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Il partito unico e la Tunisia socialista: gli anni dello sviluppo economico

Nel dicembre del 1962, in un momento di transizione e di difficoltà economiche, fu sventato un colpo di stato organizzato da youssefisti e militari messi da parte, in favore dell’esercito “popolare”, nella battaglia di Bizerte. Parteciparono anche sottoufficiali del movimento nazionalista arabo e alcuni fellagha che sostennero Bourguiba e non si ritenevano adeguatamente ricompensati. Il potere represse duramente i cospiratori. Molti dei capi della resistenza alla Francia furono condannati e di fatto fu instaurato un regime a partito unico: tutti i partiti politici e le organizzazioni non riconducibili al Dustur furono vietati, così come i giornali indipendenti. Come avvertimento per gli altri eventuali oppositori politici i vertici del Partito Comunista furono arrestati per qualche giorno. Bourguiba ricercava l’unificazione del Paese con il suo passaggio completo sotto il controllo dello Stato.

Quando nel 1956 gli europei lasciarono la Tunisia il Governo si appropriò delle molte terre abbandonate e si ritrovò a dover gestire l’intero sistema da solo. Nel 1958 Hedi Nouira, membro dell’ufficio politico del Neo Dustur e coetaneo e amico di Bourguiba, fu nominato direttore della Banca Centrale tunisina53 e divenne in

49 seguito responsabile della gestione dell’economia del Paese. Se da un lato la partenza dei coloni aveva liberato molti posti nell’amministrazione per i diplomati e laureati tunisini, era anche vero che la Tunisia non aveva abbastanza professionisti per una sostituzione completa. Inoltre alla fuga europea corrispose una fuga di capitali e un impatto particolarmente negativo sulla produzione agricola: gli agricoltori tunisini non disponevano dei macchinari dei colons e la produttività delle loro coltivazioni era nettamente più bassa.

Nouira e Bourguiba ritenevano che per migliorare le condizioni economiche del Paese fosse necessario mantenere l’economia liberale avviata dalla Francia. Per non violare il diritto di proprietà lo Stato redistribuì i nuovi appezzamenti acquisiti ai piccoli agricoltori rimasti senza quasi più terre e li spinse a formare cooperative che permettevano loro di conservare la proprietà del terreno e allo stesso tempo di accedere a condizioni di credito vantaggiose e la possibilità di utilizzare macchinari agricoli. In questo modo la Tunisia dimostrò un’affidabilità politica, e un progresso sociale, che le portò quasi 50 milioni di dollari di aiuti economici dagli Stati Uniti.54

Tuttavia gli aiuti dall’estero e gli investimenti locali non erano sufficienti. La crescita demografica superò quella economica e la stagnazione di mercato creò notevoli problemi ai tunisini meno abbienti. Il rischio che le diverse classi sociali che si erano ritrovate nella lotta comune per l’indipendenza si rivoltassero le une contro le altre spinse Bourguiba ad allargare l’ideologia nazionalista alle questioni economiche, fino a quel momento poco curate.

Nel 1958, per mettere in contatto i funzionari governativi con i rappresentanti delle maggiori categorie organizzative, venne istituito il Consiglio per la pianificazione nazionale e l’anno successivo il congresso del Neo Dustur chiese al Governo un programma nazionale in grado di far fronte ai problemi economici del Paese. Tali iniziative passarono in secondo piano durante gli anni della crisi e il bombardamento di Sakiet Sidi Youssef. Fu solo nel 1961 che Bourguiba, messe da parte le divergenze di qualche anno prima, nominò l’ex Segretario Generale dell’UGTT Ahmed Ben Salah Ministro della Pianificazione Economica Nazionale.55 Ben presto si iniziò a parlare di “socialismo del Neo Dustur” e, al congresso del 1964, il Neo Dustur fu rinominato Parti Socialiste Dusturien - PSD.

Il “socialismo cooperativista” fu imposto con la forza. La repressione nel 1962-1963 fu il punto di partenza della nuova politica e il nucleo a partire dal quale si iniziò a sviluppare una borghesia di stato56, sempre più influente, e con sempre più grandi poteri economici e sociali. Solo l’apparato repressivo, che rimaneva ben

54 Cfr Henry C. M., Tunisia since indipendence: the dynamics of one-party government, University of California Press,

1965, p. 195

55

Sulle divergenze tra Ahmed Ben Salah e Bourguiba si veda il capitolo “L’UGTT”.

50 saldo sotto la guida di Bourguiba, non era sotto la loro influenza. Il pieno potere di questa classe fu raggiunto nel maggio 1964, quando furono nazionalizzate tutte le terre possedute dagli stranieri.

Si aprì così un periodo di collettivizzazione forzata, e di dura repressione dei movimenti politici che si opponevano a tale politica, che imponeva la forma cooperativa dal piccolo commercio alla grande produzione agricola.

Nel 1969 Bourguiba sostituì Ben Salah, colpevole di non aver raggiunto gli ambiziosi obiettivi stabiliti dal piano decennale, e il liberale Nouira tornò al potere come Primo Ministro. La Tunisia voltò pagina e diede fine al socialismo cooperativo. La borghesia di stato, lontana dal perdere il potere, si sviluppò all’interno di uno Stato che rimaneva comunque al comando dell’economia del Paese. Alla partenza di Ben Salah l’economia tunisina era completamente trasformata: le infrastrutture erano enormemente sviluppate57 ed era stato creato il primo nucleo di quelle società nazionali, industriali e commerciali, che saranno le basi per lo sviluppo economico. La Tunisia era entrata nel mercato capitalista, e mondiale, anche grazie all’acquisto massiccio di materiali all’estero, in particolare dagli Stati Uniti. Il passaggio del Paese sotto il controllo dello Stato a partito unico era sancito.

Durante quegli anni gli Stati Uniti non furono mai intimiditi dal discorso socialista della Tunisia e anzi, complici i contrasti della Tunisia con la Francia, fu avviata in quel periodo un’intensa “cooperazione bilaterale”. Da parte sua Bourguiba non mancava mai di riaffermare la sua appartenenza al “mondo libero” e di prendere le distanze dai paesi non allineati, con particolare riferimento all’Egitto.