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Il sistema di reporting, monitoring e valutazione delle performance

1. Oggetto del lavoro

2.2 UNA GOVERNANCE SPECIALE: I BENI DI ECCEZIONALE VALORE

2.2.3 I piani di gestione

2.2.3.3 Il sistema di reporting, monitoring e valutazione delle performance

Una trattazione separata rispetto alle precedenti merita un'ulteriore fase della codificazione del Piano di Gestione, quella relativa alla valutazione. Processo utile in varie fasi di un più ampio progetto di programmazione: dalla pianificazione degli obiettivi, alla valutazione degli impatti, fino al monitoraggio a posteriori.

Similmente a quanto accade in qualunque contesto organizzativo-gestionale, anche e soprattutto in quest'ambito, avente ad oggetto la res pubblica ed influenzato da mutamenti e fattori esogeni, è fondamentale monitorare e controllare la validità del programma e della soluzione gestionale intrapresi; analizzare l'andamento complessivo delle attività progettuali avviate, segnalando tempestivamente le eventuali criticità in corso d'opera e permettendo di intraprendere le azioni correttive che si ritenessero necessarie per il conseguimento degli obiettivi pianificati230o evidenziare i motivi del loro mancato raggiungimento. Invero, per garantire il successo dello strumento in esame, la sua corretta elaborazione è una condizione necessaria ma non sufficiente, poiché il vero fattore critico risiede nella capacità di trasformare i progetti definiti in azioni tangibili e reali231, così da poterne poi misurare e valutare le performance. Ergo, la definizione delle modalità, degli indicatori, dei criteri e degli strumenti propri di un sistema di feed-back, monitoraggio e analisi è una parte del processo importante e fondamentale tanto quanto le altre, se non addirittura superiore, come pure sottolineato dalle Operational Guidelines; le quali riconducono ad una gestione efficace una programmazione sia di breve che di medio-lungo termine232, la predisposizione di un sistema di controllo, valutazione e rendicontazione oltre che di pianificazione ed implementazione e di una quantificabile e trasparente descrizione del funzionamento di quest’ultimo233

. Quanto emerso giustifica e chiarifica il motivo per cui anche a quest’argomento il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e il Turismo abbia dedicato attenzione, approfondimenti e ricerche, confluiti dapprima nelle Linee Guida presentate a Paestum nel 2004 ( supra ), poi nell’ultima parte della versione aggiornata al 2005 ed infine, nel risultato dello studio conseguente la sottoscrizione della Convenzione relativa al progetto di monitoraggio dei Piani di gestione dei siti UNESCO italiani tra il MiBACT e SITI, l’Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione234. Il modello proposto è il risultato di un’analisi avente come riferimenti le

230

MiBACT e Ernst&Young, op. cit., p. 209.

231Ivi, p. 208.

232In par. 112, http://whc.unesco.org/archive/opguide15-en.pdf.

233Ibidem, par. 111 c) e g).

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attuali procedure e forme di controllo previste dall'UNESCO, la determinazione e la metodologia dei Piani, e le soluzioni predisposte e sperimentate finora per il monitoraggio degli stessi, in particolare il programma Enhancing our Heritage- Monitoring and

Managing for Success in World Nature Heritage Sites curato dall’UNESCO/IUCN e

finanziato dalla United Nations Foundation235 e il documento pubblicato nel 2006 dal

WWF Nepal Programme, Management Effetctiveness Assessment of Protected Areas Using WWF’s Rappam Methodology236

, destinati entrambi ai siti naturali, e il tentativo della

Nordic World Heritage Foundation di applicare il loro metodo anche ai siti culturali237. La ricerca conclusasi con la definizione di tale modello, svoltasi tra il settembre del 2008 e il febbraio del 2010, aveva come finalità quella di costruire una metodologia di valutazione condivisa e potenzialmente generalizzata ( compresa la scelta degli indicatori più rilevanti e dei loro criteri di misurazione )238 finalizzata al monitoraggio della effettiva realizzazione e quindi degli effetti e degli impatti prodotti dall’applicazione dei Piani di Gestione, così da poter rendere sempre più concreto e fattibile l’obiettivo della manutenzione preventiva e programmata del patrimonio239. L’obiettivo era creare uno “schema” che consentisse il controllo dei due principali ambiti d’interesse: la valutazione dell’efficacia ed efficienza dei progetti e delle azioni previsti dai Piani, da cui elaborare opportuni correttivi per gli strumenti in atto, e quella relativa all’incidenza, sulla gestione complessiva del sito, dell’impatto del Piano di Gestione nel medio-lungo periodo e in termini di ricaduta sul territorio, dai cui feed-back sarebbe scaturita l’elaborazione di uno nuovo. Per entrambi i settori di osservazione, si presuppone che il sistema di misurazione sia di tipo multidimensionale, cioè si riferisca sia alle dimensioni quantitative sia alle dimensioni qualitative240, e si basi su parametri il più possibile comparabili ( al fine di ridurre eventuali errori di valutazione ), ma al contempo, individuati in funzione delle specificità dell’Ente gestore, delle sue finalità istituzionali e delle caratteristiche del bene/sito. E’ quindi

235Si cfr.http://whc.unesco.org/en/eoh/ e nello specifico UNESCO, Enhancing our Heritage Toolkit.

Assessing management effectiveness of natural World Heritage sites, World Heritage Papers n. 23, 2008.

236

Consultabile su assets.panda.org/downloads/rappam_1.pdf.

237Nel corso di un workshop tenutosi in Danimarca tra il 21 e il 24 Aprile 2009, World Heritage Site

Manager Workshop- Enhancing our Heritage Toolkit.

238

R. ROSSELLI, "Presentazione" in A. RE ( a cura di ), Valutare la gestione dei Siti Unesco. Monitoraggio

dei Piani di gestione dei siti italiani iscritti alla Lista del Patrimonio Mondiale, Torino, Celid, 2012, p. 9.

239G. MONDINI, "Ragioni e finalità dello studio" in A. RE ( a cura di ), Valutare la gestione dei Siti Unesco.

Monitoraggio dei Piani di gestione dei siti italiani iscritti alla Lista del Patrimonio Mondiale, Torino,

Celid, 2012, p. 11.

240

F. DONATO, "Partecipazione, risultati economici e valore diffuso: riflessioni per i siti culturali ed il paesaggio del nostro paese" in F. DONATO e F. BADIA, La valorizzazione dei siti culturali e del

paesaggio. Una prospettiva economico-aziendale, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2008, p. 174.

L'approccio indicato ha iniziato ad essere auspicato a partire dagli anni '90 anche dalla letteratura economico-aziendale.

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fondamentale operare una scelta oculata e ponderata sia degli indicatori, i quali, costruiti su temi generali, devono divenire oltre ai fondamenti di redazione dei reports241, l’oggetto di una quantificazione appropriata per essere in grado di individuare gli standard di ottimizzazione e le politiche da intraprendere, oltre che di ponderare le modificazioni della strategia di azione alla luce delle risorse emerse; sia dell’approccio e quindi della tecnica di valutazione, che deve essere attuata in funzione dell’ambito di interesse242

e della tipologia di progetto considerato243 . Si tratta di una decisione spesso condizionata dalla disponibilità e della natura dei dati e delle informazioni raccolti, che per essere analizzati, dovranno poi essere tradotti in grafici.