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Per un Progetto colore ed un Piano degli interventi d

Progetti colore per la valorizzazione dei centri storici: il caso studio di Castiglione Olona (VA)

4. Per un Progetto colore ed un Piano degli interventi d

conservazione e manutenzione

Il futuro piano di conservazione (Progetto colore e Piano degli interventi di conservazione e manutenzione) per Asmara, un vero e proprio museo en plein air dell’architettura e dell’urbanistica moderna - nel suo insieme e non come sommatoria di episodi architettonici - dovrà operare in salvaguardia del suo tessuto urbano, dei singoli edifici, ma anche delle finiture e dei colori del Moderno [6]. La

103 città è infatti il risultato del progetto di un team di architetti, gli incarichi furono dati a progettisti diversi, sempre però coordinati da un piano urbano specificamente predisposto. In tal senso - vista la notevole consistenza del centro storico - sarà necessario che qualsiasi piano di salvaguardia venga predisposto cercando di costruire il massimo consenso da parte della popolazione e, soprattutto, dei proprietari e dei progettisti. Per questo motivo un’opera di divulgazione dei valori storici e tecnici e di formazione a vari livelli dovrebbe essere preventivamente promossa, allo scopo di far comprendere il senso di certe scelte tecniche ed estetiche. La realizzazione di un Centro di documentazione (che ne illustri la storia, ne divulghi il valore e supporti ed organizzi itinerari di visita nella città di Asmara) unitamente ad un Ufficio tecnico intelligente potrebbero essere validi strumenti conoscitivi e di supporto alle operatività. Sarà proprio tale ufficio a definire e a mettere a disposizione degli abitanti poche norme e buone pratiche “... che sappiano combinare esigenze di conservazione, adeguamento tecnico-funzionale e unitarietà degli interventi attraverso linee guida con anche l’individuazione di quelli che possono essere considerati gli errori che normalmente si commettono con interventi disattenti agli aspetti architettonici e tecnici delle costruzioni” [7]. Inoltre, importante sarà l’esplicitazione di una serie di interventi edilizi esemplari, che possano mostrare la possibilità di risolvere i problemi in modo compatibile con le esigenze della conservazione del patrimonio. Tra questi: il miglioramento della tenuta dei serramenti, il risanamento e il risarcimento degli intonaci, la scelta del colore, la realizzazione di tettoie, paraventi ed altre opere di adeguamento funzionale e normativo, con anche l’unificazione dei criteri di tamponamento delle logge senza alterare il rapporto tra pieni e vuoti degli edifici, la conservazione dei cementi armati, ecc.

Una fase da non sottovalutare nell’affrontare i Piani è la diffusione sia degli intenti, che dei risultati in quanto è necessario il coinvolgimento di tutti i livelli per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. I piani imposti dall’alto, infatti, se non vengono recepiti e capiti anche dagli abitanti, rimangono fini a se stessi, senza avere prosecuzioni di valorizzazione future [8].

La municipalità asmarina dovrà pertanto prevedere un piano delle regole - da affiancare al piano urbanistico e ai regolamenti edilizi - con l’individuazione di vincoli che siano opportunamente accompagnati da precise indicazioni comportamentali, che chiariscano con il massimo della precisione possibile cosa è concesso e cosa no e, soprattutto, siano in grado di risolvere i principali problemi che i vari edifici e il loro contesto urbano oggi pongono con anche il controllo delle trasformazioni in atto.

Ed infine la testimonianza di questo lavoro e l’attestazione dell’importanza degli edifici di interesse storico e monumentale con anche le sue peculiari finiture si spera possano - all’interno del dibattito della cultura africana ed internazionale - portare ad un processo di presa di coscienza delle ragioni forti della conservazione, tutela, e valorizzazione dei monumenti/documenti dell’architettura coloniale in Eritrea. Ad Asmara le architetture coloniali non sono percepite come il simbolo

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degli invasori del passato, ma sono fortunatamente esse stesse elementi identitari, sono il vissuto del quotidiano, nonché elementi di integrazione culturale. [9]

Figg. 7 – Asmara , edificio industriale nei pressi di Bdho Avenue, ed edificio residenziale e commerciale ispirato alla forma dei vagoni ferroviari su Segeneyti Street.

Figg. 8 – Edifici nelle aree residenziali intorno al centro di Asmara

Figg. 9 e 10 – Deposito automezzi all’uscita della città e la fontana Mai Jah-Jah non più funzionante situata nel quartiere Gheza Banda.

105 Bibliografia

[1] Si pensi a questo proposito, al degrado dei cementi armati, ai frequenti distacchi dalle loro sedi dei materiali di rivestimento lapidei e ceramici, alla corrosione dei serramenti e degli altri materiali metallici, ai materiali di sintesi un tempo propagandati come “eterni” oggi considerati addirittura pericolosi per la salute umana. Per la trattazione dei temi inerenti al restauro del Moderno si veda: M. Boriani (a cura di), La sfida del Moderno l’architettura del XX secolo tra conservazione e innovazione, Unicopli, Milano, 2003.

[2] L. Teklè, La casa in colonia: il modello Asmara, in G. Barrera, A. Triulzi, G. Tzeggai, (a cura di), Asmara – Architettura e pianificazione urbana nei fondi dell’IsIAO, Gangemi, Roma, 2008.

[3] Il gruppo «7», Architettura, in “Rassegna Italiana”, IX, serie II, n. 103, dicembre 1926, pp. 852-853.

[4] L.V. Bertarelli, Possedimenti e colonie. Isole Egee, Tripolitania, Cirenaica, Eritrea, Somalia, Guida d’Italia del Touring Club Italiano, Milano, 1929.

Si vedano anche:

Consociazione turistica Italiana, Guida Dell’Africa Orientale Italiana, A.O.I., Milano, 1938. G. Gresleri, Guido Ferrazza: tecnica, modi e forme dell’architettura dell’Italia d’oltremare, in L. Mozzoni, S. Santini (a cura di), L’architettura dell’Eclettismo. La diffusione e l’emigrazione di artisti italiani nel Nuovo Mondo, Liguori, Napoli, 1999.

G.P. Consoli, I protagonisti, in “Architettura nelle colonie italiane in Africa”, in “Rassegna”, 51/3 1992.

G. Gresleri, Classico e vernacolo nell’architettura dell’Italia d’oltremare in G. Ciucci (a cura di) Classicismo-classicismi, Architettura Europa/America 1920-1940, C.I.S.A Andrea Palladi, 1995.

G. Gresleri, P. G. Massaretti, S. Cagnoni (a cura di) Architettura italiana d’Oltremare 1870- 1940, Marsilio,Venezia, 1993.

G. Terrazza, Il problema di costruire nell’impero in “Rassegna di architettura”, n. 1, Roma, 1937.

A. Pica, Nuova architettura italiana, in “Quaderni della Triennale”, Milano, 1936. [5] Indicativo è il titolo del saggio di S. Boness, Asmara. The frozen city, Jovis, Berlin, 2006. [6] F. Siravo, Preservation and presentation of the cultural heritage- Asmara and Massawua,

UNESCO Technical Report, Paris, 1995. Si vedano anche:

M. Casciato, Asmara: architettura italiana d’oltremare, in “Docomomo Italia - giornale”, n.6, 1999.

S. Bortolotto, M. Giambruno, I materiali e le finiture del “Moderno”, D.P.A., Politecnico di Milano, Milano, 2008.

[7] S. Bortolotto, M. Boriani, L. Toniolo, A. Cazzani, P. Favino, A. da Re, G. Marucco, M. Savioni, Conservazione e valorizzazione di un quartiere di

edilizia moderna a Milano: QT8, in (a cura di) A. Canziani, Conservare l’architettura. Conservazione programmata per il patrimonio architettonico

del XX secolo, Ed. Electa, Milano, anno 2009, pp. 359-370.

[8] N. Gebremedhin, E Denison, M. Abraham, G. Y. Ren, Asmara. A Guide to the built environment, Francescana Printing Press, Asmara 2003.

Si vedano anche:

AA.VV., Massawa, A Guide to the built environment, Francescana Printing Press, Asmara, 2005.

E. Denison, G. Y. Ren, N. Gebremedhin, Asmara. Africa’s Secret Modernist City, Merrell, London -New York, 2003.

[9] Le autrici hanno potuto visitare i luoghi oggetto della ricerca in tre missioni distinte dal 2012 al 2015.

Valenze cromatiche dell’ambiente del Genovesato fino a