o a tessuti di bassa densità. Alle diverse accezioni corrisponderanno prestazioni differenti. A ciascuna di queste categorie corrisponderanno regole, prestazioni e trattamenti differenti dei materiali che le costituiscono.
Tra i materiali vi sono tutte quelle attività di agricoltura a servizio dei cittadini, come gli orti sociali o i parchi suburbani, riconnessi agli spazi aperti interclusi della città. La campagna del ristretto è il luogo delle nuove porte dove segnare l’incontro tra la città e la campagna o dove larghi viali alberati potranno mostrare, come in passato, la transizione dal territorio aperto e agricolo a quello denso e urbano. L’edilizia rurale diffusa e monumentale non sarà più isolata e “spaesata” nella sub urbanità ma troverà il modo per entrare nel progetto del ristretto, o attribuendosi alla città (scuole, centri servizi, ecc.) o rimanendo nella campagna come residenza rurale, fattorie didattiche, ecc. La scala della campagna del ristretto riguarda la gran parte delle città della Puglia e necessita di un progetto a scala locale per trovare nuove progettualità rispetto alle condizioni specifiche di ogni contesto urbano e agricolo.
Lo scopo finale è quello di perimetrare con la campagna i confini dell’urbano per evitare consumo di suolo e spreco di territorio, per promuovere progettualità di prossimità che elevi la qualità abitativa delle periferie, del margine urbano con vantaggi che si riverberano fino alla città intera.
I parchi agricoli invece sono territori periurbani più vasti della campagna del “ristretto”, di scala comunale o intercomunale, in cui presenza di forte promiscuità di spazi urbani e agricoli richiede una co-pianificazione in chiave agro urbana. A volte la co-pianificazione si basa su intese spaziali in termini di intercomunalità, a volte invece è più forte il carattere sociale perché l’intesa insorge dal basso per modi in cui è condivisa dai suoi abitanti Sono territori agro-urbani o agro-ambientali che propongono forme di agricoltura di prossimità che alle attività agricole associano le esternalità dell’agricoltura multifunzionale. Essa è in grado di produrre, oltre ad agricoltura di qualità, ricadute in termini di salvaguardia idrogeologica, qualità del paesaggio, incremento della biodiversità e chiusura locale dei cicli, fruibilità dello spazio rurale, valorizzazione dell’edilizia rurale diffusa e monumentale, attivazione di sistemi economici locali. Il parco agricolo è portatore di nuovi valori ecologici, sociali, culturali e simbolici.
Rispetto ai caratteri dei diversi territori essi si configurano come parchi agricoli di valorizzazione, se i territori sono aree agricole di pregio da tutelare e salvaguardare (ad esempio il parco dei Paduli del Salento); parchi agricoli di riqualificazione se i territori sono compromessi e degradati, in particolare nelle periferie metropolitane (ad esempio i parchi di Bari, Brindisi, Lecce).
Per la natura e la scala del PPRT, la concreta attuazione delle sue strategie progettuali è affidata a una molteplicità di soggetti, piani e politiche e singole azioni. Nella consapevolezza di tale complessità nella sua attuazione, lo stesso PPTR contempla una serie di strumenti atti a garantire il monitoraggio e l’implementazione del piano stesso: l’istituzione dell’ Osservatorio regionale per la
qualità del paesaggio14, e l’interpretazione data al processo di Valutazione ambientale strategica (VAS) come supporto attivo alla costruzione del piano e prefigurazione di un insieme di supporti per il monitoraggio futuro dello stesso. Tali strumenti, nella fase di attuazione del PPTR potranno offrire un sostegno decisivo nel monitorare eventuali criticità e identificare azioni atte a trattarle opportunamente.