• Non ci sono risultati.

Nel 2006 esce Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio, la versione italiana autotradotta dall‟originale scritto in arabo ed apparso ad Algeri nel 2003 con un titolo molto diverso: كضعت نأ نود ةبئذلا نم عضرت فيك (Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda). S‟intende, comunemente, per auto-traduzione il passaggio operato dall‟autore di un testo dalla lingua prima, spesso materna, a una lingua seconda posseduta a un livello quasi alto di bilinguismo. Da questa prospettiva, è indubbio che l‟intera operazione dell‟auto-tradursi possa fornire “un banco di prova ideale per una riflessione teorica su alcune delle dimensioni

261 Ivi, p.108. 262 Ivi, p.107. 263 Ivi, p.108. 264 Ivi, p.128.

100

più interessanti dello strumento traduttivo in generale: la dinamicità delle equivalenze linguistiche e la funzione di transfer culturale.”266

Dal confronto tra l‟originale arabo e la versione italiana risulta che la trama e lo svolgimento narrativo sono identici: c‟è lo stesso numero di personaggi che hanno gli stessi nomi. È altrettanto identica la strutturazione in capitoli che contengono le versioni delle vicende narrate dai diversi personaggi con, in mezzo, l‟intervallo degli ululati di Amedeo. Tuttavia, si possono distinguere alcune differenze notabili tra le due versioni, che riguardano, il livello linguistico e la punteggiatura del testo, e altre riguardo le date riportate nel diario del protagonista.

In merito alle date che scandiscono le pause diaristiche di Amedeo, si nota la non- corrispondenza perfetta in entrambe le versioni araba e italiana. Ad esempio nel primo ululato, la seconda nota diaristica è datata “Martedì 19 marzo, ore 23.49”, mentre nella versione araba la vediamo datata “Martedì 18 marzo, ore 23,49”. La stessa cosa vale anche per la quarta nota del primo ululato datata “Giovedì 3 novembre, ore 22.15” che nella versione araba è “Giovedì 21 novembre, ore 22.15”, e tante altre variazioni testuali di questo genere. Un'altra piccola divergenza fra le due versioni è il discorso detto dall‟iraniano Parviz (pieno di luoghi comuni anch‟esso) in riferimento alla badante peruviana Maria Cristina: nella versione italiana Parviz è convinto che la colf sia filippina, mentre nell‟originale arabo crede sia indiana. Infatti, si legge:

“ اذامل ،لضفملانييويسلآاماعطوهزرلأانإ :ةرم تاذ اهل تلق ...نئاجعلا بنجتب ايتسيرك ايرام ةيدنهلا ةمداخلا تحصن دقل ؟كلصأ نع كيلخت

" ”267

(Ho consigliato alla colf indiana Maria Cristina di evitare la pasta … Una volta le ho detto: “Il riso è la pietanza preferita degli asiatici, perché hai abbandonato le tue origini?).268

Un‟altra variazione grafica-stilistica fra i due testi concerne, invece, la punteggiatura, la quale come si sa può rappresentare una “cifra stilistica” di alcuni autori. Nell‟originale arabo tra ogni paragrafo e l‟altro della deposizione di ogni personaggio, si trovano regolarmente dei tre puntini di sospensione seguiti da un punto interrogativo, che assumono il significato di

266 Paola Desideri, "L'operazione autotraduttiva, ovvero la seduzione delle lingue allo specchio” in Autotraduzione. Teoria ed esempi fra Italia e Spagna (e oltre), Maria Rubio Árquez & Nicola D'Antuono (a cura di), Milano,

LED Edizioni, 2013, p.13.

267 Amara Lakhous, Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda, op.cit, p. 18.

268 La versione italiana invece è così: “ Ho consigliato più volte alla colf Maria Cristina di evitare la pasta … Una

volta le ho detto: “Perché hai abbandonato le tue origini visto che il riso è il cibo preferito dai filippini?” (Amara Lakhous, Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, op. cit, p.19).

101

pause di avvio di riflessioni per il lettore, a differenza della versione italiana che invece prevede dei semplici punti fermi posti sempre alla fine del periodo.269

Un'altra nota interessante è che in entrambe le versioni araba e italiana, Lakhous tende a inserire delle brevi aggiunte, come sottolinea Maria Grazia Negro, “per meglio orientare la comprensione dei lettori che sono supposti non conoscere a fondo la società italiana e i suoi meccanismi di funzionamento”270

; così come per alcuni personaggi e termini arabi che l‟autore si sente in dovere di spiegarne il significato al lettore occidentale.

Per esempio, nella versione araba si sente l‟obbligo di aggiungere un appellativo dopo il cenno a Giulio Andreotti “ قباسلا ةموكحلا سيئر”271

(ex-Presidente del Consiglio) per meglio chiarire il personaggio e il suo lavoro politico al lettore arabo. Altri esempi sono il riferimento a Striscia la notizia, cui nella versione araba è aggiunto “ ةسماخلا ةانقلا جمانرب”272 (il programma di Canale 5) per far capire al lettore arabo di cosa si tratta; oppure l‟aggiunta di “ ةديرج تانلاعلإا” (giornale di annunci) prima di Porta Portese273; la frase “Io non sono GENTILE”

alla quale si aggiunge una piccola nota che riguarda il significato “ ينعت يليتنيج ةملك نأ فورعم و فيرظلا و بذهملا و فيطللا“ (Si sa che la parola Gentile vuol dire carino, garbato e grazioso); la spiegazione breve dell‟espressione Mani Pulite che non c‟è nel testo italiano “ ةفيظنلا يدايلأا ةيلمع

ةاضقلا اهداق يتلا“274

(Mani pulite, una serie di inchieste condotta da un pool di magistrati); illustrare il significato della parola dialettale napoletana guagliò, apocope di guaglióne, “

* ٞ٣اٝ ...* ٢٘ؼر ٢زُا خٌُِٔا ٙنٛ " ةبُْا بٜ٣أ " “275

(guagliò… è una parola che significa “ragazzo”); o ancora l‟omissione di Tuttocittà e scrivere al posto suo “امور ليلد”276

(Mappa di Roma).

Viceversa sono indispensabili delle aggiunte nel testo italiano quando sono citati personaggi dalla cultura araba, momenti tipici della società musulmana algerina che si manifesta nell‟inserimento di termini arabi.

Ad esempio, nel primo ululato di Amedeo si paragona la serenità e il sentirsi al proprio agio di Parviz in cucina alla pacatezza di Shahrayar, il sultano delle Mille e una notte, riconciliato con se stesso e il mondo dopo aver ascoltato uno dei racconti di Shahrazad: “Mi sembra di vedere Shahrayar, il sultano delle Mille e una notte, sereno e felice dopo aver ascoltato un racconto di Shahrazad”277.

Immagine assente nel testo arabo che si limita alla similitudine “ هتكلمم يف كلملا هبشي هنا” (somiglia a un re nel proprio regno) senza nessun riferimento alle Mille e una notte.

269

Da sottolineare che Lakhous ha accentuato che l‟eliminazione dei puntini di sospensione e i punti di domanda era fatta secondo la richiesta della casa editrice Edizioni. E/O. (Cfr. Maria Grazia Negro, op.cit.

http://www.disp.let.uniroma1.it/kuma/critica/kuma12upupa.html)

270 Ibidem.

271 Amara Lakhous, Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda, op.cit, p. 43. 272 Ivi, p.37.

273 Ivi, p.19. 274 Ivi, p.111. 275 Ivi, p.38. 276 Ivi, p.19.

102

Invece, riguardo ai termini arabi inseriti in particolare nel decimo ululato del protagonista, Lakhous in questo caso, a differenza del testo originale in arabo pieno di frasi e parole italiani scritti con caratteri latini nel corpus278 e spesso spiegati, ha scelto di aggiungere delle note a piè di pagina con il significato dei termini stranieri; note, peraltro, assenti nella versione originale essendo superflue ai lettori arabi. Tra questi termini arabi spiegati in note si citano:

suhur, dhakar, zagharid, marbout, Luqmane.279

Lo status dell‟auto-traduttore di Amara Lakhous potrebbe sembrare quello di un traduttore privilegiato – come sostiene Paola Desideri – giacché “ l‟auctoritas di cui gode pare consentirgli una libertà di interpretazione superiore a qualsiasi altro traduttore professionista, permettendogli quindi di manipolare, in misura anche notevole, il testo di partenza con omissioni, reticenze, inserimenti, ampliamenti e spostamenti di sequenze testuali”280

. Da questa prospettiva, s‟individuano nella versione araba e in quella italiana, delle omissioni e degli inserimenti dettate forse dalle ragioni sopra citate.

Prendiamo qui alcuni esempi per meglio chiarire il concetto. Nella versione italiana, quando il professore milanese Marini esprime il suo disprezzo per i modi di fare dei romani, cita il celebre motto del Marchese del Grillo (1981) interpretato da Alberto Sordi nel film di Monicelli che spiega presuntuosamente la sua immunità alla legge: “Io sono io, e voi non siete un cazzo.”281

Questa frase assieme a tutto il paragrafo che le segue non esiste nel testo arabo; ciò è spiegabile con il fatto che spesso l‟ironia e la comicità non sono realtà interculturali, e le loro manifestazioni (battute, barzellette) sono talora intraducibili da una lingua all‟altra, perciò Lakhous ha optato per omettere la battuta di Sordi nel testo originale e inserirla nella versione italiana siccome la battuta comica si gusta e si comprende fino in fondo solo leggendola nella lingua originale.

Un altro esempio di ampliamento nella versione italiana rispetto a quella araba, si nota nel discorso tenuto fra Marini e Amedeo in cui si accenna al concetto di Sant‟Agostino sulla libertà cristiana con implicazioni sul concetto della verità in generale citando un versetto del Vangelo di Giovanni (Gv 8,31-32): “Se perseverate nella mia Parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi.”282

Questo versetto non è inserito nella versione araba del romanzo che si limita soltanto al riferimento alla nozione “ارح ةقيقحلا هلعجتس” (La verità ci fa liberi) senza la citazione evangelica.

278

Questa chiara scelta comunicativa, nella riflessione di Lakhous, ha la finalità di verosimiglianza anche linguistica data l‟ambientazione romana dell‟opera, oltre a riverberare uno degli aspetti più affascinanti della versione originale in arabo cioè il cosmopolitismo.

279 Ivi, pp-117-121.

280 Paola Desideri, op.cit, p. 16.

281 Amara Lakhous, Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, op. cit, p.74. 282 Ivi, p.76.

103

Allo stesso modo, nella testimonianza di Elisabetta Fabiani si vedono due esempi di frasi aggiunte nel testo italiano che non si trovano in quello arabo: il primo è “Questa è una bugia diffusa dai comunisti e dai preti della Caritas”283

. La seconda parte della proposizione ovvero “preti della Caritas” è tralasciata nella versione araba e la colpa è scaricata solamente sui comunisti: “ نويعويشلا اهرشني ةبذك هذه”284

(Questa è una bugia diffusa dai comunisti); mentre il secondo concerne la scomparsa di Manfredi il quale secondo la Fabiani è stato ucciso da un gruppo criminale rivale, e poi richiama alcuni esempi storici: “Come a Chicago negli anni Trenta o la banda della Magliana negli anni Settanta.”285 Nella versione araba Elisabetta si limita a fare un solo esempio, quello dei criminali di Chicago, aggiungendo però che probabilmente si tratta di una banda criminale che si occupa di traffico e spaccio di droghe, mentre nel testo italiano non è espresso così esplicitamente il tipo dell‟attività delinquenziale del gruppo: " تاردخملا تاباصع نيب تاباسح ةيفصت ةيحض بهذ هنأ كش لا . تاينيثلاثلا يف وغاكيش نوركذت له ". 286

(È indubbio che sia una vittima di qualche pareggio di conti fra le bande di droghe. Vi ricordate Chicago negli anni Trenta).

Leggendo, viceversa, Come farti allattare dalla lupa s‟individuano delle frasi le quali, poi, sono state omesse nella versione italiana: una è la frase 287“ تومأ مث لاوأ يلوبان يرأ” (Vedi Napoli, e poi muori) attribuita al grande scrittore tedesco Wolfgang Goethe che esalta l‟insuperabile bellezza di Napoli, e che nel romanzo viene citata da un certo Mario, cuoco napoletano e collega di Parviz nel ristorante vicino alla stazione Termini, in omaggio alla sua incantevole città natale; mentre l‟altra frase cancellata nel testo italiano si trova nel secondo ululato di Amedeo discutendo sulla vanità di conoscere la verità dice: “ نم لضفأ فهكلا يف ءاقبلا هنم جورخلا”288

(stare nella caverna è meglio di uscirne). Si tratta di un‟immagine che richiama l‟allegoria della caverna di Platone289

come rappresentazione della condizione umana legata alle apparenze, alla congettura e all‟illusione.

Altrettanto notevole sembra, dal confronto fra entrambe le versioni, qualche tecnica adottata dall‟autore per tradurre locuzioni e altre espressioni contenenti figure retoriche o immagini nel testo originale. Si tratta, spesso, di un adattamento alla cultura di arrivo che facilita la comprensione del significato dell‟immagine originale, e che, talvolta, impiega la sostituzione con un‟espressione semanticamente corrispondente ma contenente un‟immagine diversa. Qui facciamo vari esempi:

283 Ivi, p.58.

284 Amara Lakhous, Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda, op.cit, p. 65. 285 Amara Lakhous, Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, op. cit, p.59. 286 Amara Lakhous, Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda, op.cit, p. 66. 287 Ivi, p.13.

288 Ivi, p.48.

289 Cfr. Platone, Repubblica, a cura di Mario Vegetti, Milano, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2006, libro VII, 514a-

104

a) L‟arabo “ .قارفلا و نينحلا ةقرح يساقأ ميحجلا يف ...عقنتسملا لفسأ يف انأف ،نلآا امأ”290 (mentre adesso sono in fondo allo stagno… nell‟inferno, soffro il bruciore della nostalgia e della mancanza.) si trasforma nel testo italiano in “Mentre adesso sono giù… nell‟inferno, soffro di nostalgia.”291

; qui la traduzione italiana delle espressioni arabe corrisponde dal punto di vista semantico visto che la traduzione letterale, dove si mantiene la medesima immagine del testo, potrebbe creare un‟equivalenza vuota la quale non ha la stessa forza evocativa nella lingua di arrivo.

b) L‟espressione idiomatica “ هناسل نم رياطتي ررشلا”292 (la sua lingua sparge scintille maligne) che si usa in arabo per descrivere la rabbia di qualcuno, diviene in italiano “Farlo incazzare”.293

c) La locuzione araba “ ينذأ يف ةقلحك اهتعضو تاملك”294 (parole messe sul mio orecchio come un orecchino) è sostituita completamente con un‟altra espressione italiana “parole che ho conservato come perle rare”295

semanticamente equivalente, malgrado non conservi né riproduca l‟immagine originale araba.

d) La similitudine “ بيطلا قاذملا انماعطل يطعي يذلا حلملا وه ويدمأ”296 (Amedeo è come il sale che insapora il nostro cibo) è stata modificata in “Roma, senza Amedeo, non vale nulla. È come un piatto persiano senza le spezie!”. Anche qui, pur essendo diversa, la similitudine rende la stessa idea, e rimane sempre nell‟ambito culinario molto caro a Parviz.

e) Si trasforma nel suo omologo italiano la seconda parte del proverbio “براقعلا” (gli scorpioni), cui sono paragonati i parenti nel mondo arabo, in “serpenti” che trova la sua corrispettività nell‟immaginario italiano.

Un‟ultima differenza che si avverte tra le due versioni è l‟impossibilità di resa, nel testo arabo, degli inserti dialettali presenti nella narrazione di Scontro di civiltà per un ascensore a

Piazza Vittorio condotta, qualche volta, in un italiano misto a vari dialetti regionali che aiuta a

connotare diatopicamente i personaggi. Lakhous preferisce adoperare nel testo arabo una lingua standard parlata da tutti i personaggi, anche perché, generalmente, risulta un‟impresa difficile poter rendere le varietà e complessità dialettali in una lingua straniera297.

In conclusione, dopo aver confrontato le due versioni di Lakhous è possibile affermare che nel convertire la sua opera in italiano, incarnando in sé la doppia natura di scrittore e di

290 Ivi, p.15.

291 Amara Lakhous, Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, op. cit, p.16. 292 Amara Lakhous, Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda, op.cit, p. 15. 293 Amara Lakhous, Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, op. cit, p.17. 294 Amara Lakhous, Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda, op.cit, p. 121. 295 Amara Lakhous, Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, op. cit, p.104. 296 Amara Lakhous, Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda, op.cit, p. 26.

297 La stessa cosa è avvenuta nella traduzione del romanzo Le cimici e il pirata (1999) dall‟arabo in italiano: il testo

originale è costellato di dialetto algerino e di numerosi slang francesi che scompaiono nella versione italiana resa tutta in standard.

105

traduttore, l‟autore italo-algerino si è permesso un grado di libertà che a un traduttore normale è deontologicamente precluso. Si tratta, quindi, di una rielaborazione del testo originale arabo adattandolo al nuovo pubblico di lettori italiani o, forse, alle nuove idee che nel frattempo avrà sviluppato. Tutto ciò ha comportato, come sostiene Lakhous, quasi la riscrittura autoriale alloglotta del testo di partenza sfidando la sua alterità linguistica e oltrepassando la soglia dell‟unicità per approdare alla polifonia del molteplice dalla quale è fortemente sedotto.