L’INTERNAZIONALIZZAZIONE NELLE PMI: UN’INDAGINE CAMPIONARIA
STRUTTURA R&D
5.1 Le politiche europee a supporto dell’internazionalizzazione delle PMI 1 Introduzione
La debole e incerta ripresa dell’economia mondiale impone alle istituzioni l’attuazione di politiche che accrescano, concretamente, la competitività del Paese all’estero. La capacità di proiettarsi con successo nei mercati internazionali costituisce un fattore determinante per la crescita economica e questo principio vale ancor di più per l’Italia, dove il commercio con l’estero ha rappresentato, nell’ultimo decennio, l’ancora di salvezza dell’economia.
Nonostante la sua progressiva diffusione, è innegabile che l’avvio dei processi di internazionalizzazione richieda alle imprese un bagaglio di risorse sempre più ricco, soprattutto se volte ad operare in mercati esteri geograficamente lontani ed economicamente dinamici. Queste condizioni rappresentano un vincolo soprattutto per le piccole e medie imprese che, a causa dei limiti derivanti dalla loro dimensione, spesso non riescono a concretizzare un maggiore radicamento internazionale.
Data l’importanza economica delle PMI, che rappresentano oltre il 99 per cento delle imprese europee, nessuna politica mirata a potenziare la competitività dell’economia europea ed italiana può prescindere dai problemi e dalle specificità di tali realtà imprenditoriali. Considerando poi i risultati di recenti studi, secondo cui le PMI sembrerebbero risentire degli effetti delle politiche in modo più che proporzionale rispetto
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alle imprese di dimensioni maggiori, appare evidente come la definizione di politiche idonee ed efficienti debba diventare la priorità delle istituzioni pubbliche. Il legislatore può fare molto per aiutare le piccole medie imprese a proiettarsi con consapevolezza sul panorama internazionale, non solo attuando iniziative specifiche a sostegno dell’internazionalizzazione, ma anche attraverso l’ideazione di politiche tese a semplificare la realtà locale. Nei prossimi paragrafi verranno illustrate le principali politiche varate dall’Unione Europea per rilanciare la competitività delle piccole e medie imprese che, se favorite sul piano nazionale, saranno stimolate a dirigersi verso nuovi orizzonti, disponendo al contempo di maggiori energie per superare gli ostacoli legati alla minore dimensione. 5.1.2 Small Business Act
I 23 milioni di piccole e medie imprese presenti sul suolo europeo rappresentano un fattore chiave per la crescita economica, l’innovazione, l’occupazione e l’integrazione sociale della Comunità Europea. Forte di questa consapevolezza, la Commissione Europea si adopera per promuovere il contesto imprenditoriale delle PMI, stimolandole a liberare il loro pieno potenziale nell’economia globale.
Questi propositi dell’Unione Europea si concretizzano nel cosiddetto “Small Business Act” (SBA)84, adottato nel giugno del 2008 e rivolto a tutte le imprese con meno di 250
dipendenti. Questo documento, che non è un atto legislativo vincolante, contiene un insieme di linee guida per la promozione delle PMI europee e per il lancio di una nuova prospettiva di politiche, improntate al principio “Think small first”. Secondo questo principio, il legislatore deve considerare gli intessi delle PMI fin dalle prime fasi di elaborazione delle politiche, affinché esse si facciano portatrici degli interessi delle imprese di dimensione minore. Lo sviluppo di politiche pubbliche pensando “innanzitutto in piccolo” infatti, può promuovere la crescita delle PMI, aiutandole ad affrontare le problematiche che ne ostacolano lo sviluppo.
Al fine di realizzare questi ambiziosi obiettivi, la Commissione Europea promuove un vero e proprio partenariato tra l’UE e gli Stati Membri che, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità, sono invitati ad uniformare la loro azione in tutta una serie di campi. In particolare, sono stati identificati dieci principi a cui l’azione politico- legislativa dell’UE e dei suoi Membri deve ispirarsi per garantire la tutela delle PMI, a cui
84 Lo Small Business Act è disponibile on-line all’indirizzo: http://eur-
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riconosce il ruolo di spina dorsale dell’intera economia europea. Più o meno direttamente, tutti i punti individuati dalla Comunità Europea rappresentano dei principi estremamente validi nel promuovere la dinamicità delle PMI, anche a livello internazionale. Dio seguito riportiamo i più significativi ai fini della trattazione del nostro tema.
1. Formulare regole coerenti con il principio “Pensare anzitutto in piccolo”. Questo principio può essere declinato in due iniziative concrete: considerare le caratteristiche e le esigenze delle PMI durante il processo legislativo e semplificare l’attuale quadro regolamentare per ridurre gli oneri gravanti sulle PMI. Per uniformare la futura regolamentazione al principio dello “Think small first”, la Commissione invita l’UE e gli Stati membri a tenere una linea di comportamento comune ed in particolare a:
utilizzare date d’inizio comuni nel dare attuazione a regolamenti e decisioni, per facilitare la conoscenza delle nuove diposizioni;
emanare politiche che, ottenendo i risultati desiderati, riducano al minimo gli oneri e i costi per le imprese;
valutare rigorosamente l’impatto delle iniziative in divenire sulle imprese ed in particolare sulle PMI;
consultare le imprese coinvolte prima di procedere con una proposta legislativa che possa influenzarne l’attività;
adottare misure specifiche a favore delle micro - piccole imprese ( come deroghe, periodi ed esenzioni, in particolare agli obblighi di informazione o di relazione, e altri approcci su misura) ove lo si reputi necessario.
La Commissione si adopererà per ridurre l’onere amministrativo a livello europeo del 25 per cento entro il 2012, prestando particolare attenzione a proposte atte a semplificare l’operato delle PMI.
2. Incoraggiare le PMI a beneficiare delle opportunità offerte dal mercato unico. Spesso le PMI non sono pienamente coscienti dei vantaggi offerti dal mercato, soprattutto a causa della mancanza di informazioni sulle opportunità di business e sulle norme in vigore negli altri Stati membri. L’UE e gli Stati hanno quindi il compito di aggiornare le PMI sulle politiche adottate dall’Unione Europea, rendendole edotte delle modalità con cui si possono fare affari all’interno del mercato unico. Una particolare attenzione è inoltre dedicata ai processi di standardizzazione, particolarmente
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onerosi per le imprese di dimensione minore. La Commissione ha richiesto che il CNELEC (Comitato Europeo per la standardizzazione elettronica) pubblicasse sistematicamente on-line gli standard richiesti a livello europeo, permettendo così alle PMI di monitorarne la formulazione e l’evoluzione nonché di segnalare gli standard ritenuti dannosi per la propria attività. Per incoraggiare le PMI a beneficiare delle opportunità offerte dal mercato unico, la Commissione Europea si propone di:
assicurare che le PMI abbiano accesso alle politiche esistenti in materia di espansione internazionale, indirizzandole verso i mercati più promettenti; promuovere la partecipazione delle PMI a livello europeo, informandole sulle normative esistenti e difendendo i loro interessi in tema di standardizzazione;
pubblicare sistematicamente sommari di norme europee, ad accesso illimitato e in diverse lingue;
rendere più accessibile il sistema del Marchio Comunitario, riducendo le tasse connesse;
istituire degli "Helpdesk per le PMI", fornendo non solo consulenza ma anche supporto per difendersi dalle pratiche commerciali sleali.
3. Promuovere l’aggiornamento delle competenze delle PMI e ogni forma di innovazione. L’UE e gli