SEZIONE II: Il diritto all’esercizio delle libertà fondamentali spettante alla collettività e il diritto all’oblio: forme di tensione
I DIRITTI DIMENTICATI DAL LEGISLATORE EUROPEO: LA TUTELA DELLA MEMORIA STORICA E DEI TERZI INTERESSATI AL RICORDO.
4) Opinioni discordi in merito all’immortalità o vita a tempo determinato del dato immesso in Rete
4.1) La difficoltosa tutela della memoria storica: la ‘Digital Preservation’ e l’ambizioso progetto ‘Internet Archive’
La Rete, con le sue infinite sfaccettature, le centinaia di siti clone, o mirror, consente di far rivivere continuamente l’informazione, determinando l’impossibilità anche solo di pensare alla rimozione di un dato da un sistema, che sembra reagire ad un simile tentativo, moltiplicandolo, quasi come se i ‘siti mirror’ fossero anticorpi in grado di ribellarsi alla rimozione del sito principale.
Ma è realmente possibile che la Rete garantisca l’immortalità del dato digitale, preservando la memoria storica e restituendo l’incommensurabile patrimonio digitale a distanza di millenni?
Scritture antiche, affidate alla pietra o al papiro, seppure emaciate dal trascorrere del tempo, consentono, tuttavia, la trasposizione di un messaggio ancora fruibile. Probabilmente altrettanto non potrebbe dirsi per i miliardi di dati digitali che ogni giorno sono generati, nonostante la sconfinata capacità di archiviazione, oggi garantita dagli apparati tecnologici.
In una società digitale, priva di supporti cartacei - paperless society -, il dato digitalizzato sarà il solo a circolare, sicché la grande sfida della conservazione digitale sembra oggi indispensabile al fine di preservare la cultura, la conoscenza ed il patrimonio informativo della civiltà umana.
286 G.ZICCARDI, Il libro digitale dei morti: memoria, lutto, eternità e oblio nell’era dei social network, Torino, 2017, 110.
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La vita del dato digitale è in pericolo per l’obsolescenza di quella stessa tecnologia che lo ha reso ‘dato’, consentendogli di uscire dallo status di ‘idea’.
La ‘digital preservation’287 mira, appunto, ad individuare le strategie di conservazione di
lungo periodo dei dati digitali. Si tratta di un insieme di buone prassi e scelte tecnologiche che permettono di evitare le insidie legate al deterioramento delle informazioni digitali e alla principale minaccia della conservazione nell’ambiente digitale: l’obsolescenza tecnologica.
I supporti di conservazione oggi in uso hanno una prospettiva di vita di gran lunga inferiore rispetto a quella di un papiro o di un libro stampato su carta e, per tale ragione, è necessario che i dati digitali conservati cambino supporto prima che diventino illeggibili a seguito del deterioramento dello stesso.
Un problema di non scarsa rilevanza è legato alla sostenibilità non solo dei dati, ma anche dei software che li gestiscono nel lungo periodo, per conferire loro immortalità, preservandone la vita eterna e la perpetuazione dei contenuti digitali.
L’obsolescenza dei supporti di memorizzazione, che subiscono un’evoluzione sempre più rapida e profonda, unitamente all’obsolescenza dei formati digitali, determinata dall’inesorabile successione di programmi software, espongono a serio pericolo la stessa accessibilità dei dati digitali.
Bisognerebbe generare software in grado di interpretare i dati del passato e produrre dati che possano essere compresi nel futuro, prevedendo, altresì, programmi che riescano a processarli al meglio e strumenti idonei per continuare ad utilizzarli al meglio, allo scopo di mantenere in vita l’unica via per la trasmissione della conoscenza.
Potrebbero essere d’aiuto le tecniche di virtualizzazione ed emulazione, che consentirebbero di mantenere i dati accessibili nel tempo, attraverso la creazione di ambienti all’interno dei sistemi che si stanno utilizzando, per consentire la riproduzione e l’utilizzazione di programmi ed ambienti obsoleti, come se fossero computer all’interno di altri computer o sistemi operativi all’interno di altri sistemi operativi.
Altra tecnica potrebbe essere la ‘simulazione’ che comporta la creazione di software, gli emulatori, in grado di emulare un computer, un ambiente: software in grado di superare le incompatibilità ed eseguire le applicazioni su programmi, su cui non sono supportate.
287 Per un’introduzione al tema della digital preservation dei contenuti digitali, soprattutto delle news, si veda l’articolo di M.BROUSSARD, The Irony of Writing Online About Digital Preservation, in The Atlantic, 20 novembre 2015.
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Al di là di queste tecniche, più o meno avanguardistiche, si è presa coscienza della difficoltà, spesso insormontabile, di preservare, nel lungo periodo, le informazioni a causa della fisiologica deperibilità di software e dati, pubblici o privati.
L’incessante e inarrestabile evoluzione tecnologica ha determinato uno smisurato aumento della capacità di memorizzazione delle informazioni, senza preoccuparsi della durata fisica dei sistemi di storage, ossia dei supporti che consentono la conservazione dei dati digitali.
E proprio al fine ultimo di mantenere inalterata la memoria del Web, negli anni Novanta del solo scorso, è partito il progetto ‘Internet Archivie’: Wayback Machine’288 un
gigantesco archivio di pagine web, mirante a recuperare informazioni da più siti web possibili e a custodire nel suo archivio anche le varie versioni di un medesimo sito, susseguitesi nel tempo.
E’ così possibile che una pagina scoperta attraverso il motore di ricerca, che risulti scomparsa ad una normale ‘chiamata’ del programma di navigazione, sia raggiungibile in copia attraverso webarchivie. Org.: mediante il semplice inserimento dell’indirizzo, in caso di archiviazione della pagina, questa risulterà nuovamente accessibile.
Inserendo l’indirizzo, in realtà, sarebbe possibile ottenere qualcosa di ancora più ampio e significativo dell’accesso alla pagina Web cercata: ove questa avesse subito variazioni nel tempo, attraverso una tabella divisa per anni, sarebbe possibile accedere alle diverse versioni della pagina web.
Un poderoso progetto, sicuramente un’architettura della Rete, che permette, nel contempo, alla pari di una biblioteca virtuale, di tramandare il sapere alle future generazioni, consentendo loro di reperire la storia dal Web e che porta ad affermare che il problema oggi non sia solo ‘dimenticare’, ma anche e soprattutto ricordare per evitare di svuotare di contenuti la storia dell’era digitalizzata.
4.2) Morte dell’oblio o tutela solo provvisoria?
La pretesa di cancellare i dati, in questa corsa continua alla generazione di informazioni, richiama un po’ la metafora del cucchiaino con cui si vorrebbe svuotare il mare. Il mondo del Web, con l’avvento di Internet, realtà talmente pervasiva da aver rivoluzionato le
288 Le osservazioni di Rogers su archivi Internet e Wayback machines sono tratte da R.ROGERS, Metodi
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relazioni tra gli esseri umani e soprattutto quelle dell’uomo con se stesso289, ha
determinato la completa immersione dell’uomo in un flusso continuo di informazioni, che si alimenta perennemente e non dà la possibilità di distinguere chi si adoperi per incrementarlo e chi, invece, si limiti ad usufruirne.
A differenza del passato, quando l’informazione era scelta da operatori qualificati del settore per essere sottoposta all’opinione pubblica, con Internet le notizie sono sempre in Rete, a disposizione degli utenti, con la conseguenza che ognuno, in qualsiasi momento, possa entrarne in contatto. Internet: un’immensa piattaforma, un’enorme banca di banche dati, continuamente arricchita da informazioni immesse da chiunque voglia farlo.
Una rete di reti. Caratterizzata da illimitatezza, in quanto i computer che possono prendervi parte sono potenzialmente infiniti, globalità, poiché chiunque, in grado di accedervi, può fruirne e diventare egli stesso creatore di contenuti, disorganizzazione, considerata la presenza di molteplici criteri di organizzazione creati dall’uomo per ordinare o dettati dalle stesse tecnologie che, tuttavia, sono applicati disordinatamente, densità, in quanto consente di concentrare un gran numero di informazioni in uno spazio fisico limitato, evanescenza, in quanto il dato digitale, rispetto a quello fisico è più propenso a rovinarsi e sparire, persistenza, quale rovescio della medaglia rispetto all’evanescenza, perché consente di recuperare informazioni intelligibili anche se sono state cancellate e anche a distanza di tempo.
In questo apparato sconfinato di informazioni, notizie, dati, immagini e video, riguardanti persone ben individuate, riprodotti e circolanti spesso nella loro totale inconsapevolezza, l’interrogativo è se sia ancora possibile parlare di oblio o se il suo esercizio, sia pure azionabile, rappresenti una magnanima illusione, destinata ad impattarsi quotidianamente con una realtà ben più audace di quanto sia immaginabile290.
Un documento, o più in generale, un dato, una volta immesso in Internet e reso disponibile ai naviganti, esce immediatamente dalla sfera di disponibilità dell’autore o del sito sorgente, ove era primariamente apparso, essendo verosimilmente possibile che venga
289 Così per F. DI CIOMMO, Evoluzione tecnologica e regole di responsabilità civile, Napoli, 2003; nonché Id, Evoluzione tecnologica e categorie civilistiche, in E. RUSSO (a cura di), Interpretazione della legge civile e «ragione giuridica», Padova, 2003, 141; Id., Internet e crisi del diritto privato: globalizzazione, dematerializzazione e anonimato virtuale, in Rivista critica di diritto privato, 2003, 117.
290 In proposito, si rinvia a F. DI CIOMMO, Diritti della personalità tra media tradizionali e avvento di
Internet, in G.COMANDÉ (a cura di), Persona e tutele giuridiche, Torino, 2003, 3 e ss., nonché M.NISTICÒ-