3.1 Il progetto Ghanacoop: una storia
3.1.1 Un quadro descrittivo
Il comune di Modena, attore cruciale nella nascita e promozione del pro- getto Ghanacoop, e l’Associazione ghanese di Modena, con il supporto, in una prima fase, di un ente di ricerca indipendente, hanno costruito, su bando MIDA1 dell’OIM, il progetto Ghanacoop. Il sostegno delle istituzioni pubbli- che locali (in una prima fase il Comune in una seconda l’Ente della Provincia Regionale di Modena) è facilmente leggibile in tutte le fasi di realizzazione del progetto d’impresa e di cooperazione: la costruzione della rete di partena- riato, la relazione con interlocutori economici forti, la visibilità del progetto, le iniziative volte a presentare la componente ghanese della città come propo- sitiva. A parere dei referenti istituzionali locali ma anche di rappresentanti dell’organizzazione internazionale OIM, oltre ad avere un impatto politico locale forte, Ghanacoop in sé aveva il potenziale per divenire un modello re- plicabile di cooperazione internazionale efficiente, un’opportunità di maggior integrazione dei migranti sul territorio locale oltre che di mobilità sociale di questi ultimi.
L’assessorato alle politiche sociali o meglio l’assessore, in carica nel pe- riodo della nascita del progetto, ha fortemente voluto e saputo supportare l’associazione, infatti anche quando questi ha ricoperto un nuovo ruolo politi- co a livello provinciale, pur non destinandogli risorse ha continuato a fornire un sostegno al progetto, mobilitando risorse relazionali, garantendo una visi- bilità oltre che il suo impegno personale, quando richiesto, in eventi pubblici legati alla sensibilizzazione e promozione dell’intervento. Quest’esplicitazio- ne è necessaria, perché alla fine di questo racconto etnografico, sarà chiaro che pur nella pluralità degli attori sociali, vi sono dei personaggi chiave, delle alleanze e dei conflitti, tra singole persone e personalità, che hanno segnato fortemente l’andamento del progetto, la vita dell’organizzazione e gli obiettivi di breve termine.
L’associazione, sollecitata dal programma MIDA, aveva avviato un pro- cesso interno di discussione sulla tipologia d’impresa e sulle competenze che i singoli associati potevano avere da investire nel nuovo progetto. Le prime idee puntavano a costruire un’impresa artigiana per la lavorazione del legno o di riparazione meccaniche, soltanto in seguito al confronto con gli altri at- tori sociali di questo processo si decise di avviare un’impresa commerciale di importazione di frutta e, successivamente, un’impresa di sviluppo rura- le. Questo dato è importante perché racconta di una sfida, ma anche di un
1Per un’accurata presentazione dei dati relativi al progetto MIDA e del suo impatto si
veda il contributo di analisi e di ricerca di Andrea Stocchiero (2008), Learning by doing: Migrant transnationalism for local development in MIDA Italy-Ghana/Senegal program- me, working paper n. 48 http://www.cespi.it/WP/WP-48-eng%20mida%20stocchiero.pdf
processo complesso di acquisizione delle competenze specifiche da parte del gruppo ghanese, infatti gran parte di essi non aveva alcuna esperienza diretta di coltivazione né tanto meno di marketing e commercializzazione di prodotti. In una fase iniziale il progetto imprenditoriale prevedeva diverse traiettorie di sviluppo: l’importazione in Italia di frutta esotica proveniente da produttori certificati secondo i criteri del commercio equo e solidale, la promozione del turismo sostenibile mediante la collaborazione con un’altra impresa ghanese già presente e consolidata sul territorio modenese che si occupava di turismo da e verso il Ghana, interventi di animazione territoriale interculturale per consentire e migliorare l’integrazione della componente ghanese di cittadini sul territorio locale italiano. Il progetto d’impresa si è modificato nel tempo, tralasciando l’ipotesi di impegnarsi nel turismo sostenibile in Ghana, allar- gando la tipologia dei prodotti importati e divenendo anche esportatori di prodotti italiani in Ghana, ed impegnandosi, infine, nella gestione di una pic- cola piantagione per la coltivazione di pepe destinata per lo più al mercato interno ghanese.
Ghanacoop già dal 2006 ha cominciato ad importare anche dei prodotti, definiti etnici, che consistono essenzialmente in ingredienti base della cucina ghanese (olio di palma, zuppa di palma in scatola, cassava), questi prodot- ti, venduti negli “african shops”, sono destinati alle “comunità” ghanesi del territorio italiano. Il commercio di frutta esotica ed ingredienti base della cucina del paese d’origine ha costituito l’attività preminente della coopera- tiva che, per ragioni legate alla disponibilità di denaro2, ha posticipato la nascita dell’impresa agricola in Ghana sino al 2008. Ghanacoop, importa da un consorzio di produttori l’ananas, rivenduta a marchio Ghananas in alcuni punti vendita della grande distribuzione della provincia di Modena, Bologna e Ferrara. Nei diversi punti vendita organizza delle promozioni dei prodotti coinvolgendo e mobilitando alcuni dei giovani e soprattutto le donne ghanesi che presentano e raccontano i prodotti. In questi anni, dalla nascita di Gha- nacoop, nella città di Modena si sono intensificati gli eventi di animazione territoriale rendendo ancor più visibile la componente ghanese della cittadi- nanza, perché oltre agli eventi di promozione commerciale nei luoghi deputati alla vendita, sono stati organizzati degli eventi pubblici per la celebrazione del cinquantenario dell’indipendenza3 del Ghana. Tra marzo ed aprile 2007,
2L’insufficiente disponibilità di denaro è stata ripetutamente dichiarata come ostativa al
progetto stesso, in particolare le somme destinate ed i tempi d’erogazione dell’intervento MIDA sono risultate poco efficaci e sostenibili nel bilancio di progetto comportando il ricorso a diverse strategie imprenditoriali di diversificazione dell’entrate economiche.
3Il Ghana ottenne l’indipendenza nel marzo del 1957. Si costituirono i due partiti:
lo United Party sotto la leadership di Busia che raccoglieva gli interessi della borghesia e dell’aristocrazia, prevalentemente Asante detentrici del controllo delle piantagioni di cacao,
diversi eventi, occasioni pubbliche, concerti sono stati organizzati a Modena per far conoscere il Ghana, la sua storia d’indipendenza, alcune “tradizioni culturali” del paese d’origine. Alcuni spazi urbani, in occasione di questi eventi organizzati, sono stati segnati da riproduzioni di tessuti kente, sono diventati luoghi di esibizione e divulgazione di tradizioni coreutiche e canti gospel. Nei diversi territori le attività di organizzazione degli eventi per il cinquantenario sono stati organizzati dalle associazioni ghanesi locali, a Mo- dena è diventato occasione ulteriore per accrescere la visibilità di Ghanacoop, la quale ha partecipato congiuntamente all’associazione locale, alle attività di promozione dell’immagine del Ghana.
In questa prima fase di nascita e sviluppo di Ghanacoop, un nodo impor- tante di questo processo è costituito dall’acquisizione dei diritti sul terreno dove si pensava di produrre ananas e che, invece, è stato poi destinato alla coltivazione del pepe.
La localizzazione del terreno di produzione ha comportato delle scelte tecniche (l’analisi chimico-fisica della composizione) che sono state suppor- tate dall’Università di Legon, ma anche delle scelte interne all’associazione inerenti i criteri da usare per individuare la zona di coltivazione e di svilup- po. L’eterogeneità, nell’associazione, delle provenienze regionali (la maggior parte degli associati sono Ashanti, c’è un nucleo Ga e qualcuno di origine Fanti) non ha immediatamente suggerito un’area di interesse predominante in Ghana. Si è dunque optato per una scelta basata sui criteri di efficienza logistica acquisiti, dal gruppo leader della cooperativa, nel periodo formativo trascorso da Emilia Frutta. Criteri logistici che dovevano, però, rispondere anche ad opportune e pragmatiche condizioni: i contatti avviati in Ghana e la possibilità di controllare nel tempo l’operato sul terreno e nell’area di coltivazione. Questa prima fase di avvio delle ricerche del terreno, ha messo in campo contatti familiari, amicali e casuali. Un ruolo importante, in que- sta fase, è stato quello di M., ex leader di Ghanacoop, che ha fatto le prime ricognizioni in Ghana ed avviato la rete di relazioni costruita a partire dalle sue conoscenze personali. La rete amicale di M. era composta da persone influenti e funzionari ministeriali. Un ruolo centrale ha giocato l’ufficio OIM- Ghana che ha suggerito e messo in contatto la cooperativa con il chief del villaggio poi individuato. Il chief del villaggio di Gomoa Simbrofo dove si pensava di acquisire i diritti sulla terra, viveva in Italia e questo ha facilitato, ulteriormente, la definizione dell’accordo tra le parti.
e il CPP (Convention People’s Party) di Nkrumah che aveva un forte appoggio popolare e che si ispirava al socialismo. Nkrumah salì al potere nel 1960 quando venne proclamata la repubblica. (Gentili A. M., Il leone ed il cacciatore. Storia dell’Africa sub-sahariana. Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1995 pg. 357).
Dopo questo contatto con l’autorità politica locale ghanese, e in seguito ai risultati delle analisi sul terreno, Ghanacoop ha avviato le procedure concrete e rituali per disporre del terreno, il contratto e l’accordo tra le parti ha pre- visto una concessione di circa venti anni. In attesa di avviare la coltivazione del terreno, Ghanacoop si è impegnata grazie ad un finanziamento ad hoc, di uno dei suoi soci AEMIL Banca, a realizzare un impianto fotovoltaico per fornire luce alla strada principale del villaggio, al palazzo del chief ed alla scuola elementare esistente.