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Pitagora: l’alchimia, la divinazione e l’astrologia

Nel documento DOTTORATO DI RICERCA TITOLO TESI (pagine 161-165)

Un celebre papiro magico di contesto egizio, un manuale d’incantesimi ricco d’illustrazioni conservato alla British Library, risalente al III-IV sec. d. C., contiene, tra gli altri, un breve testo dal titolo L’Interpretazione Astrologica dei Sogni di Pitagora e Democrito (coll. 23-24).3 Il

1 H. Thesleff, The Pythagorean Texts of the Hellenistic Period, … pp.

2 B. L. van der Waerden, “Pythagoras”, … p. 860.

3 P. Lond. 121, 795-845; Pap. Graec. Mag. II, pp. 35-37 Preisendanz. Si veda il titolo riportato da Thesleff, p. 243, 28; l’edizione di Preisendanz riporta Ὀνεραιτητὸν Πυθαγόρου κ[αὶ] Δημοκρίτου ὀνειρόμαντις μαθηματικός, sciogliendo una problematica abbreviazione iniziale. Una riproduzione digitale dell’intero papiro, ricco di interessanti illustrazioni, è disponibile sul sito della British Library, al link http://www.bl.uk/manuscripts/Viewer.aspx?ref=papyrus_121_f001r. Per le immagini delle costellazioni che

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si presenta sotto la forma di un conoscente: per trattenere queste visioni occorreva tracciare con cinabro i segni delle costellazioni e i loro nomi su foglie di una fronda d’alloro, che era poi presumibilmente intrecciata in una corona come un’immagine del cosmo. Segue la descrizione di una pratica “teurgica”, sempre con foglie d’alloro, volta a procurare sogni provenienti da Dio stesso. Trovare Pitagora ricordato nel corpus della letteratura magica egiziana insieme a Democrito non deve sorprendere: è ormai chiaro dalla menzione congiunta dei due che l’“attribuzione” in questione non è che un richiamo, estrema conseguenza delle tendenze esaminate nel capitolo precedente, ai grandi “magi” della grecità, gli specialisti dell’alchimia, della teurgia e dell’astrologia che potevano reggere il confronto con i sapienti dell’Egitto e della Mesopotamia.4

Già in età ellenistica esistevano apocrifi che attestavano le conoscenze alchemiche di Pitagora, come lo scritto Sulle Proprietà delle Piante citato da Plinio e da altri autori.5 Il nome di Pitagora, però, rimarrà ancorato alle radici della disciplina alchemica fino alla piena età moderna: voglio ricordare, in particolare, uno strano caso di pseudepigrafia che ebbe enorme influenza sull’alchimia medievale e moderna. Come mostrato da Plessner nel suo fondamentale studio,6 il dialogo sull’alchimia dal titolo Turba Philosophorum vide la luce nell’Egitto del IX sec.; l’opera era originariamente in arabo, ma a noi è pervenuta solo una traduzione latina.

L’autore fittizio di questo testo, che avrebbe riportato un dialogo sulla struttura del mondo e sull’alchimia tenutosi tra diversi pensatori greci, è un tale Arisleo (forse Aristeo di Crotone?)7

accompagnano il testo e i loro nomi magici si veda l’accenno in R. Gordon, “Compiling P. Lond. I 121 = PGM VII in a Transcultural Context”, in: M. Bortolani et al., Cultural plurality in ancient magical texts and practices, Mohr Siebeck, Tübingen, 2019, p. 121.

4 La tradizione che associava Pitagora e Democrito nell’apprendimento delle pratiche magiche in Oriente era già conosciuta da Plinio (Nat. Hist. XXIV 156, 160).

5 Pythagoras, De Eff. Herb. pp. 174, 25-177, 11 Thesleff. Anche il nome di Democrito fu impiegato per la produzione pseudepigrafa di argomento alchemico: l’esempio più importante di questo fenomeno è il corpus alchemico pseudo-democriteo, che probabilmente è piuttosto antico e risale in gran parte alla misteriosa figura, vissuta nel II sec. a. C., di Bolo di Mende. Cf. J.-J. Flinterman, “Pythagoreans in Rome and Asia Minor around the turn of the common era”, … p. 345 e M. Martelli (a cura di), Pseudo-Democrito, Testi Alchemici, con il commentario di Sinesio, Archè, Milano, 2011, pp. 94-114.

6 M. Plessner, F. Klein-Franke, Vorsokratische Philosophie und griechische Alchemie in arabisch-lateinischer Überlieferung: Studien zu Text und Inhalt der Turba Philosophorum, F. Steiner, Stuttgart, 1975, in particolare, sulla figura di Pitagora, pp. 70-81.

7 In M. Plessner, F. Klein-Franke, Vorsokratische Philosophie und griechische Alchemie in arabisch-lateinischer Überlieferung, … pp. 57-60, questa figura è associata ad Archelao, ma il suo brevissimo intervento presenta interessanti analogie con l’apocrifo di Aristeo.

A. Pitagora: alchimia, divinazione, astrologia

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discepolo di Pitagora: e Pitagora ha una parte da protagonista nel dialogo, essendo diretto discepolo di Ermete Trismegisto.

Per quanto riguarda la divinazione mediante l’aritmetica, Giamblico ricordava come Pitagora avesse istruito il sacerdote scita Abari alla pratica delle predizioni incruente mediante i numeri;8 sembra che questa leggenda abbia contribuito, nella tarda Antichità, alla produzione di alcuni apocrifi dedicati all’argomento: alcuni scrittori bizantini ricordano Prognostica di Pitagora9 che, come Van der Waerden suggerisce,10 erano forse identici al testo noto in moltissime versioni come Lettera a Telauge,11 una breve lettera di Pitagora al figlio, che illustra un procedimento di onomanzia per determinare il vincitore tra due avversari diretti, in base a un calcolo della somma delle lettere dei loro nomi secondo una tabella a disposizione enneadica, in cui decine e centinaia sono ridotte al valore base (pythmēn). Da questa somma si sottraggono enneadi sino a ottenere il numero base del nome; così, si può determinare, ad esempio, che Ettore era destinato a vincere su Patroclo, perché dal nome Ektōr (19) sottraendo due enneadi si ricava il numero base 1, mentre da Patroklos (34) sottraendo tre enneadi si ottiene 7, e l’uno domina sul 7. Al di là del procedimento divinatorio, la lettera contiene alcuni elementi interessanti dal punto di vista dell’aritmetica, in quanto presuppone la conoscenza di un sistema decimale.12 La collocazione cronologica del testo è difficile: certamente, il metodo onomantico che essa espone era noto già a Ippolito agli inizi del III sec. d. C., ed egli menziona i Pitagorici tra coloro che cercavano di ottenere simili predizioni mediante l’aritmetica.13 Un altro procedimento basato sull’onomanzia, volto però a determinare il destino di un singolo individuo, in particolare di un individuo affetto da una malattia, era proposto in un altro prognostico, chiamato Sfera della vita e della morte, attribuito talvolta a Pitagora.14

8 Iambl. VP 93. Cf. Pitagora, pp. 319 sgg.

9 Cf. e. g. Tzetz. Chil. II, vv. 888-891.

10 B. L. van der Waerden, “Pythagoras”, … p. 859.

11 Il nome del destinatario si è variamente corrotto, e le varianti testuali delle diverse versioni sono talvolta di peso:

rimando all’elenco dei testimoni manoscritti in H. Thesleff, The Pythagorean Texts of the Hellenistic Period, … p. 244; l’esame più completo su questa lettera rimane ad oggi quello di P. Tannery, Memoires Scientifiques, vol.

IX, … pp. 17-50, che riporta il testo in alcune versioni. Si veda anche A. Städele, Die Briefe des Pythagoras und der Pythagoreer, … pp. 355-358.

12 Si veda, per un maggior dettaglio, la spiegazione di M. A. M. Desrousseaux, « Sur quelques manuscrits d’Italie », Mélanges de l’école française de Rome 6, 1886, pp. 534-541.

13 Hippol. Ref. IV 13-14.

14 Il metodo, relativo alla iatromathematikè, l’arte di trarre presagi sulle malattie mediante calcoli, è simile a quello esposto nella Lettera di Petosiris a Nechepso (pp. 383-385 Riess), ed è spiegato brevemente in C. S. F. Burnett,

“The Eadwine Psalter and the Western Tradition of the Onomancy in Pseudo-Aristotle’s Secret of Secrets”, Archives d’histoire doctrinale et littéraire du moyen âge, 55, 1988, p. 145. Veniva persino attribuita ad Apuleio

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presagi dalle figure formate con terra o sassolini, non attestata nel mondo greco e romano in età ellenistica e imperiale; un breve scritto dedicato all’argomento, circolante in diverse varianti con i titoli di Laxeutērion15 o Rhabolion (quest’ultima è probabilmente una trascrizione dell’arabo ramla, e non del persiano come sostengono alcune versioni manoscritte),16 attribuito a Pitagora, è stato studiato da Paul Tannery, che ha ritenuto che il testo fosse una traduzione di un’opera araba, e che l’attribuzione a Pitagora fosse avvenuta in area bizantina.17

Già in età imperiale, come si è visto nel caso di Nigidio Figulo, pitagorismo e astrologia erano profondamente intrecciati; anche se probabilmente l’opera astrologica di Timeo nota già a Plinio è un caso di omonimia, e non di pseudepigrafia,18 restano comunque diversi Metodi di Pitagora tramandati nei codici miscellanei astrologici. Solo a titolo di esempio, ricordo il frammento di un Metodo presente nel codice Vat. Gr. 1056,19 volto a ricavare cattivi presagi da particolari posizioni del Sole e della Luna; un lunario dal titolo Esposizione sui giorni illuminati della Luna e su quelli oscuri, tradito in Vat. Gr. 952;20 e infine un nutrito gruppo di metodi medico-astrologici, quali un Metodo mediante numeri “di Ermete, a cui s’ispireranno i metodi trovati da Petosiris e Pitagora”, per stabilire se qualcuno riuscirà o meno a guarire da una malattia;21 uno Psephos riguardante la generazione dei neonati;22 e una Esposizione sulla separazione delle membra umane nella loro trasformazione, in base alla posizione dei pianeti,

“arrangiata da Pitagora”.23

una versione latina, con l’uso delle lettere latine nel calcolo, dal titolo ratio spere pitagorae (sic!) quam Apuleius descripsit (cf. Urb. Lat. 290, F. 2v).

15 Il termine indica uno strumento utilizzato per tagliare la pietra.

16 Cf. e. g. F. Boll, CCAG VII, … p. 36.

17 P. Tannery, Memoires Scientifiques, vol. IV, … pp. 320-323; cf. H. Thesleff, The Pythagorean Texts of the Hellenistic Period, … p. 244; e B. L. van der Waerden, “Pythagoras”, … pp. 859-860.

18 Cf. Timeo, p. 375.

19 I. Heeg, CCAG V.3, … p. 114.; cf. C. O. Zuretti, CCAG XI.2, … pp. 135-139.

20 F. 168v. Vedi C. O. Zuretti, CCAG XI.2, … p. 154; cf. B. L. van der Waerden, “Pythagoras”, … p. 860.

21 A. Olivieri, CCAG I, … p. 128: vedi sopra, Sfera di Pitagora.

22 Cod. Matrit. Bibl. Nat. 4616 f. 74v sgg.; si veda. C. O. Zuretti, CCAG XI.2, … pp. 135-139; questo codice contiene sia lo psephos, sia alcuni altri prognostica pitagorici, tra cui la lettera a Telauge, nonché il Logos tritos (vedi oltre, p. 166).

23 In Laur. 28, 14, ff. 308r-v; si veda la tabella nella riproduzione digitale del ms. in http://mss.bmlonline.it.

B. Pitagorici e pseudepigrafia nella manualistica tardoantica e medievale

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B. A scuola con Pitagora: Pitagorici e pseudepigrafia nella manualistica tardoantica

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