LA LIBERTÀ COME COSTITUTIVO ESSENZIALE DELLA PERSONA
3. Sole quadrato a Saturno
In questo caso la persona non è riuscita ad integrare in modo corretto il senso della struttura e della personalità e quindi dovrà tornare, simbolicamen-te, sui banchi di scuola ed imparare a vivere il senso di autorità in maniera corretta e, soprattutto, portarla all’interno facendola diventare autorevolezza e capacità di responsabilità personale. A questo punto l’aspetto in sé è risolto, o meglio, lo si vive come una caratteristica personale. La dinamica rappresenta-ta dalle due energie Sole-Saturno sarà necessariamente un tratto psicologico in quanto non si potrà disgiungere dall’Io l’aspetto di Saturno; ma è il caso di ribadire che l’aspetto dinamico segnala solo che nell’infanzia è stato impossi-bile riuscire a farlo funzionare bene e che, quindi, “questi duE’ devono impara-re a impara-relazionaimpara-re in quanto il rapporto con l’autorità lo si è appimpara-reso in senso dif-ficile e negativo portando alla conseguente scissione dall’identità di que-st’aspetto. L’aspetto (Sole-Saturno) dice se è stato introiettato bene e se viene usato in modo corretto ossia come energia pronta e scorrevole, oppure se c’è bisogno di integrarlo perché una parte è scivolata fuori dalla coscienza e quin-di viene proiettata all’esterno. Questo dovrebbe essere il significato ed è per questo che non può essere assolutamente determinante perché ad un certo punto lo si può riconoscere e superare. Certo, i transiti, nella prima parte della vita porteranno sempre un “incontro-scontro” con Saturno, fino a che non lo si riprende e lo si vive come proprio. Nell’aspetto di trigono Sole-Saturno, l’ener-gia scorre in maniera liscia e tranquilla, nel quadrato Sole-Saturno, invece, oc-corre imparare a far soc-correre questa energia; e una cosa è nascerci e una cosa è giungervi attraverso un percorso evolutivo.
Va detto che la vita morale di ogni uomo comincia normalmente sotto il segno della pedagogia della legge: è la coscienza morale infantile che interio-rizza i veti parentali e la paura; la coscienza sperimenta in questo caso una do-lorosa frattura interiore; essa fa il bene ma non è ancora veramente buona, lo fa senza averlo scelto. Lo stadio maturo è lo stadio della libertà e dell’unità in-teriore. La crescita verso questo obiettivo di maturazione non è né breve né fa-cile; è compito di tutta l’esistenza, coinvolge tutti i piani della vita umana, co-stituisce in sé stessa la vera essenza dell’impegno morale.
Da un punto di vista astrologico possiamo dire che è nella fase di casa IX
-Sagittario che può sorgere il problema teologico della “libertà” all’interno
del-la creazione, in quanto è messa in discussione l’esistenza ricevuta e non scel-ta; ma a questo punto è inevitabile la risalita fino a Dio per ritrovare il senso della libertà, il suo significato, ma anche quello della vita stessa. Da questo punto in poi la libertà appare come “capacità” di un’esistenza che si appropria di sé stessa e così plasma la propria vita. Come già ribadito è certo che la li-bertà si esplica in modo “puro” solamente in assenza di fattori estranei che operano sulla volontà stessa. La logica dello Zodiaco, in fondo, non fa che mostrare il cammino dell’uomo verso la libertà assoluta rappresentata,
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to, dall’ultimo settore: casa XII - Pesci. Il percorso prende il via in casa X –
Capricorno dove è necessario conquistare autonomia e indipendenza e, di
conseguenza, assumersi le proprie responsabilità; si perfeziona in casa XI
-Acquario dove si acquisisce il senso comune e il senso della diversità, unica
possibilità per riconoscere e accettare gli altri e imparare a convivere coope-rando e mettendo in comune ciò che si è e ciò che si ha. In un certo senso qui Saturno si abbandona all’espansione di Urano, il mondo non è più circoscritto e ciò induce l’Io a perdere vigore in quanto non più “unico e speciale”. Non a caso in Acquario il Sole è in esilio (liberazione dall’Io), c’è l’esaltazione di Net-tuno (ideali) e il domicilio di Urano (innovazione). La XII e i Pesci sono real-mente – se realizzati – il senso di partecipazione, ma tutto il resto è superato, e non si lotta più per avere qualcosa o per mostrare qualcosa. In Acquario, spesso si lotta ancora per mostrare la propria diversità e la propria libertà: quindi si è ancora in una fase di conquista.
Per meglio comprenderlo, il concetto di libertà dovrebbe essere analizzato sotto vari aspetti e cioè: fisico, mentale e spirituale. Ritornando per un mo-mento Cerchio Firenze 77, l’entità Claudio dice: “…Dovete liberarvi dall’io.
Quando avrete raggiunto una tale liberazione, non avrete più paura. Sereni sa-rete, di una serenità che non conosce incertezze di fronte ai mutamenti della vi-ta, perché non sarete più assillati dall’esaminare i vantaggi e gli svantaggi dell’ io. Darete per quello che avrete avuto e per quello che non avrete avuto: ma so-prattutto senza intenzione né scopo alcuno, e la fede corrisponderà veramente alla espressione più alta della coscienza individuale, nell’atto di essere coscien-za cosmica”. Dunque la libertà, a questo livello, è uno “stato” dell’essere dal
quale l’umanità è molto lontana e può essere intesa in senso spirituale come vuole Nettuno e la fase di casa XII. Parlando di libertà (o libero arbitrio) più al-la nostra portata, o comunque vista sotto l’aspetto fisico essa può essere con-siderata una struttura dinamica attraverso cui la persona ha la capacità di co-struire la propria vita senza subirla, di orientare la storia e di realizzare il domi-nio sulla propria esistenza: questa è la realizzazione di casa X e le funzioni di Saturno/Marte. Se per Sartre la libertà è “un atteggiamento assoluto con cui la
coscienza, nella sua intenzionalità, sceglie e si progetta”, essa appare, dunque,
come uno slancio verso l’avvenire, una progettazione nella quale l’uomo si è legato alla situazione che lo circonda, ma nella quale è totalmente libero: casa XI, Urano/Saturno, piano mentale.
La libertà comunque appare come un momento indispensabile di conqui-sta della vera ed autentica personalità umana. La interiore apertura al divino diventa il criterio e la misura di ogni comunione con le persone: l’interiorità si carica, infatti, di emozioni e sentimenti che provocano la libertà fino a vederla non come riposo in sé stessi ma come coraggio, istitutore di valori etici e umani. La libertà appare allora il paradosso di un essere che riposa in un in-tangibile autopossesso e, proprio in forza di questa “Segreta Presenza” nella sua interiorità, è spinto ad aprirsi e a muoversi verso tutta la realtà esistente. E’ da sottolineare che l’ambiente sociale e l’eredità educazionale sono indub-biamente un limite alla libertà e alla progettualità del singolo, ma sono anche
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la condizione indispensabile del suo essere uomo e della sua concreta libertà. Ma, afferma il Gatti, “per sua intima struttura, in quanto tensione di un essere
germinale verso il compimento di sé, la libertà umana è necessitata a una ge-nerica, ma insopprimibile volontà di bene e di felicità. Essa non può non volere il bene, la piena realizzazione di sé”. Essendo legata alla possibilità che il
sog-getto umano ha di accettarsi o di negarsi, la Libertà diventa l’esercizio di una totale responsabilità nei confronti della propria vita e di una radicale auto-di-sponibilità nei confronti del proprio esistere.
Interventi di (in ordine alfabetico): Rosanna Bianchini
Meskalila Nunzia Coppola Giovanni D’Amico Lidia Fassio Roberta Fianchini Pasquale Foglia Chiarastella Ghersani Genevieve Jama Rosamaria Lentini Nazzarena Marchegiani Maria Teresa Mazzoni Anna Maria Mazzù Clementina Messaggi Cristina Negro Mary Olmeda Rosi Salerno Daniela Sassi Sandra Zagatti
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L.A. 138-1188 Un’originale analisi, sociale e psicologica, del consumismo come fenomeno sto-rico dell’Occidente, interpretato senza moralismi alla luce del confronto ciclico ed eterno dei quattro segni fissi dello Zodiaco.
Il consumismo e la Croce a “T” fra loro, Leone e Scorpione
Il consumismo viene spesso interpretato come tendenza a fruire di oggetti e di servizi in modo abituale, spesso senza una reale necessità. In quanto compor-tamento sociale e individuale materialista, può degenerare in smanioso attac-camento alle cose, agli oggetti, ai beni nei quali è possibile addirittura identifi-carsi, perdendo di vista i valori sui quali dovrebbe invece basarsi il sentimento di autostima.
Ad una prima analisi certi aspetti del consumismo possono sembrare vicini ai princìpi astrologici propri dell’edonistico segno del Toro e della seconda Ca-sa, ma il materialismo taurino e il suo concreto tentativo di ottenere sicurezza tramite il possesso, non sono che un aspetto della complessa dinamica consu-mistica, al punto che questa è più funzione di un atteggiamento maggiormente esteso, variegato e, per certi aspetti, persino opposto di quanto il Toro possa presentare come suo bagaglio simbolico specifico.
In effetti “consumare”, verbo da cui deriva il “consumismo” significa logo-rare, sciupare, esaurire una risorsa, magari distruggerla sperperandola, e que-sto modo di agire non ha attinenza con gli archetipi del conservatore Toro. Come sappiamo, il segno del Toro rappresenta l’attaccamento sensuale alle cose, all’ambiente di origine e alle persone amate; ma al contempo, questo segno di Terra simboleggia il bisogno di nutrirsi, di introdurre in sé una parte del mondo esterno (il cibo) affinché l’essere vivente possa continuare la sua esistenza.
È da questa sorta di ambivalenza, espressa anche a livello psicologico at-traverso il concetto di “oralità-contenimento”, che può nascere la confusione