1. Oggetto del lavoro
1.3 L'ORDINAMENTO INTERNO
1.3.5 Le più recenti disposizioni normative in materia di Beni e Attività Culturali
attenzioni al settore dei Beni e delle Attività Culturali, tasto caldo di discussione e oggetto di profonde riforme, dopo anni di torpore ed inerzia legislativa.
Lo step iniziale si ravvisa nel d. l. del 30 aprile 2010 n. 64, poi convertito con modificazioni nella l. 29 giugno 2010, n.100, recante “Disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali”, in particolare per le fondazioni lirico-sinfoniche e il personale dipendente delle stesse, le attività e opere cinematografiche ed audiovisive e l’Istituto mutualistico degli artisti interpreti esecutori. Ma l’effettiva inversione di rotta è rintracciabile dapprima nel decreto legge del ministro Bray e in seconda battuta nella Riforma Franceschini; disposizioni che si debbono leggere in un’ottica di più ampio respiro, in quanto rientranti nel generale clima di rinnovamento da cui sono scaturite anche la riforma sulla Pubblica Amministrazione ( la c.d. Riforma Madia ) e quella sulla politica economica, congiuntamente ad un processo di spending review iniziato nel 2012, attuato dalla l. n. 66 del 2014 e correlato alle leggi di stabilità.
Il decreto legge 8 agosto 2013, n. 91 recante “Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo”, poi convertito nella legge 7 ottobre 2013, n.112 ha apportato delle sostanziali novità che vanno dall’adozione di un approccio e di una gestione manageriale del sito di Pompei alla costituzione di nuova Sovrintendeza per i beni archeologici a Caserta, dal programma “grandi progetti” alla sfera occupazionale giovanile, dagli incentivi fiscali per i donatori all’elargizione di una consistente entità di risorse economico- finanziarie. Lo stesso ministro proponente Bray, nell’esprimere la propria soddisfazione, aveva dichiarato : « Con Valore Cultura abbiamo cambiato strada »; « questo Governo per la prima volta, in controtendenza con il passato, non ha effettuato tagli alla cultura ma ha varato, oltre ai finanziamenti fissi, un decreto con oltre 200 milioni dedicati ai nostri beni culturali » . Aspetto sicuramente degno di nota ( benchè non sia ovviamente l’unico ), soprattutto se contestualizzato: decidere di incrementare gli investimenti pubblici nel settore culturale, e quindi indirettamente anche turistico, è stato l’evidente segnale della presa di consapevolezza che « in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando, la cultura e il turismo sono un volano per la ripresa economica ». E dello stesso parere deve essere stato l’attuale ministro Franceschini, promotore delle più significative riforme che hanno interessato il settore, da lui stesso definite quali «pacchetto di norme che il Paese
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attendeva da almeno vent’anni »200
: il d. l. 31 maggio 2014, n. 83 e il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 agosto 2014, n. 171. Il primo, meglio conosciuto come “ArtBonus”, dall’intestazione dell’art. 1 della medesima normativa, recante “Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e del turismo”, è stato convertito con apportune modifiche nella legge 29 luglio 2014, n. 106, e benchè sia articolata in diciasette punti, affrontati questioni di estrema rilevanza, come il “Piano strategico grandi progetti Beni Culturali”, per la cui attuazione è stata autorizzata una spesa totale di 85 milioni di € in tre anni , la legge in esame viene ricordata soprattutto per l’innovativo sgravo fiscale sotto forma di credito d’imposta rivolto a tutti i mecenati che effettuino elargizioni liberali in denaro a sostegno dei beni e delle attività culturali. Il decreto ArtBonus rappresenta un'autentica rivoluzione nell’ambito della cultura e del turismo ed introduce strumenti concreti ed operativi per sostenere il patrimonio culturale e rilanciare il settore turistico. Con esso sarà infatti detraibile il 65% delle donazioni ( effettuate nel 2014 e 2015, e il 50 % di quelle del 2016 ) che le singole persone e le imprese faranno in favore di musei, siti archeologici, archivi, biblioteche, teatri e fondazioni lirico sinfoniche. Inoltre, anche le strutture turistiche potranno contare su significativi tax credits, pari al 30% delle somme investite in interventi di ristrutturazione, ammodernamento e digitalizzazione . Il secondo decreto invece, avente ad oggetto la riorganizzazione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo , si lega a doppio filo alla riforma della P.A. ( supra ) e ai tagli operati nel biennio 2012- 2013 inaugurati dalla politica di austerità: l’adeguamento ai numeri della spending review è diventato l’occasione per adempiere all’obbligo di rivedere il regolamento organizzativo del Ministero alla luce delle impellenti necessità di riduzione organica, e l’opportunità per porre rimedio ad alcuni problemi che segnago da decenni l’amministrazione dei beni culturali e del turismo italiani quali l’assoluta mancanza di integrazione tra i due ambiti d’intervento dell’Istituto, la cultura e il turismo; l’eccessiva moltiplicazione delle linee di comando e le numerose duplicazioni fra centro e periferia con il conseguente congestionamento dell’amministrazione centrale; la cronica carenza di autonomia e scarsa valorizzazione dei musei italiani anche a livello internazionale, oltre che delle arti contemporanee; il ritardo nelle politiche di innovazione e formazione. Il risultato è stato quello di dar vita da un lato, ad un sistema museale costituito da venti musei d’eccellenza e diciasette poli museali, e dall’altro ad un’organigramma fortemente accentrato, costituito
200In http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-
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da dodici Direzioni Generali centrali, e Segretariati Regionali ( che hanno sostituito le pregresse Direzioni Regionali ) presenti a livello periferico sul territorio unitamente alle Sovrintendenze, accorpate per “area tematica” ad archivi e biblioteche .
A completare il quadro legislativo, è la legge di stabilità 2016 ( o legge 28 dicembre 2015, n. 208, inerente “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” ), il cui cuore e la cui anima, stando al ministro Franceschini, sarebbe proprio la cultura; e in effetti, l’entità delle misure e degli interventi previsti risultano essere ottime argomentazioni a sostegno della suddetta tesi: tra i più significativi si cita la stabilizzazione e resa permanente delle disposizioni dell’ArtBonus, il concorso pubblico finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato di 500 professionisti del patrimonio culturale e la messa a disposizione di fondi per un totale di 640 milioni di € nei prossimi quattro anni.