STUDIO 2: CONTESTO MALTRATTANTE Sottostudio 1:
F: Pensare vuol dire pensare V: Pensare nella testa
5.3.2 Il percorso di training dal punto di vista delle insegnanti
Abbiamo fatto nostro questo progetto in quanto convinte che lavorare su questo tema potesse essere importante per i bambini: per sviluppare e migliorare le relazioni pro sociali, per comprendere e regolare le proprie emozioni e quelle altrui, per risolvere i conflitti e la capacità di rispettare i turni diminuendo così le situazioni di conflitto e di comportamenti antisociali, competenza per altro molto importante nel percorso di vita di ognuno. Inoltre accogliere questo progetto ci è sembrata un’importante opportunità di formazione per noi insegnanti, per aumentare così le nostre conoscenze sullo sviluppo dei bambini. In particolare abbiamo acquisito competenza e metodologie da attivare con i bambini per potenziare questo aspetto. Le nostre osservazioni nella quotidianità e il nostro stare con i bambini ci hanno mostrato nei mesi un’evidente maturazione di tutti in molteplici aspetti, compreso l’aspetto relazionale. Il conflitto è stato gestito dai bambini con più autonomia trovando spesso strategie positive per la risoluzione. Le frustrazioni sono state accolte dai bambini in modo più sereno e le emozioni maggiormente comprese dai coetanei. Il lavoro di meta cognizione messo in atto dai bambini, grazie all’attività di ricognizione delle esperienze, è stato fondamentale per comprendere e riflettere sul proprio e l’altrui stato mentale e sulle proprie e altrui percezioni riuscendo così a prevedere il proprio e l’altrui comportamento in ambiti e contesti differenti favorendo la positività delle relazioni associato a un benessere condiviso.
Anna e Chiara (Insegnanti)
E’ stata una formazione importante per poter riconoscere, e quindi osservare, questa competenza nei bambini nel quotidiano e per poterla eventualmente potenziare (sono statati dati molti spunti dalle docenti e dalle colleghe).
Ci si è resi conto che, in genere, si privilegia lo sviluppo dell’aspetto emotivo, mentre a volte viene trascurato quello percettivo.
In sezione ho proposto alcune attività suggerite dalle ricercatrici (anche se la mia sezione non faceva parte né dei gruppi di controllo, né dei gruppi sperimentali): la prima proposta si riferiva al piano cognitivo (la storia di Holly), mentre la seconda era riferita al piano emotivo (riconoscere e descrivere le emozioni di felicità, tristezza, rabbia e una lettura sull’essere innamorati).
Ho trovato molto interessante l’osservazione individuale fatta dalle ricercatrici durante il pre-test nelle sezioni coinvolte dalla ricerca.
Francesca (Insegnante)
Il progetto di ricerca: impianto sperimentale
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Dal nostro punto di vista, è stato molto interessante collaborare con l’Università di Parma per prendere parte ad un progetto di ricerca, in quanto queste opportunità sono sempre occasioni nuove e formative.
Il nostro metodo di lavoro nel quotidiano con i bambini spesso ci porta a focalizzare maggiormente l’attenzione sulla sfera emotiva, questa esperienza invece ci ha permesso di approfondire ulteriormente anche le sfere cognitiva e percettiva, utili per avere un quadro completo rispetto alle competenze del singolo bambino.
Abbiamo notato un grande coinvolgimento di tutto il gruppo sezione durante le proposte fatte da Arianna e crediamo che, in itinere, si sia acquisita una maggiore sensibilità soprattutto rispetto alla sfera emotiva. Analizzando i risultati del post test, si è notato un miglioramento del singolo in tutte le prove rispetto all’inizio del progetto, grazie alle attività di training proposte per un lungo periodo.
Paola ed Elisa (Insegnanti)
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CAPITOLO 6
STUDIO 1
ANALISI DEL PERSPECTIVE TAKING IN BAMBINI APPARTENENTI A CONTESTI FAMILIARI NORMATIVI
Il presente studio ha previsto l’analisi del costrutto di perspective taking in bambini di età prescolare a sviluppo tipico in un’ottica globale e multidimensionale, cioè in grado di tener conto dell’insieme complesso e variegato di variabili con cui tale abilità si interfaccia nei contesti di vita significativi per i bambini in questa fascia di età (famiglia e scuola).
Tale studio rientra in un ampio progetto di ricerca e formazione che ha coinvolto più di 250 prescolari frequentanti 8 scuole dell’infanzia situate in differenti province emiliane e lombarde, insieme ai rispettivi genitori ed insegnanti.
L’insieme dei dati raccolti è stato analizzato e organizzato in specifici sottostudi. Tra essi, lo studio principale ha riguardato la valutazione dell’efficacia e mantenimento nel tempo di un intervento di training evidence based volto al potenziamento del perspective taking, condotto all’interno della scuola dell’infanzia. Si è previsto inoltre di indagare l’esistenza di relazioni tra tale costrutto e le abilità sociali dei bambini e gli stili di socializzazione emotiva caratteristici delle famiglie di appartenenza.
Criteri di inclusione dei partecipanti
Per la formazione del campione, sono stati stabiliti i seguenti criteri di inclusione:
- Età compresa tra 3 e 5 anni - Assenza di diagnosi clinica
- Adeguata comprensione della lingua italiana (comprensione e produzione)
È opportuno sottolineare come, con i termini “a sviluppo tipico” si intendano i bambini per i quali non sussista una diagnosi clinica e con quelli di “famiglie normative” ci si riferisca a nuclei per i quali non ci siano state segnalazioni da parte dei Servizi Educativi e Sociali di
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riferimento, indipendentemente dalle caratteristiche della composizione del nucleo familiare (nucleare, estesa, multipla, ricostituita o ricomposta, ecc).
Presa di contatto con i servizi e le famiglie
Prima dell’avvio dello studio vero e proprio si è resa necessaria una fase preliminare in cui, tramite i responsabili e i coordinatori dei Servizi Educativi dei vari comuni o i Dirigenti Scolastici sono state contattate le Scuola dell’Infanzia.
Dopo aver ottenuto disponibilità iniziale a partecipare, è stato inviato alla scuola un progetto esplicativo contenente una descrizione dettagliata di obiettivi, modalità e tempi di realizzazione della ricerca. La fase successiva ha riguardato la presentazione del progetto dapprima agli insegnanti e poi ai genitori, ai quali è stato consegnato lo specifico modulo per il consenso informato. Tali incontri si sono rivelati particolarmente utili poiché hanno permesso un’iniziale conoscenza, e hanno fornito a ciascuno la possibilità di ascoltare, riflettere, rispondere a domande, dubbi e perplessità che avrebbero potuto rappresentare un ostacolo per la prosecuzione della ricerca.
Infine, l’ultimo passaggio ha riguardato la presentazione dello sperimentatore ai bambini.
A tal proposito, la ricercatrice si è presentata, dicendo che sarebbe rimasta in sezione per un po’ di tempo con lo scopo di scrivere un libro su di loro, spiegando quindi che sarebbero stati osservati, che insieme a lei avrebbero imparato cose nuove ma anche che la loro collaborazione ed il loro aiuto sarebbero stati indispensabili alla stesura del libro. E stato inoltre specificato che avrebbero lavorato e anche giocato insieme alla ricercatrice in alcuni momenti, ma che in altri, questo non sarebbe stato possibile.
Questo “contratto” iniziale ha permesso da un lato di creare una prima familiarità che ha evitato l’insorgere di dubbi o turbamenti che spesso si manifestano tra i bambini all’arrivo di una persona estranea in sezione, dall’altro di responsabilizzarli ad impegnarsi nello svolgimento dei compiti proposti e di mantenere un certo distacco durante i momenti di osservazione.
Nonostante un iniziale accordo, i modi e i tempi di organizzazione sono stati concordati di giorno in giorno con le insegnanti, al fine di conciliare le esigenze sperimentali della ricerca con quelle didattiche.
Procedura di raccolta dati
Al fine di garantire il valore ecologico della ricerca, si è deciso di raccogliere tutti i dati di questo studio all’interno delle scuole dell’infanzia.
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Per valutare le abilità di perspective taking tramite gli specifici strumenti, ciascun bambino è stato condotto dallo sperimentatore in una stanza della scuola, il più possibile tranquilla e silenziosa, appositamente preparata, al di fuori della sezione. Per evitare di sovraccaricare cognitivamente e stancare eccessivamente i bambini, la somministrazione delle 9 prove di perspective taking è stata suddivisa in tre incontri individuali della durata di 20-25 minuti. In ciascuno di questi incontri è stata presentata al bambino una prova di valutazione della dimensione emotiva, una di quella percettiva ed una di quella cognitiva. Al fine di controbilanciare le prove, l’ordine di somministrazione non è stato il medesimo per tutti i bambini.
Le osservazioni dirette non partecipanti dei comportamento prosociali e aggressivi sono state condotte in sezione, negli spazi comuni di gioco o in giardino, in tre sessioni di 45 minuti in giorni differenti. Ogni bambino è stato così osservato in tre momenti della medesima durata (gioco libero prima del pasto, pranzo, gioco libero dopo il pasto), per un totale di 2 ore e 15 minuti.
Alle insegnanti (2 per ciascuna sezione) e ai genitori (madri e padri) sono stati consegnati i rispettivi questionari, con richiesta di compilazione autonoma e priva di confronto reciproco.
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