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Le Recherches psychologiques sur les scrupules (1843-1844): un autoritratto psicologico di Renan

Sin dalle prime settimane del 1843, neanche il tempo di ambientarsi a Saint-Sulpice, Renan fu scelto, probabilmente da Icard1006, con onore, molta sorpresa e qualche titubanza da parte sua, per tenere delle conferenze domenicali in una cappella sotterranea del seminario durante le riunioni del

Catéchisme de perseverance1007. Il seminarista considerava questa un’occasione per mettersi alla prova, esercitandosi a tenere dei corsi e a predicare — e del resto era questo lo scopo dei sulpiziani che affidavano il catechismo agli allievi più meritori dei quali volevano fare degli evangelizzatori. A Renan l’esperienza dischiudeva anche una nuova prospettiva su di sé; egli cominciò a tenere nota delle sue reazioni psicologiche durante i corsi1008.

Forse questa opportunità accese il suo orgoglio e magari l’invidia di qualche condiscepolo — è ciò che sembra emergere da certe lettere alla madre —, oppure fu soprattutto un motivo ulteriore di inquietudine per il un nuovo carico di lavoro che comportava, come emerge dalla meno entusiastica corrispondenza con Henriette; probabilmente, la verità stava nel mezzo1009. Ma più che di un catechismo vero e proprio, si trattò di una serie di conferenze sui fondamenti e le verità della fede e sulla morale cristiana, destinate a un pubblico misto e reduce dalla prima comunione1010. Ben presto Renan prenderà confidenza col ruolo di insegnante e si compiacerà dell’esperienza collaborativa con i suoi condiscepoli1011; ma il tonsurato non dovette sentirsi del tutto a suo agio nello svestire i panni di cercatore della verità (alla quale si era votato alla fine del 1843) e nell’indossare quelli di predicatore morale: «or, chaque dimanche tout l’invitait à paraître sous une masque»1012.

A testimonianza di questo periodo restano alcuni scritti che il seminarista avrebbe dovuto sottoporre all’attenzione del suo pubblico come una Homélie pour le deuxième dimanche de l’Avent

(Sur St Jean-Baptiste), del 10 dicembre 1843, una Homélie sur la sainte enfance de N. S. J. C., del

31 dicembre 18431013, un Sermon pour le jour de l’Épiphanie, per il 6 gennaio 1844 e un Sermon Ecce Homo, forse in occasione del venerdì santo che, nel 1844, cadeva il 5 aprile1014. Per questi lavori Renan dovette dare avvio a una lettura intensiva dei Sermons e delle Élevations di Bossuet

1006

Cfr. JCER, p. 126.

1007 L’incarico gli era stato conferito dopo che Renan aveva rifiutato con imbarazzo quello di catechista per le più giovani reclute, con

le quali non si sarebbe trovato a suo agio. Le sedute del Catéchisme de perseverance avevano luogo la domenica alle ore 9 del mattino; la prima sessione si tenne il 5 novembre. Ulteriori dettagli nella lettera a Liart del 18 novembre 1843 (C.G., t. I, p. 443). Renan dismetterà i panni del catechista nel momento in cui sarà chiamato a tenere il corso di grammatica ebraica per principianti. Cfr. lettre à Mme Veuve Renan, Paris 20 Octobre 1844, C.G., p. 541. L’abate Cognat, l’unico auditore che abbia lasciato una testimonianza, peraltro molto fantasiosa, ricorderà, al contrario, che Renan fu sollevato dal suo incarico perché inadeguato. La testimonianza di Cognat non mi sembra plausibile alla luce della corrispondenza di Renan, tuttavia Pommier (JCER, pp. 128-129.), che pur non l’accoglie, sembrerebbe propenso riferire all’esperienza catechetica la nota XXI delle Observations psychologiques (TJ, p. 35). Anche in questo caso, però, il tono generico della nota non consente di affermare con certezza questa relazione. Si tratta infatti di idee già espresse nei Principes de conduite.

1008

Cfr. la nota XX — e probabilmente anche la XVII — delle Observations psychologiques, in TJ, pp. 35-35. Cfr. anche JCER, p. 130.

1009

Pommier propende più per la seconda ipotesi, constatando che ancora dopo due sessioni, quella del 5 e quella del 12 novembre, Renan continuava a chiedersi se, accettando, avesse fatto la scelta giusta. JCER, p. 128.

1010

Il pubblico era numeroso; Renan parla di circa 220 persone. Cfr. lettre à F. Liart, Paris, 16 novembre 1843, p. 441.

1011 «[...] je me trouve en chaire aussi à l’aise que dans ma chambre». Lettre à Mme Veuve Renan, Paris 6 février 1844, C.G., t. I, pp.

468-469.

1012

JCER, p. 133.

1013

Entrambi i lavori furono effettivamente impiegati da Renan e sono stati pubblicati, assieme ai successivi, da Pommier nei TJ, pp. 3-17. La sua équipe era formata da quattro seminaristi, dei quali sappiamo i nomi di Billion e Chesnel. Sul Renan catechista cfr.

JCER, pp. 125 ss.

che ne sono palesemente l’ispirazione1015

. A fianco di questi scritti se ne deve collocare un terzo intitolato Recherches psychologiques sur les scrupules e quasi certamente risalente al 1844. Queste poche pagine, conservate nel ms. NAF 11481 alla Bibliothèque Nationale, sono state trascritte da Pommier nella sua seconda tesi di dottorato e pubblicate nel 19311016.

A partire dall’incipit dove sono richiamati gli Esquisses de philosophie morale di Dugald Stewart1017, questa dissertazione rivela l’interesse riposto da Renan nella psicologia, anticipa l’impostazione metodologica del suo componimento, ma soprattutto dimostra l’originale intenzione di rinnovare il linguaggio teologico amalgamandolo a quello psicologico. Tentativo, questo, che Renan rinnoverà nel 1845 con la sua Psychologie de la Confessio (cap. II, 13 e Appendice F). Al tempo, egli non aveva ancora compiuto una radicale scelta di campo tra fede e ragione, così che seppur auspicando l’instaurarsi della seconda in seno alla prima, le manteneva sullo stesso livello e avrebbe voluto legarle in un rapporto sinergico. Con metodo osservativo e comparativo l’autore fa appello a certe intime testimonianze di altri seminaristi alle quali va ad unire le riflessioni compiute su di sé, così da indurne, per impiegare il termine che lui stesso predilige, le leggi e le cause generali del fenomeno morale chiamato “scrupolo”. Lo scritto dimostra il rigore analitico e una certa esigenza sistematica del Renan del primo anno sulpiziano. Se una fonte evidente delle

Recherches è il Traité des Scrupules di Duguet1018, ove si analizzano le cause dello scrupolo e si propongono specifici rimedi1019, Renan — che da filosofo scompone questo fenomeno nei suoi caratteri e nelle sue leggi ma che dei rimedi non si cura 1020 —, scrive anche sotto l’influenza di Malebranche, distinguendo le cause dello scrupolo in cause occasionali e in cause vere e proprie; vale a dire in cause efficienti. In ciascun paragrafo Renan distingue, incasella, enumera e descrive i diversi casi che di volta in volta prende in considerazione. Da questi, poi, tenta di risalire a leggi più generali. L’argomento dello “scrupolo” doveva certamente stargli a cuore e vederlo coinvolto in prima persona, tant’è che comprenderà se stesso nell’ampia casistica dei caratteri inclini a questo fenomeno psicologico.

Duguet aveva definito lo scrupolo «un doute en matière de morale qui n’est pas fondé, ou qui l’est très legerement: quoiqu’il aille quelquefois jusqu’à la persuasion, et qu’il remplisse la conscience de troubles et perplexitez»1021. Lo scrupoloso è il titubante che mai ritiene di aver analizzato a sufficienza la licéité del proprio agire e che diffida dei giudizi altrui, anche di quelli espressi da persone competenti alle quali tuttavia non esita a rivolgersi1022. Una volta decisosi all’azione e compiutala, egli torna immediatamente a tormentarsi nel timore di aver violato la legge naturale, geloso custode di una coscienza immacolata; è con linguaggio da teologo che Renan distingue pertanto lo scrupolo conséquent dalla sua prima forma antécédent. Egli passa quindi a enumerarne i caratteri generali, in un vero e proprio elenco. In primo luogo lo scrupolo non dipende né dalla ragione né dalla facoltà morale, esso è un sentimento ingiusto e illogico poiché lo

1015

La conoscenza e l’ammirazione per Bossuet risale già agli anni di Saint-Nicolas du Chardonnet, come dimostrano alcuni quaderni di lettura. Cfr. JCER, p. 140.

1016

In TJ, pp. 64-77.

1017

«Je suppose que l’on vient de lire les deux derniers chapitres des Esquisses de Philosophie Morale de D. Stewart [...]»; così si aprono le Recherches psychologiques sur les scrupules, contenute in TJ, pp. 64-77.

1018

«Qui ne voit [...] que puisque des hommes pleins de bonnes intentions, & d’amour pour la loy de Dieu, ont tant de peines à discerner le sentier de la justice, il n’y a rien de plus raisonnable de se se défies de ses propres lumieres, & que de se souvenire que le ténebres nous sont naturelles? [...] Quiconque en est bien persuadé [...] étudie avec soin les differentes causes d’où naissent les scrupules, ou qui servent à les entretenir. Car il est persuadé que c’est une partie du remede, que de connoître l’origine du mal; & que le succès des conseils dépend de leur juste application aux differens besoins de ceux qui consultent». J.-J. Duguet, Traités des

scrupules, de leurs espèces, de leurs suites dangereuses, de leurs remedes généraux et particuliers, 2e édition, Chez J. Estienne, Paris 1718, pp. 13-15.

1019

Nella terza parte del libro, intitolata Remedes generaux contre les scrupules.

1020 Non dubito che, se lo avesse fatto, non avrebbe tralasciato di offrire questo consiglio di Duguet dato ai caratteri troppo riflessivi e

impegnati nell’auto-analisi, cui dovette essere sensibile: «Une forte étude, quand on est capable, a le même effet [d’éloigner le scrupule]. Celle des langues, qui est pleine d’épines dans les commencemens, cause une utile diversion». J.-J. Duguet, Traités des

scrupules, cit., p. 69.

1021 J.-J. Duguet, Traités des scrupules, cit., p. 3. 1022

Renan porta l’esempio di un seminarista che vuol sempre cambiare direttore spirituale. Cfr. J.-J. Duguet, Traités des scrupules, cit., pp. 7-11.

scrupoloso diffida della testimonianza della propria coscienza. Questa insicurezza, con la quale Renan dovette certamente fare i conti1023, gli aveva offerto la possibilità di riflettere sull’estrema alterabilità delle nostre facoltà tramite il giudizio. In secondo luogo Renan osservava la temporaneità dello scrupolo e il suo repentino dissolversi raggiunto il suo culmine. A quel punto lo scrupolo mutava nell’estremo opposto fino al rilassamento massimo del soggetto: «C’est là du reste une loi qui a beaucoup d’analogues dans la nature: c’est la grand loi de réaction qui domine la marche de l’univers»1024

. È questo un caso, lo vediamo, ove Renan ritorna su uno dei suoi principi filosofici, quello dell’unitarietà della natura e del mondo su tutti i piani: psicologico, storico, ecc. Infine, dopo aver mostrato l’estrema volubilità della natura umana, argomento autoreferenziale e col quale aveva aperto anche le sue Confessions del 1842 («je change tous les jours, à toute heure, je le sens»1025), come ultimo carattere dello scrupolo rimarcava la sua parzialità, appoggiandosi sul

Vangelo di Giovanni: «[...] jamais peut-être ce trait moral n’a été plus vivement mis en peinture que

dans cette circonstance de la passion de J. C. [...] où le Juifs, qui immolent sans scrupule un innocent, craignent de se souiller par l’action la plus indifférente: celle d’entrer dans le prétoire»1026.

Tratteggiati i caratteri dello scrupolo Renan ne offriva una breve storia, a partire dall’assunto che di tale sentimento morale non si riscontrerebbero tracce presso i pagani. Secondo l’autore delle

Recherches, esso si manifestò per la prima volta nel popolo giudaico a seguito della cattività

babilonese e connotò principalmente l’esprit pharisaïque. Ciò tuttavia non si ripercosse sul primo cristianesimo e solo nel medioevo le abitudini monastiche furono la “causa occasionale” del suo ripresentarsi. Ma è nei moralisti del XVII secolo che tale sentimento, secondo Renan, raggiunse la sua massima espressione. Ora, un identico effetto, seppur manifestatosi in epoche diverse, per Renan doveva implicare le medesime cause occasionali, cioè la stessa occasione nella quale la causa efficiente produce un effetto1027. E Renan riscontrava così che il sentimento dello scrupolo era sorto in concomitanza di sistemi morali particolarmente rigidi e ricchi di regolamenti positivi: «les anciens ne connaissaient pas le scrupule, parce qu’ils n’avaient pas comme nous une science de morale pratique systématiquement formulée»1028. Il milieu favorevole all’emergere dello scrupolo, che il seminarista aveva in mente era il monastero dove il suo svilupparsi sembra procede di pari passo a quello della teologia morale «inconnue avant St Thomas, et qui a toujours de plus en plus envahi les écoles jusq’au XVIIe

siècle, où la fureur des controverses morales fut portée à son comble»1029. Otto e parzialmente ispirate al Traité di Duguet sono, per Renan, le classi degli spiriti inclini a questo fenomeno psicologico. Ad esse appartengono le anime pure dotate di uno spirito poco elevato1030, quelle particolarmente immaginative e poco razionali1031, gli spiriti rigorosi, scolastici e liberticidi, «qui font la Morale à coups de hache»1032, gli spiriti timidi che esitano ad affermare1033, quelli meschini che pretendono soluzioni in grado di soddisfare ogni caso specifico e diffidano delle norme generali, coloro i quali dimostrano scarsa benevolenza e conducono una vita

1023

Come dimostra una sua nota coeva, citata in precedenza: «[...] et voilà qu’une pensée petite, petite à ne pouvoir l’expliquer, est venue à la traverse et a tout troublé [...]».

1024 TJ, p. 66. 1025

NAF 11481, f. 687r.

1026

TJ, p. 67. Gli ebrei, che condussero Gesù da Caifa al pretorio non vi entrarono per non contaminarsi e poter così mangiare la Pasqua (Gv XVIII, 28).

1027

Così Malebranche si era espresso, ad esempio, nel quarto capitolo del primo libro della Recherche de la vérité. Cfr. N. Malebranche, La ricerca della verità, cit., p. 41.

1028

TJ, p. 68.

1029

TJ, p. 68. Questo accento posto da Renan sul XVII secolo, il secolo d’oro dei moralisti francesi, è quantomeno parziale; egli ha sicuramente in mente Pascal, Malebranche, Bossuet, Fénelon, ma trascura tutti i moralisti cortigiani (spesso critici della corte), mondani e da salotto, lo pseudo-Pascal scoperto, nel 1843, da V. Cousin, i La Fontaine, i La Rochefoucauld, i La Bruyère le Mme de

Sablé e le Mme de Scudéry, i loro circoli e tutta una serie di minori.

1030

Su queste Duguet scrive il suo secondo articolo. Cfr. J.-J. Duguet, Traités des scrupules, cit., pp. 18 ss.

1031

Duguet parlerà di imagination plus ou moins deréglée, cfr. J.-J. Duguet, Traités des scrupules, cit., p. 24.

1032 TJ, p. 68. Per Duguet, coloro che si sono fatti un’idea di virtù e di perfezione senza difetti. Cfr. J.-J. Duguet, Traités des scrupules, cit., pp. 27 ss.

austera, gli orgogliosi1034 che, come attestava Fénelon nelle lettere alla contessa di Montberon, si sconvolgono non appena capita loro di mettersi in discussione1035. Ma vi è una categoria particolare sulla quale Renan si sofferma e nella quale si inserisce egli stesso. Può infatti disquisirne più a lungo grazie all’intimità dell’esperienza che gli consente di descriverla al suo pubblico. Si tratta — e non si può non rimanere sorpresi pensando alla ricorrente immagine antisistematica del Renan più adulto — della categoria degli spiriti sistematici che pongono ogni cosa sottoforma di regolamento. È un peccato che i filosofi scozzesi, aggiunge Renan, non abbiano analizzato questa classe di desiderio1036: il desiderio della vita sistematica. È un dettaglio significativo dell’alta considerazione in cui il seminarista teneva all’epoca la psychologie dei Reid e degli Stewart, ulteriormente attestata dalla sua convinzione che se la filosofia scozzese ha dei limiti, essi non sono frutto dell’errore, ma, piuttosto, dell’incompletezza1037. Renan, pertanto, colloca se stesso tra gli spiriti sistematici e offre un sorprendente ritratto di sé, del suo carattere e del condizionamento subito dalla vita seminarile che merita di essere riportato per intero:

Voici le fait tel que je l’ai observé en moi et en d’autres. C’est un penchant qui naît dans les personnes peu occupées activement dans les affaires de la vie, ou dont les occupations extérieures doivent avoir peu de conséquence actuelle; ainsi, par exemple, un séminariste qui dans son travail n’a pas toujours présente une grande vue ultérieure. Alors pour donner du ressort à son acte, paraît ce principe: tout se case dans son esprit, le soin de ses cahiers, de ses livres, la constance dans ses habitudes, l’attention minutieuse à se prescrire des règles pour tout, le plaisir à songer à l’ensemble fortuit de choses qui résultera de leur observation, tels sont ses vrais mobiles. La manière dont ses livres seront disposé sur la table, dont ses cahiers seront arrimés, la suite de ses occupations, le plaisir qu’il trouve à

ces occupations (souvent très ennuyeuses en elles-mêmes, mais qui deviennent très

agréables par cet esprit) non par ce qu’elles sont en elles-mêmes mais par la place qu’elles

occupent dans le cadre qu’il s’est tracé, voici l’objet perpétuel qui l’occupe, d’une façon

imaginativement agréable, mais souvent très pénible, car le plaisir qu’il s’en promet est toujours dans l’avenir1038

.

Lo scrupolo è la reazione del seminarista Renan alla condizione di vita quasi inerte tra le mura di Saint-Sulpice. Tale sentimento, quando appare, ha la funzione di occupare lo spirito e si manifesta in un attaccamento ossessivo all’ordine e alla sistematizzazione. Non è un caso che Renan impieghi il termine arrimer, letteralmente “stivare”, che rimanda sia al bisogno di accumulo e di ordinamento di materiale (i propri libri, i propri quaderni, le note sparse, gli appunti dei corsi, ecc.) al quale legarsi affettivamente, sia all’inquietudine metaforicamente espressa dall’ambito della navigazione cui il termine afferisce. Questo seminarista-marinaio e lettore di Pascal, nella dedizione con la quale organizza la sua stiva, salva se stesso dai flutti della noia. Da questo brano veniamo pertanto a conoscenza della cura e dell’attaccamento di Renan nei confronti dei suoi quaderni e troviamo conferma di ciò che sosterremo nella terza parte di questo lavoro: essi rappresentano, si tratti dei quaderni del 1843-1844 o di quelli del 1845, una via di fuga dalle «ristrettezze del suo mondo»1039.

1034

Duguet, sebbene non includa gli orgogliosi tra le sue categorie di scrupolosi, definisce l’orgoglio la racine dello scrupolo e sostiene che spesso conduca chi si scopre imperfetto, incapace di sostenersi tale, per disperazione, all’eccesso opposto, cadendo in vizi imperdonabili. Cfr. J.-J. Duguet, Traités des scrupules, cit., pp. 81-85.

1035

«Vous vous aimez jusqu’à vouloir sans cesse vous savoir bon gré de ne vous aimer pas; toute votre délicatesse ne va qu’à craindre de ne pouvoir pas être assez contente de vous-même: voilà le fond de vos scrupules [...] Si vous ne regardiez que Dieu seul et sa gloire, vous auriez autant de délicatesse et de vivacité sur les fautes d’autrui que sur les vôtres. Mais c’est le moi qui vous rend si vive et si délicate». Lettre à la Comtesse de Montberon 10 [octobre] 1702, in Fénelon, Correspondance publiée par la première

fois sur les manuscrits originaux et la plupart inédits, t. VI, Ferra Jeune Librairie, A. Le Clere et Cie Imprimeurs-Libraires, Paris

1827, pp. 400-401. Sulla corretta datazione della lettera cfr. Fénelon, Correspondance de Fénelon, t. XI, Commentaire de J. Orcibal avec la collaboration de J. Le Brun et I. Noye, Librairie Droz, Genève 1989, p. 260.

1036

Stewart analizza le classi del desiderio nel primo capitolo della seconda parte degli Esquisses (pp. 48-55).

1037 Cfr. TJ, pp. 69-70. 1038

TJ, p. 69.

Una vita poco attiva, come quella che necessariamente dovette condurre Renan in seminario, era, secondo lui, una delle cause occasionali dello scrupolo. Attorno a sé poteva vedere come lo stato religioso, in molti casi, precipitasse l’uomo privo di grande potenza meditativa o di inclinazioni al misticismo in atteggiamenti un po’ meschini: «De là l’attachement de ceux qui mènent la vie commune pour de petites choses, leurs habitudes, leur livres, leur chambre, etc.»1040. Da questa evidenza Renan ricavava una legge generale dell’animo umano: «il faut que le cœur humain soit tourmenté par quelque chose»1041. E se dunque, nella vita di un uomo, manca un tormento o un dolore subentra lo scrupolo a vivacizzarla. Ma lo scrupolo ha anche altre cause occasionali: la lettura di libri che esaltano la pietà, la fantasia di cadere preda degli scrupoli che porta infine a caderci, un’idea erronea di Dio che lo concepisce come uno spione intento a sorprenderci, la frequentazione degli scrupolosi, la libertà da vere e proprie inquietudini che porta a formarsene di immaginarie.

La condizione seminarile, solitaria e meditativa, era ottimale per ammirare questo fatto psicologico, a partire proprio da se stessi:

J’ai l’esprit libre de toute peine extérieure [...] j’aperçois un petit rien [...] cet atome dont je me moque, dont je sais surtout que je me moquerai dans quelque jours, suffit pour tout empoisonner [...] Je cherche à l’attaquer par la raison, ici labyrinthe de subtilités pour et