• Non ci sono risultati.

Programmi, orari e pratiche nella scuola secondaria di primo grado (collège)

Claude Thélot 8

1.3. Programmi, orari e pratiche nella scuola secondaria di primo grado (collège)

Molte delle osservazioni appena formulate in merito all’educazione al vivere con gli altri nella scuola primaria sono valide anche per la scuola secondaria di primo grado, per cui non pare necessario fornire troppi dettagli a riguardo. In Francia la scuola secondaria di primo grado (collège) ha una durata di quattro anni e, anziché presentare programmi, orari e prassi pedagogiche dei singoli anni, ho scelto di soffermarmi sul termine di questo ci-clo, cioè verso la fine della scuola dell’obbligo, quando gli studenti hanno circa 15, 16 o 17 anni11.

Quali orari e programmi erano previsti dall’ordinamento del 2008 per quest’ultima classe della scuola secondaria di primo grado? Partiamo da un’introduzione valida per tutto questo ciclo scolastico: “L’educazione civica ha una missione specifica per gli anni della scuola secondaria di primo grado: fare acquisire agli studenti gli elementi principali per capire il concetto di cittadinanza politica e per prepararsi a esercitarla. (…). È necessario che gli studenti imparino e comprendano le regole della vita comune che permettono la convivenza. (…). L’obiettivo consiste nel formare un cittadino autonomo. (…). Gli studenti acquisiscono i concetti chiave e il vocabolario della cittadinanza, (…), gli elementi di una cultura giuridica. (…). Ci si attende che le principali ca-pacità e attitudini sviluppate dagli studenti rientrino in due ordini di pari importanza: acquisire un comportamento responsabile in classe e nell’istituto oltre che, in generale, nella vita quotidiana; esercitare il proprio giudizio e il proprio spirito critico nella vita civica”. Si precisa poi il conte-nuto specifico della classe “terza” (troisième), cioè dell’ultimo anno del ciclo secondario di primo grado: “Il programma è imperniato sull’esplicitazione della forma di organizzazione poli-tica rappresentata dalla Repubblica francese. (…). Si deve quindi descrivere e spiegare la

cittadi-11

In Francia l’obbligo scolastico va dai 6 ai 16 anni, Per convenzione, si può ritenere che la fine della scuola secondaria di primo grado coincida con la fine della scuola dell’obbligo, in primo luogo perché, a quel punto, gli studenti hanno più o meno 16 anni, in secondo luogo perché, alla fine di quest’ultimo anno, è previsto un esame di licenza (sottoposto attualmente a profonda revisione) che si prefigge di valutare il livello di padronanza dello zoccolo comune e, in terzo e ultimo luogo, perché poi, nella secondaria di secon-do grasecon-do, gli indirizzi sono molto diversificati (senza contare che una quota di studenti, esigua ma non assente, non prosegue gli studi dopo la secondaria di primo grado).

nanza politica: la partecipazione politica nelle sue diverse forme (…). Nel lavoro con gli studenti, si devono privilegiare due grandi insiemi di capacità. Gli studenti devono innanzitutto essere in grado di utilizzare i concetti chiave della vita politica che incontrano nell’attualità. Quindi devono essere condotti, sui tre temi, a mettere in pratica la loro capacità di giudizio e il proprio spirito critico ri-spetto alle diverse forme d’informazione e nei dibattiti che si sviluppano in una democrazia politica”. Si indicano poi i tre temi del programma in questione: “Repubblica e cittadinanza (circa il 30% del tempo dedicato all’educazione civica); vita democratica (circa il 50% del tempo dedicato all’educazione civica); difesa e pace (circa il 20% del tempo dedicato all’educazione civica)”. Quindi, a questo livello, esisteva soltanto la formazione civica (o di cittadinanza): non vi era traccia di nessuno degli altri tre campi12. Questo insegnamento viene affidato ai pro-fessori di storia e geografia che, per il gruppo storia-geografia-educazione civica, dispon-gono di tre ore e mezza a settimana, compresa mezz’ora per l’educazione civica. Non è af-fatto certo che questo orario venga rispettato, poiché l’educazione civica è il parente povero – se non poverissimo - di questo gruppo.

Il nuovo programma (che, ricordiamo, è di recentissima pubblicazione: giugno 2015) mo-difica alcune formulazioni (in particolare, cresce molto la presenza della laicità) ma, so-prattutto – e questo è il principale punto di rottura – aggiunge un asse “morale”, trat-tandosi ora di un “insegnamento morale e civico”. Alla fine del paragrafo precedente sulla scuola primaria, ho riportato alcuni estratti sui suoi principi generali, per cui non tornerò sul punto. È invece interessante completare questi principi generali con alcuni esempi del contenuto specifico del nuovo programma per la classe “terza”13.

Come premessa, la materia viene ancora affidata, di fatto, ai professori di storia-geografia-ECM (in totale tre ore e mezza a settimana per le tre materie). Quindi, nella migliore delle ipotesi, l’orario sarà all’incirca lo stesso del programma precedente, probabilmente intorno a mezz’ora a settimana in media (molti sostenitori dell’ECM, compreso il Mi-nistro dell’Educazione precedente, avevano auspicato che le fosse assegnata un’ora). È pur vero che, nel programma, si insiste sul fatto che l’ECM coinvolge, in teoria, tutti i docenti. Ma il fatto che il suo orario sia incluso di fatto (e in contraddizione con que-ste enunciazioni generali) in quello dei professori di storia e geografia lascia molto scet-tici sulla possibilità che, da un lato, altri docenti vi contribuiscano realmente e, dall’altro, che i professori di storia e geografia resistano alla tentazione di concludere il programma di queste due materie a scapito del corso di educazione morale e civica. Siamo quindi in presenza di un vizio di organizzazione molto pregiudizievole per l’insegnamento ci-vico e morale. Sarebbe stato meglio attenersi alla logica del programma, cioè

conside-12Si noti però che, attraverso l’insegnamento delle scienze e della tecnologia nella scuola secondaria di primo grado, è possibile impartire un’educazione al ragionamento e alla capacità di comunicare con gli altri. Questo compito risulta però meno facile e meno probabile che nella primaria; da un lato, durante l’adole-scenza, si può fare meno leva sulla curiosità dell’infanzia; dall’altro, l’insegnamento di altre discipline si presta forse meno a questa finalità.

13

In realtà, nel nuovo programma non si individua l’ultimo anno, ma gli ultimi tre anni ed è a questo trien-nio che si riferiscono queste nostre osservazioni.

rare che questa materia non è certo una disciplina in più (e non viene quindi affidata a un apposito gruppo di docenti dedicati), ma usufruisce di un orario dedicato specifico, ha un programma proprio e viene insegnata secondo quanto stabilito dall’organizzazione che si è data il complesso dei docenti.

Nella scuola secondaria di primo grado è d’altronde essenziale non accontentarsi di un “in-segnamento scolastico” e, ancor più che nella primaria, sfruttare tutte le occasioni della vita scolastica per far sentire concretamente e far mettere in pratica aspetti diversi dell’e-ducazione civica, di cittadinanza o addirittura morale: la redazione del regolamento in-terno della scuola può diventare occasione di “esercizio democratico” da parte degli stu-denti (se vengono coinvolti); un’altra occasione può essere l’elezione dei rappresentanti di classe e la loro attività (in particolare, la loro partecipazione ai consigli di classe, in cui pos-sono farsi portavoce o patrocinatori della classe davanti ai professori).

Infine è necessario insistere su un aspetto complementare, che non è citato nel programma ma che pervade tutta la Scuola francese, oltre a essere precisato nel codice dell’educazione: gli adulti dell’istituto, segnatamente gli insegnanti, devono essere esemplari. Citiamo in proposito il codice dell’educazione: “Oltre alla trasmissione delle conoscenze, la Nazione fissa quale missione preminente della scuola la condivisione, da parte degli studenti, dei valori della Re-pubblica. Il servizio pubblico dell’educazione fa acquisire a tutti gli studenti il rispetto della pari dignità degli esseri umani, della libertà di coscienza e della laicità (…). Nell’esercizio delle pro-prie funzioni, i docenti realizzano questi valori”. Se si desidera che un insegnamento morale e civico abbia qualche possibilità di essere “adeguato” per gli studenti, l’esemplarità dei docenti è imprescindibile. È già difficile raggiungere questo obiettivo quando si vive in una società in cui i media riferiscono quotidianamente delle malefatte e degli imbrogli delle élite (politiche, finanziarie, sportive attraverso il doping, ecc.). Per di più, se gli insegnanti con cui gli studenti vengono a contatto non sono esemplari, almeno sul piano professio-nale oltre che su quello dell’integrità morale, questo insegnamento è destinato a rimanere sterile (e forse anche dannoso)14.

Finalità dell’insegnamento, modalità d’insegnamento, esemplarità: bisogna ricono-scere che l’ambizione dichiarata è immensa. Tra l’altro, essa deve concretizzarsi in tempi brevissimi, poiché (ed è veramente anomalo) i programmi sono stati pubblicati a giu-gno 2015 e devono entrare in vigore – cioè gli insegnanti dovranno applicarli – a set-tembre 2015!15È comunque comprensibile che, a causa degli attentati del gennaio 2015, non si sia voluto rinviare l’entrata in vigore di questo insegnamento morale e civico al-l’anno scolastico 2016-2017.

14

Benché la scuola non ne sia responsabile o, almeno, non ne sia la sola responsabile, posso precisare quanto accennato nei primi paragrafi dell’articolo: dall’inizio alla fine della scuola secondaria di primo grado, quin-di a partire da circa 11-12 anni fino a 15-16 anni, il riconoscimento della necessità quin-di non imbrogliare e quin-di un’effettiva onestà in occasione dei compiti o degli esami arretra negli studenti di questo ciclo, come dimo-strato da varie valutazioni effettuate sull’argomento una quindicina di anni fa. Purtroppo è improbabile che la situazione sia cambiata di recente.

15Senza contare che agli editori privati non viene concesso il tempo necessario per elaborare testi conformi ai nuovi programmi (malgrado le disposizioni specifiche di legge a riguardo).

2. Nella scuola secondaria di secondo grado (lycée) a indirizzo generale