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Sintesi a cura di Nazarena Marchegiani

2. Relazione circolare

Il rapporto di relazione circolare offre l’opportunità, invece, di un continuo interscambio evolutivo. La “richiesta-risposta” passa attraverso la valutazione del tema natale e il soggetto stesso: quest’ultimo elabora ciò che gli viene of-ferto e restituisce poi all’astrologo una spiegazione dell’argomento oggetto del proprio vissuto. L’astrologo, a sua volta, trova nel tema un legame in quanto spiegato dal consultante e lo utilizza per lanciare un altro stimolo e così via. In questa circolarità continua, si crea una maggiore conoscenza delle dinamiche comportamentali e quindi più consapevolezza nel consultante. Ciò lo porterà non solo a sviluppare una maggiore autonomia, ma anche a comprendere un concetto psichico che renderà giustizia sia all’astrologia che all’astrologo, cioè il significato del TN “in sé” e non “fuori di sé”.

• Nel secondo caso, ossia “come seguire un cliente che diventa abituale” chiaramente, chi non ha una professione di terapeuta alle spalle non può andare oltre il normale buon senso.

Sin dal primo incontro, in condivisione con il consultante, si può parlare di tutta quella parte interiore, esauribile magari con altri due o tre incontri. Ma prima o poi, diventa comunque necessario affrontare le necessità pratiche del cliente, infatti non si sta facendo “terapia” ed un astrologo (che non sia dun-que anche psicologo) dovrebbe riconoscere i propri limiti.

Se una persona, ad esempio, soffre di attacchi di panico, si può discutere la patologia a livello astrologico, cercando di comprenderne la provenienza e solo la raggiunta comprensione del problema indurrà il cliente, magari stimo-lato dall’astrologo, a rivolgersi a chi di dovere. In questo modo si cerca anche di mettere in evidenza la ragione interiore che il sintomo esprime. Questo sano comportamento è tutt’altra cosa dal “terrorismo astrologico”, senz’altro da

biasimare, e le persone vanno messe in guardia da questo genere di assoluto determinismo. Portando ad esempio la teoria di Hamer, il quale sostiene che una malattia anche grave può essere guarita purché la persona creda ferma-mente nella propria capacità di autoguarigione, si può, per così dire, “calcare la mano” sulla necessità di lottare senza per questo fornire false illusioni. I transiti, le rivoluzioni, il tema progresso possono aiutare a capire come inca-nalare il cliente, ormai abituale, verso un processo teso a prendere coscienza della propria responsabilità esistenziale. Inutile dire che un soggetto particolar-mente vulnerabile va trattato con il dovuto riguardo, cioè senza affondare la lama nei punti che mostra di non voler affrontare come, ad esempio, il baga-glio genitoriale.

È altresì importante saper riconoscere nel consultante la capacità di assi-milare le spiegazioni dell’astrologo. Se tra l’astrologo ed il consultante si in-staura un rapporto positivo di comprensione e collaborazione, che contempla dunque anche la volontà di mettersi in discussione, allora il risultato è quasi perfetto: da un lato l’astrologo accresce il proprio bagaglio conoscitivo ed umano, dall’altro il consultante ha l’occasione di comprendere meglio certi aspetti di sé stesso e di recepire il supporto che in quel momento sta cercan-do. Compito dell’astrologo è comunque quello di responsabilizzare il consul-tante sulle scelte da fare e l’indirizzo che la sua vita sta assumendo.

A questo punto è bene sottolineare che il consulente deve sempre rimane-re attivo e non passivo rispetto ai contenuti: considerando che questo tipo di consulenza deve servire al cliente per aumentare la conoscenza di sé, può ren-dersi necessario intervenire più volte durante una consultazione per non accet-tare che la comunicazione verta su ciò che il consultante desidera. Se, per esempio, un cliente vuole solo parlare della propria infelicità amorosa, per svolgere correttamente la professione si deve riuscire ad introdurre nel collo-quio il tema che si ritiene importante da affrontare per portare alla sua consa-pevolezza le motivazioni sottostanti tale “infelicità”. Allora può accadere che la persona interrompa più volte nel tentativo di ricondurre la comunicazione su ciò che la interessa di più e si chiuda di fronte alla proposta del consulente; oppure che tenda a dare risposte molto secche (o viceversa a parlare tantissi-mo) con la volontà precisa di ritornare al “suo” argomento. Un consulente preparato e abile deve rendersi conto di ciò, altrimenti finisce per essere con-dotto più che condurre, quindi bisognerà adottare tecniche per contrastare quella che nel counselling si chiama “insubordinazione”, che può essere velata e inconscia, oppure palese e conscia. In questi casi occorre essere determinati per proporre ed esprimere apertamente lo scopo della consulenza. Questo fat-to però può essere risolfat-to con facilità se è stata stabilita la finalità del rapporfat-to di consulenza astrologica a priori.

La distinzione tra “consulenza lineare” e “consulenza circolare”, si può rile-vare in tutti i tipi di relazione di consulenza, infatti queste due tipologie rappre-sentano anche due diversi approcci personali alla relazione e non solo del con-sultante, ma anche di colui che offre la consulenza.

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Relazione lineare-autoritaria

È una relazione di potere dove c’è chi ha la “verità”: che sia l’astrologo, l’insegnante, l’analista, il medico, l’avvocato o il prete poco importa, esiste l’autorità e colui che da questa autorità è dipendente. Il bisogno di avere qual-cuno che dipenda da noi, il bisogno di superiorità, sono sentimenti universali che fanno parte del corredo genetico di ognuno. Essendo fuori dalla consape-volezza, pochi però sono in grado di riconoscerli in sé e magari “riderci sopra”.

Relazione circolare-paritaria

È un rapporto di cooperazione dove due individui lavorano insieme per un progetto comune. In questo caso il rapporto è paritario e dunque è garantita sia l’autonomia che l’aiuto richiesto. Al di là dell’astrologia, in alcuni tipi di consultazioni il progetto comune è condiviso in partenza. In una consulenza le-gale, ad esempio, è evidente che sia il cliente che il professionista hanno lo stesso obiettivo che potrebbe essere quello di vincere una causa. Ma per altri tipologie di relazioni il progetto condiviso non è così evidente. Non lo è in psi-coterapia dove il progetto viene svelato durante lo stesso processo terapeutico e la richiesta iniziale viene ben presto “bypassata” da urgenze più profonde e all’inizio non dicibili. Simile è il caso astrologico dove diventa importante com-prendere la richiesta implicita per poter poi dare una risposta efficace.

Prove esistenziali del Consultante

Lo strumento astrologico permette di intuire anche certi periodi durante i quali il consultante si deve confrontare con prove esistenziali, magari legate ad eventi dolorosi. Come comportarsi in questi casi ?

Non è cosa semplice sapere come si manifesteranno i transiti, soprattutto se non si conosce bene la persona da esaminare: incidente, malattia? o più “semplicemente” un cambiamento psicologico? L’esperienza di molti astrologi ha insegnato che è ben difficile prevedere uno specifico avvenimento legato a transiti anche fortemente dissonanti e questo perché il simbolo del pianeta ha sempre molte sfaccettature. Occorre sottolineare che tutto dipende dal grado di comprensione cosciente delle simbologie dei pianeti implicati nei transiti e quindi, in termini più generici, dalla consapevolezza interiore del cliente in esame: se la persona, infatti, sa ascoltarsi o ha iniziato questo percorso di “scoperta” di sé, certamente avvertirà le difficoltà degli eventi, ma comunque come costruttive e magari anche necessarie. Se invece vive le medesime sim-bologie in maniera inconscia e quindi passiva, probabilmente potrà sentirsi in balìa di un avverso destino. Non è semplice responsabilizzare il consultante evidenziandogli quali energie entreranno in conflitto e quali implicazioni avran-no nella sua vita. Se queste energie bloccate avran-non saranavran-no espresse, ma sem-plicemente rimosse, potrebbero tradursi in eventi “esterni” particolarmente difficili.

L’etica e la morale di un consulente astrologo non permettono la trattazio-ne di eventi che potrebbero spaventare e traumatizzare il consultante; è

consi-gliabile lavorare sull’aspetto psicologico ed emotivo con tutta la delicatezza possibile, perché i danni del terrorismo astrologico sono purtroppo una realtà. Quindi non si può non informare, ma c’è modo e modo per farlo:

1. Affrontare questi argomenti con molta delicatezza e circospezione, usando parole e toni tranquillizzanti e pacati.

2. Cercare di far capire al consultante la “qualità” del periodo che sta vivendo e la probabile necessità esistenziale di “cambiare”.

3. Informare il consultante su come sarà il suo stato psicologico ed emotivo in quel dato periodo in modo da trovarsi preparato ad affrontare una parte del programma di sviluppo personale.

4. Sempre con molta delicatezza si cercherà di indicare in quali settori po-trebbe presentarsi il “cambiamento”.

5. Si può invitare la persona alla massima attenzione alla guida.

6. Si può invitare la persona ad occuparsi della propria salute non trascuran-do i possibili piccoli sintomi.

7. Se si tratta di lavoro e/o di sentimenti si può mettere in evidenza la neces-sità di operare delle scelte.

8. Accennare ad eventuali problemi pratici riguardanti le persone care. In fondo tutti i consultanti desiderano soprattutto essere incoraggiati e

vede-re valorizzate le loro qualità. I più forti, gli ottimisti e più sicuri per andavede-re

avanti per la loro strada (che forse già conoscono perfettamente). Gli insicuri, i depressi e i sofferenti per credere di più in sé stessi.

Ogni astrologo può aver fatto scelte diverse, ma in linea di massima i car-dini della consulenza astrologica si differenziano ben poco da un consulente all’altro. Un punto fermo è, comunque, il rispetto per il consultante, che com-prende la necessità di non forzare la mano e/o usare toni da “onnipotente”. Premesso questo non c’è un’astrologia migliore di un’altra: la preparazione, lo studio, i clienti, gli incontri, verranno di conseguenza. La scelta del tipo di con-sulto – a voce, scritto, al telefono, ecc. – spesso dipende dalle circostanze, dal tipo di astrologia, dalla richiesta del consultante e dalla sensibilità del consu-lente. Dunque non si possono dettare regole certe e univoche, ma solo fissare alcuni casi più frequenti.