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La scena nazionale italiana e ghanese

L’associazione di immigrati ghanesi, attraverso il progetto Ghanacoop, è divenuta un attore sociale cruciale in Italia ed in Ghana in un tempo stori- co molto breve, e con delle caratteristiche di specularità e reciprocità tra i due luoghi d’interazione che si potrebbe definire un processo simultaneo di azione ed incorporazione del gruppo associativo. In Italia Ghanacoop, che si profila anche come attore politico in divenire, sta agendo per l’acquisizione di forme di cittadinanza effettiva: politica, sociale ed economica. Infatti, sta negoziando un nuovo spazio di azione in città per favorire la visibilità dei

gruppi ghanesi e, attraverso Ghanacoop e la rete di partner, sta contribuen- do all’individuazione di nuovi ambiti di lavoro per i ghanesi, che sono per lo più impiegati, a dispetto dei loro titoli di studio, in posizioni subordinate ed in ambiti di produzione manifatturiera e servizi. Inoltre l’associazione proprio per la sua rappresentatività e per la capacità di tessere relazioni, in nome del co-sviluppo, con altri gruppi associativi è ritenuta dagli enti locali un valido apporto per la costruzione di interventi locali sulla migrazione. È impossibile elencare tutti gli eventi pubblici, conferenze, iniziative di coope- razione a cui Ghanacoop in questi anni è stata invitata a partecipare, ma si può provare ad enucleare i temi su cui si è impegnata a livello politico locale e nazionale con la partecipazione attiva ad iniziative, manifestazioni ed eventi: il coinvolgimento delle diaspore nella cooperazione allo sviluppo, le discriminazioni razziali, il diritto alla cittadinanza. A dicembre del 2008, il progetto Ghanacoop è stato presentato nelle camere parlamentari italiane, ed anche quest’occasione, oltre a restituire un’immagine vincente dell’impre- sa Ghanacoop, è stata utilizzata per rinnovare l’impegno dei migranti nel contesto economico e sociale italiano oltre che quello nei confronti del paese d’origine. Attraverso una serie di relazioni, alcuni dei leader della cooperati- va hanno aderito ad una neo-formazione a-partitica che intende promuovere i diritti di cittadinanza e l’avvio di un gruppo di pressione sociale e politica al fine di proporre e rendere visibile, nel dibattito pubblico italiano, il colore della pelle. Il dibattito pubblico italiano, dove il colore della pelle non appa- re, anzi è volutamente attenuato sino a farlo scomparire dai discorsi rivela, a loro parere, la discriminazione subita dai migranti neri in Italia. Anche l’assessore locale che ha fortemente sostenuto il progetto ha ripetutamente affermato nelle nostre conversazioni ed interviste che il progetto avrebbe con- sentito l’emersione di nuovi leader politici e che la città era pronta ad avere dei rappresentanti politici e dei dirigenti che provenivano da altri paesi. La recente elezione nella Consulta degli Stranieri di Formigine, nella provincia di Modena, di un socio della cooperativa Ghanacoop rivela come questo col- lettivo sia particolaremente attivo a livello locale ed impegnato nello spazio pubblico locale.

In Ghana, la rete internazionale e le attività imprenditoriali hanno per- messo a Ghanacoop ed all’associazione dei migranti di Modena di acquisire nuova visibilità come gruppo “diasporico” a livello locale e distrettuale ma anche a livello nazionale, avendo contatti con funzionari statali, diplomatici e membri del governo ghanese. Ghanacoop, intrecciando relazioni personali e sociali e avviandone di nuove con il sostegno della ONG partner e dell’or- ganizzazione internazionale finanziatrice, ha avuto accesso alla negoziazione sui progetti e priorità di sviluppo. Il ruolo svolto con le autorità politiche preposte alla realizzazione degli interventi di sviluppo, è stato ancorato al

riconoscimento, loro tributato, come gruppo “diasporico” capace di mobili- tare risorse economiche derivanti dalle rimesse ma anche nuovi capitali di investimento.

“I migranti non hanno limiti sino a quando operano nell’interesse del paese, il Governo è sempre pronto per la cooperazione allo sviluppo persino quando occorre un aiuto o un’assistenza. Per esempio c’è un progetto dell’Unione Europea che riguarda la formazione tecnica ed al lavoro, sono stati scelti tre paesi in Africa e tra questi il Ghana. È stato contattato Alex che è venuto qui per discutere con il governo e i ministri interessati. Ero con lui e loro erano molto disponibili ed hanno detto:“quando bisogna fare un progetto se questo è promosso o a che fare con i migranti loro sono sempre pronti”. D’altra parte i migranti possono fare sviluppo solo se ricevono supporto dai chiefs o dalla district assembly o da un ministro” (S. intervista del 9 giugno 2009).

Nel testo qui riportato S. tratteggia un quadro in cui il collettivo ghanese di Modena ha delle relazioni privilegiate e dirette con il governo ghanese, oltre che presentare la classe dirigente ghanese sempre pronta a coinvolge- re i gruppi diasporici in iniziative e progetti di sviluppo. Due sono quindi i temi cruciali: vi è da una parte un’attenzione forte del governo ghanese verso le diaspore che sembrano essere coinvolte, sollecitate e probabilmente governate oltre i confini del paese, dall’altra una relazione diretta di Ghana- coop con i vertici governativi del paese d’origine. Per comprendere meglio le affermazioni proposte, occorre qui riferirsi anche all’intervista con un fun- zionario IOM di Accra che ha seguito il progetto di co-sviluppo e che non solo ha dichiarato qualche perplessità nel definire Ghanacoop come un nuovo attore politico in Ghana, definizione a suo parere manchevole ed errata per la natura d’impresa e per le connotazioni che il progetto ha avuto in Ghana e che sembrano tutte definire esclusivamente un attore economico con una forte attenzione alla responsabilità sociale d’impresa. Nelle parole di questo interlocutore era del tutto evidente che questa connotazione forte d’impre- sa consentiva a Ghanacoop di avere accesso alla sfera pubblica, e sollecitare l’interesse delle classi dirigenti e politiche nazionali. Inoltre occorre anche precisare che rispetto al coinvolgimento e controllo delle diaspore, a giugno del 2009, data dell’intervista, il funzionario sollevava cautela nel definire l’o- perato del governo di recente insediato, il quale aveva anche cancellato il ministero, precedentemente istituito, al turismo e alla diaspora6 e che co- munque il tema del coinvolgimento e/o del governo delle diaspore assumeva

6Si precisa che che il precedente ministero si riferiva per lo più, se non esclusivamente,

una sua importanza ma delle strategie d’intervento diversificato con l’apertu- ra di un tavolo permanente interministeriale in cui decidere come sollecitare, controllare, direzionare o coinvolgere i gruppi ghanesi emigrati. Nelle parole dell’intervistato questo cambiamento veniva semplicemente registrato e mi invitava ad usare un po’ di cautela nella definizione politica delle diaspore.

Ed è forse la cautela ma anche l’elaborazione dei diversi dati etnografi- ci, che ci fa leggere l’impegno di Ghanacoop in Ghana come attore socio- economico ed in Italia come attore politico. O ancor meglio sosterrei che il gruppo referente del progetto di co-sviluppo ghanese di Modena, pur non essendo un nuovo attore politico in Ghana a livello nazionale, in nome della sua natura d’impresa economica, non solo ha potuto sviluppare relazioni pri- vilegiate con i vertici politici governativi e funzionari statali ma abbia potuto anche negoziare e contrattare, in particolare a livello locale e con le autorità politiche tradizionali, gli obiettivi e gli interventi di sviluppo, e questo rende il gruppo diasporico un attore importante nella dinamica politica locale di cui non si può non tenere conto. Il processo e le dinamiche politiche di attori che redistribuiscono lo sviluppo, risorsa economica e simbolica che conferisce autorità e potere, non può non essere tenuto in considerazione nell’analisi antropologica che qui si propone a prescindere se Ghanacoop abbia già tutte le caratteristiche per esser definito un attore politico sul versante ghanese, o se piuttosto non stia acquisendo un ruolo politico a livello transnazionale e nazionale, sui due versanti con caratteristiche diverse. Se in Italia e con le autorità italiane il ruolo e l’azione politica di questo soggetto sono più evi- denti, in Ghana vi sono diverse modalità di relazione e, probabilmente, una diversa idea di soggetto politico, che fa emergere Ghanacoop come soggetto politico nella negoziazione con le autorità tradizionali e in veste di impresa con le istituzioni nazionali e governative, infatti, in quanto broker di sviluppo (Olivier de Sardan, 2008), necessita strategicamente di depoliticizzare o me- no i suoi interventi connotandoli come cooperazione allo sviluppo o azione economica benefica. Probabilmente la depoliticizzazione degli interventi ha costituito la chiave di accesso alle sfere pubbliche di entrambi i paesi coin- volti, ma ha anche favorito paradossalmente l’emersione politica di questo soggetto sul versante italiano e sul versante ghanese esclusivamente nella re- lazione con alcuni soggetti politici quali le autorità tradizionali ghanesi.

hanno promosso progetti, eventi e festival pubblici e si sono attivati sul territorio in nome della discendenza da quelle terre d’origine promuovendo anche delle iniziative turistiche in cui rimettere in scena la propria ascendenza, appartenenza ed identità. A questo proposito diversi contributi di ricerca antropologica stanno indagando la costruzione delle identità, le relazioni con il potere locale e le forme di re-incorporazione dei discendenti veri o fittizi che declinano la loro identità afferendo a gruppi etnici locali.