Le ricerche antropologiche e sociologiche diventano imprescindibili punti di riferimento per Lakhous, come già dimostrato in entrambi i precedenti romanzi. E ancora una volta, sia in
Contesa per un maialino che ne La zingarata della verginella, i rimandi e le digressioni di
natura sociologica si spiegherebbero con il progetto letterario dell‟autore che spesso si serve dell‟indagine sociologica nelle sue opere.
Ad esempio all‟interno delle due trame dei romanzi sopracitati si potrebbe constatare una lunga, acuta e profonda riflessione sociologica che precede l'attività della scrittura, e che poi ha i propri echi nelle opere.
Prendiamo come esempi due citazioni di concetti sociologici presenti in Contesa per un
maialino e ben spiegati dal narratore: il primo è relativo al Teorema di Thomas coniato nel
1928 dal sociologo americano William Thomas: “Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze effettive”495, detto anche “la profezia che
s‟auto-adempie” ovvero che il comportamento delle persone è determinato cognitivamente dalla definizione sociale della realtà di una situazione. Lavorando sul concetto di “definizione della situazione”, William Thomas si soffermò sul ruolo delle idee, dei pregiudizi e delle previsioni, in particolar modo una ricerca sugli immigrati polacchi a Chicago.
Il teorema di Thomas ha rilevanza nel romanzo di Lakhous in quanto viene citato dal protagonista per affermare la pericolosa influenza del pregiudizio e dell‟immodificabilità dell‟abitudine, che danno luogo a comportamenti che rafforzano il pregiudizio stesso; inoltre egli dimostra come il teorema di Thomas si avvera nelle società in cui mancano le istituzioni adatte per interrompere la catena di azioni e reazioni, prodotta dal pregiudizio496:
“Se ci penso bene, il mio Buscetta è l‟ennesima conferma del teorema di Thomas: Se gli uomini
definiscono reali certe situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenze. In altri termini, non
importa che una cosa sia vera, è sufficiente che si creda vera perché abbia effetti reali. Il teorema è stato elaborato dal sociologo americano William Thomas, un esponente della scuola di Chicago, alla fine degli anni Venti […] Facendo il giornalista. Ho capito che la realtà con cui ci si confronta non ha valore né peso. È l‟immaginario che comanda sulle nostre azioni, anzi reazioni. Siamo sempre più insicuri, impauriti, vulnerabili, irragionevoli. Qualcuno mi deve spiegare, ad esempio, perché la maggioranza degli italiani considera gli immigrati la prima causa dell‟insicurezza, quando allo stesso tempo vengono affidate le persone più care, bambini e anziani, e le chiavi di casa alle badanti e alle colf straniere. Cosa si può fare? Dobbiamo
495 “If men define situations as real, they are real in their consequences”; L‟affermazione è contenuta in W.I.
Thomas and D.S. Thomas, The child in America: Behavior problems and programs, New York, Knopf, 1928, pp. 571–572.
496 Cfr. Renato Grimaldi, Metodi formali e risorse della Rete. Manuale di ricerca empirica, Milano, FrancoAngeli,
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accontentarci di una realtà finta, sfuggente, priva di fatti concreti ma zeppa di fantasie e di pregiudizi?”497
La seconda citazione concerne il concetto sociologico della “gentrification” (derivante da gentry, ossia la piccola nobiltà inglese e in seguito la borghesia o classe media) il quale è stato introdotto in ambito accademico dalla sociologa inglese Ruth Glass nel 1964. Nel romanzo si sofferma in modo dettagliato sul concetto e la sua valenza negativa nei quartiere di Torino per spiegare meglio la vicenda del ritrovamento dei cadaveri degli albanesi, in quanto si concerta sull‟espulsione di gruppi sociali deboli da un centro urbano (quartiere), e la totale sostituzione della popolazione con gruppi sociale di classe media o benestante in seguito al miglioramento fisico del patrimonio immobiliare e l‟ascesa dei prezzi:
“Dunque la benedetta gentrification è un concetto usato per la prima volta dalla sociologa inglese Ruth Glass per studiare alcuni quartieri poveri di Londra. Indica la trasformazione di un quartiere degradato in una zona residenziale, a seguito di un processo di riqualificazione e rinnovamento. La prima conseguenza è l‟incremento immediato del valore degli immobili tramite l‟allontanamento progressivo dei residenti più poveri verso quartieri degradati. Oltre al beneficio economico, esiste un beneficio politico sul piano dell‟immagine per le autorità locali. Insomma, è sempre una bella carta da giocare durante le campagne elettorali […] Le città postindustriali offrono grandi opportunità per questi processi di gentrification. Ultimamente si è parlato del caso della città americana di Detroit in seguito alla crisi del settore automobilistico. Torino non è molto diversa da Detroit a causa della crisi della Fiat. Secondo il professor Lanzino, se la
gentrification è un fenomeno fisiologico e spontaneo per città come Londra o Berlino dopo
l‟unificazione tedesca, per altre città come Torino la situazione è complessa e piena di interrogativi. “Vuole dire che c‟è la mano delle organizzazioni criminali” […] I quartieri topaia sono stati prima infestati da varie forme di delinquenza e poi bonificati. La mano che infesta è la stessa che bonifica.”498
Un‟altra citazione notevole, la leggiamo ne La zingrata della verginella; si tratta di un famoso aforisma del filosofo e scrittore tedesco Friedrich Nietzsche che riguarda la difficile fiducia negli altri quando si smascherano le loro bugie, e la cita il protagonista Enzo in tal modo sottolineando che ricorrere alle bugie incrina la fiducia nelle relazioni umane:
“Chi mente una volta può mentire ancora. Mi torna in mente una bella citazione di Nietzsche (Che impazzì proprio qui a Torino durante un soggiorno di qualche mese). Non ricordo esattamente le parole, ma il senso era più o meno questo: non sono arrabbiato perché mi hai mentito, ma perché da oggi in poi non ti crederò più. Non è bellissima?”499
A prescindere dai riferimenti sociologici, attraversa poi i due romanzi una ricca serie di rimandi e citazioni da testi letterari e brani musicali, di cui si ricordano i tali:
- in tema della disputa sul maialino fra le diverse parti (i musulmani, il gruppo “Padroni a casa nostra” guidato da Mario Bellezza, e infine l‟associazione per la difesa degli animali con la
497 Amara Lakhous, Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario, op.cit, p.66. 498 Ivi, pp.101-102.
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loro portavoce Irene Morbidi), nel romanzo è citata l‟opera teatrale di Bertolt Brecht Il
cerchio di gesso del Caucaso come metafora della vicenda del maialino. All‟opera brechtiana,
che a sua volta è una versione di un‟antica leggenda orientale (ma anche, senz‟altro, del famoso brano biblico in cui Salomone viene chiamato a decidere tra due donne che reclamano lo stesso bambino), i retroscena della vicenda del maiale conteso Gino potrebbe servire per fare una comica rivisitazione e metterla in scena di nuovo:
“Enzo, ti ricordi Il cerchio di gesso del Caucaso? […] È un opera teatrale di Brecht”. “E che c‟entra con il maialino di San Salvario?”.
C‟entra eccome. Una regina abbandona il figlioletto durante una rivolta che porta all‟uccisione del re. Il principino viene salvato dalla balia, che gli fa da madre. passano gli anni, la regina ricompare e vuole il bambino. Ma la madre adottiva non accetta. La contesa arriva davanti a un giudice, che trova una soluzione efficace: traccia un cerchio di gesso e mette il bambino conteso al centro. Le due mamme devono tirarlo ciascuna dalla propria parte. Chi vince il duello si aggiudica il piccolo. La balia rinuncia per non fargli del male. Questo basta al giudice per sciogliere il nodo e affidarle il bambino. Senza forzare troppo la metafora, il maialino Gino sarebbe il principino conteso.”500
- Nel romanzo La zingarata della verginella, nel monologo della protagonista Patriza, la quale decide di cambiare mestiere e di fare l‟indovina, riguardo il rapporto piuttosto controverso di tante persone di non credere nelle profezie di un indovino o nell‟influsso dei segni zodiacali sulla vita quotidiana, eppure molti sono indotti a credere alle predizioni e in molti leggono tutte le mattine il proprio oroscopo. Si noti che, più avanti nel monologo, c‟è il rimando al famoso libro di Tiziano Terzani Un indovino mi disse, in cui si racconta come egli ha trasformato la profezia negativa fattagli da un indovino a Hong Kong in una positiva decidendo di visitare vari paesi dell‟Oriente senza mai prendere aerei, alla scoperta curiosa di osservare le umanità e il cuore magico dell‟Asia:
“Tuttavia ci sono storie incredibili sulla previsione del futuro. Quella dell‟inviato Tiziano Terzani è la più pazzesca. La storia l‟ha raccontata nel suo bel libro Un indovino mi disse. Nel 1974 Terzani fa il corrispondente in Asia. Un giorno un vecchio indovino cinese a Hong Kong lo mette in guardia: “Attento! Nel 1993 correrai il rischio di morire. In quell‟anno non volare. Non volare mai”. Terzani prende sul serio la profezia. Rinuncia a usare l‟aereo per tutto quell‟anno, spostandosi a piedi, in macchina, treno o nave. Una cosa molto faticosa, che però gli permette di scoprire l‟Asia profonda con la sua gente povera, le sue storie quotidiane, le grandi speranze. È stata un‟avventura piena di sorprese e opportunità. In quell‟anno, un collega di Terzani muore in un incidente aereo, mentre stava sostituendo proprio lui in un viaggio di lavoro. La profezia si era avverata. È difficile cercare una spiegazione. È così e basta.”501
D‟altronde, in Contesa per un maialino, si riscontra un discreto numero di riferimenti diretti alla musica di Rino Gaetano che fanno da sottofondo ai sentimenti del protagonista, ed è anche funzionale per rendere omaggio all‟originalità del cantautore calabrese distinto per il
500 Amara Lakhous, Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario, op.cit, p.131. 501 Amara Lakhous, La zingarata della verginella di via Ormea, op.cit, p.120.
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suo impiego del nonsense che spesso cela un‟analisi sociale e denuncia politica nelle sue canzoni. Nel romanzo sono citate delle strofe di brani musicali famosi di Gaetano con dei testi volutamente ambigui che lasciano spazio alla riflessione: il primo è la canzone Ahi Maria, e il secondo, invece, è Il cielo è sempre più blu:
“Alla fine taglio la testa al topo, come mi piace dire, e spengo la tv. Metto un cd del mio cantante preferito. La voce di Rino Gaetano mi tira sempre su il morale.
Da quando sei andata via da quando non ci sei più da quando la pasta scotta non la mangio più ahi Maria chi mi manca sei tu…”502
“Per staccare da questa roba cerco un po‟ di relax, ascoltando il ribelle Rino Gaetano, terrone come il sottoscritto. Inizio con una bella canzone:
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, Chi sogna i milioni, chi gioca d'azzardo chi gioca coi fili chi ha fatto l'indiano chi fa il contadino, chi spazza i cortili.”503
La tendenza all‟inserimento dei riferimenti, si estende anche alle citazioni poetiche: in effetti, sempre nello stesso romanzo di Lakhous, i versi di una poesia di Rocco Scotellaro “Biglietto per Torino” appaiono nel decimo capitolo citati dal protagonista quando pensa al mito della città di Torino, simbolo della civiltà industriale, che ormai si sta infrangendo negli ultimi anni per via dell‟erosione della posizione di mercato della FIAT di fronte ad una crescente concorrenza da parte delle case automobilistiche straniere e allo stesso tempo per la grave difficoltà della competitività della FIAT. Dalla poesia scotellariana emerge l‟immagine del mito della città operaia, cui vanno i giovani meridionali in cerca di lavoro e futuro, i quali spesso, come si legge più avanti nella poesia, conservano un fiero orgoglio delle loro origini:
“Mangiando, parliamo della trasformazione di Torino negli ultimi anni. La città della Fiat sta scomparendo, ormai non si comprano più macchine ai ritmi di una volta. Oggi la concorrenza fra le case automobilistiche è spietata e la Fiat non è messa bene, Torino non è più un mito. Mi tornano in mente i versi del poeta lucano Rocco Scotellaro:
Torino larga di cuore
sei una fanciulla, mi prendi la mano Io mi ero messo in cammino:
502 Amara Lakhous, Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario, op.cit, p.34. 503 Ivi, pp.140-141.
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mi hanno mandato lontano qui, gente che ti sogna come me nel vento delle Fiat.”504
Spicca, inoltre, nel romanzo, una certa tendenza “documentaria” che si nota soprattutto nelle brevi schede biografiche su entrambi i boss mafiosi Tommaso Buscetta505 e Salvatore Riina506, nel tentativo di fornire al lettore le informazioni necessarie che fanno da sfondo allo scoop della faida fra i mafiosi stranieri, e che lo aiutano a capire la realtà dei fatti e degli avvenimenti evocati ovvero la seconda guerra di mafia, una delle più feroci guerre di mafia della storia tra il 1981 e il 1983 fra i Corleonesi “vincenti” e i Palermitani “perdenti”.