CAPITOLO PRIMO
1.3 Le Operazioni di pace non condotte dall´ONU 1 Organizzazioni Regional
L´azione di PK diretta da Organizzazioni Regionali è stata particolarmente limitata nel periodo precedente il 1989. Le uniche due Operazioni che siano potuto svolgere a carattere regionale sono state, quella in Chad da parte dell´allora chiamata Unità Africana (ora Unione Africana) e quella in Repubblica Dominicana per conto dell´Organizzazione degli Stati Americani. Lo sviluppo di ulteriori Organizzazioni Regionali (OR) abilitate a predisporre OP è stato significativo dopo il 1990 come risultato di diversi fattori interni ed esterni le OP stesse, per questo motivo si può dire che l´apporto regionale alle OP è un relativamente recente. La fine della contrapposizione bipolare ha creato nuovi spazzi politici in cui le OR hanno potuto trovare maggiori margini d´azione. Molti sforzi a livello regionale derivano anche dai fallimenti Globali (specialmente dell´ONU) nelle operazioni nei Balcani, nella regione dei Grandi Laghi Africani e nel corno d´Africa (Bosnia, Rwanda, Somalia). Le OR hanno cercato di far fronte alle carenze provenienti dalle Organizzazioni Internazionali nell´affrontare in funzione del fatto che risulta difficile ignorare i conflitti e le instabilità nel proprio “cortile”. Esistono considerabili differenze nelle strutture istituzionali delle varie OR. Alcune di loro si sono sviluppate con appartati anche meglio organizzati rispetto all´ONU. In questo senso la NATO ha a disposizione truppe e strutture di comando proprie che possono essere impiegate oltre alle mansioni classiche (tipicamente militari) di sicurezza collettiva anche per le operazioni di PK come avvenuto nei Balcani e in Afghanistan. Un´altra organizzazione regionale, L´Unione Europea, ha acquisito una notevole autonomia e capacità di condurre OP, che parte dal finanziamento sino all´utilizzo di truppe dei paesi membri. L´Unione Africana soffre invece di forti debolezze sia nel mandato legale che nella capacità organizzativa di effettuare missioni di PK. Di fatto le missioni che son state messe in campo (Sudan) sono state sub-appaltate ad un ristretto numero di stati che le hanno condotte, rendendo di fatto gli sforzi collegiali di condurre missioni di PK validi solamente sulla carta. Spesso le missioni di PK regionale sono state dominate dai principali paesi nella regione (potenze regionali) che tendono ad influenzarne la conduzione, come avvenuto nell´operazione in Liberia dell´Economic Community of West Africa (ECOWAS) condotta dalla Nigeria.
Le Istituzioni Regionali di PK hanno pertanto vantaggi e svantaggi nella loro realizzazione. Un vantaggio risiede nel fatto che Stati provenienti dalla stessa regione hanno molti più aspetti da condividere come il livello di sviluppo, le radici storiche e culturali, le radici etniche. La condivisione di questi aspetti e la maggiore coscienza riguardo ai problemi regionali comuni permettono pertanto di poter creare facilmente un consenso attorno alla ratifica delle autorizzazioni
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ad operare. Un altro potenziale vantaggio risiede nell´alto livello di supporto che le popolazioni locali possono offrire alle Istituzioni Regionali per un fattore di vicinanza. Aspetto altrettanto importante è quello relativo alla possibilità di coinvolgere uno stato terzo nel dibattito sull´autorizzazione, dove invece non parteciperebbe se in seno all´ONU. I problemi che però le OR devo affrontare non sono pochi e di piccola entità. Le spese in cui si incorre nelle OP di carattere regionale sono simili a quelle delle operazioni dell´ONU con la differenza che esse vengono divise tra un numero inferiori di Stati risultano in ultima analisi più care. Le missioni regionali inoltre sono difficilmente approvate in conflitti che coinvolgano direttamente le maggiori potenze globali o regionali nell´area d´interesse. Gli interessi egemonici possono spesso ostacolare il supporto alle OP e anche dove esse vengono autorizzate sono soggette a sabotaggi provenienti dagli attori egemonici o loro intermediari.
1.3.2 Istituzioni ibride e missioni alternative
Andando oltre le prassi istituzionali classiche che si sono trattate, esistono casi in cui le OP possono essere costituite da istituzioni diverse. In questa tipologia di missioni si crea una sinergia tra gli attori o le organizzazioni coinvolte che si coordinano riguardo aspetti finanziari, logistici e di conduzione della missione. Un esempio di questo tipo di missioni più essere rappresentato dalla “African Crisis Response Initiative”, che ha riguardato il finanziamento e la formazione di personale di paesi e organizzazioni Africane, incaricati di svolgere attività di PK nel proprio continente. Un´atra tipologia alternativa di configurazione delle missioni ibride viene identificata in quelle missioni che svolgono compiti di supporto alla pace anticipatamente rispetto ad altre missioni. Una di queste è stata la missione UE in Congo sponsorizzata dalla Francia e avvallata dal CS dell´ONU, avente lo scopo di stabilizzare l´area prima dell´intervento delle forze ONU. In questa direzione sono andate anche le missioni ECOWAS e la forza Multinazionale ad Haiti, che hanno entrambe preceduto il dispiegamento di forze ONU. Un´ altro arrangiamento alle OP con l´ausilio di più istituzioni, avviene tramite una missione congiunta tra Organizzazioni differenti. Questo è accaduto nelle missioni in Bosnia e Kossovo con la collaborazioni unificata di UE, NATO e OSCE. Operazioni di questo tipo avvengono quando un attore è particolarmente avvantaggiato ad assolvere determinati compiti (come per la NATO quello della coercizione militare). Tuttavia le ragioni politiche hanno un peso notevole in questo tipo di assetto istituzionale, e derivano dal fatto che alcuni stati o istituzioni si possono rifiutare di operare con altri attori per questioni di rischio, di costo e per motivi di politica interna. Anche l´utilizzo di mercenari privati per assolvere alcune funzioni di PK necessita di assetti Istituzionali particolari. Come spesso avviene, nella formazione di corpi di polizia locali in alcune missioni si utilizzano agenzie private di sicurezza.
51 1.3.3 Azioni multilaterali e unilaterali
Le missioni multilaterali vengono condotte da più stati e non avvengono sotto l´autorizzazione di Organizzazioni Internazionali. Queste missioni vengono create quando non c´è accordo rispetto all´autorizzazione necessaria e le missioni vengono sistematicamente rifiutate (Multilateral Force and Observation nella crisi tra Israele ed Egitto 1980). Tali missioni utilizzano istituzioni militari nazionali per farsi carico delle operazioni e l´organigramma e le regole d´ingaggio vengono generalmente negoziate ad ogni missione. Alcune di esse possono avere un alto grado d´integrazione tra le componenti Nazionali (come ad esempio la MFO). Altre invece risultano solamente la somma delle componenti nazionali aventi diverse regole e responsabilità (Multinational Force a Beirut nel 1982). Le missioni unilaterali sono di difficile individuazione rispetto ad interventi militari classici, dove il metro di giudizio risiede nello spettro di funzioni di cui la missione si fa carico. In questo tipo di missione tutte le decisioni sulla conduzione vengono prese dagli organi governativi senza passare da altri organi consultivi sovranazionali. Il casi più illustri sono quelli relativi all´intervento Indiano in Sry Lanka, alla missione degli USA in Somalia e l´intervento Britannico in Sierra Leone. In questa chiave si evince che solo gli stati con un potere militare in determinate regioni hanno la possibilità di compiere tali operazioni di PK.
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